venerdì 24 luglio 2015

LA "STORICA"INTESA DI VIENNA SULLA FINE DELLE SANZIONI ED IL BLOCCO NUCLEARE PER 10 ANNI A TEHERAN PUO' CREARE LE PREMESSE DI UNA PIU' SALDA STABILIZZAZIONE NEL M.O.?

VENERDI 24 LUGLIO 2015 APS – Anno XX ( nuova serie ) – n° 711 di giovedì 23 luglio 2013 L’INTESA STORICA DI VIENNA SULLA FINE DELLE SANZIONI ED IL BLOCCO NUCLEARE PER 10 ANNI A TEHERAN DEVONO FAVORIRE UNA FASE NUOVA IN M.O. Roma,23/07/15 – (Aps) –La missione israelo-palestinese del nostro Presidente del Consglio,Matteo Renzi,all’indomani dello “storico” accordo di Vienna dei giorni scorsi - e della preannunciata campagna demolitoria,che sta scaldando i motori prima del suo atteso avvio,da parte del Leader israelita,Netanyau,potrebbe forse aprire – e speriamo davvero di no - nuovi motivi di instabilità nel panorama assai preoccupante del vicino Oriente.Il quale rimane caratterizzato da profondi motivi di insicurezza,da fibrillazioni che si originano dagli scompensi sempre accentuati tra regioni a sviluppo avanzato ed aree in preda a sanguinosi capovolgimenti,come avviene sul quadrante medio-orienatale con le nuove più temibili forme della violenza jhadista,del Califfato nero dell’Isis- su una base che appare più diffusa,militante, e partecipata, che ha preso ancora più rozzamente il posto della micidiale potenza di fuoco del quaedismo di Bin Laden e dei suoi luogotenenti.Basta ricordare la terribile strage dell’11 settembre 2001 a New York e nelle altre città simbolo degli Usa. E’vero che Putin e la Federazione russa a tutt’oggi da lui saldamente guidata appaiono più che altro alla ric erca di un nuovo punto di equilibrio per la strategìa del Cremlino nel più complesso ed articolato gioco sulla scacchiera mondiale.E’ vero che continuano – ed oggi più di ieri – ad intrecciarsi le ragioni dell’espansione economica e commerciale con quelle del dominio politico strategico sullo scenario internazionale.come sembra altrettanto vero che forse la Russia post-sovietica è obbligata ad ammorbidire almeno in prospettiva la propria linea delle relazioni con l’Occidente.La recentissima intesa commerciale-nucleare (graduale riduzione delle sanzioni,blocco decennale nella produzione di uranio arricchito da parte del’Iran) dei partners ovest-europei con Teheran rappresenta senza dubbio una svolta significativa nei rapporti con l’importante cerniera persiana, nei confronti di tutto il Medio-Oriente in permanente fibrillazione. Un capitolo a se rappresenta lo sblocco - dopo svariati decenni - delle relazioni tra Cuba e gli Usa ed il cui merito va iscritto indubbamente in questa assai intensa e proficua fase finale del doppio mandato del Presidente americano Obama alla Casa Bianca.Dopo le non poche delusioni e gli ostacoli non tutti ben preventivati dinanzi ai quali, un po’ inaspettatamente, si è si è trovato in questi ultimi anni il primo Presidente nero degli Stati Uniti Il bilancio complessivo di questo suo doppio mandato va ancora più compiutamente annotato. Certo è sin da ora che l’opera di Obama alla White Home potrà rappresentare il fondamento su cui quella parte (prevalente) del popolo yanchee animato da ambizioni di progresso,e non solo per la grande Nazione americana,potrà costruirvi sopra la piattaforma di una nuova più estesa partnership destinata a guidare il mondo globale di domani.Con il contributo decisivo – chissà – del nostro Continente.Sempre che sappia intendere e realizzare per tempo le ragioni del futuro comune.
APS - Anno XX ( nuova serie ) – n°710 di venerdì 17 luglio 2015 L’EUROPA DEL QUASI GREXIT OVVERO DELLA SUA MASSIMA FRAGILITA’ISTITU= ZIONALE/DIFFICILE ORMAI L’IPOTESI DI UNA RIFONDAZIONE POLITICA DELL’UE Roma,17/07/15 – (Aps) – Non è che non si fosse a conoscenza della crisi greca,di tutti indistintamenti i suoi parametri, largamente al di sotto dei livelli minimi di recuperabilità.Tutti sapevano, a Bruxelles e non solo, che per non cadere definitivamente nel buco nero del default c’erano poche vie da percorrere che non fossero quelle della solidarietà verso la ipercelebrata Atene e la luce della tradizione multimillenaria che da essa ancora promana.Una