mercoledì 27 marzo 2013

IL DIFFICILE TENTATIVO DI BERSANI/POPULISMI E DEMAGOGIE ALLA PROVA VERITA' DEL CAMBIAMENTO


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n° 623 di sabato 23 marzo 2013
Roma,23/03/13 –(Aps) -  E’ cominciata la navigazione ardimentosa di Pierluigi Bersani che ha ottenuto  da Napolitano  l’incarico – dai costituzionalisti definito”condizionato” – di portare a termine la esplorazione volta a costituire il primo Governo della XVII Legislatura.Soprattutto ad individuare il sostegno parlamentare al suo tentativo.
La particolarità del tentativo del Leader Pd e candidato alla Premiership della coalizione di
centrosinistra “Italia bene comune”,nasce intanto dal fatto che detta coalizione - ed il Pd che la sorregge -  hanno ottenuto, sia pure in misura piuttosto ridotta, il primato tra gli altri partiti e coalizioni.E ciò nonostante le infantili e maldestre manovre di oscuramento di tale inoppugnabile realtà,da parte soprattutto dei vertici delle reclute parlamentari del movimento grillino che hanno evidentemente cercato anche in questa maniera di smaltire la sbornia del risultato elettorale conseguito.Per effetto di questo suo primato il Pd ha potuto conquistare alla Camera la maggioranza assoluta dei seggi,al Senato la maggioranza soltanto relativa,non sufficiente tuttavia da sola a garantire il sostegno,la fiducia alla costituenda compagine governativa cui sta dedicando i suoi sforzi il  Segretario Bersani dopo l’incarico ottenuto dal Capo dello Stato.
Che la situazione fosse difficile – ai fini della formazione di un governo basato su pochi indilazionabili punti in campo economico sociale ed in quello politico-istituzionale  (Legge elettorale,riforma della politica,Senato delle Regioni,anticorruzione,inelleggibiltà,conflitto d’interessi etc ) ma senza larghe intese o patti col Pdl - lo si sapeva già da prima,dai primi risultati del voto, quasi un mese fa.Ma lo sta sperimentando sul campo in questi giorni Bersani,nei primi contatti avviati e dalle bordate che salgono soprattutto dagli spalti grillini.
Bersani vuole tuttavia portare alla prova-verità la sua formula,la “chiamata di responabilità”  a tutte quelle forze,a cominciare dal M5S ( che ha bombardato il popolo della Rete,sul web ma spingendosi poi con successo anche sulle piazze) con le varie declinazioni della parola cambiamento,condendole anche con quelle di protesta e rivolta o giù dicendo verso significati esattamente capovolti.
Ecco,riuscendo a separare populismo ( male piuttosto diffuso alle nostre latitudini),la demagogìa e tutte gli altri spregevoli concetti nel rapporto tra individui,collettività e sue regole di funzionamento, dalle istanze genuine e democratiche del cambiamento,si potrebbe forse portare al successo quella prova verità che Bersani e la Sinistra hanno in mente. 


 
  NAPOLI / DENTRO  LA  CRISI,UNA METROPOLI  AL LIMITE DELLA  VIVIBILITA’

