domenica 30 novembre 2014

"PRIMA IL COLLE POI LE RIFORME"/MA RENZI DICE NO AL RICATTO DELL'EX CAV.NELL'INTEMERATA DI MILANO/ANNICHILITO DAL VOTO PER FI ALLE REGIONALI

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – N°688 di domenica 30 novembre 2014 “PRIMA IL COLLE POI LE RIFORME”/MA RENZI DICE NO AL RICATTO DELL’EX CAV.NELL’INTEMERATA DI MILANO/ANNICHILITO DAL VOTO FI ALLE REGIONALI Roma,30/11/14 – (APS) – In una domenica lavorativa a tutti gli effetti per la politica,a Montecitorio è arrivato questo pomeriggio il via libera della Camera - dopo che ieri aveva già largamente superato la fiducia posta per tre volte sui maxi emendamenti in cui è stato spacchettato il provvedimento - alla Legge di Stabilità.Un tassello questo tutt’altro che indifferente per la politica economica del Governo,a favore delle famiglie e delle imprese;in una cornice anche temporale che da il senso e la misura di quanto sia impegnativo l’attuale passaggio del quadro politico.Ma la domenica politica registra anche un altro rilevante botta e risposta tra il Premier e l’ex Cav.Berlusconi che, scottato dalle ultime brucianti sconfitte (l’8 per cento appena alle regionali emiliane), si era lanciato ieri in una temeraria uscita pubblica sulla piazza di Milano, dalla quale ha lanciato il suo guanto di sfida:prima delle riforme di Renzi (che poi a detta dell’exCav. sarebbero quelle da sempre proposte dal centrodestra!) accordo sul successore di Napolitano che peraltro ancora non si è formalmente dimesso,come sappiamo.Renzi non ha atteso a replicare : il patto del Nazzareno va rispettato nella sua sostanza e da entramber le parti.Dunque,niente ricatti. Dobbiamo peraltro ricordare che è appena di sette giorni fa il voto regionale in Emilia Romagna e Calabria – altre due Regioni conquistate dalla Sinistra( senza trattino,come Renzi stesso tiene a precisare anche se in contrasto con le forti dispute interne al Pd e con il Sindacato di riferimento che da sempre è stata la Cgil) che hanno evidenziato un pauroso balzo in avanti dell’astensionismo,con soltanto il 37% recatosi alle urne nell’Emilia Romagna e con poco più,il 42%,in Calabria, che non possono non far seriamenre riflettere la classe politica, sul largo senso di sfiducia che prevale trai cittadini verso la politica stessa.Ed anche a proposito dei minori consensi attorno alle liste del Pd in Emilia-Romagna - regione tradizionalmente “rossa” e per definizione sempre schierata con la Sinistra – la flessione del voto al Pd(che ha vinto comunque la competizione amministrativa ma con una cifra assoluta di voti consistentemente inferiore rispetto ad ogni altra consultazione popolare) non poteva non essere messa in relazione con lo strappo a “sinistra” determinatosi attorno ai democrat con il Jobs,art.18 e tutte le polemiche che ne sono discese,a cominciare dall’essere di sinistra oggi,.per finire all’encomio recentissimo di Renzi agli imprenditori” : ai lavoratori no?”,gli è stato obbiettato. Insomma,in una temperie che certo non appare rasserenata all’interno di quello che oggi si conferma il solo partito-risorsa per il consolidamento democratico e per un mirato piano di crescita del Paese,ci si avvia ad una fase ancor più impegnativa in cui al completamento urgente e necessario del piano delle riforme, attese anche in Europa,si somma oggi la questione non meno spinosa di un ormai preannunciato avvicendamento a scadenza breve,probabilmente non ravvicinatissima,al Quirinale tra Napolitano – il cui rinnovo per ragioni eccezionali era stato accolto da Napolitano stesso soltanto alla condizione di una sua breve durata – ed il suo successore.Non si può non aggiungere che - mentre prende corpo un’alternativa di destra lepenista poco promettente,cui sta abilmente dando vita il successore di Bossi,Salvini,su una piattaforma di questa nuova Lega che da federalista diventa nazionalista, viene mandato in soffitta il secessionismo per anni sbandierato più che altro folcloristicamente.Sfruttando viceversa oggi,da parte di Salvini, la disperazione e la rabbia,di varia origine che è certo presente in larghi strati della popolazione Infine,per completare il panorama,la crisi progressiva profonda dell’MS5,che ad ogni elezione ormai perde colpi,mettendo in mostra la vacuità ed il velleitarismo dei propri inutili proclami.Beppe Grillo – che si “sente un pò stanchino”,come ha lui stesso dichiarato in uno dei suoi ultimi show,dedicato alle pulizie interne trai cittadini-deputati,con minacce o decretazioni di espulsione,sempre sulla base formale delle irregolarità o mancanza di rendicontazione spese – ha confessato in buona sostanza la propria delusione per la fermata così brusca del movimento.Dal Parlamento come pure dalle altre pochissime esperienze di potere locale emerge con chiarezza che lo stare in panchina non giova.Si da la conferma definitiva della totale incapacità dei 5S a misurarsi con i problemi reali della gente.del Paese.Una coclusione sulla quale in verità vi erano pochi dubbi.

sabato 15 novembre 2014

RECESSIONE CHE NON ARRETRA,SCIOPERO SOCIALE E MALESSERE IN MOLTE PIAZZE D'ITALIA/NEPPURE RENZI ARRETRA CON LE SUE RIFORME/IL DIBATTITO NEL PD SUL CHI DEVE CAMBIARE CANALIZZATO IN UNA SALUTARE DIALETTICA?

APS – Anno XIX ( nuova serie ) n°687 di sabato 15 novembre 2014 RECESSIONE CHE NON ARRETRA,DISAGIO SOCIALE NELLE PIAZZE/LO SFORZO DI RENZI:DARE SBOCCO ALLE SUE RIFORME IMPEGNATIVE MA NECESSARIE Roma,15/11/14 – (Aps)-E’ un dibattito ininterrotto quello che è dato da registrare all’interno od attorno al Pd quando è sembrato che la”irruenza “ del giovane Premier potesse mettere a repentaglio la stessa coesione del partito di cui egli è Segretario(oltrechè ,appunto,attivissimo Premier).Riguarda, da caso a caso,.l’auspicio di un cambio di passo del Leader,o viceversa di un diverso atteggiamento dell’altra componente,quella minoritaria,della” vecchia guardia” che raccoglie come si sa anche molti big democrat ,da Bersani a D’Alema, a tanti altri esponenti ,vecchi e nuovi,di rilievo del Partito.Dibattito ed interrogativi che diventano tanto più incalzanti dinanzi ad occasioni in cui “i due Pd”,come vengono individuati,sono addirittura impegnati in eventi diversi,ed apparentemente contrapposti.Come è accaduto qualche settimana fa con la riunione annuale renziana della Leopolda a Firenze ed,in contemporanea, la riuscita mobilitazione di Cgil e Fiom a piazza San Giovanni a Roma.Chi e come dovrebbe dunque cambiare?La risposta la possiamo riprendere da un bell’editoriale del quotidiano Europa,dedicato alla predetta circostanza: “È da quando è sulla scena, che più o meno ogni giorno – scrive Europa - qualcuno chiede a Matteo Renzi di essere diverso da come è. Per un periodo l’ha fatto anche Europa, quando temeva che gli scossoni che il rottamatore dava al Pd, allora malato, potessero ammazzarlo.Era un pronostico assai diffuso al tempo (sembra un secolo fa, sono appena due anni). Non so se fosse da assimilare alle odierne gufate, in ogni caso era un timore sbagliato. Oggi dire che Renzi abbia guarito il Pd è un eufemismo. E dovrebbe bastare questo a chiudere le polemiche sulla Leopolda: pur senza esporre bandiere del Pd, la verità è che le Leopolde hanno salvato il Pd, fin dalla prima edizione. Prima come incubatrici, poi come vettori del gruppo dirigente che ha portato i democratici a governare l’Italia, a battersi in prima fila in Europa, a divenire oggetto d’attenzione per i progressisti nel mondo.Più che sbagliato, è inutile chiedere a Renzi di cambiare. Qualsiasi istanza di normalizzazione, rivolta con le migliori intenzioni, cadrà nel vuoto. Renzi può cambiare tattica e tempi, anzi è rapidissimo a farlo, ma non cambierà mai prassi operativa. È un po’ come per la Leopolda: tutti si interrogano su come debba per forza cambiare (o sparire) ora che il renzismo è partito, governo, istituzione; Renzi, senza interrogarsi troppo, si siede al solito banco da dj e conduce il solito gioco.Il fatto è che sono gli altri, sostenitori e avversari, che dovrebbero cambiare e non l’hanno fatto.” Ecco,partendo da questa conclusione che si può forse andare nella giusta direzione.Nel senso che un dibattito plurale indirizzato ad individuare una nuova identità riformista calata nel tempo che attraversiamo e che ha cambiato molti dati di fondo della società,del contesto in cui ci muoviamo,in Europa e non solo;tutto questo non solo non è limitativo,può dare bensì maggior forza ad un partito della grande tradizione socialdemocratica europea e che in Italia e nel Vecchio Continente mira oggi a giocare una partita di primo piano. Si vorrà probabilmente obbiettare:ma con tutto quello che sta accadendo non solo sullo scenario italiano(su tante piazze lo “sciopero sociale” che è segnale nuovo di malessere diffuso ed assieme un ottimo investimento per gli imprenditori della violenza,dai Salvini,ai Borghezio -non parliamo dell’usurato showman dei 5Stelle e dei suoi comprimari - ai vecchi e sfiancati burattinai del rigurgito fascista sempre in agguato) il Pd crede ancora di poter governare il quadro d’assieme del Paese percorso da così tante tensioni?La risposta non può essere che sì.Intanto per mancanza della benchè minima alternativa credibile e concretamente spendibile.In secondo luogo,perché il Pd è appunto una grande forza democratica riformista, erede di una collaudata esperienza della cultura politica,di proposta e di governo, socialdemocratica europea,consistentemente premiata dal consenso popolare(quasi il 41%) alle ultime consultazioni di fine maggio per le europee,facendone il principale partito del riformismo democratico(il Partito del socialismo europeo,il Pse).Infine,perché esso è impegnato in un duro ma sin qui vittorioso tentativo di dare all’Italia una cornice di riforme in materia economica,del lavoro,delle istituzioni che dovrebbero farne uno dei paesi che meglio di ogni altro in Europa sta per compiere il grande balzo in avanti,con l’assetto più innovativo in materia politica,economica iastituzionale,come della garanzia dei diritti del cittadino.Passaggi certamente assai impegnativi,ma sin qui positivamente già avviati in sede parlamentare.Portare a compimento l’opera riformatrice del Governo Renzi significherà oltretutto affrontare con più fondate ragioni nella Ue,con la nuova Commissione appena insediata, la partita imperniata sul trinomio riforme-flessibilità-austerity a cui l’Italia resta,come sappiamo,fermamente interessata. Anche in virtù di una siffatta promettente cornice,ben venga dunque il dibattito interno al Pd sul cambiamento,sul chi deve prima cambiare e cosa.Sarà motivo utile a rivitalizzare energie per un interno salutare confronto di cui un grande partito come il Pd ha sempre estremo bisogno.

martedì 4 novembre 2014

RICUCIRE I FILI DI UN MODERNO RIFORMISMO DI GOVERNO/DI CERTO SGRADITO A DESTRA ED ESTREMA POPULISTA/INDISPENSABILE ALLA RIPARTENZA ED ALLA CRESCITA DEL PAESE

