domenica 23 dicembre 2012

FINISCE NEL CAOS E NEL DEGRADO POLITICO LA XVI LEGISLATURA/RESTA SOLO IL PD COME UNICA ALTERNATIVA VINCENTE


Roma,19/12/12 – (Aps) – Mancano soltanto pochi giorni perché,secondo l’agenda stabilita,il Premier in carica formalizzi le dimissioni del suo Governo.Ma contrariamente a quanto aveva auspicato il Capo dello Stato anche nei suoi più recenti inviti –dopo che il centro destra  una decina di giorni fa aveva fatto inopinatamentemancare il suo appoggio in Parlamento a provvedimenti impegnativi del Governo “tecnico” – la legislatura, lungi dall’avere una conclusione ordinata, come invocato appunto da Napolitano,si sta pericolasemente avvitando in una situazione di confusione,di “assalti alla diligenza” della Legge di Stabilità(ex-finanziaria) dove si tenta di imbarcare le istanze più contraddittorie rispetto alla ratio del provvedimento stesso.Ma non solo di questo si tratta perché anche altre misure varate dal Governo,come le agevolazioni per la raccolta firme per la presentazione delle liste,vengono stravolte o confezionate a beneficio di soggetti ed interessi particolari – “ad partitum” si è appropriatamente detto – quali risultano dal cosiddetto “spacchettamento” del partito berlusconiano.E vi sono inoltre le linee di guerriglia al fine di bloccare altri provvedimenti già in vista del traguardo.Ad esempio, le norme sulle incandidabilità,fintamente applaudita,ma tenacemete avversata da chi ha ragioni per farlo.


ULTIMI INTERROGATIVI SULLE RIFLESSIONI DEL PROFESSORE:SCENDERA’ IN CAMPO?FINITA LA TERZIETA’ POSSIBILI SBOCCHI DEL CONFRONTO POLITIC

Roma,19712/ 12 – (Aps) -Naturalmente non sono soltanto le convulsioni parlamentari di cui si parla in queste ore a tratteggiare il clima caotico che sta emergendo nel quadro politico.Siamo sotto un diluvio di menzogne elargite a piene mani dal Cavaliere che dopo le incredibili giravolte e capriole di  queste settimane – Monti no,anzi si come federatore di tutti i moderati,anzi Premier di un Monti bis:oggi Monti no e basta – il Cavaliere appare in preda ad un delirio di esternazione che lo porta dalle sue reti Mediaset,alla RaI,con la compiacenza dei massimi vertici della Tv pubblica,alla radio.Il repertorio è stucchevolmente sempre lo stesso:contro lo spread,l’euro,l?Europa germanocentrica,per l’eminazione dell’Imu.Guardandosi bene dal dire come ragionevolmente fare.E poi,madre di tutte le battaglie,allontanare il pericolo dei comunisti che ancora incombe con la prevista vittoria alle elezioni di primavera del centrosinistra.Un delirio bello e buono,insomma.
Nella cronaca convulsa di queste settimane – quando tutto ruota attorno alla scadenza elettorale,che è politica ed amministrativa in alcune importanti regioni come Lombardia e Lazio,slittata per un’altra assurda pretesa della Destra allo sbando dal 17 al 24 febbraio – entra però a pieno titolo anche il sostanziale mutamento,istituzionale,non solo, ma anche di ruolo politico sinora coerentemente ispirato alla terzietà, del Premier Monti.Che “ferito” dal voltafaccia dell’ex-maggior partito italiano,il Pdl,tiene in realtà in suspence   la platea politica alla vigilia della consultazione elettorale(che avverrà con lo scandaloso “Porcellum”).Sappiamo come egli non abbia ancora sciolto gli interrogativi che pendono circa gli esiti delle sue riflessioni:promuovere soltanto liste a lui ispirate o scendere direttamente in campo,come da primi segnali si propenderebbe a credere?E’ un interrogativo di non poco conto,destinato a cambiare i termini della competizione e non sappiamo sino a che punto elevarne il livello.Una discesa in campo del Professore creerebbe problemi allo stesso partito pronosticato vincente nelle urne,vale a dire il centrosinistra di Bersani col suo Pd e la coalizione comprendente Vendola e Nencini.Di una tale proiezione immediata se ne trova già l’eco nelle parole del Segretario Bersani che – nel corso del suo giro di contatti europei,per rafforzare il proprio standing a livello internazionale – pur sottolineando il leale sostegno che in qiuesti tredici mesi il Pd ha assicurato all’azione del governo Monti,ha messo in rilievo due punti carenti come equità e crescita;soprattutto non ha mancato di ripetere che non crede giovino al livello della politica partiti o formazioni a carattere personale.Come appunto anche le scelte di Monti si vanno nettamente  profilando.