Napoli,23/03/13 – (Aps) -In una Napoli angosciata dal pericolo di dissesto delle casse comunali e  dalla mancanza di iniziative, l’incendio che ha devastato Città della scienza - la Fondazione di divulgazione scientifica sorta sul litorale di Coroglio in un’area prossima alla “Bagnoli Futura”,ente di bonifica e trasformazione urbana -  ha inferto un duro colpo alla immagine della “capitale del Mezzogiorno”:costretta a fare i conti anche con vandalismi e barbarie di matrice camorristica.Il che ha pesanti ricadute sulla suggestione,sul tradizionale valore simbolico della vecchia Capitale mediterranea,oltre che sulla sua provata e debole  economia .Mentre si prolungano le indagini tendenti a scoprire gli autori dell’immane rogo,proprio sul litorale flegreo di Bagnoli-Coroglio,ad  occidente dell’area metropolitana ,la crisi  del paese miete le sue vittime travolgendo anche quella parte più interna e retrostante  del territorio che da Fuorigrotta fino a Pozzuoli  comprende i quartieri di Cavalleggeri Aosta e di Agnano ad essa  funzionalmente collegati.Un’area di grande densità demografica  ma anche di grande interesse  idrogeologico  e di grandi risorse balneari e termali i cui abitanti, dopo la smobilitazione delle  fabbriche e dei grossi impianti dell’Italsider e della Eternit, traggono le loro residue,principali , fonti di sussistenza,  soprattutto dal terziario,da alcune  piccole  attività commerciali od artigianali. Per fortuna  sono ancora  in piedi  ma, in assenza di una loro necessaria  valorizzazione  e di un rilancio, non vivono momenti felici ,oltre alle terme di Agnano , note per la efficacia delle loro cure e  l’ospitalità del loro ambiente naturale , quelle minime ed ultime iniziative autoctone che ancora resistono e sopravvivono  all’immobilismo ed ai ritardi politici ed amministrativi degli enti e delle forze locali.Salvo miracolosi interventi ,il miglioramento delle loro condizioni e lo sviluppo della intera circoscrizione in generale rimane  legato alla conclusione  ed agli effetti  propulsivi dei lavori della Bagnoli futura ,la Società comunale -di cui sopra-incaricata di bonificare i  suoli inquinati ,la spiaggia ed il mare antistante le ex  Italsider ed Eternit, ma ,in attesa  che essa proceda  alla definitiva  bonifica ed alla assegnazione dei   terreni espropriati e si ponga anche mano alla rimozione della colmata ed alla rigenerazione dei fondali , tutto è fermo  ed all’orizzonte non si vedono segni  di recupero di tempi  e di opportunità perdute.Soffrono gli alberghi del circondario per  l’impoverimento della loro  clientela  e sono inattive rispetto alle possibilità di utilizzo buona parte delle attrezzature del territorio. Sono in crisi l’ippodromo di Agnano, tra i maggiori d’ Italia, e vita grama vivono lo zoo ed il parco dei divertimenti di Edenlandia,allocati alle spalle della Mostra d’Oltremare,meta di gite  di intere scolaresche napoletane e campane. Si è giunti all’inverosimile  che gli animali  ospiti dello zoo hanno corso  il rischio di morire d’inedia perché  sono venuti a mancare i soldi per il loro sostentamento;molti  di loro,sono stati (e, forse,lo sono ancora) in lista di trasferimento ed altri sono addirittura in vendita.Il personale che fino ad ora li ha accuditi -circa 70 dipendenti-è stato posto  per tutto il 2013 in cassa  integrazione.La stessa sorte è toccata a rotazione ai dipendenti delle terme di Agnano e ,in seguito al ridimensionamento del suo ruolo e la soppressione di corse di trotto e galoppo, l’Ippodromo da tempo ormai è divenuto un semplice stallaggio.  A rischio,  anche  molti  addetti nel settore  dello sport e del tempo libero. Per Bagnoli futura, nata nel 2002,fino ad ottobre sono stati spesi  per la bonifica  82 milioni soltanto per il  65% del suolo.i lavori vanno molto a rilento,la trasformazione urbana è partita solo nel 2007.Per ora ultimati solo tre progetti:Porta del Parco,Acquario Terme e,già in  disuso, il Parco Sport.
 








