venerdì 24 febbraio 2017

SCELTA POLITICA DI ALTO VALORE ANCHE PEDAGOGICO QUELLA DI BERSANI/IN UN PD FORSE ASSUEFATTO E'FINALMENTE SCATTATA LA MOLLA DELLA DIGNITA' E DEL RECUPERO SOCIALDEMOCRATICO

APS – Anno XXI ( nuova serie) – n°767 di venerdì 24 febbraio 2017 LA SCELTA DI BERSANI DI ALTO VALORE POLITICO E PEDAGOGICO/ PARADOSSALMENTE SERVITA A FAR SCATTARE IN UN PD FORSE PIGRO ED ASSUEFATTO LA MOLLA DELLA INDIGNAZIONE E DELLA RIVOLTA A RENZI:RIMETTIAMO ASSIEME IL PD SULLA GIUSTA STRADA Roma,24/02/17 – (Aps) - LA SCISSIONE BERSANIANA.UN EVENTO FORSE LIMITATO NEI NUMERI MA DI RILEVANTISSIMA PORTATA,QUASI PEDAGOCICA, PER CHI HA A CUORE LE SORTI DI UNA FORTE E DETERMINANTE SINISTRA DEMOCRATICA E RIFORMISTA.SI CHIAMI PD – CHE E’LA CASA CHE CI APPARTIENE - OD IN QUALUNQUE ALTRO MODO,L’IMPEGNO DEI BERSANIANI E’ QUELLO DI RIDARE LUSTRO DI SINISTRA(DEMOCRATICA E RIFORMISTA)CHE RENZI HA PORTATO FUORI STRADA,CON UNA SCARSA REATTIVITA’DI QUELLA LARGA FASCIA CHE AVEVA LASCIATO SPAZIO, SE NON APERTAMENTE APPOGGIATO,L’EX SINDACO FIORENTINO. V’E’DA DIRE CHE LA RIBELLIONE ED IL DISPREZZO MORALE,OLTRECHE’POLITICO,MOSTRATO DA UN CAPO PD DEL PRESTIGIO E DELL’AUTORITA’ DELL’EX-SEGRETARIO,A LUNGO,DEL PD.GIA’ PRESIDENTE DELLA “ROSSA”REGIONE EMILIA,MINISTRO EFFICIENTISSIMO DELL’ECONOMIA,AUTORE DELLE PRINCIPALI LIBERALIZZAZIONI SOTTO IL GOVERNO PRODI;CONOSCITORE ATTENTO DEI PROBLEMI E CARATTERISTICHE DEI NOSTRI PRONCIPALI DISTRETTI INDUSTRIALI(UNITAMENTE AD ENRICO LETTA E’STATO AUTORE DI UNO SPECIFICO APPROFONDIMENTO DELLE TEMATICHE CONCERNENTI IL NOSTRO APPARATO MANIFATTURIERO)Bersani,è stato un Leader GENEROSO ANCHE NEI CONFRONTi DI RENZI.Quando – a sbarco recente a Roma dell’ex-Sindaco, ha acconsenti ad una modifica statutaria che - proprio a beneficio di Renzi ed a nocumento di se stesso - stabiliva che le primarie per l’indicazione del Premier ,da parte del Pd,fossero aperte anche a chi non ricopriva l’incarico di Segretario del Partito. Ecco il resto è storia più recente,non per questo,anzi,meno illuminante dei rischi e delle prepotenze che si sono manifestate nel partito dei democrat sotto la nuova e prevaricante guida installatasi - si fa per dire,perché il luogo non era proprio il preferito dal nuovo occupante – nella sede del Nazareno. Un luogo E’ noto,hainoi, nella circostanza,per via del Patto scellerato Renzi-Berlusconi sulle riforme,da cui prese pure il nome. E’ una vera e propria giaculatoria quella che ci siamo ripetuti in questi giorni,come lista dei tanti errore o “riforme” il giovane Renzi voleva far viaggiare il suo Premierato,comprese le ultime più strattonate modifiche della Coatituzione mai affacciatesi alla ribalta politica nostrana.Tutte implacabilmente bocciate dal Referendum di dicembre,unitamente alla confermata incapacità di assicurare una ripresa al nostro Paese che si trova ancora una volta ridotto agli ultimi posti della graduatoria nella Ue.Procedimento di infrazione o meno.

mercoledì 22 febbraio 2017

BERSANI PRESIDENTE SUBITO DEL PD PER RIPORTARE DECORO E COERENZA AL PARTITO NATO DALL'ULIVO E CON LE CHIARE STIMMATE DELLA SOCIALDEMOCRAZIA EUROPEA

