mercoledì 23 aprile 2014

RENZI NEL GUADO DELLE RIFORME PER RILANCIARE IL PAESE/LA COMPETIZIONE RESIDUALE A DESTRA SI RIPERCUOTE NELLA MAGGIORANZA/NEL PD NASCE AREA RIFORMISTA PER VITALIZZARE LA DIALETTICA INTERNA





APS – Anno XIX ( nuova serie) – n°669 di martedì 22 aprile 2014



RENZI SPINGE IL PD A SUPERARE IL GUADO DELLE RIFORME,RISANAMENTO  LAVORO/”AZIONE DI DISTURBO” DI ALFANO PER MARCARE LA VISIBILITA’ NCD


Roma,18/04/14 – (Aps) – Una manovra quella delineata nel Df che ha bisogno di essere integrata di non pochi dettagli,e non marginali, ai fini del riperimento delle risorse a sostegno degli interventi finanziariamente assai impegnativi,già annunciati,per gli sgravi fiscali ai percettori di redditi fino a 1500 euro al mese,per il graduale abbattimento dell’Irap(imposta sulle attività produttive) reclamato con forza dai settori della piccola e media industria in difficoltà.Per citare i più noti trai provvedimenti varati nel campo del risanamento e finalizzati all’obbiettivo della successiva crescita,come annunciato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia Padoan nella conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi.Risorse che richiedono anche un a riconsiderazione più generale, nel quadro d’assieme dei costi di un piano di rilancio del lavoro e dell’occupazione; quindi a sostegno della domanda interna.La settimana appena iniziata, dopo la breve parentesi di Pasqua, è proprio all’insegna del dl che mira ad incrementare una nuova flessibilità per l’ingresso nel mondo del lavoro e a ridurre sensibilmente tutti gli aspetti e situazioni di precarietà specie iniziali in tutto il campo del lavoro.Un disegno di legge che è preliminare in definitiva al più completo piano per l’occupazione, il cosiddetto  “Job Act”,,su quale  è attivamente impegnato il Ministro del Lavoro,Poletti..Si tratta,come si sa,di una normativa che deve far si che  il disegno complessivo di riforma ed incentivazione dell’occupazione possa prendere il via.Per dare risposta alle attese di milioni di lavoratori disoccupati, di giovani e donne in primo luogo,
Su siffatta premessa – oltre agli intralci pregiudiziali provenienti dalle opposizioni alla ricerca di ogni ostacolo a rallentare se non a frenare la spinta riformatrice del Governo Renzi - si stanno manifestando preoccupanti segnali di contrasto da parte dell’alleato minore della colazione,il Nuovo cedntrodestra di Alfano che nel disperato bisogno di visibilità verso l’elettorato di destra utilizza tuti i possibili motivi perr accentuare la propria maschias presenza nel go verno.Era gia accaduto qualche giorno fa con l’enfasi un  po’ eccessiva con cui era stato difeso  l’operato della polizia nei recenti disordini a Roma, dove purtroppo il fatto  saliente è stato l’odioso e censurabile comportamento di alcuni elementi delle forze dell’ordine.Al netto certo degli atteggiamenti provocatori e di violenza di una parte dei manifestanti.Nella giornata di oggi Alfano e compagni sono tornati alla carica dul dl Poletti contestandone i termin i in cui lo stesso provvedimeneto è stato licenziato in Commissione a Montecitorio.Tanto da indurre il Governo a porre sullo stesso il voto di fiducia nella giornata di domani mercoledì e prima del voto conclusivo sul provvedimento il giorno successivo,giovedì.
Si direbbe pericolo scampato per questa nuova azione di disturbo della componente della nuova Destra nella maggioranza.Immediatamente forse è così,ma è chiaro che tali episodi richiamano profili più generali del quadro politico che, se complicano maggiormente la navigazione parlamentare del Governo Renzi, ammoniscono anche, in prospettiva non solo ravvicinata, circa le insidie derivanti da una collaborazione “strana” od anomala, ancora una volta – dopo le larghe intese .-con i reduci dell’esperienza Pdl, in permanente lotta con la Fi berlusconiana ,per contendersi i resti dell’elettorato di destra o moderato che ancora conserva simpatie ,o sintonie, con formazioni targate “destra”.Una contesa che alla lunga potrebbe risultare anche utile alla normalizzazione del quadro politico italiano ma che allo stato è quasi del tutto motivo d’intralcio e di complicazioni nello scenario di governo e dell’iniziativa riformatrice di Renzi e del Pd.   ..  


