domenica 28 aprile 2013

TRA SCETTICISMI E SPERANZE L'ESECUTIVO DI ENRICO LETTA/UNA FORMULA ATTESA ALLA PROVA DEI FATTI


APS – Anno XVIII (nuova serie ) – n°627 di domenica 28 aprile 2013


SOBRIA E CONVINCENTE L’ IMMAGINE DEL NUOVO GABINETTO/L'INSEDIAMENTO
STAMANE DEL GOVERNO E L'ALLARME PER UN ATTENTATO SOTTO PALAZZO CHIGI:COLPITI DUE CARABINIERI.
 
Roma,28/04/12 – (Aps) – Proprio nei minuti in cui nei Saloni del Quirinale si svolgeva, nelle mani del Capo dello Stato, il giuramento di Enrico Letta e dei componenti del suo
GabInetto, sotto la sede del Governo di Palazzo Chigi –dove Letta era atteso dal Premier uscente Mario Monti per lo scambio di consegne – si verificava un episodio di violenza con esplosione di colpi di proiettoli all’indirizzo dei carabinieri,due gravemente feriti, di servizio alla Sede del Governo.L’attentatore veniva catturato:allo stato l’attentatore non sembra aver avuto altri complici,l’episodio sarebbe isolato.Speriamo sia così poiché l’allarme destato da questo avvenimento è stato notevole.
Avevamo atteso che si completasse l’iter di insediamento del nuovo Governo prima di scrivere queste note poiché volevamo cogliere più compiutamente giudizi ed umori che accompagnavano questo evento politico quasi del tutto imprevisto, sia prima che dopo il voto di fine febbraio;anche e soprattutto dopo, con le consultazioni al Quirinale e con le prime cinque votazioni per la rielezione del Capo dello Stato.Poi v’è stata la svolta fuori programma che ha mutato il corso difficile dei rapporti trai partiti.La chiamata di Napolitano,il suo assenso personalmente travagliato,una accettazione legata all’appello vincolante di una nuova assunzione di responsabilità da parte dei due principali partiti antagonistii,Pd e Pdl,come di tutte le altre formazioni presenti in Parlamento.Il nuovo rapidissimo giro di consultazioni di Napolitano ed il conferimento dell’incarico al Vice Segretario reggente del Pd(dopo le dimissioni di Bersani, strenuo e non fortunato sostenitore di quel “cambiamento” che sembrava essere la più corretta lettura delle urne) portava dunque a quella svolta che a sinistra veniva accolta con molti mugugni ed anche con forme di palese dissenso della base, con i vari episodi di “occupy pd” da parte di iscritti e militanti in diverse città.Oltre che con la dissociazione di Sel dal Patto con il Pd, da “Italia Bene Comune” .Se l’incarico a Letta,per un governo che comunque lo si definisse vedeva l’affiancamento di Pd e Pdl,si rivelava subito in aspra salita,bisogna tuttavia dare atto al giovane Presidente incaricato di aver messo in opera pazienza,tenacia,visioned’assieme correlata al quadro nuovo di un Paese insoddisfatto dell’andamento della cosa pubblica, ancora attraversato da una crisi grave e che proietta nuove minacce:Che richiede riforme urgenti come era stato anche riassunto nella “tavola sinottica” dei saggi incaricati da Napolitano.Bene,Letta  ha saputo – contro un Pdl che voleva cogliere come sempre l’occasione per non uscire definitivamente dalla partita e con un Pd,piuttosto svogliato, percorso da non superficiali travagli dopo l’inopinato ribaltamento della linea del “cambiamento” sino ad una settimana prima sostenuta senza alternative – portare in porto e con esiti bisogna dire apprezzabili la formazione di una compagine che non concede certo a Berlusconi più di quanto era politicamente lecito ad una forza che di certo le elezioni le ha perse;ed un bel più del Pd,non in sintonia col Paese.