APS- Anno xxi ( nuova serie ) - n° 675 di lunedì 20 febbraio 2017 BERSANI PRESIDENTE SUBITO DEL PD . COME GARANZIA POLITICA E STATUTARIA,PER CANCELLARE I GUASTI DEL PARTITO PERSONALE Roma,20/02/17 - (Aps) - L'idea di queste ore,mentre si attendono ancora segnali di rinsavimento dal Nazareno dopo la brutta, rozza,chiusura di Renzi dinanzi alle parole dalla tribuna di uno dei personaggi più autorevoli,Bersani che invocava appunto un segno di disponibilità al dialogo:Per fare uscirw il Pd dal buco nero del partito personale, del capo,ondivago e controcorrente,bocciato sonoramente dal referendum di due mesi e mezzo fà.Mentre si attendeva cotanta risposta,è venuta un'idea.Una proposta semplice,di vera garanzia per quanti del Partito - e sono la stragrande maggioranza - vogliono ripristinare le radici di un'aggiornata socialdemocrazia di stampo europeo,vogliono rendersi garanti operosi di una ripresa e di un riequilibrio anche sociale del Paese.Una idea si badi che prendeva lo spunto dai numerosi conciliaboli,in Transatlantico ed altrove,tra quegli esponenti più pensosi dell'avvenire dei democrat e del loro ruolo che ancora può essere - se non ci intestardiamo nel teatrino del giovane e smargiasso capo - la principale risorsa per far crescere e modernizzare un comunità come la nostra che be ha proprio bisogno. (dall'editoriale di APS 675(www.socialdemocraziaineuropa.blogspot,com) www.socialdemocraziaineuropa.blog SOCIALDEMOCRAZIAINEUROPA.BLOG Mi piace

RITORNO AI VALORI IDENTITARI DELLA SOCIALDEMOCRAZIA.ALTRA EPOCA QUELLA DEI GIOCHI DEL PARTITO PERSONALE.ORA SI CHIUDE!

APS – Anno XXI ( nuoca serie ) – n°766 di mercoledì 22 febbraio 2017 RITORNO AI VALORI IDENTITARI DELLA SOCIALDEMOCRAZIA. ALTRA EPOCA QUELLA DEi GIOCHI DEL PARTITO PERSONALE.ORA SI CHIUDE Roma,21/02/17 – (Aps) - Bruttissimo episodio quello di oggi in pieno centro di Roma - dal Parlamento al Nazareno sede del Pd - con la protesta taxi sempre più violenta ed inammissibile.Con la chiara impronta fascista ( Forza Nuova):danneggiamenti,feriti ed anche un tirapugni,indice assai eloquente del livello di civiltà dei protestatari.Con la Sindaca Raggi accorsa a dare il suo sostegno alla causa dei manifestanti;quando sappiamo quante già siano le deliberate inadempienze accumulate in pochi mesi dal Campidoglio. Come vogliamo considerlo,la ciliegina sulla torta di un quadro politico così poco rassicurante?Certo,è questo esattamente il giudizio che si può dare,anche con riferimento al poco esaltante scenario delle riunione romane del Pd al Parco dei Principi - con il piccolo seguitzo odierno della riunione di Direzione dedicata al Congresso nazionale che Renzi non ha sentito santi,come suol dirsi,ha voluto assolutamente convocare a scadenza ravvicinata e frettolosa per appagare la sua ansia compulsiva di rivincita di cui è preda dalla sera del 4 dicembre scorso quando il Referendum - che ha voluto fosse anche un voto plebiscitario sul suo conto - lo ha rumorosamente sconfitto.Col sottinteso,ma mica tanto sottinteso di riprendersi la segreterìa del Partito ed il posto di Premier di un futuro Governo della nuova legislatura.Niente di più e niente di meno di una pura illusione perchè il treno di Renzi è ormai passato ed al contempo cambia e continua cambiare il quadro politico-elettorale interno,mentre quello internazionale(Brexit,Trump.i populismi e sovranismi in molti Stati d'Europa che finiscono per rifluire in una nuova ordalìa di marchio fascista).In siffatto nuovo ambito anche Renzi ha finito il suo giro e per quante contorsioni populistiche si sia industriato a fare nella Ue burocratica e spilorcia (ma non sempre poi, in verità) di risultati ne ha avuto pochini. Ora,tornando alle vicende di questa sinistra che sinistra non è - non doveva essere il Partito della Nazione,buono per tutti e per nessuno ? - quale è il bilancio dell'operoso programma riformistico di Renzi nel campo del lavoro,della scuola,della pubblica amministrazione (che, è vero,è vecchia e malandata,a lungo parassitaria ?Bocciato impietosamente dalla grande maggioranza dei cittadini.Come cornice alle riforme costituzionali che certo servono al Paese come l'acqua ed il pane,ma se fatte bene.Magari una Bicamerale che,per sua natura,lavora sotto i riflettori di stampa ed opinione pubblica può non andare a segno,ma può anche far bene.Evitando i pasticci,diciamolo meglio gli squilibri e le contraddizioni che si potevano cogliere - nel testo della riforma passato al voto reiterato delle due Camere - nella descrizione della fine del "bicameralismo perfetto";ovvero nella legge elettorale,inusitatamente di "marca governativa" per questo davvero non priva di marchiani errori e controsensi tra impronta maggioritaria (mentre l'Italia passava intanto da una fisionomia politica bipolare ad una tripolare!) ed elementi proporzionalistici. Il Referendum si è tenuto,il risultato lo cosciamo,così come sappiamo dei sentimenti di rivincita e sopravvivenza che animano l'ancor giovane ed intraprendente Leader e Premier Pd.Che ancora ieri l'altro ha respinto con boria ed alterigia le richieste di dialogo e di ripristino dell'dentità socialdemocratica per un partito,il Pd che viene da una storia ampia e plurale di riformismo democratico che mal si concilia con trucchi e giochi delle"tre carte".Altra epoca,seppur contigua! Mi piaceVedi altre reazioni Commenta Condividi.