APS – Anno XIX ( nuova serie ) –n° 686 di martedì 4 novembre 2014 RICUCIRE I FILI DI UN MODERNO RIFORMISMO DI GOVERNO CERTO SGRADITO A DESTRA E ALL’ESTREMA POPULISTA/UTILE ALLA RIPARTENZA DEL PAESE Roma,04/11/14 – (Aps) – Non è proprio dei migliori il clima politico in questo momento.In generale, ma soprattutto all’interno della maggioranza e del più vasto universo della politica, della cultura, del mondo del lavoro,sindacati in primis,che sono sempre stati catalogati,per antonomasia, come la sinistra. Fibrillazioni attraversano in tutti i sensi di marcia il vasto corpo del Pd.Dai vertici agli esponenti impegnati in prima linea nell’opera di governo,con la complessa agenda che la connota, a tutti i dirigenti di fede renziana o della cosiddetta minoranza che mordono il freno per dare più visibilità a progetti,contropoposte La cosa che più allarma è la nuova categoria politica - imperiosamente lanciata da “superautorevoli” esponenti del nuovo corso - che vorrebbe di “sinistra” unicamente chi si allinea alla”trasformazione” (non al trasformismo?) che si vuole attuare,altrimenti fatalmente si è di “destra”.In verità ci sembra un gioco un po’ bizzarro,mirato a trasformare,si,ma che cosa?Per effetto di illusionistiche magìe, la realtà, politica ,sociale, economica,italiana e non solo,forse anche del più esteso contesto geopolitico in cui ci muoviamo? Il quadro purtroppo è più serio.Perchè che la situazione del nostro Paese in particolare, ma anche dell’Europa,eurozona,non,v’è dubbio che essa rimanga pesante.Dati statistici - e rilevazioni autorevoli anche in sede internazionale alla mano - confermano l’andamento sostanzialmente fermo,non lontano dal segno negativo dell’economia ,i limitati se non controproducenti effetti di alcune delle misure contenute dal nostro Piano di Stabilità,che riducono la crescita auspicata a frazioni di punto.C’è in altri termini da lavorare ancora sodo da noi.E così anche per tentare di modernizzare ed efficientare la macchina dello Stato, come di amministrazioni periferiche ed enti locali ;e via dicendo anche per gli numerosi ed importanti campi toccati dalle riforme di Renzi, per risalire la china sulla quale eravamo decisamente incamminati dalla seconda metà del primo decennio duemilla.Per non parlare degli ancora più lontani inizi del nostro disastro contabile ed economico.In altre parole,è venuto anche per Matteo Renzi il tempo delle scelte.Il nuovismo come sinonimo di moderenizzazione, come adeguamento alle nuove dinamiche delle realtà sociali ed economiche,lo sveltimento delle regole per lo stesso mercato del lavoro,va bene.Mettere mano alla demolizione di conquiste simboliche fin che si vuole,che rappresentano tuttavia anche nel mondo di oggi diritti fondamentali dei prestatori d’opera:questo davvero non si può.Come non si possono usare toni sprezzanti nei confronti dei sindacati,come la Cgil, che con più coerenza quei lavoratori continua a rappresentare..Sindacati e lavoratori che devono continuare ad essere e rappresentare l’ineliminabile base di una forza di netta impronta riformista quale deve evidentemente ancora poter essere il Pd.Un limite obbligatorio,questo,e perciò invalicabile. Che abbiamo sentito viceversa fortemente scosso in queste settimane.Dall’ultima Leopolda ed alla non sempre edificante passerella più volte rimirata tra le suggestioni della vecchia stazione medicea,alla imponente manifestazione sindacale di sabato scorso a piazza S.Giovanni a Roma,ai poco esaltanti episodi di violenza,due giorni dopo, a danno dei manifestanti:i cinquecento operai della Thiyssen di Terni,radunati nella Capitale in difesa del proprio posto di lavoro seriamente minacciato.Ecco, se veramente tutti vogliamo “cambiar verso” al Paese,oggi dobbiamo e subito compiere un gesto che è nella nostra piena disponibilità.Dobbiamo voltar pagina nella dialettica e nelle relazioni – rafforzandole e migliorandole - all’interno di un partito e del suo mondo di riferimento naturale che è e rimane il il sindacato.Se vogliamo conservare la forza propulsiva del riformismo socialdemocratico del Pd.Con esso salvaguardare e possibilmente incrementare quel ragguardevole capitale di consensi raccolto nel voto europeo del maggio scorso.E’ vero che il Pd deve coltivare la legittima ambizione di conservare ed andare oltre l’inaspettato 40,08 % delle europee.Ma attenti a non confondere le lingue,come suol dirsi,con improbabili e poco definiti “partiti della nazione” di cui pure si è sentito,ed in più occasioni parlare.Si tratta di progetti ed idee che davvero non possono avere appeal nel vasto popolo del Pd.

domenica 12 ottobre 2014

COME UNA DISSOLVENZA CINEMATOGRAFICA.LA TRAGEDIA DI GENOVA,IL VELO CHE SOLLEVA SULLE VARIE RESPONSABILITA',L'OPERA TENACE DI RENZI PER PORTARE AVANTI LA SUA INIZIATIVA MODERNIZZATRICE

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°685 di sabato 11 ottobre 2014 GENOVA COME EMBLEMA DI UNA DISFATTA GENERALE IN UN QUADRO PUR SEMPRE DOMINATO DALLO SFORZO TENACE DI RENZI DI FAR RISALIRE IL PAESE. Roma,11/10/14 – (Aps) – E’ come una drammatica dissolvenza cinematografica.Le immagini del nuovo tracollo di Genova a tre anni distanza da un’analogo e, per il bilancio di vite umane, più tragico episodio di tre anni fà.E gli sforzi quotidiani di Matteo Renzi per dare un senso ed una direzione di marcia alla risalita dell’Italia.Perchè Genova gia’ segnalava allora, in maniera che sembrò perentoria,il dovere di liberarsi di ogni esitazione o torpore per mettere mano ad un’opera di consolidamento delle strutture della città che non reggono all’impeto degli eventi metereoligici e naturali che probabilmente vanno accentuandosi in talune determinate aree con più particolare virulenza.E quello di Genova sembra proprio uno di questi casi,anche se tutto il territorio nazionale,sta confermando una fragilità che va affrontata.Soprattutto per tempo.Specialmente in alcune aree del Mezzogiorno che hanno sofferto di siffatte ferite inferte ad un ambiente divenuto anche per mano dell’uomo, o di certi “disattenti” manipolatori del bene comune - da tutelare non offendere o farne strumernto di speculazione e di illeciti arricchimenti.- nuove più pericolosi punti di debolezza offerti ad eventi della natura che si stanno appalesando di straordinaria aggressività. Si è ripetuta a Genova la scena dell’inerzia dei pubblici poteri – bloccati anche da inusitate solerzie degli organi di giustizia amministrativa – e la “supplenza” coraggiosa delle squadre di giovani,centinaia,mobilitatisi a spalare il fango, e ad un primo ripristino dei luoghi.E,per contrappunto,gli insulti anche pesanti indirizzati al sindaco,di Sinistra della città della Lanterna,Doria. Che – ricordiamolo – fu portato allo scranno sindacale dalle primarie di coalizione che prescindevano dalle effettive capacità amministrative dei candidati.Un test cui era stata sottoposta invece senza esitazioni il sindaco uscente,la esponente Pd,Vincenti.Che poi forse di colpe non aveva poi tante,rispetto a quelle di oggi,per la precedente alluvione del 2011.Ma,insomma,poiché non è neppure tanto utile stilare una graduatoria delle responsabilità presenti e passate di Sindaci,Governatori e via discorrendo,occorre - a Genova come in ogni altro sperduto comunello di qualsiasi zona del nostro Bel Paese – “cambiar verso”,per davvero, nella gestione della cosa pubblica.Mirando anche o soprattutto a quei “centri di ritardo” - rispetto ai criteri di efficienza e tempestività che devono sempre connotare l’intervento della mano pubblica.A maggior ragione di fronte ad emergenze di siffatta portata.Altrimente la giusta reazione della popolazione bisogna aspettarsela dalle urne, alla prima occasione utile.Una ragione in più per correre ai ripari,subito. BREVE ANNOTAZIONE SULLA TENACE FATICA DI RENZI PER PORTARE AVANTI LA SUA INIZIATIVA RIFORMATRICE. Roma,11/10/14 – (Aps) – Inevitabilmente attratti dall’emergenza di Genova,come molti osservatori politici,siamo stati indotti a trascurare il discorso che viene di solito fatto con puntualità sullo stato dell’arte del quadro politico.Ma un breve cenno non possiamo risparmiarcelo neppure oggi.E’ quanto abbiamo scritto rapidamente più sù,sulla disssolvenza di questo film italiano sui tragici eventi naturali che devastano una città bella ed importante,sotto ogni aspetto,come Genova,le responsabilità e le “pigrizie” di chi s’attarda a compiere il proprio dovere di farvi fronte, dinanzi a così straordinari e catastrofici eventi..E poi l’opera infaticabile del Presidente del Consiglio che si sta spendendo oltre ogni limite,sul piano interno come su quello europeo,per portare aventi le ragioni di una rinascita italiana su basi mai conosciute di equità,e di moderna solidarietà.Al di là di qualche enfasi eccedente, crediamo che tale sforzo potrà avere buon esito se confortato dal credito e dalla fiducia degli italiani,come confidiamo che sia...

domenica 5 ottobre 2014

IL JOBS ACT PASSAGGIO IMPEGNATIVO PER IL PD/CANALIZZARE IL CONFRONTO INTERNO NELLA PROSPETTIVA DI RAFFORZARE L'IMPULSO RIFORMATORE DEL PARTITO E DEL GOVERNO RENZI

APS – Anno XIX ( nuova serie ) - n° 684 di sabato 4 ottobre 2014 JOBS ACT/IL PD AD UN PASSAGGIO DECISIVO:SENZA INDEBOLIRE LA SPINTA AL “CAMBIO DI PASSO” E LA FELICE SINTONIA CON LE ATTESE DEL PAESE Roma,04//10/14 – (Aps) – Le aspettative per l’autunno politico,che molti e da molti anni si attendono sempre caldo e foriero di svolte anche inattese,è venuto alla ribalta con connotati nient’affatto banali.Temuto da tempo,lo scontro all’interno del Pd a guida renziana, tra vecchia e nuova guardia nel partito e nei gruppi parlamentari, è venuto alla ribalta con inattesa virulenza dopo l’avvio sostanzialmente collaborativo sulle prime impegnative scadenze del calendario legislativo proposto dal Governo.Leggi ddl costituzionale sul nuovo Senato non elettivo e privato, tra l’altro, del voto di fiducia al governo e di quello sulle leggi di bilancio.E’ stato, sino alla prima decade di agosto scorso, lo spunto per un dibattito vivace e contrastato,ma che si prevedeva, come poi è accaduto ,che non potesse non arrivare ad un esito positivo.Il più aspro scontro in Direzione Pd tra maggioranza renziana e minoranze di sinistra sta ancora fando parlare osservatori e media di lacerazioni insanabili da parete dei dissenzienti; ed addirittura di scissione.Molto probabilmente si tratta di parole e di ipotesi sproporzionate alla realtà dei fatti e delle polemiche attorno a proposte del Governo – come quelle del Jobs Act su ridimensionamento dell’art.18 e nuove regole e strumenti nel mercato del lavoro,che si accompagnano ad altre misure di sollievo per i lavoratori,come la meta del Tfr nelle buste paga mensili – che certo banali non sono ma che con tutta probabilità non giustificherebbero una così accesa contrapposizione tra modernizzatori e tradizionalisti all’interno dello stesso partito.V’è da osservare anzi in proposito che in tale “scontro” può più leggersi un conflitto tra due opposti “simbolismi”,sventolati da ciascuna delle due parti.Da un lato Renzi e la sua impostazione “nuovista” con cui ha voluto esaltare – forse senza neppure ce ne fosse tutto intero il bisogno – la bandiera anti- art.18 per i nuovi assunti,quando poi nella formulazione del testo-delega neppure è esattamente così.Dall’altro le minoranze di sinistra del Pd, che hanno sbandierato l’altro simbolismo, il vessillo della difesa dei diritti dei lavoratori; diritti sempre da accrescere mai da ritoccare al ribasso,contro una comparazione estesa con gli altri maggiori Paesi europei che dimostra generalmente l’esatto contrario.A questa vertenza dentro il Pd – alimentata robustamente da impulsi esterni che hanno preso via via corpo, a cominciare dal noto editoriale del Direttore del Corriere che ha intanto sollevato tanti interrogativi e tentativi di decriptaziione di alcuni suoi passaggi – si è aggiunto un altro argomento polemico.Il calo netto del tesseramento nel Pd che, seguendo un trend in discesa costante,che quest’anno a partire per un ritardo da fine aprile,avrebbe ad toccato ad oggi soltanto quota 100mila,che è certo un flop rispetto al risultato dello scorso anno(dicembre) di 400mila.La discussione – sempre intonata ai toni non proprio concilianti di questi giorni – ha investito allora temi più generali.I voti (tanti,il 41% alle europee di maggio) e le tessere che marciano a rilento.Quindi partito solido o fluido,il ruolo della rappresentanza,dei Partiti,del Pd in ispecie.Noi crediamo in conclusione che occorre dare sfogo e spazio a momenti malumore che possono investire anche i ceti politici dirigenti.Sempre che poi ritornino,come c’è ragione di ritenere,nell’alveo di una necessaria, costruttiva convivenza e collaborazione. FUORI DAI PICCOLI VELENI;RAFFORZARE L’INIZIATIVA RIFORMATRICE DEL PD Roma,04/10/14-(Aps)-Segnaliamo una dichiarazione di Antonio Ciampaglia affidata oggi ad un post su Facebook:” Credo che al punto in cui è giunta la discussione - ed anche le polemiche non di rado molto sopra le righe su articolo 18 e sulla riforma del mercato del lavoro- occorra una riflessione seria sui contenuti delle riforme che Renzi intende portare avanti e la direzione di marcia complessiva del Pd.Un partito socialdemocratico e riformista che sembra incontrare consensi mai conosciuti sino ad oggi.Allora,lungi dall’ invelenire il dibattito interno al Pd, ritrovare anzi le ragioni che uniscono i vari soggetti e componenti,per rafforzare l'iniziativa riformatrice dei democrat che il Paese attende ed apprezza”.