venerdì 14 dicembre 2012

“ABUSIVI ED EVERSORI”/COLPO DI MANO IMMOTIVATO CONTRO MONTI E L’EUROPA


Roma,12/12/12 – (Aps) - Non appartengono ad una politica rispettosa dei più elemetari principì della democrazia gesti come lo strappo della sfiducia a Monti con cui il Cavaliere – dall’angolo morto in cui si è relegata una Destra estranea alla storia politica dell’Italia e soprattutto dell’Europa - ha voluto accompagnare la sua frenetica voglia di "ritornare".Si tratta di una scelta puramente "eversiva",in linea con le ispirazioni destabilizzatrici che la connotano, recante in sè potenzialità dirompenti quale essa potrebbe avere rispetto all' equilibrio delicato trovato poco più di un anno fa.Quando si è dato vita,per la felice intuizione del Capo dello Stato,al governo tecnico di Mario Monti, nel bel mezzo di una crisi acuta della nostra economia,che i mercati implacabilmente segnalavano, assieme al pesante deficit di decoro ed affidabilità dell'immagine dell'Italia scaduta ai minimi termini anche su scala europea ed internazionale.Esiti palpabili di tanti anni di politiche disinvolte ed irresponsabili, poggiate sulle favole di un benessere inesistente,favole recitate dai mediocri cantastorie che conosciamo. Senza vergogna, abbiamo sentito quindi pronunciare nei giorni scorsi a P.Madama ed a Montecitorio parole incredibilmente temerarie - "ritiriamo la nostra fiducia" – una requisitoria contro il Governo Monti,contro l’Europa contro,contro l’euro,contro la sinistra - ritenuta ispiratrice occulta delle ricette “bocconiane” del Prof.Monti al timone della linea di goverrno - da parte chi dovrebbe unicamente tacere. S'interrompe prematuramente dunque l'opera del governo Monti, come ha egli stesso preannunciato sabato sera al Capo dello Stato.Ma il Cavaliere ed i suoi "dignitari" ,con o senza il quid,forse ignorano o fingono di ignorare che il capitolo del populismo forzista è stato da tempo messo in soffitta trai vecchi inutili arnesi?Che esso sta per essere definitivamente cancellato dal voto dei primi mesi dell'anno nuovo,forse il 24 di febbraio, chiudendo finalmente un altro infausto ciclo della storia nazionale.Ponendo altresì fine ad un altro scandalo: il clamoroso caso di "abusivismo" politico, della rappresentanza popolare.Come si vede,a vista d'occhio per così dire,dalla sproporzionatissima consistenza parlamenare,per quanto ormai sfilacciata, di cui Pdl e Lega godono ancora oggi nelle due Assemblee legislative.In forza della quale osano sfiduciare un Governo che, seppure a prezzo di durissimi sacrifici soprattutto per i ceti medio-bassi,ha saputo intanto restituire all’Italia un bene inestimabile, che si chiama immagine e dignità. Restano da annotare i giudizi di estrema severità provenienti dagli ambienti politici e governativi di tutte le capitali europee e da oltreoceano,unitamente alle valutazioni analoghe espresse in sede di Consiglio del Ppe a Bruxelles,dove gli esponenti del maggior raggruppamento politico in sede Ue,a cominciare dall’italiano Mauro, si sono pronunciati in maniera dura ed inequivocabile sulla mossa- demagogica e populista,sbagliata - di Berlusconi.In conclusione,un quadro di disfacimento politico e morale quello della Destra italiana,che carica di ulteriori responsabilità il Pd per la sfida elettorale fra poco più due mesi:La posta in gioco è l’alternativa di governo per completare – con l’aiuto prezioso di Monti - la salvezza e la ricostruzione del Paese.

RICORDATI A MONTECITORIO ALLA PRESENZA DI NAPOLITANO I 120 ANNI DEL PSI/L’INTRECCIO TRA STORIA SOCIALISTA E IMPEGNO RIFORMISTA DEL PD

Roma,12/12/12 –(Aps) - Alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, del segretario del Psi Nencini , del Presidente,Acquaviva, della Fondazione per il Socialismo – che assieme alla fondazione Camera dei Deputati ha promosso l’evento - unitamente agli storici Piero Craveri e Massimo Salvadori , sono stati ripercorsi oggi alla Camera dei Deputati,alla Sala della Regina i 120 anni di una storia cruciale del Paese e del mondo che il Socialismo ha accompagnato e modellato;ricordandone i valori, i protagonisti – da Turati a Matteotti,Nenni,Saragat,Pertini,via via sino a tutte le altre principali figure del Pantheon socialista - le conquiste più emblematiche. E’ stato proiettato il filmato,«Immagini di 120 anni di Socialismo», di Tonino Farisi. Secondo il leader Psi Nencini non poteva esserci conclusione migliore della manifestazione celebrativa odierna perché essa prelude ed in qualche modo si intreccia con l’impegno della sinistra riformista - rappresentata dal Pd – nella imminente competizione politica di febbraio a diventare forza di governo; e che individua nella casa socialista europea la sua stella polare.Si terrà infatti venerdì e sabato prossimi, a Roma un incontro promosso dal Partito democratico con i principali leader dei partiti socialisti e socialdemocratici europei.Segno palese della vitalità,della ideale continuità di una storia. .