NAPOLI  PALERMO/DESTINI INCROCIATI(ALMENO NEL CAOS  RIFIUTI) TRA L’EX CAPITALE  E L’ALTRA METROPOLI  DEL SUD

Roma,28/05/13 – (Aps)  -  La spazzatura è un   problema nazionale ancora molto controverso che, tuttavia ,mentre al Nord sembra di più probabile soluzione ,al Sud è sempre a livelli di  emergenza.Ad una tale emergenza, appena  alcuni giorni fà , è stata sottoposta Palermo le cui già scarse condizioni di igiene ambientale sono state ancor  più aggravate da uno sciopero dei dipendenti della società AMIA,l’azienda incaricata della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani, dichiarata fallita dal tribunale locale  perché travolta da una crisi senza precedenti  che mette a rischio  posti di lavoro. Cumuli di spazzatura per le strade non solo del centro  ma anche della periferia,cassonetti rovesciati con blocchi del traffico e disagi per la popolazione , costretta a respirare  esalazioni  e fumi velenosi degli incendi. Palermo come a Napoli - dove esiste l’ASIA,una azienda omologa all’AMIA - si renderebbe necessaria sia una  raccolta differenziata superiore sia la installazione di un termovalorizzatore moderno ed efficace immune da nocive conseguenze sulla salute della cittadinanza. In Sicilia  non  sj dispone di discariche sufficienti ad accogliere tutto il pattume regionale   e la  ipotesi di un impianto di incenerimento  trova ,come in Campania, non poche ostilità alla sua realizzazione.Si dice che l’AMIA,  interamente partecipata dal Comune di Palermo  ma  gestita da commissari,avrebbe accumulato negli ultimi 3 anni  90 milioni di euro di debito che il sindaco Orlando attribuisce in parte alla suddetta cattiva gestione ed in parte a varie ruberie dimostrabili, a suo avviso,anche da procedimenti penali in corso. Anche su Napoli  che  ha appena raggiunto una  raccolta differenziata del 22% ,meno della percentuale prevista  dalla legge 123/2008(35% nel 2010 e 50% nel 2011) ,incombe il rischio del commissariamento.  Napoli,inoltre, è nel mirino della Commissione europea  che minaccia il deferimento della Campania alla Corte Ue  ed una forte penalizzazione  per  i  ritardi nel completamento  del ciclo integrato di smaltimento dei rifiuti. Il sindaco della città ,De Magistris,non demorde . Ha sempre escluso e continua ad opporsi all’installazione nell’ambito comunale di un  termovalorizzatore.Si dice che  la sua  preclusione  incide sui napoletani sia in termini di  tasse-i napoletani pagano la più alta tassa della spazzatura in Italia- sia in termini  di efficienza del servizio di nettezza urbana, ostacolata per la verità anche dalla camorra.Si calcola,infatti,che i  costi che il Comune  sostiene  per l’imbarco della spazzatura su navi ed  il  suo trasferimento all’estero,ammonta  ogni anno a 108 milioni di euro, 180 euro a tonnellata, più di quanto viene a costare una tonnellata bruciata nel termovalorizzatore di Acerra.

 

domenica 21 aprile 2013

"NAPOLITANO BIS" COM'ERA NEGLI AUSPICI DELL'OPINIONE PUBBLICA MA ANCHE COME FRUTTO DELLO STALLO POLITICO/PD ALLO SBANDO,LE DIMISSIONI DI BERSANI


APS- Anno XVIII ( nuova serie ) – n° 626 di sabato 20 aprile 2013

IL“NAPOLITANO BIS” DOPO IL FLOP DEL PD NELLE VOTAZIONI  DI MARINI PRIMA DI PRODI POI/DIMISSIONI DI BERSANI /PD PARTITO ALLO SBANDO:LE AUTOANALISI

