lunedì 19 dicembre 2011

DECRETO MONTI : SOLO 422 I SI ALLA CAMERA.

Roma,16/12/11 (Aps) –Certo,sulla sostanza del provvedimento approvato questa sera dalla Camera,restano le perplessità ed i dubbi di quanti hanno ritenuto il decreto “salva-IItalia”squilibrato in materia di equità,fatto di tasse molto più che di tagli,privo di riforme,  utili anche a spingere la crescita e lo sviluppo,del tutto carente in tema di liberalizzazioni.Ma Monti e la sua squadra di professori “bocconiani” hanno chiarito che arriva ora quel “secondo tempo” con il quale entrare nel campo delle riforme strutturali. Vedremo a quel punto quale sarà il reale grado di adesione dei tre settori che formano la base parlamentare del Governo tecnico al programma di lavoro che Monti vuole attuare.  Semmai una luna di miele c’è veramente stata tra il governo “tecnico”  ed i tre maggiori  schieramenti presenti in Parlamento ( Pdl,Pd,Terzo Polo ) all’atto della formazione e della fiducia alla nuova compagine governativa chiamata a gestire l’emergenza Italia,il voto di oggi alla Camera ed il vivace dibattito che lo aveva accompagnato ne hanno decretato la fine, facendo leggere in controluce i reali umori che pervadono soprattutto la ex-maggioranza berlusconiana.Dove si sono soprattutto registrate in buona misura le larghe assenze che hanno assottigliato di non poco  la  pur vasta maggioranza per il governo  tecnico manifestatasi all’atto della fiducia d’investitura.
In realtà v’era stata, al varo dell’esperimento Monti - da parte un Pdl uscito massacrato da una così lunga stagione di incubazione della fase dissolutiva,di piena dissipazione del  patrimonio di consenso populistico fondato sul carisma ormai consunto,sappiamo come e perché, del Cavaliere – una sorta di obbligata rassegnazione,il rifugiarsi nel male minore dopo dopo l’onta cocente della salita al Colle del Cavaliere medesimo per rassegnare  quelle dimissioni invocate od inutilmente “tentate” dalle opposizioni da più di un anno a questa parte.
Più contenuti i contrasti e le voci di dissenso all’interno del Pd in materia di welfare e pensioni,specialmente,che in qualche modo hanno turbato la sintonia con il sindacato Cgil e con tutto il più vasto bacino elettorale dei ceti meno protetti che i democratici vocazionalmente hanno in grande cura .Forse il discorso della responsabilità e della gravità del momento deve aver avuto ragione,se il gruppo Pd è stato compatto per il sì.
La cronaca parlamentare di questi giorni ha confermato anche con i ripetuti,osceni schiamazzi ,passati da Palazzo a Madama a Montecitorio,la vera natura politica della    Lega che strumentalizza e specula su  legittime pulsioni sociali,territoriali in alcune
importanti regioni del Nord per costruirsi la propria comoda posizione di “lotta e di governo”.Il che rappresenta una rozza esecrabile speculazione fatta sulle spalle di una fetta non trascurabile di elettorato settentrionale.
Un fenomeno analogo e speculare si verifica sul versante di sinistra,con l’atteggiamento assunto dai settori più radicali della sinistra stessa – che non sono rappresentati nell’attuale Parlamento  - come La Sel di Vendola e gruppi minori che si oppongono con
risolutezza alla “filosofia” emergenziale del progetto Monti,chiamandosi fuori dalle responsabilità che l’attuale momento politico richiede a tutti.Ma soprattutto con la posizione  divenuta contraria della Idv di Antonio Di Pietro che ha rotto il suo “patto” di azione con il Partito democratico,portando a votare no a Montecitorio i suoi  22 (meno 1=
21) parlamentari.E questo è un altro forse più pesant e indecoroso caso di bassa speculazione politica nel tentativo, speriamo vano, di lucrare consenso alla prossima occasione elettorale.  

LA VISITA A ROMA DI HOLLANDE /CON BERSANI RIBADITO L’ORIZZONTE SOCIALISTA EUROPEO DI PD E PS
Roma,16/12/11 (Aps) – La coincidenza con l’impegnativo calendario dei lavori parlamentari per la prima approvazione del decreto Monti alla Camera ha obbligato ad un rinvio al gennaio prossimo dell’Assemblea nazionale del Pd programmata a Roma proprio in questi giorni.All’Assemblea dei democratici era stata prevista la partecipazione ed il saluto del candidato del Ps,Hollande,scelto dai socialisti francesi attraverso le primarie per competere con Nicolas Sarkozy alle presidenziali del prossimo anno.L’ex Segretario del Ps ed ora candidato per l’Eliseo  ha mantenuto ugualmente l’impegno della sua visita a Roma e di un incontro con i dirigenti del Pd.In una conferenza stampa con il Segretario Pd Bersani sono state ribadite le comuni visioni per soluzione della difficile congiuntura economico finanziaria che investe particolarmente il nostro Continente ed i rischi a cui sono esposti i ceti meno avvantaggiati.
E’ stato anche ribadito il comune orizzonte socialista europeo nell’affrontare questi problemi

LE CRISI SOVRAPPOSTE DELL’ITALIA E DELL’EUROPA.