giovedì 6 dicembre 2012

LE PRIMARIE SPINGONO IL PD,CON LA DISFATTA PDL SVANISCE OGNI IPOTESI DI UN POLO LIBERALCOSERVATORE


Roma,05/12/12 –(Aps) – La consacrazione alle primarie del centrosinistra di Bersani a candidato Premier di questo schieramento alle politiche di primavera apre probabilmente il capitolo conclusivo di una legislatura molto travagliata, durante la quale sono venute a nudo, prima della disfatta attuale, le contraddizioni di un centrodestra sempre più marcatamente populista e parolaio, segnato fortemente dalla personalità solipsistica di un leader che ha voluto fare quel che gli piaceva,a dispetto del Paese che avrebbe dovuto guidare.Contro i disastrosi esiti di tale disinvolta irresponsabile“gestione” della cosa pubblica e mentre si addensavano sull’Europa le ombre minacciose della crisi nell’eurozona( che echeggiava le convulsioni dell’economia e della finanza globale ) contro la crisi che s’abbatteva anche su di noi,complice il “non governo” dei berluscones e dei loro alleati padani (leggi: Lega di Bossi,oggi Maroni) si ergeva la barriera, nel Parlamento e nel Paese, del centro-sinistra,del Pd e di altre forze moderate come l’Udc di Casini, convergenti sull’obbiettivo di mettere in mora il malgoverno di Berlusconi:risultato finalmente poi maturato un anno fa con l’incarico a Monti del governo tecnico. Oggi dall’onda di consenso sollevatasi attorno al benefico esercizio di democrazia come le primarie,è cresciuta nel Paese la voglia di spingere il Pd con il suo leader Bersani,ma anche con il suo antagonista diretto Matteo Renzi – un risorsa da convogliare nella forza d’impatto del centrosinistra, a cominciare da subito – ad un confronto elettorale che porterà questa forza politica alla guida del Paese,nel segno del cambiamento,delle cose da fare senza gridarle; realizzandole,senza raccontare “favole”,come ha ripetuto Bersani in questi giorni. Una legislatura dunque,quella che sta per chiudersi,iniziata con l’incredibile affermazione uscita dalle urne per il Cavaliere ed i suoi alleati leghisti,poi via via capitolati tuttavia, lungo una precipitosa rotta che giunge al dissolvimento della “ gloriosa armata forzista”,al lungo tramonto di questa ulteriore stagione - quasi un altro ventennio- di populismo dissennato. Un punto di partenza, uno di arrivo.In mezzo l’esperienza del governo tecnico di Mario Monti – sostenuto,con disuguale impegno, da Pdl e Pd assieme ad Udc nell’anomala maggioranza vista all’opera in poco più di un anno nelle aule parlamentari come nel Paese,con molti “capricci” e diserzioni da parte del Pdl,non senza opache convergenze con l’opposizione leghista. In un breve arco di tempo,si è evidenziato oltretrutto il divario sempre più marcato tra il consenso reale – assai basso ormai,che Pdl e Lega raccolgono tra la gente – e la forza parlamentare di cui illegittimamente dispongono nelle due Camere,sulla base di quell’autentico scandalo che è la legge elettorale vigente,il cosiddetto “Porcellum”,con i parlamentari “nominati” dai partiti,in pratica senza sbarramento all’ingresso di microformazioni partiti capaci trasformarsi in fonte di instabilità politica.Un paradossale marchingegno che probabilmente dovremo tenerci ancora per le prossime votazioni.Il guaio è che la carta della disperazione sia l’unica rimasta in mano al Cavaliere ed alla sua ormai scompaginata brigata per giocarsi l’ultima,inutile partita.Tenersi il Porcellum e barare sull’Election Day - pena la sfiducia a Monti - contrabbandandolo come risparmio per il pubblico Erario mentre è soltanto uno sciroppo contro l’inevitabile sconfitta a tappe progressive.

INGORGO FINALE DI LEGISLATURA TRA INTRALCI E RESISTENZE/ BLOCCATA LA LEGGE ELETTORALE/LA MINACCIA DI STACCARE LA SPINA AL GOVERNO MONTI Roma,05/12/12 –(Aps) – L’agenda parlamentare e di governo diventa sempre più fitta;ntra in una situazione di vero e proprio ingorgo nei lavori d’aula e di commissione nelle due assemblee legislative.Legge di Stabilità,Decreto sviluppo,L:Elettorale,per citare soltanto i capitoli principali di questa vera e propria maratona contro la scadenza dei termini fissati ai vari provvedimenti.Ma questo è soltanto l’aspetto tecnico-legislativo dietro cui si nasconde la intricata matassa delle resistenze e delle azioni di contrasto messe in atto da una parte della anomala maggioranza,Pdl spesso affiancato dalla Lega.Per non parlare della minaccia di togliere la fiducia al Governo del professor Monti, brandita dallo stesso Segretario Pdl Alfano, che incombe su tutto l’attuale scenario politico-parlamentare,con la squallida prospettiva di interrompere prematuramente l’opera del governo tecnico – con tutti i nodi che rimangono sul terreno amministrativo,della finanza pubblica,dell’economia e dei molti pesanti dossier sociali aperti – unicamente per un “piccolo”calcolo su tempi e scadenze degli, a questo punto del tutto prevedibili, esiti elettorali.

