A MONTECITORIO
A LARGHISSIMA MAGGIORANZA IL SI DEL PD ALL’ARRESTO DI GENOVESE/PESANTE SCHIAFFO
A GRILLO ED AI SUOI BLUFF QUOTIDIANI
Roma,16/05/14 – (Aps) – Mentre l’opinione pubblica è ancora scossa per gli inimmaginabili sviluppi di una rinnovata edizione della Tangentopoli milanese, propagatasi attorno ai ghiotti bocconi dei cantieri dell’Expò da portare conclusione,a passo accelerato ormai, verso l’appuntamento della fine primavera 2015;mentre destano sdegno e nuova ilarità le gesta dell’ex Ministro dell’Interno( e pure dello Sviluppo Economico) Claudio Scaiola in combutta - come risulta ormai con sufficiente evidenza dalle indagini - con i coniugi Matacena e Rizzo ,implicati in una tortuosa complessa vicenda di malaffare,contiguità mafiosa,di latitanze all’estero in lussuose residenze a Dubai o Montecarlo;bene,su un tale scenario s’abbatte un’altra vicenda di più ordinaria criminalità.Quella del deputato ed ex Sindaco Pd di Messina,Genovese imputato di associazione a delinquere,peculato e truffa;con distrazione di fondi pubblici,anche comunitari all’interno di un contesto parafamiliare che si estendeva al proprio supporto politico.Per Genovese è stata avanzata a Montecitorio l’autorizzazione all’arresto ed ieri La Camera dei deputati ha votato con voto Palese sulla richiesta d’arresto da parte dell’autorità giudiziaria.Il dato politico che merita di essere sottolineato è che il Pd – come era già accaduto in altri casi recenti - Lusi,Tedesco,entrambi al Senato – ha votato per il si all’arresto riconoscendo l’esigenza che la giustizia faccia il suo naturale corso, a prescindere dal merito delle imputazioni.Ci pare questa una nuova bella prova di una netta inversione di rotta ad opera della politica,del Pd, che ne rappresenta oggi con convinzione e responsabilità la principale se non esclusiva risorsa di crescita e consolidamento della democrazia nel nostro Paese..E per far questo deve saper guardare anche o soprattuttoal proprio interno con inflessibile coerenza e severità.Se vuole conseguire quei più generali risultati di cambiamento, di svolta che Renzi ed i democrat si sono preposti in una sorta di pacifica”rivoluzione” – come è stata definita - che è assieme etica,politica,sociale,istituzionale.Come dimostra la battaglia per la riforma del Senato che deve essere portata a compimento dopo il voto per le europee,tra molti e non lievi ostacoli e resistenze di Palazzo; del conservatorismo e della palude che cercano di rallentare la marcia delle riforme.Ma il voto di ieri a Montecitorio è soprattutto uno schiaffo a Grillo,alla sua ingiustificata espansione nei settori più arrabbiati dell’opinione pubblica;agli insopportabili bluff che il comico genovese porta avanti nei suoi spettacolini quotidiani.
Roma,16/05/14 – (Aps) – Mentre l’opinione pubblica è ancora scossa per gli inimmaginabili sviluppi di una rinnovata edizione della Tangentopoli milanese, propagatasi attorno ai ghiotti bocconi dei cantieri dell’Expò da portare conclusione,a passo accelerato ormai, verso l’appuntamento della fine primavera 2015;mentre destano sdegno e nuova ilarità le gesta dell’ex Ministro dell’Interno( e pure dello Sviluppo Economico) Claudio Scaiola in combutta - come risulta ormai con sufficiente evidenza dalle indagini - con i coniugi Matacena e Rizzo ,implicati in una tortuosa complessa vicenda di malaffare,contiguità mafiosa,di latitanze all’estero in lussuose residenze a Dubai o Montecarlo;bene,su un tale scenario s’abbatte un’altra vicenda di più ordinaria criminalità.Quella del deputato ed ex Sindaco Pd di Messina,Genovese imputato di associazione a delinquere,peculato e truffa;con distrazione di fondi pubblici,anche comunitari all’interno di un contesto parafamiliare che si estendeva al proprio supporto politico.Per Genovese è stata avanzata a Montecitorio l’autorizzazione all’arresto ed ieri La Camera dei deputati ha votato con voto Palese sulla richiesta d’arresto da parte dell’autorità giudiziaria.Il dato politico che merita di essere sottolineato è che il Pd – come era già accaduto in altri casi recenti - Lusi,Tedesco,entrambi al Senato – ha votato per il si all’arresto riconoscendo l’esigenza che la giustizia faccia il suo naturale corso, a prescindere dal merito delle imputazioni.Ci pare questa una nuova bella prova di una netta inversione di rotta ad opera della politica,del Pd, che ne rappresenta oggi con convinzione e responsabilità la principale se non esclusiva risorsa di crescita e consolidamento della democrazia nel nostro Paese..E per far questo deve saper guardare anche o soprattuttoal proprio interno con inflessibile coerenza e severità.Se vuole conseguire quei più generali risultati di cambiamento, di svolta che Renzi ed i democrat si sono preposti in una sorta di pacifica”rivoluzione” – come è stata definita - che è assieme etica,politica,sociale,istituzionale.Come dimostra la battaglia per la riforma del Senato che deve essere portata a compimento dopo il voto per le europee,tra molti e non lievi ostacoli e resistenze di Palazzo; del conservatorismo e della palude che cercano di rallentare la marcia delle riforme.Ma il voto di ieri a Montecitorio è soprattutto uno schiaffo a Grillo,alla sua ingiustificata espansione nei settori più arrabbiati dell’opinione pubblica;agli insopportabili bluff che il comico genovese porta avanti nei suoi spettacolini quotidiani.