Roma,20/04/13 –(Aps) – Sei votazioni per eleggere –confermare nel caso nostro – l’inquilino del Quirinale non sono certo un enormità se confrontate con i precedenti che annoverano parecchi record di durata.Ed invece questa volta è sembrato proprio così.Ma  perché i fisiologici indugi di queste votazioni nascondevano più seri ed inquietanti segnali della crisi sistemica della politica che quasi per paradosso ha colpito maggiormente e più a fondo proprio quel partito della sinistra riformista – o socialdemocratico – che era sembrato volersi muovere in sintonia con i segni, le volontà di novità e di cambiamento,di  porsi al ritmo ed ai moduli dei tempi.Proprio il Partito erede di una tradizione consolidata di promozione umana,sociale,culturale,all’indirizzo delle giovani generazioni,dei meno protetti,degli ultimi.Un Partito,il Pd, uscito anch’esso malconcio dalle urne, per effetto dell’ondata populistica dell’antipolitica da cui era stato evidentemente eroso,raccogliendo alle politiche di fine febbraio, una percentuale di voti nettamente inferiore a quella preventivata.tanto da essere il primo partito,si,ma di non essere il vincitore vero della gara elettorale,se non per aver potuto guadagnare il cospicuo premio elettorale in numero di seggi alla Camera,con la maggioranza assoluta dei voti,e soltanto con quella relativa al Senato,sempre in base alla “benemerita” legge del medico-dentista Calderoli della Lega di Bossi Della quale legge – occorre dire – non c’è.stata la volontà di disfarsi da parte di nessuno dei partiti.
Ora la crisi del Pd che ha subìto,come si sa, in questi giorni l’onta di veder azzoppati,e per un centinaio di voti, dal “fuoco amico” nel  segreto dell’urna a Montecitorio due suoi candidati, di primissimo piano - quali Marini e Prodi,entrambi promotori dell’Ulivo e quindi dell’attuale Pd – è gravissima ed ha prodotto un autentico sisma nel Partito,a cominciare dalle dimissioni di Bersani e di tutto il vertice di via del Nazzareno.Il Pd appare seriamente ferito da queste vicende quirinalizie  che sono evidentemente la spia di ben altro malessere che lo affligge e su cui da subito è necessario interrogarsi ed a fondo..
Nonostante il rinnovo del mandato presidenziale di Giorgio Napolitano corisponda alle aspettative ed agli auspici espressi nell’immediata vigilia da buona parte del mondo politico e dei più avveduti circoli giornalistici, per l’apprezzata opera,sul piano interno come su quello internazionale che il Quirinale ha saputo portare avanti con raro equilibrio e competenza in questi ultimi difficili  anni che stiamo ancora attraversando,l’agenda politica italiana resta oltremodo pesante e complicata.In primis, la perdurante insidia populistica dei grillini che continua a scuotere demagogicamente la piazza,portando anche in Parlamento questa sua testimonianza “muta”,politicamente indecifrabile.Poi l’inaffidabilità della Destra populista di Berlusconi – che ha preso oggi partito dall’esito delle votazioni quirinalizie(frutto anche della sua incapacità politica) e dai seri “infortuni” occorsi in casa Pd per riprendere maramaldescamente fiato e tornare a risibili perfomance con la complicità di conduttori amici nel servizio pubblico Tv. Al di là della non giustificata euforìa di queste ore,essa resta l’ostacolo più serio sulla via di quel “cambiamento” necessario nel respiro democratico del Paese e che sarà difficile rinviare.Sul piano delle riforme istituzionali ,dell’etica pubblica,ed in tutta la complessa sfera dell’economia reale,della ripresa,dell’occupazione,della crisi che morde ancora pesantemente sulle famiglie italiane.   
 

 

IL DISINVOLTO  USO  DELLA “VERSAILLES  ITALIANA” A CASERTA  E DEL PALAZZO REALE A NAPOLI

 Roma,20/04/13 – (Aps) - Sconcertanti episodi  di malcostume e degrado si sono di recente verificati a Napoli e Caserta. Come anche fotograficamente documentato,a Caserta gruppi di imperterriti balordi sguazzano nelle  acque  delle colorate vasche sottostanti le cascate del parco delle reggia che  Carlo di Borbone fece costruire per celebrare i fasti del  suo regno.Le cascate, note in tutto il mondo,progettate da Luigi Vanvitelli e successivamente realizzate  da suo figlio Carlo e da altri famosi architetti e scultori, sono sormontate da gruppi di statue e scene mitologiche di valore artistico incommensurabile. All’indignazione  per l’oltraggio alla storia,all’arte e alla cultura,   si aggiunge  lo sconforto nel constatare-dalla suddetta documentazione- che degli intrusi possano  liberamente immergersi nell’acqua sgorgante dalle fontane di un complesso architettonico  che ,per la sua importanza e  la sua bellezza ,è definito la Versailles d’Italia. Non sono  meno sconsolanti, rispetto alle condizioni  di incuria in cui  ci è apparsa  dalle  suddette immagini la reggia di Caserta,quelle relative al palazzo reale di Napoli-una volta centro del potere e di relazioni della capitale del Mezzogiorno- in cui ci è stato dato di rilevare un analogo oltraggio rappresentato dalla circolazione e dal parcheggio,tra i viali e le ampie aree interne  all’edificio, di auto e motoscooters  non solo di dipendenti della Soprintendenza che ivi ha sede  ma anche di cittadini comuni  che vi entrano ed escono a piacimento, in barba  a norme e divieti. Residenza prima dei vicerè spagnoli ed austriaci e poi ,con l’avvento del regno  indipendente di Napoli di Carlo di Borbone, per oltre un secolo della sua famiglia,il palazzo - ampliato e restaurato  nel 700 dallo stesso Luigi Vanvitelli  e poi da altri  architetti - è assurto al rango di uno tra i più notevoli e maestosi  edifici di quel secolo. Si spera che, nell’uno e nell’altro caso,così come per beni che fanno parte del patrimonio dell’umanità, i poteri pubblici  e le Soprintendenze vogliano porvi al più presto rimedio con tempestivi ed efficaci interventi diretti alla loro tutela.   