NEL PD/NASCE  “AREA RIFORMISTA”COME STRUMENTO FACILITATORE DI  UNA   NUOVA DIALETTICA INTERNA,A SOSTEGNO DELL’AZIONE DI GOVERNO


Roma,22/04/14 – Aps) - Nasce "Area riformista",come riporta il quotidiano del Pd Europa,
in una nota di @rudyfc: «Noi in minoranza, ma non siamo più antirenziani»,spiega Davide Zoggia,uno dei promotori.L’appuntamento è per lunedì 28 aprile al teatro Eliseo di Roma. La nascita di “Area riformista” rappresenta il tentativo di far ripartire l’attività della minoranza dem, o almeno di una sua parte, dopo una fase tormentata, fatta di rapporti interni molto tesi e della difficoltà a far emergere nuovi dirigenti (e una nuova leadership) senza accantonare del tutto i “padri nobili”, da Pier Luigi Bersani a Massimo D’Alema. «Non sarà una assemblea di ceto politico», garantiscono gli organizzatori, ma di sicuro arriveranno nella Capitale amministratori e dirigenti del Partito democratico provenienti da tutta Italia. Il titolo della manifestazione è “L’Europa che faremo”.Gli attriti e le divergenze sul percorso da intraprendere dentro il Pd, in realtà, non sono del tutto superati. Che la mozione Cuperlo sia un antico ricordo è un dato appurato ormai da tempo. Mentre i Giovani turchi hanno preso la loro strada già subito dopo il congresso, avviando un rapporto di confronto non oppositivo – ma nemmeno passivo – con Renzi, i bersaniani si sono mostrati finora meno concilianti con il segretario. «Ma non possiamo continuare a essere semplicemente anti-renziani – spiega a Europa Davide Zoggia – il congresso è finito e anche la confusa fase post-congressuale deve essere archiviata. Il nostro compito vuole essere quello di confrontarci con il premier sui temi, Vogliamo rendere esplicite le nostre posizioni e sulla base di queste aggregare consenso. Non per ostacolare il governo, ma per aiutarlo a ottenere i risultati che Renzi ha proposto, cercando di lavorare in parlamento per modificare le cose che non ci piacciono, com’è successo con il decreto sul lavoro, ma soprattutto per farle approvare».Una valutazione che si estende anche alla riforma elettorale. «Dopo le europee – sostiene Zoggia – ci saranno i margini per poter modificare l’Italicum, così com’è uscito dalla camera, soprattutto per quanto riguarda la rappresentanza di genere e le liste bloccate». A taccuini chiusi, in molti spiegano di parlamento, le truppe di “Area riformista” sono consistenti, soprattutto alla Camera,. E a guidare la componente dovrebbe essere proprio il presidente dei deputati dem, Roberto Speranza, il quale però vorrebbe tutelare il suo ruolo da eventuali attacchi, evitando di identificarsi con una sola componente del partito. «Ma il prossimo congresso è ancora lontano – prova a calmare le acque Zoggia – e non c’è bisogno di ricercare una leadership da contrapporre a quella di Renzi». Fatto sta che il ruolo di Cuperlo come “federatore” di quest’area è ormai superato. E lo stesso ex presidente dell’assemblea del Pd non ha in “Area ancora deciso come ricollocarsi.A riconoscersi riformistasperare in un risultato negativo di Forza Italia per rimettere in discussione la legge, almeno su questi due punti, ma non è escluso di poter incidere anche in maniera più profonda, potendo contare su un malessere interno alle truppe berlusconiane, che potrebbe indurre Renzi a ricercare altrove (tra Sel e i dissidenti grillini) nuove maggioranze “di scopo”.In” non sono solo i bersaniani come lo stesso Zoggia, Nico Stumpo e Alfredo D’Attorre, ma anche l’ex segretario Guglielmo Epifani, dalemiani come Andrea Manciulli, Enzo Amendola e Danilo Leva, battitori liberi come Stefano Fassina e Cesare Damiano, ex popolari di provenienza lettiana (Paola De Micheli) e fioroniana (Enrico Gasbarra).Tra di loro è aperto il confronto su quale atteggiamento tenere nei confronti del rinnovo degli organismi dirigenti del partito, a cominciare dalla segreteria. Renzi vuole accelerare, procedendo alle nuove nomine entro la fine di aprile. Da queste parti, invece, preferirebbero prendere tempo, un po’ per convincere anche i più scettici (alla Fassina), un po’ perché tutti vorrebbero vederci chiaro: «Noi possiamo partecipare a una gestione unitaria – spiega Zoggia – ma vogliamo capire che cosa si vuole fare di questo partito, quale funzione deve avere, che idea ne ha Renzi». Meglio, quindi, rinviare di qualche settimana, magari a dopo le Europee.@rudyfc