martedì 12 agosto 2014

TRA IL PRIMO VARO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE - IL SENATO - ED I PERDURANTI SEGNALI SEPPUR MODESTI DI RECESSIONE LA NAVE DI RENZI PUNTA DRITTO SU RIPRESA E CRESCITA

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°683 di sabato 9 agosto 2014 IL RAGGIUNTO TRAGUARDO DELLA RIFORMA DEL SENATO BILANCIATO DALLE OMBRE DI UNA PERSISTENTE RECESSIONE/LA SPINTA AD ACCELERARE SULL’ECONOMIA Roma,09/08/14 – (Aps) –I Palazzi parlamentari ed anche quelli della Politica si sono già frettolosamente svuotati degli inutili occupanti che vi hanno praticato anche in queste settimane soltanto forme di spettacolare quanto vuoto ostruzionismo Doppio passaggio dunque ieri per la maggioranza d Renzi.Al Senato dove è stato finalmente varata in prima lettura la travagliata riforma della Camera Alta,con la quale viene archiviato il cosiddetto cameralismo perfetto tra le due assemblee parlamentari di Montecitorio e di Palazzo Madama, in quanto a questa ultima restano affidati soltanto più limitati compiti legislativi(in materia di leggi costituzionali,ma senza voto di fiducia e sul bilancio) essenzialmente come Camera delle Autonomie.Solo cento senatori non elettivi,privi di specifica indennità se non quella dei corpi di provenienza,come Sindaci o Consiglieri regionali.Una riforma che seppure trai molti contrasti che l’hanno accompagnata da parte di settori parlamentari più oltranzisti,ricalca il modello di molti alltri Paesi di più avanzata democrazia in Europa.Da Germania,Francia,Spagna,Gran Bretagna,etc,sia pure con alcune diversità da parte di ciscun paese.Una riforma indomma che non hanno mancato di apprezzare esperti costituzionalisti e che era nei voti e nei programmi delle più progredite forze politiche a cominciare dal Pd.Per Renzi e la sua compagine un risultato che non poteva non essere annoverato trai principali traguardi della sua azione di governo dove la semplificazione e lo svecchiamento istituzionale – oltre che amministrativo – non possono non essere valutati come premessa indispensabile ai più complessive ed ugenti riforme dell’economia,del sociale,della produzione,dopo la batostata della crisi del primo decennio 2000. Le riforme delle istituzioni servono a Renzi anche come biglietto da visita da esibire in Ue,in pieno semestre “italiano”, per la propria rivendicazione di flessibilità sul terreno della austerity comunitaria. Senonchè l’altro passaggio che ha fatto purtroppo da contrappunto all’esito della prima lettura per la riforma del Senato ha riguardato i dati della nostra Istat sulla nuova lieve flessione del Pil anche per il 2°trimestre 2014,che segnala la permanenza in una sia pure modesta fase recessiva( -0,3 % per il semestre) che certo non aiuta gli sforzi di Renzi per ottenere più aperture da Bruxelles. L’effetto combinato di questi due elementi creano indubbiamente motivi contraddittori d’ottimismo e di preoccupazione che sostengono meno bene di come dovrebbero l’iniziativa di governo italiana.Anche se più meditate ragioni di riflessione portano a non indulgere ad eccessivi pessimismi:semmai a serrare i ranghi perché gli interventi e le riforme sul piano economico vengano portate avanti a ritmi serrati.Certo è che siamo arrivati ad uno snodo decisivo dell’avventura politica di Renzi,come si suol definire la discesa in campo del sindaco fiorentino,prima al Nazzareno poi a Palazzo Chigi. I GIUDIZI NON DETTI SULLA CONGIUNTURA POLITICA ATTUALE/ SCONFINANDO SPESSO NEL “GUFISMO” PIU’ VOLTE EVOCATO IN QUESTI MESI Roma,09/08/14 – (Aps) – La politica,la pubblicistica politica sembrano da ieri l’altro sospese,da quando si si sono incrociati ,come si diceva più sopra, due dati decisivi dell’attuale corso politico.L’approvazione al Senato della riforma costituzionale della Camera Alta ed il verdetto Istat sul permanere di un’ancora seppur bassa recessione.Non abbiamo più visto commenti – se non estremamente indiretti – sul momento politico attuale dalla maggior parte degli organi di stampa indipendente.Dopo che sugli stessi giornali abbiamo assistito ancora in queste ultime settimane allo sforzo di promozione della Destra,berlusconiana e non, in preda ad una profonda crisi di motivazione e di consensi.Bene,questi ambienti editoriali e giornalistici sebrano entrati in un crisi di apnea,per rimettersi dalla quale risparmiano il fiato.Tutte le scelte vanno rispettate ed anche quella prima descritta.Diverso il caso di alcuni preminenti organi di stampa internazionale,come il FT che ha parlato di “fine della luna di miele” di Renzi con gli italiani,cui si aggiungono incitamenti e sprone non solo al governo italiano ma anche ad Ue e Bce perchè sostengano appieno gli sforzi dei governanti romani non lontani dal perseguimento di risulatati utili sullna via di una ripresa da riagganciare ed a portata di mano.In agenda,sempre sul Financial, anche un’intervista al Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.

martedì 29 luglio 2014

LA LETTERA DI RENZI AI SENATORI DI MAGGIORANZA/POSSIBILI MODIFICHE ALL'ITALICUM E VOCI DI UNO SLITTAMENTO A SETTEMBRE DEL VOTO SULLA RIFORMA DEL SENATO

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n° 682 di martedì 29 luglio 2014 LA LETTERA DI RENZI ALLA SUA MAGGIORANZA/MODIFICHE E RINVIO A SET= TEMBRE/REAZIONI OPPOSTE DA BERLUSCONI E DA GRILLO Roma,29/07/14 – (Aps) - Lo dice anche Eugenio Scalfari questa settimana.Il problema - sostiene il Direttore emerito - non è la pletora dei senatori possibilmente ancora elettivi,ma l'Alta burocrazia che intasa inoperosamente il vertice ministeriale( titolari.vice e loro staff) rendendo inefficaci le più significative riforme prive per anni e anni dei loro decreti attuativi.Nei Palazzi dove sinora le leggi sono state formate ed approvate accade di diverso e forse di peggio.Ad intasare uffici,strutture e servizi - anche quelli meno prestigiosi - sono nel nostro caso i componenti di una casta ormai numerosa di stipendiati "fuori livello" per così dire,vale a dire assolutamente non paragonabili ad altre categorie di "lavoratori" del ramo,a qualsiasi livello.Ora,di fronte all'impietosa avanzata anche in Parlamento della macchina della "spending rewieu",essi oppongono coraggiosamente i loro petti,rivendicando i loro diritti(sic!).Però,come poscriptum,se lo diciamo tutti – sia pure in diverse sfumature – perché non spingiamo tutti assieme perché queste riforme,che hanno comicamente dilaniato l’Assemblea di Palazzo Madama con i loro famosi ottomila emendamenti,finalmente si facciano e senza falsi ed infondati casi di coscienza..D’altra parte un Grillo od una compagnia di guitii di provata arte o mestiere non li trovi dietro ogni angolo.Sta di fatto che in Senato ha preso il via la attesa “prova del fuoco” dopo il contingentamento dei tempi di discussione e d approvazione di ciascuno degli emendamenti .Il fatto nuovo all’avvio della settimana decisiva per le sorti immediate della riforma a Palazzo Madama è la lettera che il Premier Matteo Renzi ha inviato ai senatori della sua maggioranza.Accompagnata da più di una anticipazione circa disponibilità del iPremier ad uno scambio:ritiro degli emendamenti-farsa,rinvio a settembre della votazione della riforma “So che in queste ore – scrive Renzi - vedere il Senato costretto a perdere tempo senza poter discutere in modo civile, ma attraverso emendamenti burla, è triste. È umiliante, immagino, trascorrere il vostro tempo, prezioso come il tempo di tutti i rappresentanti dello Stato, a discutere di argomenti assurdi, come cambiare il nome della Camera dei Deputati in “Gilda” dei Deputati»”. «Svolta autoritaria? È litigare con la realtà!» «La modifica costituzionale di cui state discutendo supera il bicameralismo perfetto, semplifica il processo legislativo, riequilibra il rapporto Stato Regioni, abolisce il Cnel, disegna uno Stato più efficace e semplice. Una rivoluzione del buon senso» spiega « in linea con le principali esperienze costituzionali europee. Si può essere d’accordo o meno con questa riforma: definirla svolta autoritaria però significa litigare con la realtà».«Verrà il giorno in cui finalmente anche certi «difensori» della dignità delle Istituzioni si renderanno conto di quanto male fa al prestigio del Senato e del Parlamento mostrarsi ai cittadini come si stanno mostrando oggi», ha scritto Renzi. «C’è chi vuole bloccare tutto. E c’è chi vuole cambiare, iniziando da se stesso. Dalla vostra capacità di tenuta dipende molto del futuro dell’Italia. Con il vostro sostegno, garantite la fiducia e la maggioranza al governo». Il presidente del Consiglio conclude la lettera con un «in bocca al lupo e buon lavoro» ai senatori. «Siamo chiamati a una grande responsabilità: non la sprecheremo», scrive Renzi che accenna anche ed è questo un punto-chiave della sua strategia alla possibilità di modificare l’Iralicum,su soglie e preferenze.Il che potrebbe oltreche riconciliare la dissidenza interna agganciare i grillini in una trattativa a quel punto non più eludibile sul tema forse .nevralgico delle “riforme” di Renzi.Il riscontro si è avuto quasi in diretta con le prime dichiarazioni di Grillo. «Faremo guerriglie democratiche».aggiungendo: «Con il Partito Democratico c’è un confronto sulla legge elettorale, ma sia chiaro che noi non ci faremo prendere in giro». IL CORSIVO/IL “QUID” PER LE ALTE CARICHE E L’OSTRUZIONISMO AD OLTRANZA E SENZA RAGIONI Ascoltando le parole pronunciate dal Presidente del Senato Piero Grasso,venerdì mattina per la cerimonia del tradizionale Ventaglio a Palazzo Giustiniani,non è che se ne sia ricavato particolare motivo conforto.Grasso ha un passato meritorio di magistrato, impegnato su versanti difficili della giustizia;è venuto alla politica, col Pd,direttamente dal più alto scranno dell'Antimafia.Forse però è questa la ragione per la quale - alla prova della politica,nella seconda carica dello Stato da Luj attualmente ricoperta - non dimostra di possedere quel "quid" specifico (sarebbe questo lo stesso giudizio che Berlusconi avrebbe dato di Alfano,ad esempiio ) adatto allo scopo.D'altra parte,si potrebbe aggiungere come attenuante,che questo benedetto quid o ce l'hai o non te l'inventi.Non è di sicuro un discorso serio,d’altra parte,pensare che la accentuata estremizzazione del conflitto di questi giorni in Parlamento sulla riforma costituzionale della Camera Alta abbia trovato una sponda nella condotta del Presidente Grasso.Il quale si è certamente ispirato nelle sue decisioni di questi giorni alle ragioni di interprete e di difensore delle ragioni sia della maggioranza che delle opposizioni.Si potrebbe tutt'al più dire che molto probabilmente non è stato aiutato da quelle ragioni di "concerto" tra le opposte ragioni che dovrebbe sempre sorreggere le delicate decisioni adottate in momenti così arroventati come quelli appena passati a Palazzo Madama.

martedì 22 luglio 2014

L'OTTIMISMO OBBLIGATORIO NELLA DECISIVA PARTITA DELLE RIFORME AL SENATO/LA OSTINAZIONE DI RETROGUARDIA DEL FRONTE CONSERVATORE CHE SI SALDA ALLE RISORGENTI VELLEITA' DELLA DESTRA