Roma,09/12/11(Aps) – Le settimane della “via crucis” per la crisi italiana e per quella di pari portata ed intensità ma a più vasto raggio dell’euro e della Unione europea si stanno consumando in clima mista a disperazione e speranza.E non si tratta di parole vuote bensì di un reale senso di partecipazione e disagio specie per quelle fasce della popolazione meno abbienti e meno protette e che più direttamente vengono colpite dagli effetti della crisi economica e,per quel che ci riguarda,dalle severe misure di austerity che in parte sono già partite.
Sappiamo delle conclusioni del summit di ieri ed oggi a Bruxelles in cui l’Europa ha tentato disperatamente di salvare la moneta europea e  la costruzione comunitaria dei 27 Paesi (anzi da oggi 28, con l’ingresso della Crozia),registrando tuttavia l’autoesclusione di un Paese come il Regno Unito .Pur senza far parte della zona euro, l’autoisolamento pronunciato a Bruxelles dal Premier Cameron segnala il consistente impoverimento d’immagine per l’Europa Unita.L’attesa è naturalmente rivolta ad osservare gli sviluppi ed i benefici per l’area economica finanziaria dell’euro che potranno derivare dal nuovo patto dei Paesi della Ue,Gran Bretagna esclusa: più stringenti ed unificanti  regole dovrebbero governare le politiche di bilancio e fiscali dei singoli paesi nel tentativo di far fronte comune dinanzi all’ attacco dei mercati.In una parola se l’Europa potrà salvarsi.
Venendo alla situazione specifica dell’Italia,si era detto “lacrime e sangue” a proposito dei sacrifici che gli italiani saranno chiamati a sopportare.Ne sono state quasi una metafora le fotografatissime lacrime della Ministra del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero nella attesa conferenza stampa della settimana scorsa, quando con il presidente del Consiglio Monti e gli altri principali Ministri della compagine del Governo dell’emergenza,sono stati illustrati i duri sacrifici cui sarebbero stati chiamati proprio i ceti più deboli della piramide sociale,nell’eccezionale tentativo di abbattere il deficit di bilancio, sino a riportare in pareggio  nel giro di due anni i conti dello Stato.
E proprio mentre entrava nel vivo l’esame del nostro Parlamento al severo pacchetto di misure antideficit  varato dal Governo tecnico – sforzandosi di individuare le vie per attenuare l’impatto sulle fasce sociali più deboli  della popolazione, accentuando al tempoi stesso il colpo di scure delle altre misure “su chi più ha ed ha sinora dato di meno”(l’equità di cui si parla) – nella capitale belga scoppiava la tempesta che ha rischiato di mandare a carte quarantotto gli sforzi di oltre un cinquantennio,il sogno comunitario – ancora da perfezionare sul terreno politico essenzialmente e della sburocratizzazione dell’apparato – che  ha aperto un altro capitolo di suspense,ed in un momento drammatico per i mercati europei ed occidentali.Un risultato intanto l’Italia l’ha ottenuto,e non è tanto di forma:: essere rappresentata a livello europeo in maniera più che competente e dignitosa

IL CAMMINO DELLA MANOVRA MONTI PER LIMARNE L’IMPATTO SUI PIU’ DEBOLI/ DA LEGA E IDV SPECULAZIONE INDEGNA  PER LUCRARE CONSENSI

Roma,09/12/11 (Aps) -  La discussione sul pesante pacchetto di misure antideficit  varato dal Governo Monti è un capitolo che si è appena aperto sullo scenario del Parlamento chiamato a ratificare il decreto,e su più vasta scala nel Paese tra le forze politiche dei vari schieramenti.E vi è da dire che mentre sul terreno delle intese trai partiti che formano la larghissima maggioranza su cui conta Monti nelle due Camere vi è sinora una sostanziale convergenza che mira a trovare la quadra,come si dice,ai numerosi problemi che il decreto stesso lasciava aperti e che oggi seppur a saldi invariati si cerca di risolvere.E’ evidente che potranno non mancare sorprese via via che andrà avanti l’esame parlamentare.Viceversa è sul terreno del cosiddetto scontro politico sociale nel Paese che si sta evidenziando una scandalosa tendenza a lucrare sul disagio di quelle fasce della popolazione che appaiono colpite più impietosamente dalle misure del decreto “salva-Italia” e che,come dicevamo,si sta cercando di migliorare,limitarne la durezza spalmandola meglio su chi può e deve dare.Ci riferiamo all’azione trasversale che va da Di Pietro alla Lega di Bossi,a Vendola e compagnia cantando.Chi non vuole speculare su una contingenza straordinarissima per la vita del Paese (frutto anche della politica sciagurata della destra al governo in questi ultimi lustri,ma non solo!) deve tirar fuori il coraggio di tenere a bada la tentazione di lucrare qualcosa da una situazione sociale così grave ed eccezionale.  

