venerdì 18 novembre 2011

LA RESA DEL CAVALIERE/ORA UN GOVERNO PER LA RIPRESA.

Roma,12/11/11 (Aps) – “Tutto in sette giorni” ,parafrasando il titolo di una fortunata pellicola - di un po’ di anni fà e che s’intitolava “Tutto in cinque giorni” - della cinematografia statunitense del ramo fantapolitico,possiamo dire sia accaduto quel che da troppo tempo -  ed almeno  dal 14 dicembre dello scorso anno - si attendeva che accadesse da noi:la chiusura dell’era Berlusconi,con un atto anche formale, con le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato.
E’ stata dura veder vanificarsi così tante volte l’aspettativa legittima che venisse sancita l’nadeguadetezza politica e morale di in personaggio e di una classe politica che ha mostrato sino in fondo un  estremo disprezzo per le regole,per la logica politica, del buon senso  e della misura anche minima del senso dello Stato; della correttezza rispetto al cosiddetto galateo istituzionale e democratico.
Ma tant’è.Solo dinanzi all’implacabile verdetto dei numeri in Parlamento – il fatidico 308
che sancisce la fine della maggioranza per l’intera coalizione del centro-destra,comprendente l’incredibile pattuglia verde dei padani di Bossi e compagni -
Il Nostro si è deciso a salire la scalinata del Colle per compiere l’atto estremo di “rinuncia”.
Le manifestazione di giubilo,i festeggiamenti che si stanno svolgendo in queste ore quì a Roma,nelle piazze simbolo della politica,dalla residenza privata ,non male, del Premier a Palazzo Grazioli.a Palazzo Chigi,alla Piazza del Quirinale dove si consumerà l’ultimo atto della nefasta avventura berlusconiana.sono il segnale di quanto fosse sentito nella più diffusa opinione pubblica il fastidio e l’insofferenza verso una classe di governo imbelle che ci avvicinato all’orlo del precipizio,che ha esposto al ridicolo il nostro Paese sul  sul terreno europeo ed internazionale.
Se veramente abbiamo voltato pagina – a conclusione o quasi del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ed in un periodo buio per la vita della Repubblica – un capitolo virtuoso va invece ascritto al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.Che ha saputo con raro equilibrio,determinazione ed assoluto rispetto delle regole della democrazia parlamenare quali derivano dalla nostra Costituzione,pilotare la nostra crisi politica,oramai di sistema,e con pesantissime implicazioni in campo economico e finanziario,verso sbocchi  che si preannunciano efficaci sul piano di governo per la ripresa del Paese, e di sicuro radicamento nella democrazia repubblicana.
Ci riferiamo alla tempestiva iniziativa della nomina del Prof.Mario Monti a senatore a vita e del conferimento ormai certo ed imminente – atteso per le prossime ore – allo Monti dell’incarico di formare il governo tecnico sul presupposto delle larghe intese tante volte auspicate da Pd,Udc e dalle altre forze all’opposizione.
I brontolii e le prese di distanza che si ascoltano,in crescendo,all’interno del Pdl in queste ore,assieme alla levata di scudi,solitaria e nervosa della Lega,lasciano per altro intendere
quale futuro poco roseo si delinei per la ex-armata “forzista” ,nonostante i propositi vendicativi e di revance del Cavaliere,almeno in queste ore.

DOPO UN GOVERNO DI EMERGENZA PER USCIRE DALLA CRISI L’ITALIA PUO’ PUNTARE AD ESSERE UN PAESE “NORMALE”
12/11/11 (Aps) – Dai discorsi e riflessioni fatti in questi giorni.e mettendosi al riparo dal frastornamento provocato dagli eventi incalzanti che si stanno susseguendo,una previsione ragionevole e non di parte che emerge è che oltre che ad uscire dalla presente crisi che investe il nostro sistema economico - con un crescita vicina allo zero che compromette ogni ipotesi di sviluppo,l’alto tasso di disoccupazione e soprattutto con l’elevato debito pubblico – bisogna puntare ad una ricostruzione politica e morale del Paese marciando a tappe forzare verso il traguardo di una normalità .Dove si confrontino  poli diversificati e contrapposti dello schieramento politico:anche una destra conservatrice ma di chiara impronta democratica,che sappia cioè essere erede della tradizione liberal conservatrice, che si batta contro un’alleanza,una coalizione di stampo riformista o socialdemocratico,secondo la lunga e consolidata esperienza europeo-occidentale di questo movimento politico e che è stato elemento centrale della cultura politica democratica dell’Europa, dell’Occidente.
Soltanto quando si saranno realizzate siffatte condizioni potremo dire che l’Italia è divenuta un Paese,una democrazia normale.

