venerdì 24 maggio 2013

IL VOTO AMMINISTRATIVO DI DOPODOMANI COME PROVA D?APPELLO DELLE ULTIME POLITICHE?/QUANTO PESA IL VOTO PER IL CAMPIDOGLIO SUL QUADRO POLITICO


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) n° 631 di venerdì 24 maggio 2013

Roma,24/05/13 – (Aps) – Un altro passaggio non privo di rilievo in questo tormentato e confuso quadro politico italiano:un turno elettorale amministrativo che coinvolge alcuni milioni di cittadini di comuni e capoluoghi di varia dimensioni,tra cui spicca la Capitale – dove più impegnativo e serrato è il confronto, quasi una prova d’appello rispetto al voto politico di fine febbraio.In queste ore si svolge il serrate della campagna elettorale nelle storiche piazze politiche di Roma,da Piazza del Popolo,a S.Giovanni – riconquistata questa volta dalla Sinistra - al Colosseo, per citare soltanto le principali formazioni politiche che si fronteggiano :Epifani per il candidato-Sindaco Ignazio Marino,Grillo per il portabandiera del M5S,Di Vito,ed infine il Cavaliere nel tentativo di mantenere in sella l’uscente Alemanno la cui Amministrazione è stata punteggiata sotto ogni angolazione  da pessimi esiti e da scandali di tutte le dimensioni,soprattutto a livello di Municipalizzate,principali pietre dello scandalo del malgoverno locale della Destra,affiancatosi nella Capitale a quelli ancora  più clamorosi della Giunta (e Consiglio)  Regionale della Polverini.I risultati di queste votazioni non cambieranno evidentemente lunedì sera – a proposito, ma quando diventeremo un Paese civile,normale,con le votazioni in una sola giornata,e possibilmente entro le 8 di sera ? – il corso degli avvenimenti politici nazionali.Eppure ,in un senso o nell’altro,qualche fibrillazione in più potrebbero provocarla.Soprattutto a Roma,città nella quale la sinistra  ha sempre avuto un buon radicamento che l’ha vista varie volte al governo della città, sino alle ultime amministrative,quando sull’onda del voto “plebiscitario”  per Berlusconi del 2008,  è arrivato in Campidoglio l’esponente An, Alemanno,che ha dato in questi cinque anni il giusto lustro alla “tradizione” politica di cui è stato significativa espressione.La questione di questo voto amministrativo per Roma è che il candidato Pd Marino – persona di nota fama scientifica internazionale, oltre che esponente politico impegnato in primissima fila sul terreno politico-parlamentare – ha l’appoggio certo del suo Partito, che attraversa tuttavia ,come ben sappiamo, una fase di stanca se non di disorientamente dopo l’intricato avvio della legislatura e la nascita necessitata delle “larghe intese” che potrebbe, per cosi dire,riflettersi anche qui e compromettere il sostegno alla “causa”.C’è da augurarsi che così non sia
LE LARGHE INTESE CHE SI VORREBBE FAR SOPRAVVIVERE A SE STESSE:SOLO QUALCHE RITOCCHINO AL PORCELLUM.MAGARI LA GIUSTIZIA,TOGHE ROSSE… Roma,24/05/13 –(Aps)- Continua la schermaglia su modi e contenuti della cosiddetta “clausola di salvaguardia”,una soluzione minima di riforma o di ritocco della legge elettorale che metta in sicurezza ini un paese- che vuole essere moderno e democratico, come il nostro-un sistema decente di votazione nell’eventualità tutt’altro che remota che le larghe intese  possano naufragare.Per questo,accanto al complicato (un po’ bizantino ed ,a norma di Costituzione, più fitto di passaggi, sbarramenti, letture) progetto di riforme istituzionali – tutte legittime necessarie – comprendente anche un più meditato sistema di elezioni parlamentari  si era pensato a questa formula di salvataggio.
Così in questi ultimi giorni sono esplose non soltanto le polemiche sul “tritacarne della giustizia”,sul “siamo stufi”,gridato dall’immancabile Brunetta e dalle “amazzoni” di vario livello a beneficio del perseguitato Cavaliere,ma abbiamo dovuto ascoltare più alti lai in una sostanziale difesa del Porcellum da parte di chi vuol mantenere ad oltranza la ingovernabilità a beneficio di una parte soltanto,l’unica interessata,la propria e stende come rete questo ipotetica clausola di salvaguardia a tutela di un più duraturo stato di “larghe intese”.A prescindere,perché è sempre meglio imbarcarsi che restare a terra.Poi sulle riforme istituzionali e sulla vera nuova legge elettorale si vedrà.Senza fretta.

IL “CASO DE MAGISTRIS”/LA CRISI DELLA CITTA’ E DEL SUO HINTERLAND, LA ERRATICA VICENDA DEI 2 ANNI A PALAZZO  S.GIACOMO/RIPARTIRE O PERIRE
Roma,24/05/12 –(Aps) - Ancora un rimpasto,il terzo in due anni di mandato, nella Giunta comunale di Napoli: Luigi de Magistris  sostituisce  cinque dei suoi  assessori  con altrettante new entry.. Tra i bocciati   di maggiore spicco: Antonella Di Nocera( cultura e turismo) che in una recente  intervista non  aveva  taciuto critiche verso l’ esperienza de Magistris;  Anna Donati( mobilità e contestatissima ZTL,già assessore al Comune di Bologna)Trai nuovi assessori spiccano figure interne al Consiglio Comunale,dirigenti dei partiti che al  Maschio Angioino formano la base politica di riferimento politico della Giunta del Sinadaco-sceriffo. Nonostante le critiche che da più parti piovono su De Magistris - non ultima quella del segretario nazionale del Pd Epifani che lo accusa di fare e disfare le giunte senza un minimo di continuità e programmazione  - non sembra che il Sindaco  intenda allontanarsi  dalla sua linea operativa   dei grandi eventi che egli ritiene possa essere la leva per risollevare la città che due anni fà lo aveva innalzato, speranzosa, al soglio sindacale con largo suffragio .La critica neppure velata è oggi quella di non sapersi  concentrare ,a tempo pieno, sui gravi problemi della città. Parlando di lui  e nel descriverne un breve ritratto,alla trasmissione TV “Ballarò”,il filosofo Aldo Masullo ha detto che De Magistris è “un uomo solo che tende in fondo alla supremazia sui suoi stessi collaboratori; fa un’impressione patetica” perchè crede nelle cose che immagina e “non avverte la distanza tra il sogno e la realtà”. E lo storico GiuseppeGalasso: chiarisca il nebuloso programma”, attui quel decisionismo per il quale era stato votato: o la sua Giunta  naufragherà.(m.g.)