martedì 21 febbraio 2017

FOLLINI RISPONDE AD ANNUNZIATA.PROPORZIONALE CUORE DELLA POLITICA ITALIANA,MA ANCHE IL "RE",MEGLIO "LA REPUBBLICA"

APS - Anno XXI (nuova serie)- n°765/bis di lunedì 21 febbraio 2017 IL DIBATTITO SUGLI ESITI POLITICI DEI SISTEMI ELETTORALI.DIBATTITO FOLLINI-ANNUNZIATA/PROPORZIONALE CUORE DEL SISTEMA.E "REPUBBLICA" PIU' CHE "RE" La proporzionale è il cuore della politica italiana. Fin qui Lucia Annunziata ha ragione. Ma non è "il re", secondo la sua - un po' maliziosa - definizione. Semmai è "la repubblica". È l'antidoto al leaderismo, la barriera contro cui si infrange la tentazione dell'uomo forte. È la nostra peculiare versione dei checks and balances anglosassoni. È la via che può condurre forse verso un miglior punto di equilibrio. Quel punto di equilibrio di cui la nostra cosiddetta seconda repubblica non si è mostrata capace più di tanto. Venti anni e più di sistema maggioritario hanno costretto a coesistere dentro coalizioni informi e precarie forze di assai diversa natura e identità. Per tenerle assieme ogni volta ci si è dovuti inventare un "nemico". Tali erano i comunisti per Berlusconi e dintorni. Tale era Berlusconi per il centrosinistra. Gli elettori votavano queste due coalizioni con qualche diffidenza. Ma infine erano indotti a tornare un po' riottosamente alle urne dall'esigenza di tenere lontani dal potere i propri avversari. Era assai spesso un voto "contro", non un voto "per". Al contrario la proporzionale induce a una scelta identitaria. Si vota per il partito a cui si da credito, per la "propria" parte politica. Naturalmente è un sistema che va corretto. Non può essere un assoluto. Occorre ridurre la frammentazione con una soglia di sbarramento significativa. Oppure introdurre un premio di coalizione che favorisca le aggregazioni. Ma tenendo ferma la libertà per gli elettori di seguire la propria bandiera. E restituendo un senso e un valore a quelle ragioni identitarie che sono pur sempre l'origine di ogni passione politica che conti. Un'ultima osservazione. Davvero Lucia Annunziata pensa che la proporzionale faccia rima con il debito pubblico e faccia a pugni con il vincolo esterno ? La storia del dopoguerra descrive un'altra trama. Ci sono stati anni (lontani, purtroppo) di virtù finanziaria accompagnata e sostenuta da regole elettorali proporzionali. Altri anni in cui, con quelle stesse regole, il debito è colpevolmente lievitato come un velenoso souffle. E altri anni ancora in cui le meraviglie del maggioritario non hanno scalfito quel souffle nemmeno di un'oncia. Anzi. Insomma, io dico che si può tifare per il proporzionale e insieme per un ragionevole ed equo rigore nella nostra politica di bilancio. Non fosse altro perchè l'opposto tifo per il maggioritario, praticato così diffusamente in tutti questi anni, non ha di certo messo ordine dei nostri conti pubblici. E insisto: smettiamola di cercare un "re". Abbiamo bisogno semmai di ritrovare una strada per la "repubblica".