mercoledì 5 dicembre 2012

LE PRIMARIE PD COME USCITA DI SICUREZZA DAL LUNGO TRAMONTO DELLA SECONDA REPUBBLICA

Roma,28/11/12 –(Aps) –E’stato analizzato ampiamente, e sino alla vigilia, la valenza assolutamente nuova – in un momento di allontanamento dei cittadini dalla politica,del manifestarsi in molte forme del sintomo dell’antipolitica di fronte alla casta ai suoi vizi ,privilegi ed inefficienze;dell’irruzione sulla scena di soggetti assolutamente nuovi ed insondabili come quello di Grillo – di un fenomeno come quello delle primarie del Pd. Che ha acceso una luce di speranza in questa notte della democrazia che sembrava attraversassimo.Ed invece le primarie del centro sinistra si son ben presto appalesate come un esercizio prezioso di democrazia rappresentativa e della sua salvezza,per l’impegno e la partecipazione che le hanno caratterizzate,anche con la prova televisiva su Sky-Tg24: con il confronto dei “magnifici cinque” , il segretario del Pd Bersani e gli altri quattro sfidanti tra cui la new-entry,il sindaco Pd di Firenze Matteo Renzi,noto soprattutto per i suoi propositi “rottamatori” all’interno del suo stesso Partito.Di quest’ ultimo aspetto delle primarie si era discusso a lungo, dentro e fuori il perimetro dei democratici,e ci si interrogava sulla reale portata “nuovista” della proposta di Renzi,riconoscendone tuttavia il valore di risorsa,di arricchimento della forza d’impatto dei democrat sulla più vasta platea elettorale Domenica scorsa si è votato,sappiamo il risultato con la prevista affermazione di Pier Luigi Bersani – distante però di più di cinque punti dalla soglia del 50 % che avrebbe potuto subito incoronarlo – e la non altrettanto prevista affermazione del giovane Renzi che ha toccato con legittimo orgoglio quota 35,dichiarando propositi ancor più battaglieri per il ballottaggio di domenica prossima con il Segretario del suo partito..Ed è questo lo snodo del discorso che riparte dall’esito di questo primo turno.Le qualità di Matteo Renzi le conosciamo od abbiamo imparato a conoscerle in questi ultimi mesi mano a mano che progrediva la preparazione al confronto di questi giorni.Non vogliamo ripeterci affermando che – premesso l’apprezzamento per la sua prontezza,il vitalismo dinamica della sua presenza sulla scena politica come l’ha rivelato nel suo instancabile tour elettorale,con i meeting della Leopolda a Firenze,ed anche per le idee di ringiovanimento della classe politica del Pd ed in generale – continua a non piacerci il termine “rottamazione”, come le ineleganti,irriguardose esplicitazioni che sono state fatte.Soprattutto non è ,ovviamente, per nulla convincente l’approssimazione delle già scarne,generiche indicazioni programmatiche (innovare:cosa,chi ?).Risulta soprattutto inaccettabile la dicotomia tra il “loro” ed il “noi” cui il giovane Matteo usa far ricorso parlando del partito,come se fosse affare di altri,che rivela una propria estraneità,un antagonismo frontale,che tradisce uno scarsissimo senso comunitario, di appartenenza rispetto al medesimo Pd.E messo così il discorso promette assai poco di buono.Così come il suo antimontismo ed il suo presidio della sponda moderata dell’elettorato,o di delusi del centro-destra, risultano poco covincenti,contraddittori con i tenui tentativi di rettifica a sinistra il suo profilo di “sfidante”. Insomma è obbiettivamente un pò poco per quello che si attende oggi il Paese dall’alternativa socialdemocratica al potere.

venerdì 25 maggio 2012

SUCCEDE IN ITALIA



Il voto di domenica ha mostrato non solo la liquefazione del Pdl che con la Lega(eccetto Tosi a Verona,discorso a parte) hanno perso tutto quello che c'era perdere,sancendo la fine del dominio sul Nord,ha evidenziato soprattutto un forte astensionismo che segna la rottura del rapporto partiti-cittadini.Con la particolarità del grillismo che in molti casi non è solo e non tanto antipolitica,quanto germinazione di questo sentimento anti-partiti che si manifesta con volti di personaggi affatto diversi dal qualunquismo scurrile di Grillo.Vedi il trionfatore di Parma Pizzarotti,od il candidato "5 Stelle" di Genova ed il suo ottimo terzo posto al 1° turno.Il Pd ha indubbiamente ben tenuto in questa consultazione ed è tornato ad affermarsi su vasta scala anche al Nord,consolidando una indiscussa primazia,quale principale forza politica,legittimata ormai a candidarsi alla guida del Paese.Ma gli elogi devono fermarsi quì perchè - a parte la questione primarie divenuta serissima,da regolamentare daccapo:dopo Milano e Napoli,questa volta è toccato a Genova e Palermo,come abbiamo ben visto - la verità è che i democratici non si sono affatto salvati dall'onda della sfiducia verso i partiti.Tanto che nonostante la "buona tenuta"("Tra le macerie resiste il Pd",l'azzeccato titolo dell'Unità dopo il primo turno),ai democratici prima forza politica del Paese,etc,etc..... mancano ancora,rispetto alla percentuale delle ultime politiche del 2008 - quando il Pd,uscito dalla breve sconsolante esperienza del governo della cosiddetta Unione - dovette inchinarsi dinanzi alla straripante avanzata della vittoriosa armata del Cavaliere - qualcosa come quasi dieci punti.Questo per dire come il Pd sia stato anch'esso toccato,contagiato forse in misura minore dall'imponente fenomeno di rigetto del rapporto cittadini-partiti.E per segnalare quanto sia gravoso e delicato il compito che grave sulle spalle del partito del centrosinistra(o del solito bisticcio di parole per non poterlo definire socialdemocratico,di stampo europeo chiara

mercoledì 11 aprile 2012

LO SCANDALO DI VIA BELLERIO, L’INCAPACITA’ DI CAPIRE E PROMUOVERE UNA “QUESTIONE SETTENTRIONALE”



