venerdì 11 luglio 2014

E LA NAVE DELLE RIFORME FINALMENTE VA/DA LUNEDI AL VOTO A PALAZZO MADAMA IL NUOVO SENATO NON ELETTIVO,CON COMPETENZE SPECIFICHE,COMPOSTO DI SOLI 100 MEMBRI

APS - Anno XIX ( nuova serie ) - n°680 di venerdì 11 luglio 2014 E LA NAVE DELLE RIFORME FINALMENTE VA / L’OTTIMISMO DI RENZI :OBBLIGATORIO CONDIVIDERLO/TROPPO ALTA LA POSTA IN GIOCO Roma,11/07/14 - (Aps)- Fuori da ogni enfasi eccessiva,siamo forse veramente alla svolta del corso politico italiano.Una vera "rivoluzione" materializzatasi in poco più di sei mesi - dall'arrivo trionfale,attraverso il voto quasi plebiscitario delle primarie del Pd,di Matteo Renzi prima alla Segreteria del Partito,poi a Palazzo Chigi con un ubriacante “uno-due” giocato – non senza qualche trauma nel Pd – ai danni di Enrico Letta ,Presidente del Consiglio in carica, e tuttavia “sfiduciato” quasi all’unanimità dalla Direzione nazionale al Nazzareno.Da quel momento partiva il tambureggiante arricchimento di punti ed obbiettivi dell’iniziativa riformista del nuovo Governo Renzi, che sul piano interno andava dalla legge elettorale alle modifiche costituzionali del Senato ( l’argomento di questa settimana che sta per iniziare a Palazzo Madama in una atmosfera di suspence che dovrebbe invece sciogliersi,secondo le previsioni più attendibili,in un positivo risultato per la maggioranza ),alla riforma del Titolo V della Costituzione,vale a dire una redifinizione delle autonomie locali.Questo sul piano interno,come si diceva,poiché su quello europeo-comunitario,la partita è parimenti impegnativa per il maggior peso che il voto per Parlamento di Strasburgo ha conferito al Governo italiano,ed al Partito democratico che attualmente è trai socialdemocratici il partito più votato.E siamo infine all’inizio del semestre di Presidenza italiana del Consiglio ministeriale della Ue,dove con l’avvio della nuova legislatura sono venuti al pettine i nodi non rinviabili della flessibilità nell’attuazione delle norme del cosiddetto Patto di Stabilità.Secondo la tesi sostenuta con forza da Renzi e dal Pd col sostegno degli altri principali partiti socialisti ( francesi ed anche tedeschi,etc.)le regole della flessibilità devono intrecciarsi con il programma di riforme attuate in Paesi come il nostro impegnato in maniera decisa su questo terreno,sul quale soltanto si potrà uscire presto e bene dalla crisi non solo economica ma anche di quella dei conti pubblici.che ci portiamo dietro da qualche lustro. La posta in gioco è pertanto molto alta ed è la ragione per la quale condividere l’ottimismo del Presidente del Consiglio sull’esito anche di questi primi più travagliati passaggi – come al Senato sulla riforma di quella Assemblea legislativa – appare obbligatorio..Perchè,passo dopo passo ma a ritmo accelerato occorre completare il disegno di questa non piccola rivoluzione che si vuole portare a compimento nel nostro Paese ,”distratto” per troppi lustri da molte anomalie:che ora abbiamo il dovere di correggere. CORTE DEI CONTI / 26 MILIARDI L’ANNO IL COSTO PER L’ERARIO DELLE COSIDDETTE “PARTECIPATE” DELLO STATO E DEGLI ENTI LOCALI Roma,11/07/14 – (Aps) – Come riportato dal quotidiano dem EUROPA,che si riferisce ad una annotazione del Supremo Tribunale Amministrativo,c’è “una miriade di società che sono costate lo scorso anno solo alle casse dello Stato 26 miliardi. Sono le partecipate pubbliche, imprese di un mondo ancora poco conosciuto e poco trasparente e che necessita al più presto di "un disegno di ristrutturazione organico e complessivo". E' la sollecitazione che arriva dalle Corte dei Conti.Nell'ultima rilevazione della Corte le partecipate sono in tutto circa 7.500: 50 dallo Stato e 5.258 dagli enti locali cui si sommano altri 2.214 organismi di varia natura (consorzi, fondazioni ecc...). Il numero è però "variabile, in quanto le società sono soggette a frequenti modifiche dell'assetto societario".Per il loro peso finanziario e per la dimensione economica, gli enti partecipati - sottolinea il procuratore generale Salvatore Nottola nel suo giudizio sul rendiconto generale dello Stato - "hanno un forte impatto sui conti pubblici, sui quali si ripercuotono i risultati della gestione, quando i costi non gravano sulla collettività, attraverso i meccanismi tariffari".Il movimento finanziario indotto dalle società partecipate dallo Stato, costituito dai pagamenti a qualsiasi titolo erogati dai Ministeri nei loro confronti ammontava a 30,55 miliardi nel 2011, 26,11 miliardi nel 2012 e 25,93 nel 2013; il "peso" delle società strumentali sul bilancio dei Ministeri è stato di 785,9 milioni nel 2011, 844,61 milioni nel 2012 e 574,91 milioni nel 2013. DOPO IL TONFO DI SEL / MA ESISTONO ANCORA RAGIONI PER UNA SINISTRA RADICALE ? Roma,11/07/14 – (Aps) – “La parola che nessuno osa pronunciare è scissione – scrive sempre EUROPA a proposito del disfacimento del ressemblemant di Sel - ma di fatto con già 12 addii al Gruppo Il partito di Vendola sembra giunto al capolinea.C’era una volta la cosiddetta sinistra radicale che usava ancora la parola “compagno”,che alle foto di Berlinguer affiancava quelle del Che e di Fidel,che credeva ancora nello «sventolio delle belle bandiere». C’era una volta Sel, l’ultima declinazione di questo modo più minoritario – di leggere il mondo e la politica. E non sappiamo se domani ci sarà ancora.Sel,collante di una federazione di piccole sigle che di fatto non si sono mai realmente fuse, gestita da piccoli baronati territoriali,ma con un consenso decisamente più “di nicchia” e tenuto a galla dal poetico carisma di Nichi Vendola, a cui deve quel minimo consenso d’opinione che ne ha scongiurato fino ad oggi la definitiva estinzione.Insomma un progetto mai decollato per diversi motivi: l’ostinato rifiuto di stare al passo con i tempi,errori strategici commessi negli anni,o ultimo della lista Tsipras,aggravato dalla complice scorrettezza di Barbara Spinelli.C’era una volta la sinistra radicale e non sappiamo se domani ci sarà.È il caso di dire, ancora.” 

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