domenica 6 luglio 2014

ENTRA NEL VIVO IL CONFRONTO A BRUXELLES SULLA FLESSIBILITA'/L'ITALIA RIVENDICA NON SOLO PER SE UNA NUOVA LETTURA DEL PATTO DI STABILITA'

APS – Anno XIX – ( nuova serie ) – n°679 di sabato 5 luglio 2014 ENTRA NEL VIVO IL DIBATTITO IN EUROPA SULLA FLESSIBILITA’/L’ITALIA RIVENDICA NON SOLO PER SE UNA NUOVA LETTURA DEL P.DI STABILITA’ Roma,05/07/14 – (Aps) – L’esordio di Matteo Renzi che guiderà il Consiglio Ministeriale Ue per il semestre italiano nella Ue – avvenuto puntualmente martedì con il suo discorso dinanzi al Parlamento europeo – ha aperto la querelle che pure era stata preventivata che in sede comunitaria è destinata ad ulteriormente svilupparsi in questi mesi tra Paesi del Nord Europa ed attraversando quella che rappresenta il cuore della posizione rigorista sui conti pubblici degli Stati aderenti,vale a dire la Germania della Cancelliera Angela Merkel,e gli altri Paesi che si affacciano sulla sponda sud del Continente.Italia,Francia Spagna che con Grecia,Malta,Portogallo sono un po’ considerati nel Nord del Contiente,la zavorra dell’Europa a 28.Ora però il compito che si sono dati Renzi ed il Governo italiano per il semestre appena inziato è proprio quello di ribaltare una tale impostazione.Meglio il pregiudizio che anima questi governi dell’area più a nord dell’Europa verso i soci europei del fronte meridionale.Di andare cioè ad un impatto anche duro su una pregiudiziale che di fatto rischierebbe di bloccare uno spiraglio di apertura verso quella flessibilità nel rispetto di stabilità che nin può non tenere conto dei costi delle riforme destinate,come dovrebbe essere evidente,a migliorare il quadro delle singole situazopmi degli Stati in maggiore sofferenza e che sono alle prese con encomiabili sforzi per uscire, non solo, dalla crisi economico-finanziaria comune a moliti altri Paesi dell’area euro, ma per igliorare ed ammodernare molti settori dell’apparato della gestione pubblica,per dare nuovo respiro a crescita ed investimenti roduttivi e l’incremento urgente dell’occupazione.Assieme al riordino dei conti pubblici su cui si è già ampiamente lavorato,ed il rientro progressivo dallo squilibrto rapporto Pil/debito pubblico. Siffatto approccio su scala Ue da parte italiana si intende proporre anche nella veste che il nostro Paese ricopre senza dubbi ,di essere uno dei quattro principali Paesi del Vecchio continente che da almeno sessant’anni sono coerentemente impegnati nel sostenere e promuovere il disegno di Unità dell’Europa,assieme alla Gran Bretagna che, anche in ragione della sua tradizionale politica “insulare”, ha accentuato negli ultimi tempi,come stiamo vedendo,la propria presa di distanza dalle altre nazioni europee dell’originario “club” europeista.Ma questo è altro discorso,pur’esso ed impegnativo,che non può essere in questo momento posto sul tavolo della discussione politica a Brxelles, sul futuro comunitario del Continente. In altre parole, se il problema della conciliabilità tra le posizioni rigoriste di una parte degli Stati della Ue – Germania compresa,a parte i buoni “sentimenti”palesati dalla Cancelliera tedesca – e quelle dei Paesi di buona volontà,sulla via concreta delle riforme e del risanamento, esiste realmente,venga allo scoperto a Bruxelles in sede di avvio della nuova legislatura.Se l’Italia ha la forza e la volontà di impostarlo in sede di definizione dei nuovi assetti comunitari,compirà di sicuro un’opera meritoria:non solo per l’Italia ma per il futuro della Ue cui ancora molto cammino resta da compiere verso una vera unità politica.E questo può essere un passaggio decisivo. LA PARTITA DELLE RIFORME ALLO SNODO DECISIVO/DA BERLUSCONI UNA TRAVAGLIATA CONFERMA AL PATTO DEL NAZZARENO MENTRE PROSEGUONO I BRONTOLI'NEL PD.INCALZANO I CINQUE STELLE NELLA LORO TATTICA "COPERTA" DI COLLABORAZIONE. Roma,05/07/14 - (Aps)-E' entrato in una fase decisiva la tormentata vicenda della riforma del Senato -attualmente all'esame della Commissione Affari costituzionali e che dovrebbe affrontare l'aula a partire dalla prossima settimana- con un quadro delle posizioni che appaiono ancora non del tutto delineate.Slva la determinazione del Governo per bocca del Premier e del Ministro dell Riforme Boschi che danno rassicurazioni sul buon esito della vicenda parlamentare del nuovo Senato,a partire da questo primo voto dell'Assemblea.In raltà permangono le perplessità e le remore in alcuni settori della minoranza del Pd,con una più pronunciata opposizione da parte di Chiti,ma soprattutto il leader di FI berlusconi - che non vuole perdere in questo passaggio il ruolo di "padre riformatore" della Repubblica- è chiamato al dificile compito di riassorbire l'ampio fronte di dissidenza che investe proprio il gruppo dei senatori azzurri che contribuiscono a tratteggiare il quadro di confusione che regna,nonostante Berlusconi,trai resti della ex "poderosa armata" azzurra.A tutto ciò s'aggiunge la tattica collaborativa "coperta" (nel senso che resta sempre da individuare il reale obbiettivo di marcia )dei 5S,i quali mandano in avanscoperta il giovanissimo V.Presidente di Montecitorio Di Majo,a perfezionare ma fino ad un certo punto le offerte di collaborazione del Movimento di Grillo verso Matteo Renzi.Eludono tuttavia la risposta alla precisa richiesta del Pd di avere una risposta ,scritta,su ognuno dei dieci punti fissati dalla Segreteria di via del Nazzareno.Un'indecisione che pesa al punto da non fa considerare a tutt'ora confermato l'incontro di lunedì prossimo alle 15.

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