  • sabato 9 marzo 2013

    DISSOLVENZE SULLO SCENARIO DEL DOPOVOTO


    APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°621 di venerdì 8 marzo 2013

    DISSOLVENZE SULLO SCENARIO DEL DOPOVOTO/LA PROPOSTA DI GOVERNO DEL PD( SENZA MAGGIORANZA AL SENATO) S’INDIRIZZA AL M5S:DUBBI SUL SI

    LRoma,08/03/13 – (Aps) – Meno di dieci giorni dall’esito del voto politico e sembra già passato un secolo dall’altalena,di speranze,sorprese, sgomenti e delusioni avvicendatesi in quel pomeriggio di lunedì 26 Febbraio.Quando la scena politica italiana si tingeva ancora di nuove tinte,mai sperimentate in quelle proporzioni e sino a quel momento,anche se non erano mancate consistenti avvisaglie di pericolo,per finire col voto regionale siciliano,e non solo,dello scorso autunno.
    Parliamo del voto di Grillo che ha rivoluzionato la geografia elettorale – e parlamentare – del nostro Paese,facendo in pratica del Movimento 5S uno dei tre maggiori partiti,affian= candolo a Pd e Pdl.Parliamo ovviamente anche della incredibile rimonta “azzurra”, frutto - bisogna dirlo nel bene o nel male, ed a nostro parere decisamente nel male – dell’impegno personale,dell’affondo oltre ogni ragionevole previsione, del Cavaliere riuscito a limitare i danni per le percentuali di un Pdl  che pure ha lasciato sul campo circa sei milioni voti rispetto alle politiche del 2008.E poteva andare assai peggio,come in realtà era nei vari sondaggi.
    Terzo fondamentale elemento del quadro,il risultato del  Pd,pronosticato con largo anticipo sui sui tempi , largamente primo partito candidato ad imprimere una netta svolta di rinascita per il nostro Paese avvitato nella grave crisi che tutti sappiamo – che è politica,economico-sociale insediata nell’etica pubblica,nell’apparato politico-amministrativo a tutti i livelli,in assenza di una seria normativa anticorruzione che bloccasse in nuce le manifestazioni del fenomeno.Nonostante tutte queste altissime premesse il voto per il Pd è stato deludente.Confermatosi di misura “prima coalizione” (ne faceva parte la Sel di Vendola anch’essa sferzata dall’ondata avversa del voto) i Democratici hanno pure loro lasciato sul terreno qualcosa come almeno tre e milioni e mezzo di voti, rispetto sempre al precedente voto politico di cinque anni fa.
    Nonostante gli allori delle primarie – su cui forse,come è stato osservato, troppo frettolosamente si erano seduti - e gli altri indiscussi meriti per aver tenuto testa come maggior partito d’opposizione alle insulse capriole della Destra che ci ha portato dove ci ha portato con  i conti pubblici in dissesto,e la contraddittoria governance della nostra economia,obbligandoci poi alla strada della austerità “montiana” dei mesi del Governo “tecnico”.
    Il passaggio cui ora ci obbliga il verdetto delle urne è stato sancito nella riunione dela Direzione Pd di ieri altro.Si punta da subito ad un governo che il partito democratico – che dispone della maggioranza assoluta alla Camera e di una maggioranza soltanto relativa al
    Senato(privo cioè in partenza della fiducia anche a Palazzo Madama) – si propone di costituire se il Capo dello Stato darà l’incarico al candidato Premier Bersani:Si basa su otto schematici punti che vanno dal rinnovo della legge elettorale,alla riforma della politica e dei suoi costi,del finanziamento dei partiti,in una netta operazione anticasta,alle norme anticorruzione,al conflitto d’interessi,Sono tutti punti che vanno in direzione delle principali rivendicazioni.”grilline”.Al M5S  è perciò indirizzato l’appello del Pd a dare sostegno  a questa preliminare opera di governo,la cui bozza sarà sottoposta al Capo dello Stato in avvio delle consultazioni.Le risposte sono state sin qui sprezzanti:Non è facile prevedere che la linea di Grillo – ispirata ad un strategia di pura rottura – possa a breve cambiare.