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n° 681 di martedi’ 22 luglio 2014 L’OTTIMISMO OBBLIGATORIO NELLA DECISIVA PARTITA PER LE RIFORME AL SENATO - DIFRONTE AL COMPOSITO FRONTE DEI CONSERVATORI ( ED ALLE RISORGENTI VELLEITA’ DELLA DESTRA) Roma,22/076/14 – (Aps) –Opportunamente sfrondato il discorso di Scalfari - all'interno di una dei suoi domenical i e troppo lunghi, penalizzanti sermoni - resta pienamente valido il suo giudizio sulla inaspettata sentenza d'appello,che ha manda assolto Berlusconi condannato,come tutti conosciamo ormai assai bene,a sette anni più le pene accessorie con l’interdizione perpetua dei pubblici ujffici,con il conseguente effetto della decadenza dal laticlavio.Quattro udienze soltanto dell'Appello a fronte delle oltre cinquanta del Primo grado,sono sufficienti a far osservare che v'è stata una, a dir poco iperveloce, formazione del libero convincimento di questi ultimi giudici.Ciò detto,vale ovviamente anche in questo caso il principio che le sentenze si accettano,vanno eseguite,si possono criticare sulla base di elementi giuridici certi e non faziosi.E proprio attenendosi a questi criteri non si può non dire oggi - superato lo schoc della prima notizia sulla sentenza di venerdì scorso - che per pura astratta ipotesi la vicenda giudiziaria di cui trattasi potrebe anche considerarsi conclusa.Essa segna comunque la fine di un'epoca assai poco onorevole per il nostro Paese.Restano cioè aperte una questione poltica ed una di eticapubblica da cui l'Italia che cambia deve presto e decisamente affrancarsi. Quella che precede è soltanto una serena riflessione –per quanto assai centrale nella nuovissima fase del confronto politico dopo la inattesa sentenza d’Appello del Ruby-gate – che trova quotidiani e puntuali riscontri nelle nuove ancora “confortanti parole dell’ex-Cavaliere”.Che pure qualche frecciatina rivelatrice delle nuove velleitarie intenzioni di revance delle antiche ed ormai scombicchierate “armate” forziste lascia balenare,più che soltanto indovinare.Che il Patto del Nazzareno tenga o meno al cento per cento lo vedremo proprio negli impegnativi passaggi della discussione ed approvazione in Aula a Palazzo Madama del ddl costituzionale che ridisegna,in mezzo a non poche difficoltà ed ostacoli,profilo e contenuti del nuovo Senato.Dove ,tra parentesi,va evidenziandosi ancora una volta un problema non nuovo: i poteri e la composizione della Conferenza cosiddetta dei Capi Gruppo che altera,ci pare significativamente,forza e rappresentanza delle singole espressioni politiche legittimamente manifestate nel voto popolare.La battaglia politica in Parlamento si combatte – condizionandola e talvolta anche vincendola - anche col giochino dei minigruppi alla cui formazione danno una mano anche i cosiddetti “prestiti” da parte dei partiti maggiori ? Sta di fatto che , al là di siffatte annotaziioni critiche,quella che proseguirà a Palazzo Madama.nelle prossime settimane potrà forse veramente definirsi “la madre di tutte le battaglie “.Senza enfasi o retorica,potrà essere il crocevia che il nostro Paese incontra per imboccare in concreto la via delle riforme che – come affermano Renzi ed il Pd –“cambieranno verso” all’Italia.Poichè ne conseguiranno molti altri punti qualificanti del programma di governo,gia definiti od annunciati solo per titoli,come si voluto annotare da parte dei più occhiuti critici ed osservatori.

venerdì 11 luglio 2014

E LA NAVE DELLE RIFORME FINALMENTE VA/DA LUNEDI AL VOTO A PALAZZO MADAMA IL NUOVO SENATO NON ELETTIVO,CON COMPETENZE SPECIFICHE,COMPOSTO DI SOLI 100 MEMBRI

APS - Anno XIX ( nuova serie ) - n°680 di venerdì 11 luglio 2014 E LA NAVE DELLE RIFORME FINALMENTE VA / L’OTTIMISMO DI RENZI :OBBLIGATORIO CONDIVIDERLO/TROPPO ALTA LA POSTA IN GIOCO Roma,11/07/14 - (Aps)- Fuori da ogni enfasi eccessiva,siamo forse veramente alla svolta del corso politico italiano.Una vera "rivoluzione" materializzatasi in poco più di sei mesi - dall'arrivo trionfale,attraverso il voto quasi plebiscitario delle primarie del Pd,di Matteo Renzi prima alla Segreteria del Partito,poi a Palazzo Chigi con un ubriacante “uno-due” giocato – non senza qualche trauma nel Pd – ai danni di Enrico Letta ,Presidente del Consiglio in carica, e tuttavia “sfiduciato” quasi all’unanimità dalla Direzione nazionale al Nazzareno.Da quel momento partiva il tambureggiante arricchimento di punti ed obbiettivi dell’iniziativa riformista del nuovo Governo Renzi, che sul piano interno andava dalla legge elettorale alle modifiche costituzionali del Senato ( l’argomento di questa settimana che sta per iniziare a Palazzo Madama in una atmosfera di suspence che dovrebbe invece sciogliersi,secondo le previsioni più attendibili,in un positivo risultato per la maggioranza ),alla riforma del Titolo V della Costituzione,vale a dire una redifinizione delle autonomie locali.Questo sul piano interno,come si diceva,poiché su quello europeo-comunitario,la partita è parimenti impegnativa per il maggior peso che il voto per Parlamento di Strasburgo ha conferito al Governo italiano,ed al Partito democratico che attualmente è trai socialdemocratici il partito più votato.E siamo infine all’inizio del semestre di Presidenza italiana del Consiglio ministeriale della Ue,dove con l’avvio della nuova legislatura sono venuti al pettine i nodi non rinviabili della flessibilità nell’attuazione delle norme del cosiddetto Patto di Stabilità.Secondo la tesi sostenuta con forza da Renzi e dal Pd col sostegno degli altri principali partiti socialisti ( francesi ed anche tedeschi,etc.)le regole della flessibilità devono intrecciarsi con il programma di riforme attuate in Paesi come il nostro impegnato in maniera decisa su questo terreno,sul quale soltanto si potrà uscire presto e bene dalla crisi non solo economica ma anche di quella dei conti pubblici.che ci portiamo dietro da qualche lustro. La posta in gioco è pertanto molto alta ed è la ragione per la quale condividere l’ottimismo del Presidente del Consiglio sull’esito anche di questi primi più travagliati passaggi – come al Senato sulla riforma di quella Assemblea legislativa – appare obbligatorio..Perchè,passo dopo passo ma a ritmo accelerato occorre completare il disegno di questa non piccola rivoluzione che si vuole portare a compimento nel nostro Paese ,”distratto” per troppi lustri da molte anomalie:che ora abbiamo il dovere di correggere. CORTE DEI CONTI / 26 MILIARDI L’ANNO IL COSTO PER L’ERARIO DELLE COSIDDETTE “PARTECIPATE” DELLO STATO E DEGLI ENTI LOCALI Roma,11/07/14 – (Aps) – Come riportato dal quotidiano dem EUROPA,che si riferisce ad una annotazione del Supremo Tribunale Amministrativo,c’è “una miriade di società che sono costate lo scorso anno solo alle casse dello Stato 26 miliardi. Sono le partecipate pubbliche, imprese di un mondo ancora poco conosciuto e poco trasparente e che necessita al più presto di "un disegno di ristrutturazione organico e complessivo". E' la sollecitazione che arriva dalle Corte dei Conti.Nell'ultima rilevazione della Corte le partecipate sono in tutto circa 7.500: 50 dallo Stato e 5.258 dagli enti locali cui si sommano altri 2.214 organismi di varia natura (consorzi, fondazioni ecc...). Il numero è però "variabile, in quanto le società sono soggette a frequenti modifiche dell'assetto societario".Per il loro peso finanziario e per la dimensione economica, gli enti partecipati - sottolinea il procuratore generale Salvatore Nottola nel suo giudizio sul rendiconto generale dello Stato - "hanno un forte impatto sui conti pubblici, sui quali si ripercuotono i risultati della gestione, quando i costi non gravano sulla collettività, attraverso i meccanismi tariffari".Il movimento finanziario indotto dalle società partecipate dallo Stato, costituito dai pagamenti a qualsiasi titolo erogati dai Ministeri nei loro confronti ammontava a 30,55 miliardi nel 2011, 26,11 miliardi nel 2012 e 25,93 nel 2013; il "peso" delle società strumentali sul bilancio dei Ministeri è stato di 785,9 milioni nel 2011, 844,61 milioni nel 2012 e 574,91 milioni nel 2013. DOPO IL TONFO DI SEL / MA ESISTONO ANCORA RAGIONI PER UNA SINISTRA RADICALE ? Roma,11/07/14 – (Aps) – “La parola che nessuno osa pronunciare è scissione – scrive sempre EUROPA a proposito del disfacimento del ressemblemant di Sel - ma di fatto con già 12 addii al Gruppo Il partito di Vendola sembra giunto al capolinea.C’era una volta la cosiddetta sinistra radicale che usava ancora la parola “compagno”,che alle foto di Berlinguer affiancava quelle del Che e di Fidel,che credeva ancora nello «sventolio delle belle bandiere». C’era una volta Sel, l’ultima declinazione di questo modo più minoritario – di leggere il mondo e la politica. E non sappiamo se domani ci sarà ancora.Sel,collante di una federazione di piccole sigle che di fatto non si sono mai realmente fuse, gestita da piccoli baronati territoriali,ma con un consenso decisamente più “di nicchia” e tenuto a galla dal poetico carisma di Nichi Vendola, a cui deve quel minimo consenso d’opinione che ne ha scongiurato fino ad oggi la definitiva estinzione.Insomma un progetto mai decollato per diversi motivi: l’ostinato rifiuto di stare al passo con i tempi,errori strategici commessi negli anni,o ultimo della lista Tsipras,aggravato dalla complice scorrettezza di Barbara Spinelli.C’era una volta la sinistra radicale e non sappiamo se domani ci sarà.È il caso di dire, ancora.” 

domenica 6 luglio 2014

ENTRA NEL VIVO IL CONFRONTO A BRUXELLES SULLA FLESSIBILITA'/L'ITALIA RIVENDICA NON SOLO PER SE UNA NUOVA LETTURA DEL PATTO DI STABILITA'

