sabato 15 marzo 2014

ACCOLTA CON FIDUCIA ED INTERESSE LA"SVOLTA BUONA" DI RENZI/I DUBBI SULLE COPERTURE FANNO PARTE DELL'ANTICO "TIRO AL PICCIONE"





APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°664 di venerdì 14 marzo 2014


LA “SVOLTA BUONA” DI RENZI ACCOLTA CON FIDUCIA ED INTERESSE/I DUBBI SULLE COPERTURE FANNO PARTE DELL’ANTICO “TIRO AL PICCIONE”
Roma,14/03/14 – (Aps) – Delle performance di Matteo Renzi nella conferenza stampa a Palazzo Chigi di ieri l’altro,sulle decisioni che il governo si prepara a varare,si è detto già sufficientemente;come dei due elementi che hanno caratterizzato questa prima uscita di Renzi da Presidente del Consiglio.La portata dei provvedimenti ed il loro indirizzo sono chiaramente il primo di tali elementi:sono piaciuti subito alla sinistra, senza dispiacere – e non poteva essere diversamente – alle altre parti politiche,soprattutto dal Centrodestra in giù, ammesso che abbiano ancora la capacità e la coscienza a posto per poter dare consigli, indicazioni dinanzi alla gravità e complessità della crisi che tuttora morde il nostro Paese.L’altro elemento – è la stessa conferenza stampa del Capo del Governo trasformata presto in un rutilante show, quasi fuochi d’artificio, con supporfti grafici,quali slides  sui singoli punti illustrati,gestiti con naturale istintiva sapienza,con grande talento comunicativo e simpatia che ha coinvolto la platea dei numerosissimi giornalisti presenti.Lo spettacolo – se così si può dire senza ovviamente alcunchè di offensivo verso il personaggio – ha avuto una replica l’ndomani con l’intervento a “Porta a Porta” ,dove al conduttore Bruno Vespa non deve essere sembrato vero di aver trovato in un così autorevole personaggio la sponda giusta, quasi confidenziale, nella gestione del suo “format” televisivo che, caduto ai minimi termini negli ascolti,ha ritrovato ieri sera un nuovo insperato exploit,per merito appunto di Matteo Renzi.Per il neoPresidente del Consiglio un nuovo pieno successo mediatico assicurato.
Ma al di là di questi  ottimi risultati di comunicazione,i riflettori dell’opinione pubblica,degli osservatori,della stampa,e all’interno dello stesso Pd – dove,come si è già avuto modo di annotare,sembravano tutt’altro che spenti malumori e mugugni specie sulla vexata quaestio della legge elettorale appena varata a Montecitorio nella stessa giornata di mercoledì – tutto di mercoledì – gli interventi annunciati dagli sgravi Irpef per la fasce più basse di reddito(10 miliardi per 10 milioni di italiani),la riduzione dell’Irap assieme ad altre significative riduzione degli oneri sulle imprese(bolletta energetica e così via).Nel campo del lavoro,quali stralci dal più generale “Job Act”, le misure di flessibilità per agevolare l’entrata a beneficio dei giovani soprattutto hanno lasciato una favorevole impressione.Senza addentrarsi nell’elenco dei provvedimenti annunciati,è stata presentata anche una previsione  delle coperture finanziarie dei costi,nella quale sono convogliati gli esiti di più rapidi ed incisivi interventi della spending review,come i minori interessi del debito pubblico, per effetto del calo,si spera progressivo, del famigerato spread.Oltre alle coperture per complessivi 68 miliardi di debiti della P.A.verso le imprese private.E’ questa la parte –quantificazione finanziaria e coperture-su cui si sono però appuntate le principali riserve e i dubbi di quanti – come ha detto esplicitamente il Premier – “gufano” contro,e stanno aspettando che “l’acrobata cada dal filo” Questo non toglie che l’aspettativa nel Paese sia generalmente  fiduciosa e positiva,coinvolgendo significativamente i settori produttivi ed anche del sindacato che in definitiva riconoscono l’ispirazione “di sinistra” del programma annunciato  da Matteo Renzi.Anche se tendono a riprendere vigore polemiche e contrasti da parte della Cgil che batte principalmente il tasto dei pericoli di nuove precarietà annidate nella regolamentazione dei contratti a tempo determinato.Vedremo presto se questi motivi di dubbio e di preoccupazione potranno essere superati.