solidarietà che magari si fosse discostata quel tanto o quel poco che bastava dalle regole contabili dell’ austerity cui sono state ancorate, occhiutamente, le sorti dell’Europa e della sua crescita.La vera vittima di questa inclinazione “rigoristica” che ha trovato nella locomotiva Germania ed in altri intransigenti Paesi del Nord dell’Unione i paladini più risoluti.E’ un discorso – questo della contrapposizione non conciliabile tra crescita ed austerity,tra rigore dei conti e necessità di agganciare al treno dello sviluppo anche quei vagoni più o troppo sbuffanti,come è appunto la Grecia oggi. Aldilà dei dati tecnici – che nessuno vuole evidentemente ignorare anche nel momento in cui se ne chiede una valutazione un tantino più generosa – la crisi greca,l’avventura di Syriza guidata da Tsipras - che nessuno è riuscito veramente a comprendere all’interno del quadro di riferimento politico sociale della penisola ellenica,referendum compreso - è stata la cartina di tornasole di un punto delicato di svolta di questa Ue che vediamo sempre più diversa dagli ideali dei Padri fondatori. Non è tanto,ma è anche quello,il destino della piccola Grecia nell’ambito europeo comunitario.Certo è che attorno al passato weck-end hanno preso corpo immagini e fantasmi che avremmo voluto non vedere nell’Europa delTerzo Millennio:L’egoismo degli Stati – quelli più forti e che stanno dettando legge alla traballante costruzione a ventotto Stati, quanti attualmente compongono la Ue – che ha preso il sopravvento su ogni altro principio di comprensione e solidarietà che la Grecia di un Tsipras disperato e frastornato veniva a chiederci.Per fortuna l’Italia è stata con la Francia uno dei pochi Paesi Ue che ha dato ascolto a questa richiesta di aiuto che ci veniva da Atene.E’ forse servita soltanto ad evitare il peggio,vale a dire anche la burla dell’”uscita a termine” dall’Euro.Come lo scolaretto somaro costretto per punizione a star dietro la lavagna.Tutto questo non può appartenere ad un’Europa che vuole essere comunitaria,solidale;che vuole parlare con una sola voce sulla scena internazionale.Allora bisognerà considerare che il capitolo Grecia ha aperto uno squarcio allarmante sul futuro del Vecchio Continente,,sul sogno o l’ambizione che molti continuano a coltivare di farne una incarnazione all’altezza dei compiti che all’Europa sono richiesti all’alba di questo Millennio. “ROMA 643111”:TITOLO-ENIGMA DEL VOLUME DI LAVOLPE(DirettoreTG2,etc)?NO: PERCHE’DISVELA I MOLTI SEGNI POSITIVI DELL’ABORRITA LOTTIZZAZIONE RAI Roma,17/07/15 –(Aps)- Presentazione alla Feltrinelli alla Galleria Colonna – con un panel di presentatori di tutto rispetto:dal Dg Rai Gubitosi,al Preside della Fac.di Comunicazione della Sapienza Morcellini,all’editorialista del Corriere Paolo Franchi, che ha pure moderato l’incontro,sono intervenuti tra gli lo “storico” Dg della Rai dell’era fanfaniana,Ettore Bernabei,vero ideatore della lottizzazione politica alla Rai,perché questa potesse aspirare l’humus dei fermenti nuovi che percorrevano il Paese.Il libro di La Volpe che al di là del titolo apparentemente enigmatico(643111) – credo attribuibile ad una battuta di Bettino Craxi per sintetizzare la formula di ripartizione politica in Rai delle caselle operative più importanti – centra con sicurezza un obbiettivo che è l’assunto del taccuino(“di un giornalista lottizzato”):eccetto casi - davvero non esenti - vistosamente distorcenti,la lottizzazione nella Rai trai partiti di governo od appartenenti alla cosiddetta solidarietà nazionale(rigorosamente nell’arco costituzionale dalla Dc al Pci.al Psi,ai partiti minori Psdi,Pli,Pri) ha rappresentato un fenomeno decisamente positivo.Ha saldato il Paese a quella che è stata – ed in parte lo è ancora –la principale industria culturale nazionale,attraverso un tramite,i partiti,citati dalla Costituzione proprio in questo ruolo di raccordo.A giudicare dal folto e qualificato uditorio alla Feltrinelli, La Volpe ha fatto sicuramente centro rispetto al bersaglio che si era prefisso nel metter assieme il suo Taccuino.Il libro è edito da EiR(Editori internazionali riuniti),pagg199,E14,00.