APS – Anno XIX – ( nuova serie ) – n°679 di sabato 5 luglio 2014 ENTRA NEL VIVO IL DIBATTITO IN EUROPA SULLA FLESSIBILITA’/L’ITALIA RIVENDICA NON SOLO PER SE UNA NUOVA LETTURA DEL P.DI STABILITA’ Roma,05/07/14 – (Aps) – L’esordio di Matteo Renzi che guiderà il Consiglio Ministeriale Ue per il semestre italiano nella Ue – avvenuto puntualmente martedì con il suo discorso dinanzi al Parlamento europeo – ha aperto la querelle che pure era stata preventivata che in sede comunitaria è destinata ad ulteriormente svilupparsi in questi mesi tra Paesi del Nord Europa ed attraversando quella che rappresenta il cuore della posizione rigorista sui conti pubblici degli Stati aderenti,vale a dire la Germania della Cancelliera Angela Merkel,e gli altri Paesi che si affacciano sulla sponda sud del Continente.Italia,Francia Spagna che con Grecia,Malta,Portogallo sono un po’ considerati nel Nord del Contiente,la zavorra dell’Europa a 28.Ora però il compito che si sono dati Renzi ed il Governo italiano per il semestre appena inziato è proprio quello di ribaltare una tale impostazione.Meglio il pregiudizio che anima questi governi dell’area più a nord dell’Europa verso i soci europei del fronte meridionale.Di andare cioè ad un impatto anche duro su una pregiudiziale che di fatto rischierebbe di bloccare uno spiraglio di apertura verso quella flessibilità nel rispetto di stabilità che nin può non tenere conto dei costi delle riforme destinate,come dovrebbe essere evidente,a migliorare il quadro delle singole situazopmi degli Stati in maggiore sofferenza e che sono alle prese con encomiabili sforzi per uscire, non solo, dalla crisi economico-finanziaria comune a moliti altri Paesi dell’area euro, ma per igliorare ed ammodernare molti settori dell’apparato della gestione pubblica,per dare nuovo respiro a crescita ed investimenti roduttivi e l’incremento urgente dell’occupazione.Assieme al riordino dei conti pubblici su cui si è già ampiamente lavorato,ed il rientro progressivo dallo squilibrto rapporto Pil/debito pubblico. Siffatto approccio su scala Ue da parte italiana si intende proporre anche nella veste che il nostro Paese ricopre senza dubbi ,di essere uno dei quattro principali Paesi del Vecchio continente che da almeno sessant’anni sono coerentemente impegnati nel sostenere e promuovere il disegno di Unità dell’Europa,assieme alla Gran Bretagna che, anche in ragione della sua tradizionale politica “insulare”, ha accentuato negli ultimi tempi,come stiamo vedendo,la propria presa di distanza dalle altre nazioni europee dell’originario “club” europeista.Ma questo è altro discorso,pur’esso ed impegnativo,che non può essere in questo momento posto sul tavolo della discussione politica a Brxelles, sul futuro comunitario del Continente. In altre parole, se il problema della conciliabilità tra le posizioni rigoriste di una parte degli Stati della Ue – Germania compresa,a parte i buoni “sentimenti”palesati dalla Cancelliera tedesca – e quelle dei Paesi di buona volontà,sulla via concreta delle riforme e del risanamento, esiste realmente,venga allo scoperto a Bruxelles in sede di avvio della nuova legislatura.Se l’Italia ha la forza e la volontà di impostarlo in sede di definizione dei nuovi assetti comunitari,compirà di sicuro un’opera meritoria:non solo per l’Italia ma per il futuro della Ue cui ancora molto cammino resta da compiere verso una vera unità politica.E questo può essere un passaggio decisivo. LA PARTITA DELLE RIFORME ALLO SNODO DECISIVO/DA BERLUSCONI UNA TRAVAGLIATA CONFERMA AL PATTO DEL NAZZARENO MENTRE PROSEGUONO I BRONTOLI'NEL PD.INCALZANO I CINQUE STELLE NELLA LORO TATTICA "COPERTA" DI COLLABORAZIONE. Roma,05/07/14 - (Aps)-E' entrato in una fase decisiva la tormentata vicenda della riforma del Senato -attualmente all'esame della Commissione Affari costituzionali e che dovrebbe affrontare l'aula a partire dalla prossima settimana- con un quadro delle posizioni che appaiono ancora non del tutto delineate.Slva la determinazione del Governo per bocca del Premier e del Ministro dell Riforme Boschi che danno rassicurazioni sul buon esito della vicenda parlamentare del nuovo Senato,a partire da questo primo voto dell'Assemblea.In raltà permangono le perplessità e le remore in alcuni settori della minoranza del Pd,con una più pronunciata opposizione da parte di Chiti,ma soprattutto il leader di FI berlusconi - che non vuole perdere in questo passaggio il ruolo di "padre riformatore" della Repubblica- è chiamato al dificile compito di riassorbire l'ampio fronte di dissidenza che investe proprio il gruppo dei senatori azzurri che contribuiscono a tratteggiare il quadro di confusione che regna,nonostante Berlusconi,trai resti della ex "poderosa armata" azzurra.A tutto ciò s'aggiunge la tattica collaborativa "coperta" (nel senso che resta sempre da individuare il reale obbiettivo di marcia )dei 5S,i quali mandano in avanscoperta il giovanissimo V.Presidente di Montecitorio Di Majo,a perfezionare ma fino ad un certo punto le offerte di collaborazione del Movimento di Grillo verso Matteo Renzi.Eludono tuttavia la risposta alla precisa richiesta del Pd di avere una risposta ,scritta,su ognuno dei dieci punti fissati dalla Segreteria di via del Nazzareno.Un'indecisione che pesa al punto da non fa considerare a tutt'ora confermato l'incontro di lunedì prossimo alle 15.

domenica 29 giugno 2014

FLESSIBILITA' E RIFORME DOPPIA PARTITA PER RENZI E IL SUO GOVERNO IN EUROPA ED ITALIA/STRETTO INTRECCIO TRAI DUE CAMPI D'AZIONE/PER LA RIFORMA DEL SENATO IL FASTIDIOSO ED INCONGRUENTE INTRALCIO NELLO STESSO PD

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n° 678 di sabato 28 giugno 2014 FLESSIBILITA’ IN EUROPA,RIFORME IN ITALIA/LA DOPPIA PARTITA DI RENZI CHE INIZIA GIA’ DA LUNEDI’/RIMUOVERE GLI OSTACOLI,DA QUELLI INTERNI AL PD Roma,28/06/2014 – (Aps) – Inizia da dopodomani lunedì un settimana cruciale per Renzi con l’avvio del semestre a guida italiana.Quando comincerà a rodare il nuovo “giro” post-elezioni delle istituzioni europee secondo la carta predisposta dal Presidente designato della Commissione Ue,Junker,per l’avvio di una nuova interpretazione più flessibile del Patto di stabilità senza derogare dalle sue regole di fondo.Questa la prima partita chesi gioca Renzi e con lui il nostro Governo a Bruxelles.Strettamente ad essa collegata è quella delleriforme interne dell’Italia che rappresentano ad un tempo il biglietto da visita del Governo a guida Pd e la precondizione per usufruire della flessibilità – in termini di computo del debito/Pil di casa nostra – nel rispetto del Patto di stabilità.E’ facile dunque osservare la interconnessione stretta tra le due questione che ne fa per l’Italia una partita sola.E’ questa la ragione per la quale sull’avvio a Palazzo Madame dell’esame degli emendamenti al testo di legge costituzionale che modifica il Senato facendone una Camera delle autonomie con il potere di intervenire anche sulle altra leggi che in via normale passano soltanto al vaglio della Camera dei Deputati,cui viene riservato esclusivamente il voto di fiducia al Governo.Il Senato nella sua nuova defi izione non è elettivo,ed è destinato in tale fisionomia a porre fine al bizantinismo del rito bicamerale perfetto che allunga enormemente i tempi della legislazione.Su tale impostazione del testo di riforma governativa prolieferano tuttavia,come si sa,i pruriti conservatori – espressi sinora sempre a titolo personale – da parte anche di settori che sono firmatari della relativa intesa di maggioranza.E vi è anche una sin qui irriducibile,quanto incomprensibile,azione ostruzionistica da parte di limitate frange dello stesso Pd,sia pure in termini piuttosto ambigui e sfuggenti.E’ questo il motivo per il quale nell’agenda della settimana di Matteo Renzi oltre agli incontri con le delegazioni con M5S,Fi ed altri,figura anche l’incontro con i gruppi parlamentari del Pd L’USCITA DELL’ITALIA DAI MONDIALI/ANCHE QUESTA COLPA FORSE DI RENZI PERCHE’ PRANDELLI GLI E’ AMICO ? Roma,28/06/14 – (Aps) - Non mancava che Minzolini ad aggiungersi al coro di stupidate in questo frangente negativo del Mondiale del Brasile, le cui cause sono serie e complesse.Come in molte altre situazioni,non vi sono colpe o responsabilità di una sola persona,bensì di sistema.Inutile scagliarsi contro Prandelli,o meglio contro Balotelli o qualche altro giocatore che si ritenga abbia particolarmente deluso.E' in gioco..... il nostro calcio - e forse non soltanto i nostro - ma è un problema di tutto rispetto che si aggiunge agli altri ben più grandi facenti parte del "dossier Italia". Cercare di far luce attorno ad una situazione quella del nostro sport e specificamente del calcio – ormai dominato soltanto dalle ragioni del marketing per quel che riguarda i più quotati “campioni” stranieri attorno ai quali si giocano i campionati nazionali.A tutto detrimento dei vivai delle società che salvo casi sempre meno frequenti possono ormai mettere in pista giovani capaci di rafforzare e rinnovare le formazioni dei nostri club.Così come come va rivisto l’intero sistema dell’organixxazione sportiva che pesa e non poco sulle pubbliche risorse. RIFORMA RAI/ IMBARAZZANTI “VOCI DI DENTRO” DANNO IL LA’ AL CONVEGNO ADRAI DI VIA TEULADA : MA,PER FAVORE, NON CHIAMATELO “LEOPOLDA”! Roma,28/06/14 – (Aps) - A proposito del Convegno Adrai convocato lunedì nello Studio2 di via Teulada a Roma dalla nuova fulminea stella del firmamento aziendale, De Siervo pervenuto recentemente alla poltrona di Amministratore Delegato di RaiCom,soltanto una rapidissima annotazione,con l’intento di tornare presto sull’argomento: E’ innanzitutto Imbarazzante .interloquire in tanto frastornante coro di voci, di quanti dalla Rai od attorno ad essa cercano di rifarsi una verginità riformatrice dopo averla per lunghi anni ed in svariati modi accheggiata senza risparmio.Contribuendo ad abbassarne ulteriormente il livello e la qualità:se i ridicoli "patrioti" della ultima ora, con i barbari ( incarnati da Matteo Renzi ? )alle porte,vorrano consentirci di dirlo.Perchè crediamo che anche la Rai e la sua intellighenzia ,per così dire, assai bene rappresentino la palude da cui liberarci. Le questioni politiche come quelle aziendali,di una grande azienda pubblica con 13.mila dipendenti,"la più grande industria culturale" del Paese, non hanno mai carattere personale.A maggior ragione se la vicenda di questa azienda si intreccia strettamente con buona parte del percorso della Prima Repubblica come anche e soprattutto con quella della Seconda,difatto peraltro già bella e spirata.Ne consegue che ci interessano poco la storia e le frequentazioni politiche del Sig.Siervo promotore dell'odierno convegno Adrai su "cento idee,cento mestieri per la Rai".Di questo funzionario-dirigente si conosce solo la brillante e rapida carriera,come del resto molti altri suoi colleghi nella Rai.Ci interessa invece,e molto,dove si voglia andare a parare con queste iniziative autodefinitesi pomposamente(ed ambiguamente) la "Leopolda" della Rai.Tutto si può ascoltare e valutare.Non le astute mosse trasformistiche da quando il Partito Rai è andato in crisi dinanzi alle fattive decisioni sull’azienda radio-tv pubblica da parte dell’attuale governo. Certo eventi come quelli attualmente in corso nella Rai – il convegno di lunedì nell’auditorium di via Teulada ne sono soltanto una spia assai utile e significativa – meriterebbero assai più di un’annotazione di getto come a noi è accaduto di fare. I tentativi di riposizionamento strategico (parole sicuramente esagerate per la modestia della sostanza politica e culturale della materia di cui trattasi) sono indicativi degli umori e dei sentimenti conservativi delle varie “botteghe” del Partito Rai che ha celebrato lungo svariati decenni fasti poco esaltanti.Svegliandosi dal lungo sonno .