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mercoledì 16 aprile 2014

QUANDO LA PERSECUZIONE NON E'POI TANTO SPIETATA/CADE IL CASTELLO DI CHIACCHIERE SUL "MARTIRIO GIUDIZIARIO" DELL'EX-CAVALIERE









APS – ANNO XIX ( nuova serie ) – n° 668 di martedì 15 aprile 2014



APS - Anno XIX ( nuova serie ) - n°668 di martedì 15 aprile 2014

SE LA PERSECUZIONE NON E’POI COSI’ SPIETATA/LA SENTENZA DI MILANO FA’ PIAZZA PULITA DEL “MARTIRIO GIUDIZIARIO” SUBITO DALL’EX CAVALIERE”


 


Roma,15/04/14 – (Aps) - Non c'è dubbio alcuno oramai che venga clamorosamente smentita questa sera tutta la favolistica dell'ex-Cavaliere sul suo “martirio giudiziario”,con  . l’ormai noto corollario di pm e giudici agguerritissimi nei suoi confronti,di toghe (“rosse” naturalmente) in agguato in tutti i Distretti giudiziari e mobilitati a tendergli trabocchetti.Su di essa ha scatenato la sua offensiva travisatoria il Cavaliere, durata sino all'altro ieri,e cominciata assai indietro nel tempo ma divenuta incalzante a partire dalla conferma in Cassazione il 1° di agosto dell'anno passato, della condanna a 4 anni ( di cui tre e rotti condonati).Una campagna culminata con l’uscita Pdl dalla maggioranza delle "grandi intese"nell'autunno scorso.
Quattro ore di "servizi sociali" in una struttura per anziani quasi dietro la casa di Arcore – questa la sentenza del Tribunale di Sorveglianza di Milano che così dettaglia l’esecuzione della pena,alternativa al carcere, del”condannato” Silvio Berlusconi :  un  solo giorno la settimana per l'espiazione  relativa al reato di frode fiscale sui diritti tv.E con un ampio arco di tempo nella settimana,per spostarsi da Milano a Roma,per rendere più visibile ed operativa la propria “agibilità politica”.Non è la nostra delusione di spietati giustizialisti - quali pensiamo davvero di non essere – che ci porta a commentare le modalità piuttosto miti fissate nella sentenza predetta,quanto la constatazione triste ed ilare al tempo stesso di quali  mistificazioni possono perpetrarsi quando la politica imbocca le vie avventuristiche della menzogna e dell'inganno.E’ questo l’argomento su cui sono appuntati commenti e valutazioni degli organi d’informazione come degli ambienti politici.


 


La Destra Berlusconiana è  chiaramente agli sgoccioli,ma l’ex Cavaliere, per come sembravano messe le cose, ha chiaramente vinto questo round,confermando – con gli incontri repentini ed i contatti sulle riforme all’esame del Parlamento, da lui coltivati con tenacia  con il Presidente del Consiglio Renzi  - che il suo vero obbiettivo che sta perseguendo è quello di rimanere al centro della scena.Anche se non si sa quanto veramente gli interessi delle riforme medesime che il Paese attende invece con ansia e partecipazione.

domenica 6 aprile 2014

IN ATTESA DELLE MODALITA' DELLA PENA PER BERLUSCONI,CONVULSIONI E DIETRO-FRONT DA ARCORE E DINTORNI SUL PATTO DEL NAZZARENO/RENZI VA AVANTI


APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°667 di sabato 5 Aprile 2014

PATTO NAZZARENO SI NO,PRIMA DELLA DECISIONE DI GIOVEDI’SULLA PENA PER L’EX CAV./RENZI AD UN PASSAGGIO FASTIDIOSO PER SUO PIANO RIFORME