L'EUROPA DEL QUASI GREXIT OVVERO DELLA SUA MASSIMA FRAGILITA'ISTITUZIONALE/DIFFICILE ED IMPEGNATIVA L'IPOTESI DI UNA RIFONDAZIONE POLITICA DELLA UE

Venerdì 24 luglio 2015 APS – Anno XX ( nuova serie ) – n° 711 di giovedì 23 luglio 2013 L’INTESA STORICA DI VIENNA SULLA FINE DELLE SANZIONI ED IL BLOCCO NUCLEARE PER 10 ANNI A TEHERAN DEVONO FAVORIRE UNA FASE NUOVA IN M.O. Roma,23/07/15 – (Aps) –La missione israelo-palestinese del nostro Presidente del Consglio,Matteo Renzi,all’indomani dello “storico” accordo di Vienna dei giorni scorsi - e della preannunciata campagna demolitoria,che sta scaldando i motori prima del suo atteso avvio,da parte del Leader israelita,Netanyau,potrebbe forse aprire – e speriamo davvero di no - nuovi motivi di instabilità nel panorama assai preoccupante del vicino Oriente.Il quale rimane caratterizzato da profondi motivi di insicurezza,da fibrillazioni che si originano dagli scompensi sempre accentuati tra regioni a sviluppo avanzato ed aree in preda a sanguinosi capovolgimenti,come avviene sul quadrante medio-orienatale con le nuove più temibili forme della violenza jhadista,del Califfato nero dell’Isis- su una base che appare più diffusa,militante, e partecipata, che ha preso ancora più rozzamente il posto della micidiale potenza di fuoco del quaedismo di Bin Laden e dei suoi luogotenenti.Basta ricordare la terribile strage dell’11 settembre 2001 a New York e nelle altre città simbolo degli Usa. E’vero che Putin e la Federazione russa a tutt’oggi da lui saldamente guidata appaiono più che altro alla ric erca di un nuovo punto di equilibrio per la strategìa del Cremlino nel più complesso ed articolato gioco sulla scacchiera mondiale.E’ vero che continuano – ed oggi più di ieri – ad intrecciarsi le ragioni dell’espansione economica e commerciale con quelle del dominio politico strategico sullo scenario internazionale.come sembra altrettanto vero che forse la Russia post-sovietica è obbligata ad ammorbidire almeno in prospettiva la propria linea delle relazioni con l’Occidente.La recentissima intesa commerciale-nucleare (graduale riduzione delle sanzioni,blocco decennale nella produzione di uranio arricchito da parte del’Iran) dei partners ovest-europei con Teheran rappresenta senza dubbio una svolta significativa nei rapporti con l’importante cerniera persiana, nei confronti di tutto il Medio-Oriente in permanente fibrillazione. Un capitolo a se rappresenta lo sblocco - dopo svariati decenni - delle relazioni tra Cuba e gli Usa ed il cui merito va iscritto indubbamente in questa assai intensa e proficua fase finale del doppio mandato del Presidente americano Obama alla Casa Bianca.Dopo le non poche delusioni e gli ostacoli non tutti ben preventivati dinanzi ai quali, un po’ inaspettatamente, si è si è trovato in questi ultimi anni il primo Presidente nero degli Stati Uniti Il bilancio complessivo di questo suo doppio mandato va ancora più compiutamente annotato. Certo è sin da ora che l’opera di Obama alla White Home potrà rappresentare il fondamento su cui quella parte (prevalente) del popolo yanchee animato da ambizioni di progresso,e non solo per la grande Nazione americana,potrà costruirvi sopra la piattaforma di una nuova più estesa partnership destinata a guidare il mondo globale di domani.Con il contributo decisivo – chissà – del nostro Continente.Sempre che sappia intendere e realizzare per tempo le ragioni del futuro comune.

sabato 4 luglio 2015

LA"SUSPENCE" PER IL REFERENDUM GRECO METTE IN QUESTI GIORNI LA SORDINA AGLI ALTRI TEMI INCOMBENTI IN ITALIA ED IN EUROPA/TORNATO IN EDICOLA IL QUOTIDIANO DI GRAMSCI "L'UNITA' :GARANTIRA'LA RIPRESA DI UN DIBATTITO PLURALE NEL PD?/