sabato 18 febbraio 2017

NON UNA RESA DEI CONTI NEL PD / MA L'INDEROGABILE NECESSITA' DI RIPRISTINARE LA POLITICA PER DARE SENSO E FORZA AL MAGGIOR PARTITO DELLA SINISTRA RIFORMISTA IN EUROPA

APS – Anno XXII ( nuova serie ) – n°764 di sabato 18 febbraio 2017 NON UNA RESA DEI CONTI NEL PD MA UN INDIFFERIBILE RITORNO ALLA POLITICA PER LA MAGGIORE FORZA DELLA SINISTRA RIFORMISTA IN EUROPA Roma,18/02/ 17 – (Aps) - A chi chiede quali siano i miei pensieri in questo momento,la risposta non può che essere una soltanto Agli sbocchi che potranno avere domani,all'Assemblea Pd accortamernte inflazionata nei numeri - un migliaio di componenti,ma questa è solo la cornice! - cui è demandata la risposta ufficiale di Renzi alle istanze delle minoranze di sinistra dichiaratesi pronte alla scissione.Premesso che non si può non essere dell'avviso che prevalgano le ragioni di una seppure un pò tardiva coesione ed unità del Pd,in questo nuovo passaggio impegnativo della vita pubblica del nostro Paese,vi sono alcuni paletti che vanno ancora quì riconfermati. Renzi è bravo,bravissimo;è scaltro oltre il limite che è consentito – per il primissimo ruolo nella politica italiana ricoperto da un giovane e così dinamico dirigente – che è stato espresso dai quadri politici fiorentini e che ha soprattutto al suo attivo un brillante curriculum di amministratore locale.Prima Presidente della Provincia,poi Sindaco dinamico ed assai apprezzato di Firenze.Però probabilmente a questo punto occorrerebbe tracciare una linea.Da quì parte il capitolo politico romano che inizia ad evidenziare,assieme alle luci,molte ombre del giovane Sindaco toscano.Prima competitore di Bersani per la leadership dei democrat,poi di Cuperlo e Civati,poi il Congresso che lo proietta direttamente al centro della ribalta Pd.Così tra un'affolata e "sorprendenre" Leopolda e l'altra - le attrazioni sono sempre le "mirabolanti visioni" dell'intraprendente ex-scout di Pontassieve - arriva il momento del disinvolto e frettoloso cambio di poltrona con Enrico Letta a Palazzo Chigi.Con annessa "foto della campanella" destinata,crediamo, a restare negli annali fotografici di governo.Non vogliamo farla lunga:sta di fatto che da quel febbraio 2014 ad oggi è stato un susseguirsi di rapidissime mosse spiazzanti, anche verso i vertici dei democrat .Ai quali per primi non potevano non sembrare frettolose,immeditate,e non certo di buone maniere - slide illustrative a parte - su non poche o marginali decisioni e provvedimenti del Governo Pd.Il quale,occorre sottolinearlo,andava avanti con molti voti di fiducia,e soprattutto con la "pesante"appendice del partito del Ministro “senza il quid”, Alfano(secondo un’antica definizione del Cavaliere).Unitamente ad altri “volenterosi” si affiancavano in Senato,a sopperire allo sfarinamento progressivo della Forza Italia di Berlusconi (che era rimasto legato a Renzi,sia pure a cadenze alterne, dal Patto del Nazzareno sulle grandi riforme).Una ex corazzata,quella di Forza Italia, che perdeva pezzi,sempre più erosa da passaggi e trasferimenti, con altre casacche,diverse dall’azzurro di fabbrica. Il resto di questi quasi tre anni di avventura renziana a Palazzo Chigi a raccontarli nel dettaglio allungherebbe troppo l’elenco dei provvedimenti controversi,perchè contrastanti con un orizzonte programmatico,con i valori di una sinistra riformista quale il Pd doveva sicuramente continuare ad essere.Un orizzonte che viceversa andava progressivamente allontanandosi.con le riforme pasticciate e frettolose messe assieme dalla squadra di Renzi a Palazzo Chigi.Dall’abolizione,ma sino ad un certo punto,del Senato,del Cnel,dalla destrutturazione delle Province, già abolite,dalJobs Act che rivelava presto la sua incongruità.Portando peraltro con sè l’abolizione dell’art.18, per favorire in qualche misura il licenziamento dei lavoratori,l’abolizione dell’Imu per tutti(creando nuove fasce di privilegio) sino al capolavoro di una legge elettorale - valida per l’unica Camera sopravvissuta ed elettiva,quella dei Deputati – che scompaginava ogni criterio di equilibrio tra governanza e rappresentatività politica della volontà popolare.Di tutto questo ha fatto giustizia il voto referendario del 4 dicembre scorso che con un secco 60 per cento ha reso giustizia alle diffuse perplessità dell’opinione pubblica sul senso,la coerenza, la reale ispirazione di queste riforme orchestrate da Renzi.Trascinandovi anche un Pd in buona sostanza riottoso dinanzi a questo “improprio” riformismo voluto dal Premier.Di li’ è nato il grave stato di crisi di marca renziana,unito ad una sua imperiosa volontà di rivincita.Uno spettacolo che speravamo di risparmiarci.Dall’Assemblea di domani il responso.