    AUTOANALISI DELLA SCONFITTA/ NEL PIU’ VITALE PARTITO ITALIANO SI APRE
    UN DIBATTITO BEN OLTRE I TEMI IDENTITARI/IL RAPPORTO POLITICA CITTADINI


    Roma,08/03/13 –(Aps)- Le otto ore di dibattito di mercoledì scorso al Nazzareno sulla reazione Bersani e sulla sua proposta di governo rivolta ad incanalare il voto di protesta grillino hanno portato,assieme alla ricchezza della discussione,molti altri elementi.La proposta conclusiva del Segretario- candidato Premier è stata accolta praticamente all’unanimità(meno un astenuto,credo)Perché? Perché le ore di discussione – e sono solo un’ anticipazione dei più vasti interrogativi che si aprono in quel Partito così decisivo per le sorti dell’Italia - descrivono in qualche modo lo stato di delusione non solo per il risultato delle urne,per le pesanti perdite subite in casa propria ad opera del messaggio M5S recapitato dalla Rete e che ha eroso in buona parte proprio l’elettorato democrat, ma anche un certo spaesamento dinanzi alla situazione che il voto ha disegnato.C’è consapevolezza che forse per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana il gioco politico deve cambiare approccio e contenuti.Fuori da ogni alchimìa partitica,la sola via per tentare di aggregare forze – e non è certo che in questa  forse breve legislatura si possa fare - sullo scacchiere parlamentare come nel Paese è quella di far riferimento ad un cambiamento radicale e profondo.Del modo di essere,dello “stile” della nostra democrazia per troppo tempo pretermessa ad altre esigenze opache,se non di parte,se non di classe,anzi di ceto:Il cambiamento deve essere stella polare della politica e della democrazia.Bisogna ripartire da quì per quel disegno di ricostruzione di cui si è parlato.

    APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°621 di venerdì 8 marzo 2013


    DISSOLVENZE SULLO SCENARIO DEL DOPOVOTO/LA PROPOSTA DI GOVERNO DEL PD( SENZA MAGGIORANZA AL SENATO S’INDIRIZZA AL M5S:DUBBI SUL SI

    Roma,08/03/13 – (Aps) – Meno di dieci giorni dall’esito del voto politico e sembra già passato un secolo dall’altalena,di speranze,sorprese, sgomenti e delusioni avvicendatesi in quel pomeriggio di lunedì 26 Febbraio.Quando la scena politica italiana si tingeva ancora di nuove tinte,mai sperimentate in quelle proporzioni e sino a quel momento,anche se non erano mancate consistenti avvisaglie di pericolo,per finire col voto regionale siciliano,e non solo,dello scorso autunno.
    Parliamo del voto di Grillo che ha rivoluzionato la geografia elettorale – e parlamentare – del nostro Paese,facendo in pratica del Movimento 5S uno dei tre maggiori partiti,affian= candolo a Pd e Pdl.Parliamo ovviamente anche della incredibile rimonta “azzurra”, frutto - bisogna dirlo nel bene o nel male, ed a nostro parere decisamente nel male – dell’impegno personale,dell’affondo oltre ogni ragionevole previsione, del Cavaliere riuscito a limitare i danni per le percentuali di un Pdl  che pure ha lasciato sul campo circa sei milioni voti rispetto alle politiche del 2008.E poteva andare assai peggio,come in realtà era nei vari sondaggi.
    Terzo fondamentale elemento del quadro,il risultato del  Pd,pronosticato con largo anticipo sui sui tempi , largamente primo partito candidato ad imprimere una netta svolta di rinascita per il nostro Paese avvitato nella grave crisi che tutti sappiamo – che è politica,economico-sociale insediata nell’etica pubblica,nell’apparato politico-amministrativo a tutti i livelli,in assenza di una seria normativa anticorruzione che bloccasse in nuce le manifestazioni del fenomeno.Nonostante tutte queste altissime premesse il voto per il Pd è stato deludente.Confermatosi di misura “prima coalizione” (ne faceva parte la Sel di Vendola anch’essa sferzata dall’ondata avversa del voto) i Democratici hanno pure loro lasciato sul terreno qualcosa come almeno tre e milioni e mezzo di voti, rispetto sempre al precedente voto politico di cinque anni fa.
    Nonostante gli allori delle primarie – su cui forse,come è stato osservato, troppo frettolosamente si erano seduti - e gli altri indiscussi meriti per aver tenuto testa come maggior partito d’opposizione alle insulse capriole della Destra che ci ha portato dove ci ha portato con  i conti pubblici in dissesto,e la contraddittoria governance della nostra economia,obbligandoci poi alla strada della austerità “montiana” dei mesi del Governo “tecnico”.
    Il passaggio cui ora ci obbliga il verdetto delle urne è stato sancito nella riunione dela Direzione Pd di ieri altro.Si punta da subito ad un governo che il partito democratico – che dispone della maggioranza assoluta alla Camera e di una maggioranza soltanto relativa al
    Senato(privo cioè in partenza della fiducia anche a Palazzo Madama) – si propone di costituire se il Capo dello Stato darà l’incarico al candidato Premier Bersani:Si basa su otto schematici punti che vanno dal rinnovo della legge elettorale,alla riforma della politica e dei suoi costi,del finanziamento dei partiti,in una netta operazione anticasta,alle norme anticorruzione,al conflitto d’interessi,Sono tutti punti che vanno in direzione delle principali rivendicazioni.”grilline”.Al M5S  è perciò indirizzato l’appello del Pd a dare sostegno  a questa preliminare opera di governo,la cui bozza sarà sottoposta al Capo dello Stato in avvio delle consultazioni.Le risposte sono state sin qui sprezzanti:Non è facile prevedere che la linea di Grillo – ispirata ad un strategia di pura rottura – possa a breve cambiare.