Roma,06/04/12 (Aps) – In una Roma politica in buona parte smobilitata per la breve pausa di Pasqua – ma il Premier Monti è nuovamente all’estero,questa volta per la sua breve missione mediorientale in Libano, Egitto ed Israele – dalla sede leghista di via Bellerio a Milano arrivano altre notizie della tempesta abbattutasi sul vertice del Carroccio,su Bossi e la propria famiglia e sulla cerchia più stretta dei suoi “fedelissimi” che lo circondavano non proprio disinteressatamente. Lo scandalo per l’uso improprio ed a fini personali,sotto la gestione del Tesoriere autista-Sottosegretario di Stato Belsito, dei fondi arrivati al Carroccio dal finanziamento pubblico per i partiti,assume come si può facilmente intendere, connotati e portata assai consistenti.Dopo le dimissioni del leader Bossi,Roberto Maroni - considerato il più probabile successore “in pectore” di un Senatur non in splendente salute e certo non corroborato da questa vicenda – continua ad invocare quasi ossessivamente “pulizia”,perché la Lega possa tornare secondo le sue speranze quella delle origini. Sembra viceversa più verosimile che la Lega voluta e tenuta in vita - e neppure male,dal punto di vista dei consensi nell’area lombardoveneta ed in parte del Piemonte – dal fiuto di un animale politico di razza,quale è da considerarsi Umberto Bossi,sotto l’involucro delle sue rozzezze e scurrilità,sia davvero arrivata al capolinea.La opera di bonifica e moralizzazione che avrebbe in mente Maroni si scontra infatti col colossale imbroglio che la Lega ha perpetratato, lungo un ventennio, a danno dei padani e delle loro “rivendicazioni”,ridicolizzandoli attrraverso riti celtici ed ampolle di acqua del Po,palesamente incapace di mettere sul tavolo una questione settentrionale strettamente affiancata a quella meridionale,da far confluire in un’unica politica di sviluppo e riequilibrio, supportata da interventi e strumenti ordinamentali adeguati allo scopo. Tutto ciò è possibile ed è necessario che accada,ma certo non ad opera della Lega.Bensì della politica se saprà riscattarsi,dai suoi “punti di caduta” di questi anni passati:se saprà porre un punto fermo – con un’ appropriata ed inequivoca riforma normativa – agli scandali ed abusi( a qualunque scopo finalizzati) nati dal finanziamento pubblico dei partiti.Compresi quelli un po’ più “casarecci”,e per questo non meno pesanti, scoperti in via Bellerio.

IL “RIFORMISTA” HA SOSPESO LE PUBBLICAZIONI/SCOMPARE LA VOCE SOCIALISTA NELLA SINISTRA PLURALE CHE TENDE AD ACCREDITARSI

Roma,06/04/12 (Aps) – Lo prendiamo come un concreto auspicio per un rapido ritorno nelle edicole quello indicato con qualche vena di ironia nella nota di commiato di Emanuele Macaluso, nel fine settimana scorsa,nell’annunciare la decisione di sospendere le pubblicazioni del Riformista.Trattandosi di un’altra scommessa politica di “Em.ma”,quella del quotidiano arancione, su cui si era buttato a capofitto con giovanile baldanza Emanuele – una delle testimonianze più autorevoli e significative della politica e della cultura marxista e della sua evoluzione nel socialismo democratico,al passo con la storia- egli può contare sul nostro tifo convinto ed affettuoso perché la scommessa la vinca anche questa volta. Un auspicio che condividiamo anche per ragioni di interesse,politico naturalmente,perché attraverso queste brevi note settimanali ci identifichiamo anche noi con le “ragioni del socialismo”che vorremmo veder meglio riconosciute e rappresentate intanto nel partito dei democrat nostrani, che vediamo ancora troppo inclini a nascondersi dietro il paravento della disputa nominalistica con la componente di origine cattolico-popolare,per rifiutarsi di pronunciare la parola “socialista” o “socialdemocratico”.Quasi una bestemmia! Per quanto si fosse da parte nostra smontato l’alibi del riferimento ad esperienze governative di casa nostra - parliamo di una Prima Repubblica abbondantemente lontana - che avevano assunto non di rado una cifra di alleanze marginali o subordinate con la Dc:per questo il nostro termine di riferimento è e resta socialismo europeo,socialdemocrazia europea.Ma è un discorso che non sembra trovare ancora molto ascolto.Ed allora forse c’è bisogno proprio de “Il Riformista” di Em.ma per farsi meglio sentire!