lunedì 23 giugno 2014

SI RIDISEGNA ATTORNO AL PD L'INTERO SCENARIO POLITICO/ANCHE GRILLO CHIEDE DI DIALOGARE

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°677 di sabato 21 giugno 2014 GRILLO RICONOSCE L’AMPIO MANDATO DEL VOTO A RENZI ED AL PD /MA L’INCONTRO DI MERCOLEDI’ E’ SU BASI OPPOSTE E MOLTO DISTANTI Roma,21/06/14 – (Aps) – S’infittisce di settimana in settimana l’agenda di Matteo Renzi che – dopo il quasi 41% nel voto europeo di quasi un mese fa - ha visto potenziarsi la carica attrattiva della sua iniziative politica.Stanno inanellando altre mete importanti ed impegnative del suo percorso inaugurato con la vittoria plebiscitarie alle primarie Pd della fine dell’anno scorso.Alla porta del Pd stanno bussando con la richiesta di un confronto, che avverrà questo mercoledì 25, sula legge elettorale che è stata oggetto unitamente alle riforme istituzionali e del Titolo V della Costituzione dell’ormai famoso patto del Nazzareno,siglato con Berlusconi ad inizio anno e che ancora regge ..Meglio,secondo la logica cui l’ex Cavaliere,oltremodo indebolito dalle vicende giudiziarie e politiche presenti ed in divenire, sembra dover ormai dovere unicamente ubbidire,da parte della malconcia e rinominata

sabato 14 giugno 2014

L'ASSEMBLEA PD A ROMA /RENZI RILANCIA LA SFIDA DELLE SUE RIFORME E BLOCCA LE FIBRILLAZIONI INTERNE NEL PD/ORFINI PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°676 di sabato 14 giugno 2014 L’ASSEMBLEA DEL PD A ROMA/RENZI RILANCIA LA SFIDA PER IL VARO DELLE SUE RIFORME/FERMATE LE FIBRILLAZIONI INTERNE/ORFINI PRESIDENTE Roma,14/06/14 – (Aps ) - Un altro passaggio impegnativo per Matteo Renzi,Leader Pd e Presidente del Consiglio,alla prima assemblea del Partito convocata all’indomani del voto europeo – con il Pd giunto al traguardo storico sino ad oggi mai toccato nei numerosi decenni repubblicani,del 40,8 % - e con il programma di riforme governative al loro snodo più significativo. Come è andata questa prova per Matteo Renzi?Anche questa volta molto bene,ci pare,avendo egli affrontato tutti i temi - dell’azione vasta e coraggiosa dell’iniziativa ministeriale che aveva promesso,come gli aspetti più delicati della vita interna del suo partito,con le fibrillazioni più accentuatte a Palazzo Madama coagulatesi proprio attorno al punto della riforma del Senato – sostenendo con molto impegno e coerenza la linea scelta dal partito.Il 49,( % - egli ha detto – ci consegna delle responsabilità che non possiamo eludere.E così sugli altri punti del completamento dell’assetto interno del Pd – oggi si proceduto soltanto alla nomina del Presidente dell’Assemblea nazionale,nella persona di Matteo Orfini che guida il raggruppamento di sinistra interna detto dei “Giovani turchi” e tuttavia già da qualche tempo in posizione di costruttivo dialogo con la linea del Segretario del Partito. Insomma nonostante il clima interno nel Pd non sembrasse alla vigilia dei più collaborativi,l’Assemblea odierna si è rivelata proficua per la prosecuzione dell’impegnativa azione dei democrat.Che ci pare si siano decisamente imposti come il risultato delle urne di venti giorni fa hanno dimosrato,l’unica risorsa democratica al servizio del Paese,per tirarlo fuori dalla crisi e per rinnovarlo ( o ricostruirlo):renzie ha ribdito con fermezza ilsuo intento a non fermarsi o farsi fermare.Tanto per cominciare nel proprio partito dove si ha ragione di ritenere che i cosiddetti “fermenti” o fibrillazioni para sciossinistiche sono destinati a svuotarsi,anche per la mancanza di una base,di una motivazione consistente che suffraghi le ragioni. La linea Renzi ci sembra vincente anche contro il coro degli “osservatori” e “notisti” politici, anche di organi di informazione tutt’atro che secondari, e che sembravano voler dare ascolto al richiamo della foresta,mettendosi subito,o prematuramente in sintonia,con le velleità “revanchiste” che albergano dentro le anime perse di un centrodestra in pieno dissolvimento.A queste non sembra vero poter dire:hai visto,Renzi non ce la fa ;i giochi non sono veramente fatti,le varie “destre” possono ancora giocare la loro partita.Resta solo da chiedersi quale? Per che cosa?Forse gli italiani hanno già capito,e sempre di più avranno le idee chiare.Forse anche assenteisti e sfiduciati torneranno presto al voto.

venerdì 6 giugno 2014

"ALTO TRADIMENTO"/DOPO L'EXPO SCANDALO ANCHE A VENEZIA/L'ASSE TRA EMERGENZA DEROGHE E CORROTTI

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°675 di venerdì 6 giugno 2014 VENEZIA/”ALTO TRADIMENTO”,SPEZZARE L’ASSE TRA “EMERGENZA” E “DEROGA”,OLTRE CHE SEMPLIFICARE LE REGOLE ED ISOLARE I LADRI Roma,06/06/14 – (Aps) – Non è certo una buona notizia lo sconcertante nuovo caso di corruzione e di tangenti a Venezia.Attorno alla costruzione della avveniristica barriera del Mose - costo sino ad oggi più di 5 miliardi di euro - contro l’acqua alta nella città lagunare - venuto fuori da indagini di lunga durata degli inquirenti. L’imputazione è di reati gravi per personaggi di primo piano:sia del territorio – l’ex Governatore veneto,già ex Ministro Pdl, Galan,sia il sindaco del capoluogo veneto, in carica sino ad ieri,Orsoni,del Pd ,assessori,rappresentanti delle istituzioni locali- sia alti burocrati,generali e magistrati.E si sa che sarebbero coinvolti anche altri esponenti di primissimo piano del passato Governo Berlusconi,sia pure per una diversa inchiesta della Procura veneziana non ancora giunta a conclusione.Il nuovo caso si aggiunge a quello recente dell’Expo di Milano che già ha destato grave allarme unitamente all’attenzione del Governo Renzi con la nomina a “vigilante” speciale del grande cantiere espositivo di Raffaele Cantone ,già investito poche settimane addietro della responsabilità dell’Authority contro la corruzione.E tuttavia la vicenda di Venezia – naturalmente da meglio approfondire,dopo le decisioni restrittive cautelari,già disposte dall’Autorità inquirente - .e dopo lo scandalo Expo che ha colpito la metropoli lombarda a poco più di un anno dall’apertura della rassegna mondiale – rappresenta un altro sbrego odioso,una ferita pesante per il nostro Paese,oltre che per l’immagine di una delle più belle,nobili e suggestive città dell’Europa,non solo dell’Italia. Ora nelle forze politiche,e con esse Renzi ed i suoi Ministri ci si interroga su portata e radici del nuovo scandalo,sui richiami alla Tangentopoli degli inizi anni 90,sulle diversità e sulle affinità sui due fenomeni:illecito a fini politici di partito od a titolo di personale arricchimento.Al di là della disputa se la causa stia più nelle regole o nei “ladri” che talune opere straordinarie immancabilmente richiamano –anche Renzi vi ha fatto riferimento nelle sue dichiarazioni,parlando di “alto tradimento” per i politici corrotti – la questione vera ci pare sia il combinato disposto tra opere straordinarie caratterizzate dal profilo appunto della straordinarietà e quindi “emergenziali”; che si trascinano dietro il principio della “deroga” alle regole (talvolta troppo complesse o tortuose);deroghe che sono il varco all’irrompere del malaffare e della rete degli amici degli amici. Che si combinano appunto con la fortunata circostanza “emergenziale”.Certo che detto così sembrerebbe quasi facile porvi rimedio;vicersa non è certo facile ne semplice.Lasciando ovviamente spazio alla Magistratura per fare serenamente il proprio dovere,sul Governo di Matteo Renzi ricade sicuramente un altro compito decisivo.E lo ha proprio per effetto della carica riformatrice,diremmo anzi risanatrice, che il governo a guida ed impostazione Pd e del nuovo Leader reca in sé.Trovare la modulazione giusta perché straordinarietà od emergenza non significhino “deroga” ad ogni filtro o sbarramento insito nelle non di rado intricate normative esistenti.E forse proprio qui sta il passaggio più impegnativo da affrontare per il Governo di Renzi e del Pd.Il quale ultimo deve scrollarsi di dosso una tendenza magari a denunciare,si, e poi magari non fare o fare a meta’.Sull’onda del lungo sonno dell’antiberluconismo che lo ha cullato per circa un ventennio.

sabato 31 maggio 2014

EUROPEE/QUASI UN PLEBISCITO(INATTESO)PER LE LISTE DEL PD/L'INCONTRO TRA LE ATTESE DI RINASCITA DEGLI ITALIANI,IL PROGRAMMA RIFORME DI RENZI E LA SUA PERSONALE AFFIDABILITA'

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°674 di sabato 31 maggio 2014 EUROPEE/L’INATTESO ESITO QUASI PLEBISCITARIO PER IL PD COME INCROCIO TRA IL PIANO RIFORME DI RENZI E L’ANSIA DI RINASCITA DEGLI ITALIANI Roma,31/05/14 – (Aps) – Attorno alla bella vittoria di Renzi e del Pd al voto per le europee di domenica scorsa – un inedito,per la sinistra,quasi il 41 per cento,salvo qualche isolato precedente nei lontani anni 50 per la Dc di De Gasperi – attorno a questa inattesa netta affermazione, si rincorrono da qualche giorno i più diversi giudizi e valutazioni.Concordanti tuttavia in generale sulla constatazione che l’esito del voto rappresenti l’incrocio tra la volontà largamente maggioritaria tra gli italiani di costruttivamente passare all’atto pratico delle riforme e della ripresa italiana,di mettere tra parentesi e svuotare la inutile parolaia violenza sfascistica di Grillo,da un lato;dall’altro,il caparbio fattivo impegno di Matteo Renzi attorno alla sua “pacifica rivoluzione” per svecchiare rimettere in moto un paese fiaccato dalla crisi del mercati del 2008 e da un ventennio,quello berlusconiano,che ne ha parimenti compresso ogni possibilità di sviluppo.Questa la lettura più condivisa dell’esito del voto di quasi una settimana fa.Una lettura che ha trovato conferma,ieri e ieri l’altro,nelle assemblee della Banca d’Italia e di Confindustria,nelle relazioni,rispettivamente,del Presidente Squinzi e del Governatore Ignazio Visco. Vi si riscontrata quasi una consonanza perfetta di giudizi,soprattutto in oridne alla necessità di rafforzare la lotta a favore della legalità,combattendo corrotti e corruttori senza debolezze o esitazioni,e con il corollario degli impegni che formano già in larga parte il cronoprogramma di Matteo Renzi per il suo Governo e che in parte sono stati gia attuati in sede parlamentare ed in alcuni casi anche sul terreno pratico già realizzati.Gli 80 euro in più in busta paga per dieci milioni e più di redditi minimi che già dai primi giorni della settimana compaiono tra le spettanze dei singoli percettori.Natutalmente il punto chiave resta quello del lavoro,della discoccupazione - quella giovanile in primo piano per essere la più vistosa voce della crisi -assieme agli strumenti destinati ad incrementare,investimenti,consumi e domanda interna.Sono tutti aspetti e problemi facenti parte dell’agenda Renzi,fissati in un preciso calendario che in parte, come si diceva,è stato già avviato e che in queste settimane dopo la breve parentesi elettorale è in procinto di essere riavviato:dalla riforma della pubblica amministrazione e degli alti apparati statali (i vertici della burocrazia), a quella della giustizia soprattutto civile,alla lotta agli sprechi (all’interno della spending review).Un lungo elenco che secondo una seria e serrata logica risanatoria non dovrebbe risparmiare alcun settore.Anche quelli come la Rai,da cui si alzano in questi giorni voci stonate di dissenso che non possono non riportarci alla loro intrinseca natura corporativa,a difesa di privilegi che poi non tutti quelli che vi operano hanno veramente motivo per rivonoscervisi,o hanno motivo di ritenersi minacciati nei loro diritti,se legittimi sempre fondati.

sabato 24 maggio 2014

TRA SPERANZE E PAURE AL VOTO EUROPEO DI DOMANI MA DEI PROBLEMI UE SI E'PARLATO ASSAI POCO NELLE PIAZZE/POPULISMI A FINE CORSA,/LA SPINTA DI RENZI AL CAMBIAMENTO DI VERSO IN ITALIA ED IN EUROPA