    AUTOANALISI DELLA SCONFITTA/ NEL PIU’ VITALE PARTITO ITALIANO SI APRE
    UN DIBATTITO BEN OLTRE I TEMI IDENTITARI/IL RAPPORTO POLITICA CITTADINI


    Roma,08/03/13 –(Aps)- Le otto ore di dibattito di mercoledì scorso al Nazzareno sulla reazione Bersani e sulla sua proposta di governo rivolta ad incanalare il voto di protesta grillino hanno portato,assieme alla ricchezza della discussione,molti altri elementi.La proposta conclusiva del Segretario- candidato Premier è stata accolta praticamente all’unanimità(meno un astenuto,credo)Perché? Perché le ore di discussione – e sono solo un’ anticipazione dei più vasti interrogativi che si aprono in quel Partito così decisivo per le sorti dell’Italia - descrivono in qualche modo lo stato di delusione non solo per il risultato delle urne,per le pesanti perdite subite in casa propria ad opera del messaggio M5S recapitato dalla Rete e che ha eroso in buona parte proprio l’elettorato democrat, ma anche un certo spaesamento dinanzi alla situazione che il voto ha disegnato.C’è consapevolezza che forse per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana il gioco politico deve cambiare approccio e contenuti.Fuori da ogni alchimìa partitica,la sola via per tentare di aggregare forze – e non è certo che in questa  forse breve legislatura si possa fare - sullo scacchiere parlamentare come nel Paese è quella di far riferimento ad un cambiamento radicale e profondo.Del modo di essere,dello “stile” della nostra democrazia per troppo tempo pretermessa ad altre esigenze opache,se non di parte,se non di classe,anzi di ceto:Il cambiamento deve essere stella polare della politica e della democrazia.Bisogna ripartire da quì per quel disegno di ricostruzione di cui si è parlato.