lunedì 12 marzo 2012

IL RITORNO DELLA MALAPOLITICA/LA DISPERAZIONE DI UN PDL ISOLATO

Roma,10/03/12 (Aps) – La fine della luna di miele del governo tecnico di Mario Monti con la maggioranza “convergente”,chiamiamola così, dei tre principali partiti – Pdl,Pd,Terzo Polo - che lo sostengono in Parlamento ? Ovvero più verosimilmente una non inattesa mossa della disperazione – l’alt  comunicato all’ultim’ora ad un vertice a tre a Palazzo Chigi - - da parte  di un Pdl,messo nell’angolo, abbandonato anche dai leghisti di Bossi,fortemente allarmato dalla prova incombente delle amministrative di maggio?
Ed è chiaramente questa ultima la spiegazione che se ne dà da parte degli osservatori politico-parlamentari.Appare del resto piuttosto ridicola la pretesa manifestata dal Pdl di voler dettare l’agenda ad un governo cui si è votata la fiducia,porre sbarramenti o esclusioni verso taluni specifici temi:Parlare di giustizia,come norme anticorruzione,ovvero di Rai in rapida scivolata verso il default  politico, editoriale,industriale e con un Cda in iscadenza alla fine del mese? No, non si può,per Berlusconi e quindi pere Alfano,perché il Governo di Monti è a “sovranità limitata” e non può invadere il campo della”privativa” berlusconiana in tema di giustizia,di Rai-Tv ,e via discorrendo.La licenza di governare vale solo per risollevare il Paese dal deficit,per riequilibrare lo spread con i bund tedeschi,per ridare credibilità all’Italia:poi basta,o quasi!Poi solo “lavoro,lavoro,lavoro” come – esternando questa “divinazione” che d’incanto avrebbe colto i capi forzisti - il praticante-segretario Alfano ha comunicato al Seminario di Orvieto.Quasi,o senza quasi,a dirottare l’attenzione dalle questioni che sono state scansate in estremis col “pericoloso” vertice a tre da Monti,ad inizio settimana.Venga quindi sul tavolo anche il tema del lavoro,sinora come si sa del tutto estraneo e privo d’interesse per i vertici del Popolo della Libertà,o come diamine si chiama! Poi il bel gesto del Cavaliere di dare forfait all’ultimo momento ad una trasmissione di “Porta a Porta”,ospite del suo amico Vespa - di cui è anche principale referente politico nell’universo Rai mediatico -il viaggio, molto “gelato” a Sochi in Russia per congratularsi(!) col suo amico Putin che lui si,anche se a suo modo,le elezioni riesce  ancora a vincerle. Ed inoltre la mancata partecipazione,pure in programma,alla predetta riunione di Orvieto:un altro momento per leccarsi le ferite,per fare atto di contrizione.Ma il Cavaliere ,come dicevamo neppure quì si è visto.Forse tutto questo  appartiene ad unica strategìa,di non incombere almeno per qualche tempo sulla sua creatura politica, in un delicato passaggio,di malsana crescita e di sbandamento della stessa.Sono forse i consigli “intelligenti” degli spin doctors di Arcore e dintorni,cui bisogna dare ascolto.Non si sa mai.
Se a tutto ciò si aggiunge il comportamento - sempre da parte del Pdl -  di sostanziale ostilità verso il Governo a proposito di due avvenimemti che hanno fatto irruzione sul versante internazionale del nostro scenario politico -  l’uccisione in Nigeria del nostro connazionale Lamolinara,un ingegnere rapito da un gruppo islamico assieme ad un collega britannico,a seguito di un fallito blitz delle forze speciali inglesi e di cui Roma non era stata preventivamente avvertita;il peggioramento dei rapporti tra Itali ed India per gli sviluppi negativi nella vicenda dei due marò portati dinanzi ai Tribunali locali con l’accusa dsi omicidio  – il quadro si completa.Con elememti di scarsa consonanza tra quella maggioranza, di cui si diceva, e che dovrebbe essere convergente e solidale nel sostegno al governo tecnico. Insomma forse un pericoloso punto di non ritorno per la presente fase politica italiana.



 LE DIFFICILI RAGIONI DEL MOVIMENTO NO TAV IN VAL DI  SUSA

Roma 02/03/12 – (Aps) – La virulenta esplosione della protesta No-Tav in tutta Italia,dove accanto ai sindaci ed alle popolazioni – con molti sindaci della Valle che quasi lambisce Torino, pacifici cittadini,genitori (madri e padri con i propri bambini,intere famiglia che esprimevano accorati la loro contrarietà all’opera in programma in Val di Susa per il tratto italiano della nuova ferrovia europea ad alta velocità –si è ancora una volta materializzata la presenza di gruppi di violenti,frange estreme di contestatori,ed i cosiddetti bloc black di cui è ben conosciuta purtroppo la “particolare” maniera di manifestare il dissenso.
L’atteggiamento di fermezza che il governo ha già anticipato e che sarà formalizzato dallo stesso Presidente del Consiglio Monti, al termine di un’apposita riunione governativa – dialogo ed ascolto si,ma tolleranza zero verso ogni forma di violenza – troverà nella  giornata di domani sabato,quando sono annunciate una serie di cortei e manifestazioni,a cominciare da Roma,il primo riscontro operativo.E c’è da augurarsi che non ricorrano gli estremi di una contrapposizione troppo dura tra le suddette frange estreme dei dimostranti e le forze dell’ordine chiamate a tutelare le ragioni dell’ordine pubblico e della sicurezza,sulla base dei principì costituzionali.
Sta di fatto che sul governo dei tecnici che tra spinte contrastanti nascenti proprio dalla situazione eccezionale da cui ha avuto luce(una maggioranza parlamentare ampia ma che è la somma di due partiti agli antipodi,la destra berlusconiana e la sinistra riformista del Pd oltre che dal Terzo polo centrista di Casini) si trova oggi sulla testa anche la tegola della Tav italo-francese.Una decisione presa,per parfte italiana, dai precedenti governi ma che riflette una necessità ineludibile per il nostro Paese:quello di non restar tagliati fuori dall’Europa,non avvantaggiarsi dei vantaggi economici ed ambientali dei collegamenti su ferro,come si dice,piuittosto che su gomma,i quali ultimi intasano e inquinano le contrade nostrane come degli altri grandi paesi d’Europa:con tempi di percorrenza significati= vamente  abbreviati
Di fronte ad argomentazioni oggettivamente inoppugnabili della scelta europea di una rete
ferroviarie ad alta velocità,le ragioni contrarie di una buona parte della popolazione della Valle di  di Susa non reggono in realtà il confronto.Anche o soprattutto se valutate nell’insieme delle provvidenze e benefici che il Governo si propone di mettere sul piatto a favore degli  degli abitanti della Valle in qualche modo toccati dalla costruenda infrastruttura ferroviaria.
Come sempre incomprensibili,se non in altra logica,le motivazioni delle citate frange estremistiche, e violente, che stanno offrendo il loro appoggio anche a questa battaglia “No Tav”,snaturandone portata e significati.