 

venerdì 12 aprile 2013

VERSO LA STRETTA FINALE LA PARTITA QUIRINALE E PALAZZO CHIGI/TRA ROSA DI NOMI E NOMI COPERTI PER IL COLLE LA CHIAVE DELLA SOLUZIONE


APS – Anno XVIII (nuova serie) – n°625 di venerdì 12 aprile 2013

QUIRINALE E PALAZZO CHIGI/ DUE PARTITE APERTE PER L’AVVIO DI UNA
DIFFICILE E FORSE ANCHE BREVE LEGISLATURA/PER IL COLLE ROSA DI NOMI E NOMI “COPERTI”

Roma,12/04/13 – (Aps) –A sei giorni dalla prima chiama a Montecitorio per l’elezione del Presidente,il passare delle settimane fa apparire sempre più intrecciate tra di loro le due questioni che marcano questo difficile inizio di legislatura:formazione del nuovo governo ed elezione del successore di Giorgio Napolitano che scadrà irrevocabilmente dal suo mandato tra poco più di un mese,il prossimo 15 maggio.
Si è detto già ampiamente dell’iter faticoso di Pierluigi Bersani nel tentativo infruttoso di portare  a termine il mandato condizionato conferitogli – nella sua veste di Leader della coalizione di sinistra,” arrivata prima ma non vincente” al traguardo numerico fissato dalle urne - dal Capo dello Stato e della necessità non del tutto compresa, da parte di quest’ultimo di interporre una “pausa di riflessione”,in vista dell’incombenza dell’altra scadenza del rinnovo del massimo vertice istituzionale della Repubblica.Soprattutto nella prospettiva di poter mettere la ingrovigliata matassa della formazione del Governo nelle mani del nuovo Capo dello Stato che potrà disporre del fondamentale potere di scioglimento delle Camere nel caso quella matassa si confermasse davvero inestricabile.
Ugualmente pleonastico,perché ampiamente già note,ripetere quì le ragioni di questo serio impasse a sua complicato poi dall’ingorgo istituzionale venutosi a creare:formazione del Governo ed elezione del Capo dello Stato.In presenza – questo il nodo saliente della situazione,appunto già conosciuta – di tre forze politiche che grosso modo si equivagono,punto o frazioni in più od in meno;con la coalizione di centrosinistra avanti alle altre due(il Cavaliere e l’ex-comico Grillo),tanto da guadagnarsi il premio di maggioranza alla Camera che le conferisce la maggioranza assoluta dei seggi a Montecitorio;soltatnto con la maggioranza relativa al Senato.E sta tutto quì il busillis ,perché Bersani ed il Pd devono trovare un sostegno a Palazzo Madama se vogliono tentare la carta di quel Governo di “univoca vocazione” da essi ispirato,e senza venire a patti inquinanti con altre forze tra cui sinora,ed era prevedibile,non v’è stato un dialogo per pregiudiziali e veti che s’incrociano.Per compiutezza di analisi occorre soltanto solo aggiungere che se nei confronti del Movimento 5S v’è stato da parte di Bersani un largo quanto inutile tentativo di recupero,verso Il Cavaliere ed il Pdl sono stati elevati dalla Sinistra sbarramenti che appaiono certamente comprensibili alla luce di quel che ha significato in questi lunghi anni passati,quasi un ventennio,i postulati,le parole d’ordine.le linee d’azione soprattutto di un movimento populistico e padronale quale è quello di Berlusconi,avventuratosi non di rado sull’infido terreno della legislazione ad personam.
Ed è questo il discrimine che ha reso e rende difficile (lento,ha osservato indispettito qualcuno) – dinanzi ai due impegnativi passaggi di inizio Legislatura – quelle soluzioni che contengano in se il senso ed i valori di equilibrio e di garanzia,a beneficio non di qualcuno,bensì del Paese,di quelle vaste fasce sociali che più soffrono la crisi.A beneficio della Costituzione e dei suoi principì fondanti che non possono essere smentiti all’avvio di quella che dovrebbe battezzarsi III Repubblica