Roma,05/04/2014 – La verità è che per Renzi ed il suo programma di cambiamento – “la svolta buona” come è stato pure battezzato il suo piano di riforme e di interventi anche  sulla macchina  amministrativa dello Stato,quella pubblica e parapubblica,oltre che sugli obblighi,sul costume civile del Paese – l’attuale fase rappresenta un faticoso o,ancor più,
fastidioso passaggio nella impegnativa opera di governo caricata,come è evidente, anche sulle spalle del Pd.
Intendiamo dire soprattutto della presente fase “convulsiva” che caratterizza l’ex-Cavaliere e sua la rinata Forza Italia –  preda di una inequivocabile crisi di panico -  dinanzi alla prospettiva ormai imminente che la decisione di giovedì del Tribunale di Sorveglianza di  Milano possa optare per gli arresti domiciliari che significherebbero una privazione della libertà personale del condannato ancora più,seria,più dura di quanto non prevedano già le prescrizioni dell’affido ai servizi sociali.Di qui le contraddizioni, le convulsioni appunto,a proposito della linea politica da seguire,che viene annunciata e subito smentita,nel rapporto con Renzi,la maggioranza di governo,sul rispetto o meno del Patto del Nazzareno circa le riforme istituzionali e politiche (la legge elettorale:l’Italicum) che si è già tentato di usare spudoratamente come merce di scambio della cosiddetta”agibilità politica” per il Capo di Forza Italia che è sul punto di perderla totalmente tra qualche giorno,come si sa.Una situazione umanamente triste,poco commendevole e politicamente spregevole, che disturba notevollmente il quadro politico,non solo,ma anche sociale ed economico – si pensi agli indici della disoccupazione,specie giovanile e femminile ,nel nostro Paese – in cui ha preso il via l’iniziativa per il cambiamento del governo di Matteo Renzi che è anche leader del Pd. E con riferimento ad un tale contesto v’è da annotare che la prossima settimana sarà decisiva in primo luogo per il varo del Def – il documento di economia e finanza dal quale si desumeranno le fonti di copertura di alcuni degli interventi prioritari fissati dal governo stesso,come gli ottanta euro mensili in busta paga dalla fine di maggio per tutti i percettori di reddito inferiore a 25mila euro l’anno – unitamente al cammino parlamentare in Senato per la discussa riforma dell’Assemblea di Palazzo Madama.A proposito della quale non si può non annotare come restino assai poco comprensibili non solo,per ragioni oltretutto di riserbo istituzionale c ome si diceva, l’intervento del fine settimana scorso,del Presidente Grasso,ma altre iniziative di “anime belle” dello stesso Pd ,che rischiano di appesantire o ritardare il cammino riformatore.A pro di che cosa,considerata la sintonia,oltretutto,della proposta di cambiamento dell’attuale Governo con il desiderio di larga parte dell’opinione pubblica e di cui il Pd può farsi meritoriamente interprete.   

NUOVI LEADER EUROPEI/ UN RILANCIO DELLA  “TERZA VIA” NEL NUOVO MILLENNIO ?

Roma,05/04/14 – (Aps) - Era in odore se non di eresia almeno di scarsa ortodossia, nei confronti della linea consolidata delle socialdemocrazie europee, la “terza via” che circa tre lustri addietro i leader della sinistra riformista del Vecchio Continente cercavano di disegnare in una rete che aveva un suo polo di riferimento  anche Oltreatlantico,con i Democratici di Bill Clinton.Così come in tutte le altre aree mondiali in espansione, non solo economicamente ma,parallelamente, in decisa crescita anche sul piano politico-istituzionale ,dei diritti.Vedi il Brasile e buona parte dell’area centro-sud americana,come in altri continenti.,dove ha preso ad estendersi od a prendere più precisi lineamenti il fronte dei partiti chiaramente progressisti.Da queste premesse partono i segnali di ripresa di un dialogo volto al rilancio di una nuova “Terza via”,sebbene in un contesto molto nuovo e diverso rispetto agli anni passati.
Per questo ci piace segnalare la prospettiva che possa riprendersi il filo di un tale decivivo colloquio a più voci  dopo i recenti contatti in sede europea del nostro neo Premier ,Renzi,  e con lo stesso Obama a Roma in occasione della recentissima “missione” del Presidente Usa nella nostra Capitale.
“Si sono dati appuntamento a dopo le europee, Matteo Renzi e Ed Miliband,scrive l’Huffington Post”,per ragionare su un rilancio dell'iniziativa dei progressisti del vecchio continente. E così la due giorni londinese è diventata anche l'occasione per il premier italiano di proiettarsi da segretario del Partito Democratico su un asse che passa da Londra e potrebbe vedere protagonista la nuova generazione di leader del centro-sinistra europeo. La fonte di ispirazione cui non ha mai nascosto di guardare Renzi è la 'terza via' di Tony Blair. E proprio con Blair, Renzi è riuscito ad avere un lungo confronto a cena ospitato all'Ambasciata italiana a Londra. I due hanno discusso di politica estera, di Medio Oriente, di Egitto, i temi che in questa fase occupano l'agenda di Blair. Ma c'è stato spazio per parlare di tutto: un momento "molto piacevole" lo ha definito Renzi, e certamente prezioso per il suo possibile giovane 'erede', come lo descrive anche oggi il Financial Times.Nelle ore in cui Renzi incontra la nuova e la vecchia guardia del partito laburista - non solo Ed Miliband e Tony Blair, ma anche Peter Mandelson e Duglas Alexander - il quotidiano della City in un editoriale riflette proprio sul futuro dei progressisti dell'Ue. Potrà lo spirito di Tony Blair e Gerhard Schroder pervadere i loro successori?”

