martedì 4 novembre 2014

RICUCIRE I FILI DI UN MODERNO RIFORMISMO DI GOVERNO/DI CERTO SGRADITO A DESTRA ED ESTREMA POPULISTA/INDISPENSABILE ALLA RIPARTENZA ED ALLA CRESCITA DEL PAESE

APS – Anno XIX ( nuova serie ) –n° 686 di martedì 4 novembre 2014 RICUCIRE I FILI DI UN MODERNO RIFORMISMO DI GOVERNO CERTO SGRADITO A DESTRA E ALL’ESTREMA POPULISTA/UTILE ALLA RIPARTENZA DEL PAESE Roma,04/11/14 – (Aps) – Non è proprio dei migliori il clima politico in questo momento.In generale, ma soprattutto all’interno della maggioranza e del più vasto universo della politica, della cultura, del mondo del lavoro,sindacati in primis,che sono sempre stati catalogati,per antonomasia, come la sinistra. Fibrillazioni attraversano in tutti i sensi di marcia il vasto corpo del Pd.Dai vertici agli esponenti impegnati in prima linea nell’opera di governo,con la complessa agenda che la connota, a tutti i dirigenti di fede renziana o della cosiddetta minoranza che mordono il freno per dare più visibilità a progetti,contropoposte La cosa che più allarma è la nuova categoria politica - imperiosamente lanciata da “superautorevoli” esponenti del nuovo corso - che vorrebbe di “sinistra” unicamente chi si allinea alla”trasformazione” (non al trasformismo?) che si vuole attuare,altrimenti fatalmente si è di “destra”.In verità ci sembra un gioco un po’ bizzarro,mirato a trasformare,si,ma che cosa?Per effetto di illusionistiche magìe, la realtà, politica ,sociale, economica,italiana e non solo,forse anche del più esteso contesto geopolitico in cui ci muoviamo? Il quadro purtroppo è più serio.Perchè che la situazione del nostro Paese in particolare, ma anche dell’Europa,eurozona,non,v’è dubbio che essa rimanga pesante.Dati statistici - e rilevazioni autorevoli anche in sede internazionale alla mano - confermano l’andamento sostanzialmente fermo,non lontano dal segno negativo dell’economia ,i limitati se non controproducenti effetti di alcune delle misure contenute dal nostro Piano di Stabilità,che riducono la crescita auspicata a frazioni di punto.C’è in altri termini da lavorare ancora sodo da noi.E così anche per tentare di modernizzare ed efficientare la macchina dello Stato, come di amministrazioni periferiche ed enti locali ;e via dicendo anche per gli numerosi ed importanti campi toccati dalle riforme di Renzi, per risalire la china sulla quale eravamo decisamente incamminati dalla seconda metà del primo decennio duemilla.Per non parlare degli ancora più lontani inizi del nostro disastro contabile ed economico.In altre parole,è venuto anche per Matteo Renzi il tempo delle scelte.Il nuovismo come sinonimo di moderenizzazione, come adeguamento alle nuove dinamiche delle realtà sociali ed economiche,lo sveltimento delle regole per lo stesso mercato del lavoro,va bene.Mettere mano alla demolizione di conquiste simboliche fin che si vuole,che rappresentano tuttavia anche nel mondo di oggi diritti fondamentali dei prestatori d’opera:questo davvero non si può.Come non si possono usare toni sprezzanti nei confronti dei sindacati,come la Cgil, che con più coerenza quei lavoratori continua a rappresentare..Sindacati e lavoratori che devono continuare ad essere e rappresentare l’ineliminabile base di una forza di netta impronta riformista quale deve evidentemente ancora poter essere il Pd.Un limite obbligatorio,questo,e perciò invalicabile. Che abbiamo sentito viceversa fortemente scosso in queste settimane.Dall’ultima Leopolda ed alla non sempre edificante passerella più volte rimirata tra le suggestioni della vecchia stazione medicea,alla imponente manifestazione sindacale di sabato scorso a piazza S.Giovanni a Roma,ai poco esaltanti episodi di violenza,due giorni dopo, a danno dei manifestanti:i cinquecento operai della Thiyssen di Terni,radunati nella Capitale in difesa del proprio posto di lavoro seriamente minacciato.Ecco, se veramente tutti vogliamo “cambiar verso” al Paese,oggi dobbiamo e subito compiere un gesto che è nella nostra piena disponibilità.Dobbiamo voltar pagina nella dialettica e nelle relazioni – rafforzandole e migliorandole - all’interno di un partito e del suo mondo di riferimento naturale che è e rimane il il sindacato.Se vogliamo conservare la forza propulsiva del riformismo socialdemocratico del Pd.Con esso salvaguardare e possibilmente incrementare quel ragguardevole capitale di consensi raccolto nel voto europeo del maggio scorso.E’ vero che il Pd deve coltivare la legittima ambizione di conservare ed andare oltre l’inaspettato 40,08 % delle europee.Ma attenti a non confondere le lingue,come suol dirsi,con improbabili e poco definiti “partiti della nazione” di cui pure si è sentito,ed in più occasioni parlare.Si tratta di progetti ed idee che davvero non possono avere appeal nel vasto popolo del Pd.

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