    SCENARI DEL DOPOVOTO/PROPOSTA DI GOVERNO DEL PD AL M5S/RISPOSTE SPREZZANTI DI GRILLO


    APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°621 di venerdì 8 marzo 2013


    DISSOLVENZE SULLO SCENARIO DEL DOPOVOTO/LA PROPOSTA DI GOVERNO DEL PD( SENZA MAGGIORANZA AL SENATO) S’INDIRIZZA AL M5S:DUBBI SUL SI
    Roma,08/03/13 – (Aps) – Meno di dieci giorni dall’esito del voto politico e sembra già passato un secolo dall’altalena,di speranze,sorprese, sgomenti e delusioni avvicendatesi in quel pomeriggio di lunedì 26 Febbraio.Quando la scena politica italiana si tingeva ancora di nuove tinte,mai sperimentate in quelle proporzioni e sino a quel momento,anche se non erano mancate consistenti avvisaglie di pericolo,per finire col voto regionale siciliano,e non solo,dello scorso autunno.
    Parliamo del voto di Grillo che ha rivoluzionato la geografia elettorale – e parlamentare – del nostro Paese,facendo in pratica del Movimento 5S uno dei tre maggiori partiti,affian= candolo a Pd e Pdl.Parliamo ovviamente anche della incredibile rimonta “azzurra”, frutto - bisogna dirlo nel bene o nel male, ed a nostro parere decisamente nel male – dell’impegno personale,dell’affondo oltre ogni ragionevole previsione, del Cavaliere riuscito a limitare i danni per le percentuali di un Pdl  che pure ha lasciato sul campo circa sei milioni voti rispetto alle politiche del 2008.E poteva andare assai peggio,come in realtà era nei vari sondaggi.
    Terzo fondamentale elemento del quadro,il risultato del  Pd,pronosticato con largo anticipo sui sui tempi , largamente primo partito candidato ad imprimere una netta svolta di rinascita per il nostro Paese avvitato nella grave crisi che tutti sappiamo – che è politica,economico-sociale insediata nell’etica pubblica,nell’apparato politico-amministrativo a tutti i livelli,in assenza di una seria normativa anticorruzione che bloccasse in nuce le manifestazioni del fenomeno.Nonostante tutte queste altissime premesse il voto per il Pd è stato deludente.Confermatosi di misura “prima coalizione” (ne faceva parte la Sel di Vendola anch’essa sferzata dall’ondata avversa del voto) i Democratici hanno pure loro lasciato sul terreno qualcosa come almeno tre e milioni e mezzo di voti, rispetto sempre al precedente voto politico di cinque anni fa.
    Nonostante gli allori delle primarie – su cui forse,come è stato osservato, troppo frettolosamente si erano seduti - e gli altri indiscussi meriti per aver tenuto testa come maggior partito d’opposizione alle insulse capriole della Destra che ci ha portato dove ci ha portato con  i conti pubblici in dissesto,e la contraddittoria governance della nostra economia,obbligandoci poi alla strada della austerità “montiana” dei mesi del Governo “tecnico”.
    Il passaggio cui ora ci obbliga il verdetto delle urne è stato sancito nella riunione dela Direzione Pd di ieri altro.Si punta da subito ad un governo che il partito democratico – che dispone della maggioranza assoluta alla Camera e di una maggioranza soltanto relativa al
    Senato(privo cioè in partenza della fiducia anche a Palazzo Madama) – si propone di costituire se il Capo dello Stato darà l’incarico al candidato Premier Bersani:Si basa su otto schematici punti che vanno dal rinnovo della legge elettorale,alla riforma della politica e dei suoi costi,del finanziamento dei partiti,in una netta operazione anticasta,alle norme anticorruzione,al conflitto d’interessi,Sono tutti punti che vanno in direzione delle principali rivendicazioni.”grilline”.Al M5S  è perciò indirizzato l’appello del Pd a dare sostegno  a questa preliminare opera di governo,la cui bozza sarà sottoposta al Capo dello Stato in avvio delle consultazioni.Le risposte sono state sin qui sprezzanti:Non è facile prevedere che la linea di Grillo – ispirata ad un strategia di pura rottura – possa a breve cambiare.