sabato 5 novembre 2011

DOPO LA RISATA SARCASTICA MERKEL-SARKOZY IL CAVALIERE TROVA LO SPUNTO PER RILANCIARE SUL PIANO INTERNO




Roma,28/10/11 (Aps) – La Berlusconi-story riprende a scorrere secondo il canovaccio conosciuto,i suoi diciamo così “colpi di teatro” e che pur nell’incontestabile caparbietà
dell’Attore principale non impediscono di completare il disegno di una storia che è già scritta,quella del tramonto del suo regno che non può davvero tardare ad arrivare.
Perché sta di fatto che, dato definitivamente per “cotto” a cavallo dell’ultimo fine settimana,concluso dalla “risatina sarcastica” tra la cancelliera tedesca Merkel ed il Presidente francese Sarkozy in piena conferenza stampa finale del vertice europeo sul nostro Premier e sull’affidabilità italiana,Egli,come un consumato giocatore di poker o forse meglio di tresette,abbia creduto di trovare la possibilità di un rilancio.Che il Cavaliere,in altri termini, abbia colto, tre giorni dopo, dal circospetto e cautissimo consenso ottenuto a Bruxelles - dominata dalla preoccupazione di non compromettere ulteriormente la situazione nell’Eurozona – con la sua lettera-programma(od elenco titoli) lo spunto per mettere in iscena una sorta di resurrezione o di personale di ripresa sulla scena politica interna.Passando a suo modo al contrattacco, riesumando e forse un pochino mitigando, i toni della sua pedissequa propaganda,come è stato ascoltato oggi nella Conferenza degli operatori del commercio con l’estero.La solita tiritera imperniata sulla premessa che solo Lui può tirare l’Italia fuori dai guai,con la novità che quei guai non sono più completamente negati e non è più il nostro sistema produttivo-finanziario il più solido dell’Europa.Insomma cose da pazzi:ora si passa a fare la lezioncina su come riprenderci, sulle misure “rivoluzionarie” c he questo malandato e traballante governo attuerebbe.Con il mare di dubbi e perplessità che investono non solo le opposizioni ma gli stessi settori della maggiortanza che continuano a dare segnali d’insofferenza se non a minacciare apertamente il desiderio di mettere la parola fine ad un’esperienza politica , o pseudo tale, giunta malamente al capolinea.


I GIORNI DI MATTEO RENZI E DELLE INQUIETUDINI IN UN PD PRIMO PARTITO PER UN NUOVO GOVERNO/LA RISPOSTA DI BERSANI DOMENICA DA NAPOLI
Roma,28/10/11 (APS) – Iniziata a Firenze la tre giorni della “convention” degli ex rottamatori di Matteo Renzi,sindaco della città toscana, che si svolge in una suggestiva “location”,quale la ex stazione ferroviaria della Leopolda.il programma di massima è chiaro quanto di per se non del tutto condivisibile.Quella del ricambio generazionale,nel Pd,come in qualsiasi altra aggregazione politico-istituzionale o della società civile,è infatti un postulato che non è di per se stesso sufficiente a giustificare una qualcerta “rivoluzione” interna dettata dall’anagrafe,e non già anche da un criterio di competenza,o di merito.Senza quest’ultimo essenziale elemento,il cambiamento rischierebbe di essere velleitario e folkloristico e farebbe molto facilmente flop,come si usa dire dalle parti delle giovani generazioni.
A parte l’odiosità di un discorso “fuori i padri,dentro i figli”,non è comunque in questa maniera,o meglio in questa direzione, che si può innovare e dar nuova forza ai vertici di un partito che riassume in se tanta storia e cultura politica del riformismo democratico non solo italiano,ma dell’intero arco delle socialdemocrazie europee.E’ semmai sui contenuti e sui programmi – alla luce delle attuali difficili realtà dell’economia e del sociale,e nella dimensione di un mondo globalizzato - che va rafforzato e precisato l’impegno dei partecipanti a tutti livelli della iniziativa del Pd,e di tutte le fasce di età.Ovviamente anche o soprattutto per quanto riguarda la cima della piramide.
E’ facile prevedere che una risposta agli interrogativi ed alle inquietudini che stanno alla base di queste iniziative generazionali, che il sindaco di Firenze va meritoriamente promuovendo, possa venire domenica da Napoli dove Bersani concluderà un convegno di formazione politica del Partito,dedicato al Mezzogiorno.