INIZIATO SUL PD Il FALSO TORMENTONE SCISSIONE SI O NO/ LA RAGIONE E’ LA FRAMMENTAZIONE DEL VOTO CHE NON HA RISPARMIATO I DEMOCRATS
Roma,12/04/12 – (Aps) –Mentre  dinanzi alle vere implosioni partitiche, quale ad esempio ha rischiato il Pdl prima del “ritorno in campo” del Cavaliere e della sua indubbia “rimonta” elettorale se confrontata alle premesse,per il Pd sono si invece attivati molti osservatori “sensibili” che preconizzano spaccature laceranti,prodromi di scissioni sicure,attribuite generalmente al Sindaco fiorentino Renzi.In questi giorni il coro è stato intonato attorno alla esclusione del predetto dalla delegazione Toscana nel collegio elettorale per il nuovo Capo dello Stato.Quando doveva essere charo a tutti che di nessun sbarramento si è trattato;unicamente bensì dalle strette e rigorose ragioni istituzionali che impongono che i delegati delle Regioni vegano scelti tra i componenti del Consiglio regionale,con il rigido criterio di due a uno tra maggioranza ed opposizione:tutto qui.Achiarire queste regole ci saremmo forse risparmiato,oltretutto  fastidiosi inutili inguettìì.Del solito Gasparri,per esempio.

DOMANI REFERENDUM A TARANTO SUL POLO SIDERURGICO
Roma,12/04/13 – (Aps) -Nata nel 1961, l’Ilva di Taranto - trai più grandi stabilimenti siderurgici d’Europa , che aveva acceso le speranze sui destini,sullo sviluppo del Mezzogiorno- dopo alterne vicende, nel 1992  chiudeva i battenti : l’Italsider con tuttii suoi circa 7mila cassintegrati.Tre anni dopo,con la crisi dell’industria dell’acciaio, lo Stato decideva di disfarsi  dell’llva.Lo stabilimento veniva acquistato  dalla famiglia Riva  ma senza che i nuovi proprietari fornissero fondate garanzie sulla tutela e bonifica del territorio e della salute dei cittadini.Oggi a distanza di anni,quando il discorso sul Mezzogiorno è diventato sempre più negletto ,con gli sviluppi negativi delle problematiche del sito siderurgico ( circa ventimila gli addetti coinvolti nel ciclo lavorativo),ascese ad oggetto di una complessa inchiesta giudiziaria – ancora oggi menzionata alla riunione straordinaria della Corte Costituzionale - i tarantini hanno dato forza alla loro protesta, preoccupati per la salute e l’occupazione.Un  referendum consultivo è in programma per domani sabato.dove i temi ambiente- salute – occupazione dovrebbero trovare un non facile terreno di conciliazione. 