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n° 673 di sabato 24 maggio 2014 SPERANZE E PAURE NEL VOTO EUROPEO MA NELLE PIAZZE SI E’PARLATO ASSAI POCO DI UE/SPINGERE AVANTI IL CAMBIO DI VERSO, FINE CORSA DEI POPULISMI Roma,24/05/14 – (Aps ) - Facevamo come molti in queste ore - alla vigilia del voto europeo - una riflessione sul significato e le conseguenze, non solo nella Ue, dell'apparente consenso attorno allo sfascismo delirante e senza sbocchi di Grillo.Sappiamo viceversa del sostegno ampio e fiducioso di cui gode Renzi nell'opinione pubblica maggioritaria - pure in un diffuso sentimento di delusione se non di disperazione di una consistente parte dei ceti meno protetti - per il progetto già avviato di riforme anche nell'architettura istituzionale e della macchina dello Stato.Insomma il "far cambiar verso al Paese" ed anche all’Europa – questo l’hastag lanciato dal Presidente del Consiglio e Segretario del Pd Renzi - c'è parso in profonda sintonia col sano sentimento popolare.Perchè allora il comico genovese va strombazzando pronostici trionfali sul voto di domenica?Non sembra anche a voi che i conti non tornino.E che ci sia comunque modo nella cabina elettorale di smontare questi infondati ottimismi. Oggi in tema di pronostici alla vigilia del voto sarà bene non rischiare,ma giudichiamo dai toni più morbidi dei commentatori,dalle diverse angolazioni,vi sia prudenza che nasce dalla sensazione di quanto sta cambiando nel Paese.Queste novità certamente riguardano la spinta nuova,l’impulso veloce e decisivo che ad opera di Renzi è stata impressa all’azione riformatrice della coalizione del Pd con gruppi minori del centrodestra non berlusconiano e del centrismo vecchio e nuovo che arranca ad emergere,dopo le traversìe del movimento di Mario Monti.Novità gia in fase di attuazione – con gli 80 euro in busta paga per i redditi bassi,e molto altro – che investe la “pacifica rivoluzione” in tema istituzionale(trasformazione del Senato,abolizione delle Province,Titolo V della C.Costituzionale) che mettono sotto il mirino del vero e per la prima volta approfondito piano riformatore l’apparato burocratico ed amministrativo dello Stato,con la prevedibile contrapposizione della casta degli alti burocrati che gìa manda segnali di insofferenza e di resistenza,come era ovvio prevedere.Accanto a questo lo scontro,per così dire,con la struttura del sindacato,delle tre tradizionali Confederazioni(Cgil,Cisl,Uil) che attacca al cuore il punto fofte della strategia dei sindacati,la cosiddetta”concertazione”.Non v’è chi non veda quale sia la posta in gioco(che comprende anche governance e spending review della Rai chiamata a fare il proprio dovere in tema di risparmi e di sacrifici) in questo confronto tra Governo ed alcuni trai più decisivi aspetti della gestione economica, politica, amministrativa del Paese.Che non trascura la normativa in materia di lavoro che è il nodo centrale e la prima emergenza dell’Italia. C’è chi afferma che le novità starebbero affiorando anche all’interno del Movimento di Grillo che – favorito, come si usa ormai ripetere dalla larga fascia di scontento che domina tra le fasce sociali meno garantire,trai giovani,etc – manifestrebbe segni di consapevoloezza che si miscelano con l’aggressività e la violenza verbale dell’ex comico,come dei suoi epigoni.Ma in che consisterebbe questa evoluzione ,considerato che dai comportamenti significativi quotidiani,in sede parlamentare da esempio,non v’è assolutamente traccia?Il dopo voto europeo, ed anche i suoi esiti numerici,potrebbero chiarirlo .

domenica 18 maggio 2014

A MENO DI UNA SETTIMANA DAL VOTO EUROPEO S'ACCENTUA LA MENZOGNERA OFFENSIVA POPULISTA DI GRILLO/PIU' SPINTA ALL'AGENDA RIVOLUZIONARIA DI RENZI E DEL PD

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°672 di lunedì 19 maggio 2014 A SETTE GIORNI DAL VOTO EUROPEO S’ACCENTUA L’INDECENTE OFFENSIVA DI GRILLO/SOSTENERE CON FERMEZZA L’AGENDA “RIVOLUZIONARIA” DI RENZI Roma,19/05/14 – (Aps) - E’ difficile dire se l’avventura renziana – quella di far compiere all’Italia il balzo in avanti,di”cambiar verso” in direzione della modernità e di un equo solidarismo nei rapporti sociali,nell’economia,nelle relazioni tra lo Stato e i cittadini nel nostro Paese – stia veramente incontrando più difficolta di quante non se ne prevedessero alla partenza, nel febbraio scorso.Sappiamo tutti le diffidenze incontrate nel passaggio iniziale di un tale percorso ,cominciato col famigertato incontro al Nazzareno con il “pregiudicato” Berlusconi per varare un patto – proprio così con Berlusconi che in materia di patti appunto usa di norma non rispettarli – e che in effetti provocò da subito non poche smorfie di disturbo e diffidenza anche nei circoli più ristretti ai piani alti del partito,dei suoi gruppi parlamentari,tra giornalisti ed intellettuali della galassia democrat.Ma la ragione –fu spiegato non senza efficacia – risiede nel fatto che non si possono fare riforme a livello costituzionale o di legge elettorale rinchiudendosi nei recinti delle proprie maggioranze.Come avevano fatto spensieratamente del resto , in precedenti occasioni, i berluscones di tutte le risme ,in associazione con leghisti celoduristi o meno. Quindi con Berlusconi e con le sue sue malconce oramai truppe,proprio no. meglio da soli quindi,sia pure dall'alto di una sprezzante separatezza.In contraddizione apparente con il principio:le fiforme si fanno assieme a tutti gli altri.Quando ci stanno,naturalmente ! Verrebbe a questo punto da auto commentarsi,per così dire.Ma tutte queste considerazioni non appartengono ad altra sfera;ad un discorso che ormai sembra essere sopravanzato - speriamo temporaneamente almeno - da aspetti ben più pesanti e contingenti ?.La svolta che s’avverte è l'imbarbarimento del confronto politico ad una settimana dal voto per le europee.Si espande il”bluff” grillino che attizza rabbia e delusione in quella parte di opinione pubblica che mostra di mettere avanti la delusione ad ogni prospettiva positiva e di speranza che Renzi ed il Pd stanno invece faticosamente costruendo,I Cinque Stelle secondo partito - sino a questo momento - impensieriscono non poco chi ha lanciato con coraggio la sfida della “rivoluzione democratica” ,della ripresa del nostro Paese.Ed oggi si mette in evidenza l'interrogativo se l'iniziativa di Renzi non cada in un momento poco propizio, quando l'ondata del populismo - che è quello di Grillo ma non solo - non rischi di oscurare le aspettative costruttive che si stanno aprendo dinanzi a tutti noi.Condivise da una parte prevalente dell’opinione pubblica che wncora condivide sentimenti di fiducia e di speranza.Ma il nostro è soltanto, crediamo, un soprassalto di eccessivo realismo o di pessismo,che può essre rovesciato dall’impeto di rinnovamento che porta in se l’ondata di pulizia e di ordine del “cambiar verso” all’Italia.

venerdì 16 maggio 2014

SULL'ARRESTO DI GENOVESE A LARGHISSIMA MAGGIORANZA IL SI DEL PD/SMASCHERATO COL VOTO PALESE L'ENNESIMO BLUFF DI GRILLO


A MONTECITORIO A LARGHISSIMA MAGGIORANZA IL SI DEL PD ALL’ARRESTO DI GENOVESE/PESANTE SCHIAFFO A GRILLO ED AI SUOI BLUFF QUOTIDIANI 

Roma,16/05/14 – (Aps) – Mentre l’opinione pubblica è ancora scossa per gli inimmaginabili sviluppi  di una rinnovata edizione della Tangentopoli milanese, propagatasi attorno ai ghiotti bocconi dei cantieri dell’Expò da portare conclusione,a passo accelerato ormai, verso l’appuntamento della fine primavera 2015;mentre destano sdegno e nuova ilarità le gesta  dell’ex Ministro dell’Interno( e pure dello Sviluppo Economico) Claudio Scaiola in combutta - come risulta ormai con sufficiente evidenza dalle indagini -  con i coniugi Matacena e Rizzo ,implicati in una tortuosa complessa vicenda di malaffare,contiguità mafiosa,di latitanze all’estero in lussuose residenze a Dubai o Montecarlo;bene,su un tale scenario s’abbatte un’altra vicenda di più ordinaria criminalità.Quella del deputato ed ex Sindaco Pd di Messina,Genovese imputato di associazione a delinquere,peculato e truffa;con distrazione di fondi pubblici,anche comunitari all’interno di un contesto parafamiliare che si estendeva al proprio supporto politico.Per Genovese è stata avanzata a Montecitorio l’autorizzazione all’arresto ed ieri La Camera dei deputati ha votato con voto Palese sulla richiesta d’arresto da parte dell’autorità giudiziaria.Il dato politico che merita di essere sottolineato è che il Pd – come era già accaduto in altri casi recenti - Lusi,Tedesco,entrambi al Senato – ha votato per il si all’arresto riconoscendo l’esigenza che la giustizia faccia il suo naturale corso, a prescindere dal merito delle imputazioni.Ci pare questa una nuova bella prova di una netta inversione di rotta ad opera della politica,del Pd, che ne rappresenta oggi con  convinzione e responsabilità la principale se non esclusiva risorsa di crescita e consolidamento della democrazia nel nostro Paese..E per far questo deve saper guardare anche o soprattuttoal proprio interno con inflessibile coerenza e severità.Se vuole conseguire quei più generali  risultati di cambiamento, di svolta che Renzi ed i democrat si sono preposti in una sorta di pacifica”rivoluzione” – come è stata definita - che è assieme etica,politica,sociale,istituzionale.Come dimostra la battaglia per la riforma del Senato che deve essere portata a compimento dopo il voto per le europee,tra molti e non lievi ostacoli e resistenze di Palazzo; del conservatorismo e della palude che cercano di rallentare la marcia delle riforme.Ma il voto di ieri a Montecitorio è soprattutto uno schiaffo a Grillo,alla sua ingiustificata espansione nei settori più arrabbiati dell’opinione pubblica;agli insopportabili bluff che il comico genovese porta avanti nei suoi spettacolini quotidiani.      


RENZI  A BALLARO’/ A NUDO  COSTI  E MISSIONE DEL SERVIZIO PUBBLICO,SCOSSO IL PARTITO  RAI  ANCHE  ALL’INTERNO DELL’AZIENDA


Roma,16/05/14 – (Aps) - La Rai e l'esigenza di una spending review nella sua gestione è argomento che ben si presta ad entrare a far parte dell'impegno riformatore del governo Renzi.Credo anch'io - per averci lavorato ininterrottamente per svariati decenni nel settore giornalistici sino a ricoprire la responsabilità di vertice di una delle sue testate "storiche" - che molto ci sarebbe da rivedere,Proprio a cominciare,per esempio,dall'elefantiasi di molti corpi redazionali.Vengono alla mente molte situazioni eloquenti sotto tale riguardo,di alcune redazioni locali,di qualche regione dell'estrema periferia dell'impero che hanno raggiunto record spropositati,in situazioni nelle quali peraltro,e  fortunatamente, non accade mai nulla .Ma la "revisione della spesa" dovrebbe toccare quasi tutti i settori.quelli delle reti e servizi dove le sproporzioni sono anche se possibile più significative.Lo sforzo riformatore deve richiedere anche in Rai piena disponibilità e collaborazione responsabile.Non servono di certo soltanto levate di scudi corporative,da qualunque ambito provengano.
La Rai e la necessità di una revisione di fondo della filosofia e della pratica di servizio pubblico,come s’avverte - ed inutilmente, è bene subito aggiungere – insistente ritualità da non pochi decenni a questa parte,è stato l’argomento principe dell’intervento del Presidente del Consiglio Renzi all’utimo numero di Ballarò.Un intervento del Premier e Segretario del Pd che ha messo in crisi il conduttore Floris,e con lui tutto il partito filo Rai annidato dentro ed attorno all’azienda.Sono di ieri poi le notizie giunte dal Consiglio d’amministrazione dell’Ente che ha reso pubblici i compensi oltre che di Presidente e direttore generale,dei giornalisti di fascia dirigenti,dall’inneffabile Minzolini(direttore del Tg1 in aspettativa)in giù.Tutti generalmente con stipendi di tutto rispetto.Questa ulteriore fotografia dell’interno Rai contribuisce un quadro d’insostenibilità del quadro generale dell’azienda nel momento attuale votato al contenimento dei costi della politica come delle bardature che fanno corona.Come la Rai appunto,che ha perso peraltro le sue caratteristiche d’inventiva e di creatività, nel linguaggio come nella capacità di indagine e di approfondimento della realtà del nostro Paese, che per lunghi anni della sua storia post-bellica l’avevano caratterizzata.Lo stesso sindacato Usigrai ( i giornalisti del servizio pubblico radio-tv) – che pure ha combattuto battaglie significative in difesa dei diritti dell’informazione contro oscurantismo e soprusi originati dal lungo prepotere del berlusconismo nella politica italiana,sta finendo fuori strada una volta che tramontato il Cavaliere viene a nudo il problema vero del servizio pubblico radiotelevisivo:fare ordine sui suoi costi finanziari ed organizzativi,soprattutto sulla sua missione.

sabato 10 maggio 2014

POLEMICA SURREALE SUI"TECNICI DEL SENATO/SEGNO DELLA NON ORDINARIETA' DELLA PARTITA POLITICA ATTORNO A RENZI





APS – Anno XIX ( nuova serie ) n°670 di sabato 10  maggio 2014


 


POLEMICA SURREALE SUI “TECNICI DEL SENATO”/SEGNO  DELLA NON ORDINA= RIETA’ DELLA PARTITA POLITICA CHE SI STA GIOCANDO ATTORNO A RENZI



Roma,10/05714 – (Aps) - E’ quasi surreale la polemica che ha coinvolto in questi giorni con il Premier Renzi il Presidente del Senato Grasso.Stiamo parlando dell'ormai famosa nota dei tecnici di Palazzo Madama con i dubbi sulle coperture del decreto governativo per gli 80 euro mensili ai percettori di redditi dagli 8 ai 26 milioni annui.Pare indubbio come su di essa si  rifletta il clima di contrapposizione obliqua tra la linea riformatrice di Renzi ed un densa nebulosa di interessi che vi lavorano più o meno apertamente contro.Compresi settori minoritari dello stesso Pd che,sulle riforme istituzionali,dalla legge elettorale, ed ora al Senato sul drastico ridimensionamento della Camera Alta  stanno tenendo tuttora aperto un fronte di dissidenza verso Renzi e le decisioni siglate dal Pd stesso. Se così non fosse non avrebbe ragione lo scambio di accuse e controaccuse trai due campi.Compresa la ridicola intenzione di sporgere querela da parte di due esponenti,notoriamente “esuberanti”,della Destra,Calderoli e Gasparri.Tutto questo ha fatto parlare - a proposito della pacifica "rivoluzione" che il neoPremier sta tentando di portare avanti - di reazione conservatrice, se non di conservatorismo vero e proprio, da parte dei più disparati settori del mondo politico,di settori sociali,dell'economia,dello stesso sindacato,come si è visto a Rimini al congresso Cgil nei giorni scorsi.Ed il Senato - in occasione della discussione in Commissione Affari costituzionali del testo, concernente la propria decisiva rifoma, da portare all'esame dell'aula ormai dopo il voto europeo del 25 del mese - è stato il teatro più significativo di tali pulsioni conservatrici. Segno che la partita politica che si sta giocando oltrepassa veramente questa volta i limiti quietosi dell'ordinarietà,per così dire.