mercoledì 15 febbraio 2017

RENZI : NON ROMPETEGLI IL GIOCATTOLO.RIPORTI SEMMAI A CASA IL SUO GIUOCHINO DEL PARTITO PERSONALE

APS – Anno XXII ( nuova serie ) – n° 763 di mercoledì 15 febbraio 2017 VICENDA RENZI: NON ROMPETEGLI IL GIOCATTOLO ! / RIPORTI SEMMAI A CASA IL SUO TEATRINO DEL PARTITO PERSONALE Roma,15/02/17 – (Aps) – “Le dita negli occhi”,come il vecchio patron della “ditta”,Bersani, ha definito il comportamento di Renzi e dei suoi fedelissimi seguaci alla riunione di lunedì scorso a via Alibert.Quindi gli appelli che un queste ore vengono rivolti al Segretario Pd ex-Premier (peraltro,ulteriore elemento dello psicodramma in iscena al Nazzareno del quale tutti gli osservatori politici stanno occupandosi da ieri l’altro),sembrano sino a questo momento cadere nel vuoto o quasi.Salvo la notizia, trapelata nella serata di ieri, che l’onnipotente ex-Sindaco fiorentino(ma di Pontassieve) avrebbe intanto “ceduto” alla possibilità di un breve allungamento – ma di qualche settimana soltanto! – dei tempi di preparazione congressuale e di restare sulla seggiola del Nazzareno intanto come reggente.In attesa di una solenne reincoronazione che lo porti poi nuovamente alla ribalta di un Premierato, in una coalizione –non si sa in questo momentofondatamente con chi – a nuova Legislatura avviata.Tutto questo con una coda indecifrabile:il sequestro dei vitalizi.Di chi e perché?Faccia attenzione però Renzi,perché su questo terreno (anche trai suoi plauditori oggi più infervorati) si può scivolare e di brutto. Ma questa è politica o è psicoanilisi?Perchè i deliri renziani hanno avuto in questi ultimi giorni uno scarto inquietante.La sua boria,la sua supponenza,la sua faccia tosta,di ragazzo illuminato dal “Signore” – tutto deve essere cominciato con l’esperienza scoutistica sempre in quel di Pontassieve – hanno già creato uno strappo,una lacerazione che è assai più estesa e profonda di quanto non dicano i 112 voti contro 12, più cinque astenuti,alla Direzione Pd di ieri l’altro.Perchè è vero,è fondato lo sconforto di Bersani, espresso ieri mattina a botta calda nei corridoi di Montecitorio.”La scissione è già avvenuta,nella fuga di nostri tanti compagni che si sono allontanati,che non votano più il Partito di Renzi”.Questo il senso vero di una vicenda che potrebbe concludersi almeno con una scissione formale.Certo con questa brutta diaspora innescata dall’ex-Sindaco.Appelli già ve ne sono stati e di autorevoli,da Veltroni,al Ministro della Giustizia Orlando a tanti altri capi storici del riformismo scocialdemocratico che avevano ritenuto di aver trovato nel Pd lo strumento per navigare anche in acque agitate.Col ritorno in aree strategiche mondiali di una nuova destra cieca e populista,che ha disseppellito un miope sovranismo come via di ripristino di un vecchio ordine che ritenevamo ci fossimo lasciato da tempo alle spalle.Renzi deve farsi da parte anche per questo.Per essere messo in condizione di non nuocere a quella che dal 2007 ad oggi è stata l’unica risorsa per sorreggere e far crescere la democrazia in Italia,in EuropaAnche in tempi di follìe “trumpiste” destinate a miseramente cadere così come sono nate.