venerdì 2 dicembre 2011

IL NOSTRO CONTRIBUTO ALLA SALVEZZA DELLA UE



Roma,25/11/11 (Aps ) – Si è consumata così la settimana che si conclude,con il tentativo operoso del Presidente Mario Monti e della sua squadra di governo di mettere in campo e di definire le mosse che dovrebbe salvare dalla crisi il nostro Paese e recare al tempo stesso un contributo efficace alla stabilizzazione di tutta l’area dell’euro,in definitiva a tutta la costruzione comunitaria dei ”ventisette”.E la prima impressione che si ricava dal ritorno sulla scena europea di Monti come Premier italiano – un’impressione che troverà conferma dai nuovi impegnativi appuntamenti su scala europea già nella prossima settimana – è che l’Italia ritorna a rivestire il suo ruolo di nazione di prima grandezza nel Vecchio Continente.Che farà parte a pieno titolo del ristretto gruppo, con Francia e Germania,cui è affidato il compito non formale di tentare di pilotare l’uscita dell’Europa dell’euro dalla grave crisi che non è soltanto del nostro Continente.Come si è visto in questi giorni con gli incontri di Monti a Bruxelles e Strasburgo con il Presidente francese Sarkozy e la Cancelliera tedesca Angela Merkel.
Tutto ciò mentre per tutta settimana i mercati finanziari,in tutte le principali piazze europee, l’euro,assieme ai nostri titoli del debito pubblico sono rimasti sotto attacco,col permanere del differenziale tra i nostri bot ed i bund tedeschi,attorno o sopra la temuta quota 500 che

fissa verso l’alto l’impennata del famigerato spread entrato ormai da qualche mese nell’uso corrente della nostra lingua.A riprova del fatto che la battaglia in difesa della moneta europea e con essa della possibilità di sopravvivenza e dello sviluppo della
Unione Europea è ancora assai dura ed impegnativa.Non ci sono civetterie ed arroganze o peggio prevaricazioni di quacuno a danno degli altri che possano deviare il cammino obbligato della Ue e dell’euro verso la propria salvezza,ce ci si riesce come è nelle speranze dei più,serrando e sburocratizzando regole e meccanismi della struttura politica della comunità dei Paesi dell’euro.A cominciare dalle armonizzazioni più stringenti e supportate da specifiche sanzioni, in materia di bilancio .ed in quella del fisco dei singoli Stati aderenti.Una sorta di impegnativa prova della verità che si profila per tutti all’orizzonte e che impone a tutti - paesi alla testa della squadra,come Germania,Francia o Italia,ovvero partners di più limitata grandezza e potenzialità – il rispetto dei nuovi principì che vanno fissati.Pena il fallimento della Ue e dell’ambizione di farne una vera entità politica unitaria; il tramonto di una generosa illusione a lungo coltivata dai padri fondatori dell’Europa unita.
TRA POLITICA E COSTUME IL COMPLESSO DI “VEDOVANZA” PER EX-MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE
Roma,25/11/11 (Aps) – Finita,o quanto meno attenuata, la querelle alimentata dalla disperazione in casa in casa Pdl circa la pretesa “sospensione della democrazia” attuata in
Italia con il varo del governo tecnico di Mario Monti,non si è ancora smaltito il disorientamento degli orfani del Cavaliere.Il quale peraltro è tornato più di recente ad impazzare alternando dichiarazioni più concilianti a minacciose guasconate,ed annunci di rivincite certe!
Il guaio è che il complesso “degli orfanelli di Berlusconi” diremmo che non risparmia neppure l’opposizione ed il suo maggiore partito,ilPd che sembra talvolta voler girare a vuoto,dietro la legittima soddisfazione per la fine dell’era del “bieco Signore di Arcore”.E’ un fatto di costume ancor prima che politico in senso stretto perché le abitudini sono dure a morire.e poi v’è il malvezzo di alcuni commentatori indipendenti,quali dovrebbero considerarsi le principali firme del “Corriere”,che partendo dai toni patriottici per esaltare lo spirito di sacrificio dei due maggiori partiti.Pdl e Pd - che sono anche le due principali gambe del governo tecnico tenuto a balia dal Capo dello Stato Napolitano – per un importante traguardo di unità nazionale di fronte alla Patria in pericolo.Obbiettivo raggiunto immolando i propri iinteressi di bottega,o più immediatamente elettorali.Troppa grazia e troppa benevolenza nei confronti della “invincibile armata del Cavaliere nel prendere per buoni i suoi drammi interni,i suoi estremi sacrifici.Perchè se a sinistra si assaporava il gusto di una vittoria a portata di mano nelle urne,a destra si affondava ormai nella sensazione emplosiva della fine imminente ed inesorabile.