 


 


 


 


 


L’EQUAZIONE POPULISMO CONSERVATORISMO/L’INTRALCIO DA SUPERARE SULLA VIA DELLE RIFORME

 Roma,10/05/14 – (Aps) - Ed a proposito di conservatorismo - inteso in questo caso anche come ondata di resistenza sollevatasi anche in maniera trasversale dinanzi alle profonde novità che la iniziativa riformatrice impressa da Renzi al suo Partito,ed alla velocità con la quale egli ha cercato sinora di portarla avanti ed attuarla – una riflessione va certo fatta anche a proposito delle posizioni populistiche e demagogiche .Esse sono incarnate in un vasto panorama che dal fenomeno Cinque Stelle di Grillo che abbia mo avuto sotto osservazione nel blog del comico genovese e soprattutto in Parlamento,con le vacue e nichilistiche manifestazioni  provocatorie cui i selezionati alle cosiddette “parlamentarie” hanno dato vita in questi primi quindici mesi della legislatura.Nulla se non il desiderio di un crollo totale,sulle cui macerie erigere il loro immaginario ordine nuovo.E poi il populismo disperato di un Berlusconi,condannato seppure ai servizi sociali con modalità “soft”,ridotto ormai ad usurato catalogo di argomenti decrepiti,fuori del tempo.Nuove barzellette.In coda all’universo al tramonto del Cavaliere gli sforzi o le velleità di successione del Ncd di Alfano e Schifani,alla conquista del campo dei moderati.Non vale la pena parlare della Lega nella nuova versione Salvini-Maroni,autori più che altro di una interna resa dei conti nel movimento del Senatur.Uno scenario che conferma l’equazione :populismi uguale conservatorismi

mercoledì 23 aprile 2014

RENZI NEL GUADO DELLE RIFORME PER RILANCIARE IL PAESE/LA COMPETIZIONE RESIDUALE A DESTRA SI RIPERCUOTE NELLA MAGGIORANZA/NEL PD NASCE AREA RIFORMISTA PER VITALIZZARE LA DIALETTICA INTERNA





APS – Anno XIX ( nuova serie) – n°669 di martedì 22 aprile 2014



RENZI SPINGE IL PD A SUPERARE IL GUADO DELLE RIFORME,RISANAMENTO  LAVORO/”AZIONE DI DISTURBO” DI ALFANO PER MARCARE LA VISIBILITA’ NCD


Roma,18/04/14 – (Aps) – Una manovra quella delineata nel Df che ha bisogno di essere integrata di non pochi dettagli,e non marginali, ai fini del riperimento delle risorse a sostegno degli interventi finanziariamente assai impegnativi,già annunciati,per gli sgravi fiscali ai percettori di redditi fino a 1500 euro al mese,per il graduale abbattimento dell’Irap(imposta sulle attività produttive) reclamato con forza dai settori della piccola e media industria in difficoltà.Per citare i più noti trai provvedimenti varati nel campo del risanamento e finalizzati all’obbiettivo della successiva crescita,come annunciato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia Padoan nella conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi.Risorse che richiedono anche un a riconsiderazione più generale, nel quadro d’assieme dei costi di un piano di rilancio del lavoro e dell’occupazione; quindi a sostegno della domanda interna.La settimana appena iniziata, dopo la breve parentesi di Pasqua, è proprio all’insegna del dl che mira ad incrementare una nuova flessibilità per l’ingresso nel mondo del lavoro e a ridurre sensibilmente tutti gli aspetti e situazioni di precarietà specie iniziali in tutto il campo del lavoro.Un disegno di legge che è preliminare in definitiva al più completo piano per l’occupazione, il cosiddetto  “Job Act”,,su quale  è attivamente impegnato il Ministro del Lavoro,Poletti..Si tratta,come si sa,di una normativa che deve far si che  il disegno complessivo di riforma ed incentivazione dell’occupazione possa prendere il via.Per dare risposta alle attese di milioni di lavoratori disoccupati, di giovani e donne in primo luogo,
Su siffatta premessa – oltre agli intralci pregiudiziali provenienti dalle opposizioni alla ricerca di ogni ostacolo a rallentare se non a frenare la spinta riformatrice del Governo Renzi - si stanno manifestando preoccupanti segnali di contrasto da parte dell’alleato minore della colazione,il Nuovo cedntrodestra di Alfano che nel disperato bisogno di visibilità verso l’elettorato di destra utilizza tuti i possibili motivi perr accentuare la propria maschias presenza nel go verno.Era gia accaduto qualche giorno fa con l’enfasi un  po’ eccessiva con cui era stato difeso  l’operato della polizia nei recenti disordini a Roma, dove purtroppo il fatto  saliente è stato l’odioso e censurabile comportamento di alcuni elementi delle forze dell’ordine.Al netto certo degli atteggiamenti provocatori e di violenza di una parte dei manifestanti.Nella giornata di oggi Alfano e compagni sono tornati alla carica dul dl Poletti contestandone i termin i in cui lo stesso provvedimeneto è stato licenziato in Commissione a Montecitorio.Tanto da indurre il Governo a porre sullo stesso il voto di fiducia nella giornata di domani mercoledì e prima del voto conclusivo sul provvedimento il giorno successivo,giovedì.
Si direbbe pericolo scampato per questa nuova azione di disturbo della componente della nuova Destra nella maggioranza.Immediatamente forse è così,ma è chiaro che tali episodi richiamano profili più generali del quadro politico che, se complicano maggiormente la navigazione parlamentare del Governo Renzi, ammoniscono anche, in prospettiva non solo ravvicinata, circa le insidie derivanti da una collaborazione “strana” od anomala, ancora una volta – dopo le larghe intese .-con i reduci dell’esperienza Pdl, in permanente lotta con la Fi berlusconiana ,per contendersi i resti dell’elettorato di destra o moderato che ancora conserva simpatie ,o sintonie, con formazioni targate “destra”.Una contesa che alla lunga potrebbe risultare anche utile alla normalizzazione del quadro politico italiano ma che allo stato è quasi del tutto motivo d’intralcio e di complicazioni nello scenario di governo e dell’iniziativa riformatrice di Renzi e del Pd.   ..  


NEL PD/NASCE  “AREA RIFORMISTA”COME STRUMENTO FACILITATORE DI  UNA   NUOVA DIALETTICA INTERNA,A SOSTEGNO DELL’AZIONE DI GOVERNO


Roma,22/04/14 – Aps) - Nasce "Area riformista",come riporta il quotidiano del Pd Europa,
in una nota di @rudyfc: «Noi in minoranza, ma non siamo più antirenziani»,spiega Davide Zoggia,uno dei promotori.L’appuntamento è per lunedì 28 aprile al teatro Eliseo di Roma. La nascita di “Area riformista” rappresenta il tentativo di far ripartire l’attività della minoranza dem, o almeno di una sua parte, dopo una fase tormentata, fatta di rapporti interni molto tesi e della difficoltà a far emergere nuovi dirigenti (e una nuova leadership) senza accantonare del tutto i “padri nobili”, da Pier Luigi Bersani a Massimo D’Alema. «Non sarà una assemblea di ceto politico», garantiscono gli organizzatori, ma di sicuro arriveranno nella Capitale amministratori e dirigenti del Partito democratico provenienti da tutta Italia. Il titolo della manifestazione è “L’Europa che faremo”.Gli attriti e le divergenze sul percorso da intraprendere dentro il Pd, in realtà, non sono del tutto superati. Che la mozione Cuperlo sia un antico ricordo è un dato appurato ormai da tempo. Mentre i Giovani turchi hanno preso la loro strada già subito dopo il congresso, avviando un rapporto di confronto non oppositivo – ma nemmeno passivo – con Renzi, i bersaniani si sono mostrati finora meno concilianti con il segretario. «Ma non possiamo continuare a essere semplicemente anti-renziani – spiega a Europa Davide Zoggia – il congresso è finito e anche la confusa fase post-congressuale deve essere archiviata. Il nostro compito vuole essere quello di confrontarci con il premier sui temi, Vogliamo rendere esplicite le nostre posizioni e sulla base di queste aggregare consenso. Non per ostacolare il governo, ma per aiutarlo a ottenere i risultati che Renzi ha proposto, cercando di lavorare in parlamento per modificare le cose che non ci piacciono, com’è successo con il decreto sul lavoro, ma soprattutto per farle approvare».Una valutazione che si estende anche alla riforma elettorale. «Dopo le europee – sostiene Zoggia – ci saranno i margini per poter modificare l’Italicum, così com’è uscito dalla camera, soprattutto per quanto riguarda la rappresentanza di genere e le liste bloccate». A taccuini chiusi, in molti spiegano di parlamento, le truppe di “Area riformista” sono consistenti, soprattutto alla Camera,. E a guidare la componente dovrebbe essere proprio il presidente dei deputati dem, Roberto Speranza, il quale però vorrebbe tutelare il suo ruolo da eventuali attacchi, evitando di identificarsi con una sola componente del partito. «Ma il prossimo congresso è ancora lontano – prova a calmare le acque Zoggia – e non c’è bisogno di ricercare una leadership da contrapporre a quella di Renzi». Fatto sta che il ruolo di Cuperlo come “federatore” di quest’area è ormai superato. E lo stesso ex presidente dell’assemblea del Pd non ha in “Area ancora deciso come ricollocarsi.A riconoscersi riformistasperare in un risultato negativo di Forza Italia per rimettere in discussione la legge, almeno su questi due punti, ma non è escluso di poter incidere anche in maniera più profonda, potendo contare su un malessere interno alle truppe berlusconiane, che potrebbe indurre Renzi a ricercare altrove (tra Sel e i dissidenti grillini) nuove maggioranze “di scopo”.In” non sono solo i bersaniani come lo stesso Zoggia, Nico Stumpo e Alfredo D’Attorre, ma anche l’ex segretario Guglielmo Epifani, dalemiani come Andrea Manciulli, Enzo Amendola e Danilo Leva, battitori liberi come Stefano Fassina e Cesare Damiano, ex popolari di provenienza lettiana (Paola De Micheli) e fioroniana (Enrico Gasbarra).Tra di loro è aperto il confronto su quale atteggiamento tenere nei confronti del rinnovo degli organismi dirigenti del partito, a cominciare dalla segreteria. Renzi vuole accelerare, procedendo alle nuove nomine entro la fine di aprile. Da queste parti, invece, preferirebbero prendere tempo, un po’ per convincere anche i più scettici (alla Fassina), un po’ perché tutti vorrebbero vederci chiaro: «Noi possiamo partecipare a una gestione unitaria – spiega Zoggia – ma vogliamo capire che cosa si vuole fare di questo partito, quale funzione deve avere, che idea ne ha Renzi». Meglio, quindi, rinviare di qualche settimana, magari a dopo le Europee.@rudyfc


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