 

ESAME UE PER RENZI/OK PER RIFORME ED INTERVENTI PER CRESCITA E CAMBIAMENTO/MONITO ITALIANO:EUROPA PIU'UNITA E SOLIDALE





APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°665 di venerdì  21 marzo 2014



ESAME EUROPEO PER RENZI:APPREZZATE RIFORME,LAVORO,CRESCITA,TAGLI ALLA SPESA,ENTRO I VINCOLI UE/MONITO ITALIANO:EUROPA  PIU’SOLIDALE !


 


Roma,21/03/14 – (Aps) - L’Era Renzi ha superato il vero battesimo del fuoco di questi giorni in Europa:Nell’ordine,gli incontri con Hollande a Parigi,con la Cancelliera Mertkel a Berlino e poi il quello che si può definire il vero e proprio “esame” a Bruxelles,alla riunione del Consiglio Ministeriale Ue .E non vi è dubbio che si sia trattato di un vero e proprio esame,quello sostenuto dal Primo Ministro italiano,nel presentare il suo programma di riforme e di interventi a favore del lavoro,della crescita basati su un accentuato piano di tagli della spesa pubblica.Da parte degli “esaminatori” europei.assieme all’apprezzamento per il piano d’azione del giovane Premier italiano,non si è mancato di sottolineare la valenza degli obblighi comunitari per il tetto massimo  del 3% nel rapporto deficit-Pil,scritto anche nel famoso Fiscal compact.Quì Renzi ha avuto da parte sua  l’opportunità di ribadire con forza ,accanto alle assicurazioni sul mantenimento da parte italiana dei vincoli Ue di bilancio,la necessità improrogabile di correggere in qualche modo la rigida e burocratica impostazione,o “filosofia” comunitaria,la quale deve aprirsi a maggiori obblighi di solidarietà verso Paesi ed aree oggi virtuosamente impegnate a rimettere maggiore ordine nei propri conti pubblici.E ciò nell’interesse dell’Europa stessa,se vuole uscire nel suo insieme dalla fase recessiva.Una esortazione che proviene peraltro da uno dei principali Stati aderenti,il nostro appunto,secondo paese manifatturiero del Continente e ,tra l’altro, uno dei sei soci fondatori della Comunità nei lontani anni Cinquanta.Il tutto al netto della constatazione che l’Europa e la sua Comunità di Stati fluttuano trai marosi di un populismo antieuropeista per  nulla rassicurante.Di qui la necessità per i Paesi che hanno a cuore, ed hanno anche l’interesse,a mantener viva la loro Unione,a mostrare una più piena solidarietà e vicinanza ai popoli dei diversi Paesi.Questo peraltro sembra voler essere il punto centrale dell’impegno europeo dell’Italia nell’imminente semestre di Presidenza italiana della Ue.E’ prevedibile che il Premier italiano voglia utilizzare il semestre della sua presidenza per mettere con forza sul tavolo dell’Europa siffatto non secondario argomento.