venerdì 5 aprile 2013

UNA PAUSA DI RIFLESSIONE PER USCIRE DALLO STALLO DEL QUADRO POLITICO


APS 624 – Anno XVIII ( nuova serie )- n°624 di venerdì 5 aprile 2013

NEBBIE SULLA “PAUSA DI RIFLESSIONE”/ LO STALLO DEL QUADRO POLITICO  

Roma,05/04/13 – (Aps) – Ad una settimana piena dalla salita al Colle di Pierluigi Bersani,per informare il Capo dello Stato del mancato raggiungimento dell’obbiettivo di  
coagulare uno spettro di risposte ed una base di sostegno al suo programma,il quadro politico del dopo voto resta fermo a sette giorni fà.Con in più solo un parziale diradamento delle nebbie che avevano circondato il passaggio immediatamente successivo cui ha dato vita Napolitano.Una pausa sostanzialmente,dopo il negativo avvio delle consultazioni dei partiti cui aveva dato il suggello, ugualmente sconsolante,il Segretario del Pd –maggiore forza in Parlamento – con la sua ricognizione da Premier con incarico condizionato di formare un governo di inizio legislatura.Una pausa che faceva perno sulla costituzione di due gruppi di “saggi” esponenti qualificati ed esperti riconosciuti nelle materie facenti oggetto dei due gruppi:rispettivamente,per le riforme politico-istituzionali,ivi compresa una nuova legge elettorale in sostituzione del deprecato e paralizzante “Porcellum”;per la materia economico-sociale,vale a dire le misure urgenti e quelle di medio periodo per allentare la grave crisi che che insiste sul nostro apparato produttiva e sulla vita delle famiglie,dei lavoratori,dei giovani come dei pensionati.La messa a punto del Capo dello Stato di quasi una settimana fa,conteneva altri due punti chiave.Smentiva le voci che si erano diffuse,di un possibile abbandono anticipato della Presidenza.Sottolineava in qualche maniera la normalità dei dei tempi non brevi per la formazione del nuovo Governo,chiariva che l’Italia non era priva di guida in quanto il governo tecnico di Monti,seppur dimissionario,era in carica per il disbrigo degli affari correnti,oltre che per provvedimenti urgenti che si rendessero necessari,sul piano interno come su quello europeo e comunitario. Aggiungendo che la imminente elezione di un nuovo Capo delle Stato,nella pienezza dei suoi poteri(compreso eventualmernte lo scioglimento delle Camere) spianava la strada alla soluzione dell’attuale stallo politico.
Insomma le nebbie intorno a questa “pausa” imposta dal Colle erano soltanto parzialmente eleminate,perché rimanevano in piedi,assieme a tutti i dubbi sul come sciogliere la matassa dei veti incrociatii – il Pd, no a larghe intese o patti diretti col Pdl,che invece erano richiesti con insistenza dai “berluscones” assieme alle garanzie sulla nuova figura di Capo dello Stato,il M5S che semplicemente si tira fuori partita – sinanco interrogativi sulla sorte dell’incarico a Bersani,mai formalmente rimesso.A movimentare il quadro in questi ultimi giorni, la rivivescenza delle velleità del Sindaco fiorentino Matteo Renzi,tornato in campo,ed “a gamba tesa”,riproponendo una tesi che si riteneva esclusiva del Cavaliere:larghe intese o ritorno voto! Che è una bella ciliegina sulla torta del Pd.          

 

SCENARI DELLA CRISI ITALIANA, E NON SOLO / IL MEZZOGIORNO ANCORA IN BELLA EVIDENZA

Roma,05/04/13 – (Aps) - Non siamo più ai primi anni del 900 o dell’immediato dopoguerra,gli anni delle maggiori ondate emigratorie, dei tanti che in mancanza di lavoro  e di risorse  lasciavano l’Italia per l’estero, o il sud per il nord del paese alla ricerca di migliori condizioni di vita .  I tempi  sono fortunatamente molto cambiati. Il progresso ha fatto passi da gigante ;ciò nonpertanto  ci ritroviamo nel pieno di una crisi profonda, di una feroce recessione che ci fa temere  per i vantaggi  acquisiti  e, almeno per ora, non ci sono né si vedono  a breve segni di soluzione.Anche se a febbraio scorso, secondo le più recenti  stime forniteci dall’Istat, il tasso di  disoccupazione sembra in calo- dall’11,7% di gennaio  è passato all’ 11,06%-siamo sempre di fronte ad un aumento di 1,5 punti in percentuale dei valori rilevati nello stesso periodo l’anno scorso.

Nel suo complesso la disoccupazione-uomini e donne-sfiora i 3 milioni. 647 mila sono i giovani senza lavoro, la maggioranza dei quali- prevalentemente meridionali-si dichiara  pronta anche ad emigrare mentre un  25% afferma di essere   disposto ad accettare un lavoro anche  con  paga ridotta. 

In linea tendenziale gli scenari  di  Prometeia e Union Camere vanno ancora più avanti ed , almeno per quest’anno, non  ci lasciano  grandi speranze; anzi,secondo le loro previsioni,  la recessione non sembra destinata ad arretrare. Rilevano che difficoltà di ripresa  si avranno su tutto il territorio nazionale  anche se con qualche leggera flessione al nord ed al centro  mentre, purtroppo, con  nuove pesanti ripercussioni  sull’ormai  cronico divario nord-sud.Nel Mezzogiorno e nelle isole,infatti,sempre secondo i suddetti “scenari”,il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 17,9%,ossia 6,5 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale che si ritiene possa fermarsi all’11,4%.In testa alla classifica delle regioni  sulle quali la crisi si farà maggiormente sentire c’è la Calabria per la quale  nel 2013 si prevede un tasso di disoccupazione che raggiungerà il 20,6%.In ordine decrescente  seguono la Sicilia con il 19,6%,la Campania con il 19,3%,la Sardegna con il 17%,laPuglia  con il 16,1% ,ed infine la Basilicata con il 15,6%.

In questo quadro desolante non mancano,tuttavia, aree relativamente  virtuose.Tra queste c’è il Trentino Alto Adige.