lunedì 23 gennaio 2012

L’ARDUO COMPITO DEL GOVERNO MONTI




Roma,18/01/12 –(Aps) – La ripresa  politica e parlamentare,di questi giorni,è stata in realtà anticipata dalla attività di governo del Gabinetto Monti che, eccettuati i giorni festivi veri e propri,non ha conosciuto soste in tutto l’arco di Natale e di Capodanno,sia sul piano interno che europeo.Senza soluzione di continuità.
E a non volere enfatizzare la particolare congiuntura entro la quale ci troviamo calati,occorre purtuttavia segnalare che il compito che il cosiddetto “governo tecnico” del Prof.Monti si trova sulle spalle è tutt’altro che agevole e lineare.
Non solo l’eccezionale avversa congiuntura economico-finanziaria sul piano interno e comunitario.la crisi della moneta unica europea e di tutta l’Eurozona – in ordine alla quale poco o nulla di concreto era stato fatto dal nostro governo nel secondo semestre dell’anno passato – ma il disvelamento della profonda debolezza e della distorsione del “sistema Italia”(spesso esaltato forse a sproposito) dopo molti anni in cui non solo,ed in primo luogo, i governi del centrodestra,del Cavaliere non avevano fatto alcunchè per raddrizzare la barca,ma anche nelle parentesi dei governi di centro sinistra,questi  si erano rivelati,incapaci, impotenti:magari per la scellerataggine delle leggi elettorali vigenti che non sempre conferivano a chi vince le elezioni di attuare, con determinazione e con il sostegno di entrambe le Camere, programmi riformatori che da tempo erano stati messi a fuoco.Dal welfare(sistema previdenziale),al mercato del lavoro,alle liberalizzazioni in un vasto arco di settori che hanno sin qui inceppato il meccanismo di sviluppo della nostra economia, chiudendo così la porta in faccia ai milioni di giovani che chiedono di fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro.
Una sciagurata miopia insomma nella quale si è consumato tutto l’arco di tempo (circa vent’anni) della cosiddetta Seconda Repubblica – storicamente in realtà mai nata - dopo la caduta del Muro,dopo Tangentopoli e la fine dei partiti ideologici tradizionali,che hanno movimentato la vita politica in quasi tutto il Novecento.
La cronaca politica in questa ripresa di inizio d’anno conferma ed accentua tutti i dati  della nostra sommaria analisi.Alla luce degli umori della piazza – indignados non sono solo lavoratori precari,i disoccupati,i giovani o coloro che stanno perdendo il posto di lavoro;lo sono anche i tassisti (con il miscuglio di un atavico malgoverno locale,in questo caso) ,lo sono i professionisti e le loro corporazioni – il Paese presenta il conto di molti anni di non- governo.Di quando tutt’al più  si tendeva a governare l’equilibrio tra le varie spinte e controspinte,e tra le avverse corporazioni,ritenendo quello un Paese” socialmente pacificato”,senza alcun sospetto che si stessero tradendo i fondamentali diritti ed aspettative delle classi giovani,di chi verrà dopo di noi.Tanto la priorità giustizia ,quella “ad personam”,per interderci,ha finito per inceppare - spesso inutilmente perché per fortuna c’è sempre il vaglio dell’Alta Corte -la  dialettica stessa della politica; ha finito per incartare gli stessi schieramenti contrapposti:mentre il sistema-Paese peggiorava ulteriormente,scivolando in una crisi grave come quella attuale.L’era ,del Cavaliere si è fortunatamente chiusa;.restano i danni e le ammaccature che il Paese ne ha ricevuto.

TORNA L’AVANTI  DIRETTO DA RINO FORMICA/UN RECUPERO DI RADICI ESSENZIALI NEI NUOVI ASSETTI  POLITICI/NON MERA ARCHEOLOGIA POLITICA
Roma,18/01/12 –(Aps) –E’ tornato nelle edicole –viaggiando in questo esordio sulle spalle esili del “Riformista” di Emanuele  Macaluso – la gloriosa testata socialista dell’Avanti,diretta da Rino Formica.Con quello della testata – che per effetto di una losca manipolazione del titolo è stata sottomessa anche ad indegne operazioni di malaffare,negli ultimi tempi,unitamente agli sbandamenti di tipo politico,quali il collegamento con il berlusconismo – vengono recuperate radici storico-politiche essenziali alla dialettica democratica,in campo riformista.
Oggi esiste nel Paese una realtà politica che s’ispira al riformismo,collegata in campo europeo ed internazionale ai partiti socialisti e progressisti.Con tutti i limiti,le approssimazioni e le colpe che pure ha, per come è stato portato avanti la formazione di questo partito, il Pd,che alle ultime politiche ha sfiorato il 34%,esso è il perno dello schieramento che ha sconfitto Berlusc oni.E’ un partito che ha i connotati di fondo per essere il partito della socialdemocrazia europea in Italia.Con questa realtà deve confrontarsi qualunque iniziativa di recupero e rilancio delle radici socialiste.Pena il restringersi in una mera operazione di archeologia partitica.