 


 




UN CONTESTO SOCIALE POLITICO IN EVOLUZIONE CHE NON DOVREBBE INTRALCIARE “LA SVOLTA BUONA” DI  RENZI

Roma,21/03/14 – (Aps) - E’ vero che è suonata l’ora della rivolta ;degli interessi piccoli o grandi – piu’  grandi che i piccoli - che vengono colpiti dagli interventi riformatori del nuovo Governo e che via via fanno sentire la propria voce.Ha cominciato purtroppo a nome dei manager di aziende pubbliche o partecipate,l’amministratorre delegato delle Ferrovie dello Stato.Moretti ha manifestato la propria ribellione – pena l’abbandono - a vedersi ridurre il compenso dai circa 900mila attuali ai 250mila previsti, con il richiamo peraltro ai rischi ed al mercato che non sembrano proprio attenere al caso suo,trattandosi di impresa pubblica operante in posizione monopolistica.Provocando naturalmente un coro di dissenso e di condanna.Con i manager,si fanno sentire categorie e settori colpiti in una maniera o nell’altra dai provvedimenti annunciati con la spending review Sono spinte e pressioni da fronteggiare per spezzare l’assedio.In generale di interessi che sono stati a lungo,durante vari decenni,”tutelati” a discapito di altri che sono stati sacrificati. Il pericolo dinanzi al quale si trova il governo di Renzi è quello che si saldi il cerchio tra tutti i vari “nemici”,consapevoli o non dell’iniziativa riformatrice di Renzi,i quali si annidano in una vasta articolata area o nebulosa di quanti avvertono di poterne essere colpiti.Una vasta nebulosa abitata da quanti sono titolari ,di piccoli ma più spesso meno piccoli, privilegi e protezioni che paventano di poter perdere:insomma di chi si sente più garantito nella situazione attuale,aggrappati alla scialuppa della “raccomandazione” per il posto di lavoro nelle varie catagorie ,per la casa,per la designazione ad un incarico manageriale o dirigenziale locale o nazionale.Questo dappertutto,nelle universita,nelle strutture sanitarie.professionali e via discorrendo.Un quadro necessariamente incompleto e generalizzato che abbraccia tanta parte dei nostri ceti sociali,a tutti i livelli dai più bassi a quelli più elevati.Questo il blocco elettorale che ha votato in proporzioni prevalenti,in questi ultimi vent’anni,per la Destra il Centro,ma non solo.Questa vasta area,questa nebulosa si sente a rischio con l’avvento del giovane leader Renzi,veloce e determinato,nelle stanze del potere;che trascina dietro di se un Partito,il Pd,che fino all’altro ieri si era avvolto in se stesso,mancando ad importanti appuntamenti.Con la Storia?Bè.,diciamo almeno con occasioni di svolta politica decisive.per il Paese:Ora “la svolta buona” di Renzi può far giustizia di tutte le occasioni mancate (anche dal Pd) per scuotere e riscattare l’Italia,cercando al contempo di dare una scossa benefica anche alla vecchia ,un po’ sonnolenta(e burocratica)Europa.Per questo non si può restare alla finestra:bisogna dare una mano,con fiducia. . .

martedì 1 aprile 2014

GRASSO ROMPE INASPETTATAMENTE IL RISERBO ISTITUZIONALE/LA RIFORMA DEL SENATO FA FIBRILLARE IL QUADRO POLITICO/MA RENZI E'DETERMINATO





APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°666 di lunedì 31 marzo 2014


RIFORMA DEL SENATO/ROMPENDO INASPETTATAMENTE IL RISERBO ISTITUZIO
NALE,GRASSO METTE IN FIBRILLAZIONE IL QUADRO POLITICO E DI GOVERNO