CAMBIA LINEAMENTI IL QUADRO POLITICO CON L’AVVIO DELL’ERA RENZI ?
   
Roma,14/03/14 –(Aps) – Con l’approvazione a Montecitorio dell’Italicum che allo stato regolerebbe soltanto le elezioni per Camera – in senso stretto, il condizionale è d’obbligo perché,fino a quando non verrà varata la cessazione del Senato nelle sue attuali funzioni, come altro ramo di un bicameralismo di cui viene invocata la fine,sarebbe pleonasrtico dire che nuove regole possano valere anche per la Camera Alta – e con il primo impegnativo impatto del Gabinetto Renzi con le “incombenze” di governo ( di cui si parla sopra ) il quadro politico appare in significativo movimento.Siamo dinanzi ad un trentativo di correggere il ritratto di sostanziale impotenza uscito dalle urne nel febbraio dello scorso anno,recuperato da un tentativo di emergenza – le larghe intese – sostenuto dal rieletto Capo dello Stato,Napolitano,ma presto naufragato per effetto dell’intreccio tra le vicende giudiziarie di Berlusconi e la sua assurda rivendicazione di “impunità”.Ci sono state le primarie “pro Renzi” nel Pd,il patto delle riforme con Berlusconi “pregiudicato”(con tutti i mal di pancia creati nel Pd stesso),l’ascesa a Palazzo Chigi del Sindaco di Firenze ed è iniziato il nuovo tratto della traversata.L’accordo,in termini statici,di suddetto patto sia pure a fatica ha retto ancora,ma sono evidenti i segni di insofferenza che crescono ad Arcore (o Palazzo Grazioli) di un Cavaliere inedebolito politicamente(malgrado i sondaggi  mantegano ancora in vita Forza Italia) e che tuttora reclama,con il suo inner circle,la propria candidabilità alle europee di maggio,contro tutti i dispositivi di legge e la logica che la escludono.Ancora non abbandonato mediaticamente si insiste nel paragonare il carisma del vecchio leader della Destra con quello del giovane Premier e Leader del Pd, che viceversa non sono confrontabili per diversità di ispirazione e di “predica” politica.La guerra di posizione trai due schieramenti di centroDestra(Berlusconi contro Alfano e viceversa) pesano in maniera fastidiosa nella nuova dialettica politica che sembra prender corpo.Essa si sviluppa attraverso vecchi e logori spot propagandistici propri alla Destra.Un peso non indifferente,specie per quanto riguarda il Ncd che Renzi si è dovuto caricare sulle spalle del suo governo e della coalizione di governo.Proprio mentre per molti segni la partita politica sembrerebbe star cambiando.E speriamo davvero

domenica 9 marzo 2014

RENZI,LE RIFORME,IL PROGRAMMA DI GOVERNO/LA L:ELETTORALE AL GIRO DI BOA A MONTECITORIO:REALISMI INTEMPESTIVI ?







APS – Anno XIX ( nuova serie ) n°663 di sabato 8 marzo 2014



RENZI,IL PROGRAMMA,LE RIFORME/AL GIRO DI BOA DI MONTECITORIO LA L.ELETTORALE:UN  REALISMO INTEMPESTIVO ?