giovedì 5 gennaio 2012

LE AMBIVALENZE DEL PDL ASSOTTIGLIANO LA BASE DEL GOVERNO MONTI

Roma,23/12/11- (Aps) – Poco più di ventiquattro ore per la discussione in aula a Palazzo Madama – complice questa volta Babbo Natale che ormai la fa da padrone assoluto delle speranze di questo Paese in crisi – ed il decreto legge “salva- Italia” di Monti ha avuto il sigillo dell’approvazione anche del Senato e, con la firma immediata del Capo dello Stato, è diventato legge,apprestandosi a dispiegare i suoi effetti sulla sorte degli italiani.
E’ vero che anche a Palazzo Madama -  come era già accaduto la settimana scorsa a Montecitorio - l’amplissimo voto di maggioranza di cui gode il governo tecnico del Professore si è visibilmente ridotto,ma questo non modifica in realtà le basi su cui poggia la compagine di governo guidata da Mario Monti.Con l’appoggio pieno di Pd e Terzo Polo,col sostegno poco convinto del Pdl,anzi  critico e al suo interno contrastato,seppure formalmente non smentito.  Anche nel voto di ieri a Palazzo Madamail Pdl ha del resto evidenziato i malumori e la confusione che pervadono il partito creato da Berlusconi  nel ’94 e via via trasfomato in un’aggregazione sempre più populistica, basata su false promesse di benessere e libertà per tutti.Ma tutti assieme abbiamo poi potuto misurare quanto questi “miraggi” fossero in contrasto con la realtà e la condizione del Paese;e sappiamo come è andata a finire.
Nel panorama politico-parlamentare di questo fine d’anno non mancano le dissidenze in realtà vistosamente strumentali di Lega ed Idv che stanno animando una vivace – e “colorita”,al limite della tolleranza repubblicana, per quel che riguarda i padani di Bossi -
opposizione che non contiene un elemento sensato,alcuna proposta alternativa alle queste prime misure del decreto Monti.Come si è già avuto modo di osservare,è soltanto una biasimevole speculazione su un momento serio e delicato della nostra situazione economico-sociale,nella speranza -  è da augurarsi vana – che a forza di soffiare sul malcontento e sul sacrificio della gente,serva alla fine a ricavarne un qualche utile alla prossima occasione elettorale. E’ questa la tigre che cavalca anche la Idv di Di Pietro,consapevole,ci auguriamo,di aver rotto in siffatta maniera tutti i ponti alle proprie spalle con il perno dell’opposizione riformista,quale è il Pd.”Ognuno per la propria strrada”
è il messaggio non equivocababile che il segretario democratico Bersani ha subito indirizzato all’ex-magistrato e poliziotto Di Pietro, a fronte delle prime convulsioni anti-Monti nate in casa Idv.
Se questa è  cronaca immediatamente passata,lo sguardo si proietta sull’agenda dell’ultima settimana del 2011,con la tradizionale conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio e che questa volta avrà presumibilmente un tono   tutt’altro che di routine.Preceduta da un Consiglio dei Ministri dedicato alla ricognizione dei principali punti che faranno parte dell’immediata azione di governo a favore della crescita e dello sviluppo,l’incontro con i giornalisti sia italiani che stranieri(sarà questa un’altra novità)
riepilogherà la premessa su cui è stato costituito il cosiddetto governo “tecnico” ovvero “dell’emergenza” ed enuncerà quindi la filosofia degli interventi per la crescita ,la cosiddetta “fase due”,che costituiraanno l’oggetto privilegiato del Gabinetto del Prof.Monti.
E’ verosimile che non manchino riferimenti alla cornice europea comunitaria,e dell’area dell’euro,entro cui strettamente si muove l’azione del nostro governo.
Altro appuntamento dei giorni di qui alla fine dell’anno -quando si concluderà il ciclo rievocativo dei 150 anni dell’unità d’Italia – il messaggio del Capo dello Stato agli italiani,diffuso sabato prossimo sui canali della radio e della Tv di Stato.Anche a questo riguardo nulla di tradizionale o di routine,verosimilmente, nel saluto che verrà pronunciato da Giorgio Napolitano.La figura istituzionale che più di ogni altra si è spesa,con grande impegno,responsabilità e correttezza,per aiutare il Paese ad uscire dalla grave crisi- non soltanto economico-finanziaria- in cui  era caduto.
DEMOCRAZIA SOSPESA? INUTILE MALDESTRA POLEMICA PER OSCURARNE LE POTENZIALITA’RIFORMATRICI DEL GOVERNO MONTI.
Roma,23/12/11(Aps)-Come arma disperata per mettere il bastone tra le ruote al carro del governo tecnico o dell’emergenza è stato tirato fuori dalla cassapanca,da qualche spin doctor in cerca d’autore, un argomento frusto e privo di contenuti.Vale a dire l’equazione governo tecnico=sospensione della democrazia.Facendo finta di ignorare che l’esistenza di un governo tecnico per l’emergenza – reale,quale è quella in cui l’Italia tutt’ora si trova –investito dal libero voto di una così larga maggioranza parlamentare- non può che essere un rimedio, transitorio sì,ma di piena legittimità costituzionale ad una fase di difficoltà come quella presente che tutti conosciamo.E l’alternativa ad un ricorso immediato al voto – con tutte le conseguenze che ne derivavano in termini di paralisi dell’azione di governo per periodo di almeno quattro mesi,di uno scontro e contrapposizione violenta tra le parti politiche avverse – con il pregio della competenza specifica in materia congiunturale,con la potenzialità importantissima di poter impostare le pi urgenti riforme anche di carattere politico-istituzionale.Il tutto sotto il controloo e con la partecipazione stretta delle prioncipali forze politiche che formano un po’ an omalamente l’attuale maggioranza.