    AUTOANALISI DELLA SCONFITTA/ NEL PIU’ VITALE PARTITO ITALIANO SI APRE
    UN DIBATTITO BEN OLTRE I TEMI IDENTITARI/IL RAPPORTO POLITICA CITTADINI


    Roma,08/03/13 –(Aps)- Le otto ore di dibattito di mercoledì scorso al Nazzareno sulla reazione Bersani e sulla sua proposta di governo rivolta ad incanalare il voto di protesta grillino hanno portato,assieme alla ricchezza della discussione,molti altri elementi.La proposta conclusiva del Segretario- candidato Premier è stata accolta praticamente all’unanimità(meno un astenuto,credo)Perché? Perché le ore di discussione – e sono solo un’ anticipazione dei più vasti interrogativi che si aprono in quel Partito così decisivo per le sorti dell’Italia - descrivono in qualche modo lo stato di delusione non solo per il risultato delle urne,per le pesanti perdite subite in casa propria ad opera del messaggio M5S recapitato dalla Rete e che ha eroso in buona parte proprio l’elettorato democrat, ma anche un certo spaesamento dinanzi alla situazione che il voto ha disegnato.C’è consapevolezza che forse per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana il gioco politico deve cambiare approccio e contenuti.Fuori da ogni alchimìa partitica,la sola via per tentare di aggregare forze – e non è certo che in questa  forse breve legislatura si possa fare - sullo scacchiere parlamentare come nel Paese è quella di far riferimento ad un cambiamento radicale e profondo.Del modo di essere,dello “stile” della nostra democrazia per troppo tempo pretermessa ad altre esigenze opache,se non di parte,se non di classe,anzi di ceto:Il cambiamento deve essere stella polare della politica e della democrazia.Bisogna ripartire da quì per quel disegno di ricostruzione di cui si è parlato.

    sabato 2 marzo 2013

    PARADOSSALE ESITO DEL VOTO/EXPLOIT DI GRILLO,RIMONTA DEL CAVALIERE/IL PD PRIMA COALIZIONE MA NON VINCE


     
    Roma,28/02/13 –(Aps) – La sorpresa che è sortita nel pomeriggio di lunedì all’apertura delle urne equivale ad una sbornia per disperazione che ha preso i vertici del Pd e, scendendo per li rami, i responsabili anche locali di quel partito;così come stupore ed incredulità si sono impossessati degli stessi osservatori e commentatori che scommettevano su una larga vittoria dei democrats  a queste turno di politiche sicuramen= te decisivo, dopo la parentesi del governo tecnico del prof. Monti -  poi divenuto uno dei  più risoluti competitori nella lizza elettorale – e dopo la progressiva liquefazione del “partito di plastica”del populismo berlusconiano.Si era dunque alla conclusione di una lunga fase quasi ventennale,durante la quale l’istanza riformista del Paese era stata del tutto negletta,non solo,perché gli squilibratii conti pubblici di casa nostra erano soltanto la punta dell’iceberg di un più vasto dissesto economico-finanziario che il centrodestra aveva consegnato al governo dei tecnici subentrati all’ennesimo Governo Berlusconi nel novembre del 2011.L’accanimento dei mercati e l’ondata speculativa internazionale aveva fato evidentemente il resto,ponendo l’Italia al centro di una seria crisi della zona dell’euro :Il programma di austerità e di riforme inderogabili attuate dal Prof.Monti non erano state ,come sappiamo,per niente indolori,soprattutto per i ceti meno protetti:con l’avallo della strana maggioranza cpn Pdl e Pd che evidentemente non potevano non tirare in direzioni opposte nel loro sostegno a Monti,nonostante Il Pd si sia rivelato assai più coerente e leale in tale appoggio.
    Una un po’ lunga premessa per dire che difronte ai risultati delle urne – con Pd.Pdl Movimento5S appaiati in una singolare testa di serie,tutti attorno ai venticinque punti percentuali – con un lieve vantaggio dei Democratici sia al Senato che alla Camera,dove riuscivano anche a conquistare il chiacchierato(assieme a tutti gli altri punti “qualificanti” del famigerato Porcellum) premio di maggioranza.Il che nella situazione data,di autentico paradosso,crea non piccolo problema ad un partito,il Pd, che almeno come coalizione,” è primo,ma non è il vincitore”:è stato il primo amaro commento di Bersani.
     