Sabato 4 luglio 2015 APS – Anno XX ( nuova serie ) – n°709 di venerdì 3 luglio 2015 LA “SUSPENCE” PER IL REFERENDUM GRECO METTE IN QUEST GIORNI LA SORDINA AGLI ALTRI TEMI INCOMBENTI SU ITALIA ED EUROPA. Roma,03/07/15 – (Aps) – Non è un caso di ordinaria amministrazione quello tra Grecia ed Unione Europea che ha trascinato i diciannove paesi dell’eurozona in una prolungata ed estenuante “querelle”,la cui posta assai alta in gioco era:salvare o non salvare il Paese della Polis e della democratia dal fallimento – il famoso default, sentito centinaia di volte in queste settimane – cui i conti ancora assai sballati del neo Premier Tsipras ed un programma di riforme, assai lacunoso se non evasivo, sembravano accompagnarlo.La conclusione non poteva non essere, come accaduto nei giorni scorsi,che la fine di ogni dialogo tra le due parti( i greci contro i diciotto della controparte),che veniva suffragata anche dalla minacciosa arma brandita dal governo di Atene di portare questa domenica alle urne i cittadini ellenici per farli esprimere con un sì od un no,difronte alla linea fissata da Bruxelles. Oggi, alla immediata vigilia del referendum,sembra facile poter dire che – qualunque sia l’esito delle urne che dai sondaggi sembrerebbe attaccato ad un testa a testa serratissimo - anche nel caso di un sì alla Ue che dovesse giungere domenica sera da Atene,i rapporti tra Grecia ed Europa sembrano destinati a restare incollati ad un difficilissimo cammino,pieno di dure prove e sacrifici per i cittadini dell’Ellade. Forse il caso Grecia avrà anche messo più approfonditamente in discussione la linea dell’austerity,del rigore contabile che le burocrazie comunitarie si sono esercitate al applicare ai bilanci ed ai conti finanziari degli Stati membri.Forse però da lunedi qualche verità in più sarà pure emersa sulla direzione di marcia che la Unione degli Stati europei dovrà pure affinare,rivedere.Sempre laddove ne esistano le precondizioni. TORNATA IN EDICOLA L’UNITA’ / FONDATA NEL 1921 DA ANTONIO GRAMSCI POTRA’ OGGI SERVIRE AL PD PER RILANCIARE UN PROFICUO E PLURALE DIBATTITO INTERNO? Roma,04/07/15 – (Aps) – Perché sia il nostro un partito in cui “non sia uno solo a comandare” come è stato ripetuto spesso in questi giorni nel Pd ,e non solo nelle interne polemiche. Dove tuttavia di cose ne sono state dette anche parecchie,ma a difettare sono stati i fatti,le azioni pratiche.In questo senso reprimende più o meno severe sono venute in questi ultimi tempi anche da personaggi autorevoli ma oggi fuori della mischia,come Alfredo Reichlin,non più tardi di pochi giorni fa,alla convention delle minoranze di sinistra.Questa la premessa, per dire che il ritorno nelle edicole del glorioso quotidiano comunista fondato da Antonio Gramsci nel 1921 è stato accolto con generale soddisfazione – e non poteva che essere così – soprattutto da quella vasta fascia del partito che ha un minimo di memoria storica .Per ricordare che L’Unità – assieme a L’Europa che è stato il secondo assai giovane fratello ad affiancarsi alla gloriosa testata gramsciana – è stata in prima linea nel dare linfa e vita all’esperienza dell’Ulivo e successivamente del neonato Pd che ha aperto subito grandi speranze all’avventura del riformismo democratico nel panorama politico italiano.Messo subito da Veltroni nel giusto binarioi del partito “a vocazione maggioritaria” nessuno vorrà dimenticare che il neonato partito della socialdemocrazia italiana di stampo europeo – detto così in qualche senso per semplificare – tocco’ al suo battesimo elettorale del 2008 quasi quota 34 per cento. Il Pd – reduce oggi dal bel insperato traguardo del 41% alle europee di un anno fa,si trova però nel bel mezzo di una fase di difficile passaggio,come hanno ben evidenziato le recentissime elezioni regionali ed amministrative dove i simboli del partito di Renzi hanno trovato inattesi ostacoli e difficoltà in un clima di ripresa dell’astensionismo e dell’antipolitica.Le strutture periferiche hanno palesato quasi ovunque segni di sfibramento,Come controprova della scarsa cura dedicata all’aggiornamento ed alla verifica della vecchia “ditta” che evidentemente meritava proprio una attenzione diversa,anche o soprattutto da Renzi e dai nuovi vertici insediatisi al Nazzareno.Non è mai troppo tardi; se c’è la volontà e l’intelligenza di capire dove e come intervenire.Anche a questo potrebbe servire la nuova Unità appena riapparsa nelle edicole e nei circoli Pd.