Roma,08/03/14 –(Aps) – Mentre pare registrarsi una nuova preoccupante impennata in questi giorni dei casi di violenza sulle donne,con relativi femminicidi,la coincidenza tra la Festa dell’8 marzo  e la salita di tono delle polemiche sulla cosiddetta “parità di genere” nella nuova legge elettorale in discussione a Montecitorio (conl’approvazione slittata alla prossima settimana,forse martedì) getta ulteriore luce sulle criticità dell’importante riforma.Essa  resta d’altronde,il cuore dell’offensiva di Matteo Renzi, ora asceso alle stanze dei bottoni,a Palazzo Chigi,nella sua strategia annunciata  di cambiare verso al Paese.Crediamo,e speriamo,che l’istanza “paritaria” – sostenuta anche da uno specifico documento-appello - firmato trasversalmente da 90 esponenti parlamentari,in prevalenza Pd e Forza Italia,ma con la presenza di tutti gruppi minori ed anche di opposizione -  sia un buon viatico per l’accoglimento di detta istanza,per piegare le resistenze palesatesi soprattutto nella Destra e che sembrerebbero in via di ammorbidimento.Oltretutto lo scopo è quello di non far scivolare l’Italia nella zona bassa della classifica mondiale,trai paesi più retrogradi e meno aperti ai diritti-doveri delle donne.Una questione di civiltà insomma da affrontare e risolvere non solo nella composizione delle assemblee rappresentative.
Poiché si continua a far notare che è proprio dalle regole istituzionali che può prendere le mosse la rivoluzione del cambiamento che stiamo promettendo agli italiani ancora sotto la pesante sferza della crisi,dell’austerity,della mancata crescita e della disoccupazione.
Tornando al cronoprogramma di Matteo Renzi per la sua azione di governo,le prime due settimane dall’insediamento hanno già portato il giovane Presidente del Consiglio ad un battesimo del fuoco piuttosto severo: sia a Roma che sul piano internazionale,con la pericolosa vertenza russo-ucraina che agita sull’Europa lo spettro di un ritorno,dopo più di un quarto di secolo, alla guerra fredda.Con tutti gli intrecci delle relazioni in campo economico e commerciale che legano,ad esempio,Germania ed anche l’Italia alla Russia di Putin,nonostante le profonde riserve o contrarietà che da parte europea ed oltreatlantico si nutrono verso la Federazione russa e le sue assai incerte regole democrazia e di rispetto dei diritti e delle libertà dei singoli.Decisamente più impegnativo per Renzi ed il suo nuovo governo l’impatto a Bruxelles dove si è di fatto aperta la partita che da parte italiana si intende giocare quale uno dei sei Paesi fondatori e firmatari dei primi trattati della Comunità europea; come seconda nazione manifatturiera del Continente e perciò desideroso di dire la propria parola sulla strategià della Ue, dove ad una rilettura dell’austerity va velocomente affiancato un diverso molto più deciso impulso a sostegno della crescita.
In tale contesto si cala l’imprevisto dimezzamento,solo per la Camera e non anche per il Senato,della attuale stesura del testo di riforma elettorale.La spiegazione che ne è stata data è che - prevedendo il pacchetto delle riforme l’abolizione del Senato ovvero della sua trasformazione in Camera, non elettiva,delle Autonomie e dei poteri locali,con una più limitata e specifica potestà legislativa – sarebbe “realisticamente” risultato pleonastico estendere la validità della legge in approvazione a Montecitorio anche alla attuale Camera Alta.Il che ,come suol dirsi,potrebbe anche starci,se non si conoscessero i ben noti timori del principale, per quanto piccolo, alleato di governo del Pd,il Ncd di Alfano,di essere trascinato al voto anticipato e per questa ragione dar vita ad ogni possibile mossa di contrasto che allontani quanto più possibile la scadenza elettorale politica dove si viene inesorabilmente pesati.Sarebbe già questa una ragione più che legittima,come si è avuto già modo di notare,per accelerare viceversa i tempi di una normativa elettorale maggioritaria che elimini la possibilità di coalizioni poco omogenee di governo.
Un altro elemento che ha pesato sicuramente
 lo spacchettamento Camera/Senato  è stato il clima che si vive nel Pd e nel suo numeroso gruppo della Camera dopo il trauma non del tutto assorbito dello “strappo” a Letta e della ormai famosa staffetta con il Segretario delle primarie,Renzi,passato, con manovra assai veloce nei tempi, dallo sfiduciamento al Letta medesimo all’assunzione dell’incarico di governo.Oltre a ciò, malesseri e mal di pancia che nel Pd forse non sono mai mancati ad iniziare dalla costituzione del partito,probabilmente per una malintesa modalità di amalgama tra le due principali componenti che vi confluirono:ex-Cattolici popolari ed ex-Ds.O forse vale per tutti,anche per democrat,quando non si è votati ma nominati ,l’istinto di conservazione.Quindi allontanare,con i più sofisticati argomenti,il pericolo di una scadenza scadenza più ravvicinata che mette evidentemente tutto in discussione.

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