RENZI A BALLARO’/ A NUDO COSTI E
MISSIONE DEL SERVIZIO PUBBLICO,SCOSSO IL PARTITO RAI
ANCHE ALL’INTERNO DELL’AZIENDA
Roma,16/05/14 – (Aps) - La Rai e l'esigenza di una
spending review nella sua gestione è argomento che ben si presta ad entrare a
far parte dell'impegno riformatore del governo Renzi.Credo anch'io - per averci
lavorato ininterrottamente per svariati decenni nel settore giornalistici sino
a ricoprire la responsabilità di vertice di una delle sue testate
"storiche" - che molto ci sarebbe da rivedere,Proprio a
cominciare,per esempio,dall'elefantiasi di molti corpi redazionali.Vengono alla
mente molte situazioni eloquenti sotto tale riguardo,di alcune redazioni
locali,di qualche regione dell'estrema periferia dell'impero che hanno
raggiunto record spropositati,in situazioni nelle quali peraltro,e fortunatamente, non accade mai nulla .Ma la
"revisione della spesa" dovrebbe toccare quasi tutti i settori.quelli
delle reti e servizi dove le sproporzioni sono anche se possibile più
significative.Lo sforzo riformatore deve richiedere anche in Rai piena
disponibilità e collaborazione responsabile.Non servono di certo soltanto
levate di scudi corporative,da qualunque ambito provengano.
La Rai e la necessità di una revisione di fondo della filosofia e della pratica di servizio pubblico,come s’avverte - ed inutilmente, è bene subito aggiungere – insistente ritualità da non pochi decenni a questa parte,è stato l’argomento principe dell’intervento del Presidente del Consiglio Renzi all’utimo numero di Ballarò.Un intervento del Premier e Segretario del Pd che ha messo in crisi il conduttore Floris,e con lui tutto il partito filo Rai annidato dentro ed attorno all’azienda.Sono di ieri poi le notizie giunte dal Consiglio d’amministrazione dell’Ente che ha reso pubblici i compensi oltre che di Presidente e direttore generale,dei giornalisti di fascia dirigenti,dall’inneffabile Minzolini(direttore del Tg1 in aspettativa)in giù.Tutti generalmente con stipendi di tutto rispetto.Questa ulteriore fotografia dell’interno Rai contribuisce un quadro d’insostenibilità del quadro generale dell’azienda nel momento attuale votato al contenimento dei costi della politica come delle bardature che fanno corona.Come la Rai appunto,che ha perso peraltro le sue caratteristiche d’inventiva e di creatività, nel linguaggio come nella capacità di indagine e di approfondimento della realtà del nostro Paese, che per lunghi anni della sua storia post-bellica l’avevano caratterizzata.Lo stesso sindacato Usigrai ( i giornalisti del servizio pubblico radio-tv) – che pure ha combattuto battaglie significative in difesa dei diritti dell’informazione contro oscurantismo e soprusi originati dal lungo prepotere del berlusconismo nella politica italiana,sta finendo fuori strada una volta che tramontato il Cavaliere viene a nudo il problema vero del servizio pubblico radiotelevisivo:fare ordine sui suoi costi finanziari ed organizzativi,soprattutto sulla sua missione.
La Rai e la necessità di una revisione di fondo della filosofia e della pratica di servizio pubblico,come s’avverte - ed inutilmente, è bene subito aggiungere – insistente ritualità da non pochi decenni a questa parte,è stato l’argomento principe dell’intervento del Presidente del Consiglio Renzi all’utimo numero di Ballarò.Un intervento del Premier e Segretario del Pd che ha messo in crisi il conduttore Floris,e con lui tutto il partito filo Rai annidato dentro ed attorno all’azienda.Sono di ieri poi le notizie giunte dal Consiglio d’amministrazione dell’Ente che ha reso pubblici i compensi oltre che di Presidente e direttore generale,dei giornalisti di fascia dirigenti,dall’inneffabile Minzolini(direttore del Tg1 in aspettativa)in giù.Tutti generalmente con stipendi di tutto rispetto.Questa ulteriore fotografia dell’interno Rai contribuisce un quadro d’insostenibilità del quadro generale dell’azienda nel momento attuale votato al contenimento dei costi della politica come delle bardature che fanno corona.Come la Rai appunto,che ha perso peraltro le sue caratteristiche d’inventiva e di creatività, nel linguaggio come nella capacità di indagine e di approfondimento della realtà del nostro Paese, che per lunghi anni della sua storia post-bellica l’avevano caratterizzata.Lo stesso sindacato Usigrai ( i giornalisti del servizio pubblico radio-tv) – che pure ha combattuto battaglie significative in difesa dei diritti dell’informazione contro oscurantismo e soprusi originati dal lungo prepotere del berlusconismo nella politica italiana,sta finendo fuori strada una volta che tramontato il Cavaliere viene a nudo il problema vero del servizio pubblico radiotelevisivo:fare ordine sui suoi costi finanziari ed organizzativi,soprattutto sulla sua missione.
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