Roma,31/03/14 – (Aps) – Dopo una settimana consacrata agli incontri in Europa con i vertici Ue ed a Roma con il Presidente americano Obama,è esplosa violenta la polemica sul dl di modifica costituzionale ( formalmente approvato nella giornata di oggi dal Con siglio dei Ministri) riguardante il superamento del cosiddetto “bicameralismo perfetto”,con la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie.
L’infiammarsi della polemica – che certo già covava sottotraccia,trai sostenitori dello status quo già da qualche tempo) è stata provocate dalle parole del Presidente del Senato, Piero Grasso,che in due interviste – al quotidiano “La Repubblica” ed “In Mezz’ora” , il programma tv di Lucìa Annunziata su Rai3 – ha lasciato di stucco con i suoi giudizi demolitori,del tutto opinabili naturalmente,del progetto del Governo Renzi della cosiddetta Riforma del Senato.E soprattutto del  fulcro della proposta governativa:la non eleggibilità dei componenti del nuovo Senato;la ridotta e specifica attribuzione delle funzioni legislative a quell’Assemblea.Insomma, quanto basterebbe a vanificare tutta la proposizione riformatoria del deprecato sistema del bicameralismo tra le due assemblee di Montecitorio e di Palazza Madama,congiuntamente al mancato abbattimento dei relativi costi di dette istituzioni.
Oltretutto l’uscita del Presidente del Senato – l’ex Procuratore nazionale Antimafia messo nelle liste dal Pd e portato direttamente alla Presidenza della attuale Camera Alta – ha destato non poca sorpresa, al di là del merito delle affermazioni fatte, anche per il ruolo, la terzietà, cui la seconda carica dello Stato sarebbe tenuta.Soprattutto in ordine a temi così centrali e decisivi della discussione politica.C’è chi evoca anche altri sintomi nei mali attuali della classe politica – non chiamiamola casta –. Quelli dello scarso professionismo politico, che in assoluto non deve essere considerato un male e tuttavia è spesso fonte di guasti non di poco conto. Altre immagini evocate nella vicenda che ha visto al centro in quest’ultimo weeck-end, il Presidente Grasso – nella sua qualità appunto di esponente massimo dell’organismo costituzionale sul quale sta incentrandosi la rivolta esplicita od occulta in ordine alla proposta di legge costituzionale che,approvata oggi dal Consiglio dei ministri,entra da domani a Palazzo Madama per essere incardinata sui binari dell’esame e della sua approvazione, fortemente voluta dal governo e dalla sua maggioranza. E si è parlato anche- per gli umori che animano una parte di quella Assemblea -di un “Giardino d’inverno” nella nostra per la verità limitata “rivoluzione” costituzionale.Un evento dunque che a ragione sta infocando il clima politico in questi giorni,anche per effetto della inveterata abitudine, alle nostre latitudini, di non tener fede ai patti politici.Quello, ad esempio,tra maggioranza e opposizione su un tema cruciale come questo:dalla legge elettorale,alla fine del bicameralismo,al Titolo V,sulla rivisitazione delle autonomie locali.Queste,si ricorderà,frettolosamente ritoccate- in epoca di “eccitazione federalista” - proprio ad opera –hainoi .- di un centro sinistra smanioso di riformismi immeditati.

DOVE VANNO NENCINI E COMPAGNI? PERCHE’ NON –FINALMENTE - LA CONFLUENZA NEL PD?


Roma,31/03/14 – (Aps) - Dopo il Consiglio nazionale ultimo del Psi di Nencini e relativi adempimenti – tra l’altro l’ex Ministro socialdemocratico Carlo  Vizzini nominato Presidente – viene da chiedersi se non sarebbe più utile e producente, per gli eredi  una così lunga e contrastata tradizione politica nostrana, puntare a non perdere le opportunità giuste ancora una volta.Di valorizzare cioè all’interno del  Pd – unica risorsa democratica riformista del nostro Paese - quella stessa tradizione e le sue radici.Rivendicandone legittimamente la propria primogenitura ideologica nei principì fondativi di quel Partito.Del  quale peraltro non dovrebbero oltre ignorare  - gli ex socialisti oggi nuovamente  Psi - la consonanza profonda d’ispirazione ideale e politica.


Sembrano invece essere attratti e non da oggi -Nencini e compagni -in uno sterile gioco di difficile comprensione,che è soltanto  di affiancamento, che non li comprometta o li contagi tuttavia oltre un certo limite.Che significa ed a che serve tutto ciò?Ormai è chiaro il peso elettorale – più che modesto - delle liste meritoriamente presentate da questo partito  anche in più recenti occasioni.Così come è evidente la ristrettezza  della piattaforma programmatica od ideologica degli eredi  “ad oltranza” di Nenni,di Craxi(ed anche di Saragat ?) incentrata prevalentemente sui temi di un laicismo ormai fuori del nostro tempo. Andare in controtendenza politica,per così dire,serve forse a fare il bene della Ditta?Ma a quale scopo?
Ora, proprio a margine di questa riunione del C.N,.è sembrato aprirsi nuovamente il  varco di un rapporto più organico con il Partito democratico e speriamo finalmente che i reduci e discendenti  dell’esperienza socialista non si lascino ancora impaurire dalla prospettiva di una confluenza,unica dignitosa conclusione di una storia politica assai incerta e mal gestita, anche e soprattutto in tempi più recenti.