    L’INCALZANTE CALENDARIO  DELL’AVVIO DI LEGISLATURA/UN INGORGO ISTITUZIONALE  CHE  NON OSCURA  GLI INESTRICABILI  NODI  POLITICI 

    Roma,28/02/13 –(Aps) – Incalzano già le scadenze per approntare una linea in vista di quello che viene giustamente definito ingorgo istituzionale.Si comincia dalle Presidenze delle due Assemblee Legislative che si insediano il 15 marzo,per passare alle consultazioni al Quirinale con le proposte da presentare al Capo dello Stato per la formazione del nuovo Governo,con il conferimento dell’incarico”ad hoc” ad una personalità  del maggior partito,che dovrebbe essere Bersani,Segretario Pd e candidato Premier di quel Partito:sempre che si riesca ad indicare una possibile maggioranza su cui basare il costituendo Esecutivo.In continuità temporale con questo a dir poco impegnativo passaggio, la elezione del nuovo Presidente della Repubblica,con la prima convocazione delle due Camere e rappresentanti regionali a partire dal 15 aprile.Tenendo presente che il mandato dell’attuale Capo dello Stato scade irrevocabilmente il 15 maggio prossimo.Come è facile arguire, il dibattito politico si è focalizzato in questi due giorni direttamente sulla difficile equazione della maggioranza di governo.Poichè qui sono racchiuse tutte le ragioni che rendono ancora una volta assai difficile,ed in maniera in qui inusitata,l’apertura di questa legislatura.Anche a voler mettere nel conto la ,a suo modo, singolare esperienza dell’altra legislatura,anche essa vinta di una sola incollatura dal Centro-sinistra – la XV,con lo sfortunato Governo Prodi,di cui emergono proprio in quersti giorni particolari agghiaccianti circa i motivi provati –se saranno accertati – dell’opera di corruzione politica messa in atto dalla Destra per accelerare la fine  di quella esperienza stessa. 

    L’ANALISI DEL VOTO E LE SCONFORTATE RIFLESSIONI IN CASA PD: A LORO   DANNO L’AVANZATA  DEL  MOVIMENTO  “5 STELLE”

    Roma,28/02/13 –(Aps) – Oltre che uno schiaffo all’Europa – perché tale e da interpetrarsi
    il significato delle due”affermazioni”,con valenze politiche sia pure contrapposte,dei berlusconiani e dei “grillini” – il risultato elettorale apre grossi interrogativi sugli scenari politici che si aprono e sul futuro,o meglio durata,della legislatura neppure ancora formalmente aperta.
    Un risultato,quello delle urne,che crea interrogativi per tutti,ma in primo luogo al Pd.Un partito che ancora non aveva concluso il suo percorso identitario – inutilmente avviato,diremmo,sin dalla sua fondazione nel 2007 – e che si trova nel mezzo di un bel psicodramma, una volta scoperto – e qui può risiedere forse un senso di colpa per dirigenti ed “apparati” di quel partito – solo ad urne aperte che il fenomeno grillino aveva colpito in prevalenza proprio nell’elettorato della sinistra moderata e riformista che più di ogni altro partito ha a cuore le “rivendicazioni” che i giovani grillini recano – sia pure confusamente,in una protesta priva di proposte - sulle loro bandiere.

    I tentatvi di dialogo avviati da Bersani in questi giorni hanno già trovato il muro esplicito dei no da parte dell’ex-comico genovese e dei suoi ispiratori.Un dialogo che allo stato sembra restare l’unico spiraglio per poter salvare una legislatura pronosticata come “costituente”.
    Considerato soprattutto che non è pensabile in nessun caso una formula di “sacra alleanza” con Pdl che resta un  reperto di demagogia e di populismo da lasciare,si spera, definitivamente nell’angolo.