 

 

sabato 18 maggio 2013

LA DESTRA SULLA ZATTERA DELLE "LARGHE INTESE"/PROVOCAZIONI POPULISTE,OSSESSIONE GIUSTIZIA,MINACCE DI UN RITORNO ALLE URNE


APS – Anno XVIII ( nuova serie) – n°630  di  venerdì  17 maggio 2013

Roma,17/05/13 – (Aps) – Giornali e circoli benpensanti continuano ad alimentare la speranza che il governo di “emergenza” possa continuare positivamente la sua azione nonostante i forti scricchiolii ,meglio, le aperte tensioni,che si avvertono nella sua maggioranza,conditi dalle ricorrenti minacce Pdl di un ritorno alle urne.Più recenti esempi :il tentativo maldestro del Cavaliere di attribuirisi il merito dello stop alla rata di giugno dell’Imu,ovvero quello di riproporre il bavaglio alla stampa in materia di intercettazioni,la cui disciplina va semmai vista – come strumento volto a disvelare la prova, non il reato - in un contesto più organico.Ed inoltre – punto centrale e nevralgico della esile intesa di governo –bisogna assolutamente scansare il tranello di Berlusconi e soci di legare l’abolizione del Porcellum – sinanco il suo autore Calderoli ne auspica la fine! – ad una più estesa riforma istituzionale che ha tempi e procedure chiaramente  più lunghi e complessi e che potrebbe non arrivare in porto o,verosimilmente,non arrivarvi per tempo in  condizioni politiche come quelle attuali.Questo è l’imperativo che è condiviso chiaramente dal Pd,il maggior azionista della coalizione di governo,e soprattutto dal Premier Enrico Letta che ha indetto per il prossimo mercoledì un incontro “ad hoc”.Benchè il governo delle “larghe intese” non abbia alle spalle molte settimane di vita,è chiaro ormai che la navigazione di questo governo che voleva essere di”servizio” per il Paese,per superare un’altra fase acuta della crisi – che riguarda il lavoro e e la recessione in termini di economia reale – fa fatica procedere, con la palla al piede di una Destra berlusconiana dominata dall’ossessione giudiziaria del Cavaliere e dalla spinta alla guerriglia demagogica, populista che non trascura nessuna occasione per mettersi di traverso sul cammino che Enrico Letta aveva disegnato – con fiducia ed anche forse con qualche ingenuità in più – per la coalizione da lui guidata.Berlusconi vuole incassare il prezzo di una collaborazione di governo che si è resa necessaria perché priva di alternative percorribili .Necessaria tuttavia  anche perché il Pd in questo avvio di legislatura,dopo la delusione per il proprio risultato elettorale,ha manifestato un malessere profondo  rivelatosi in pieno con le votazioni per eleggere il nuovo Capo dello Stato,con la imponente dissidenza di ben 101 grandi elettori sul nome di Prodi.Tale malessere ha impresso necessariamente una svolta in qualche modo ulteriormente involutiva al quadro politico già complesso,quale si presentava all’apertura delle urne a fine febbraio scorso.

LE FATICHE DI EPIFANI PER RIDAR VOCE POLITICA AL PD/E PER RITESSERE IL FILO DI UNA DIALETTICA RIFONDATIVA DELLA  NOSTRA SINISTRA RIFORMISTA.   

Roma,17/05/13 – (Aps) – Il Pd - che non è,come  ovvio,il partito “comunista” di cui comicamente si delira dalle parti del Cavaliere ( ma quando ci liberemo finalmente di questo fastidioso ingombro del quadro politico nostrano ed avremo un normale polo conservatore-democratico ?)- ha iniziato con la Segreteria di Guglielmo Epifani il suo impegnativo percorso di “ricostruzione” politica interna.Dobbiamo chiamarla così tenuto conto dello stato al quale si era arrivato con le convulsioni del voto “presidenziale” a Montecitorio e con la mesta rassegnazione che ha palesato l’Assemblea nazionale di domenica scorsa a Roma.Ora il Pd non può fallire l’obbiettivo di rimettere in corsa, su basi aggiornate e rivisitate,quello che deve essere - uscendo anche dagli imbarazzi e dalle ambiguità post-ideologiche forse oggi di moda – il partito socialdemocratico di forte impronta europea.

CATALOGO DEL DEGRADO :NETTURBINI E GIARDINIERI,MISTERO  METROPOLITANO /LETTERALMENTE SOTTO I PIEDI  IGIENE VERDE E DECORO DELLE  CITTA’

Roma,17/05/13 – (Aps) - Sono un  esercito e pure  si vedono poco in giro; di  pomeriggio poi quasi per niente.Parliamo dei netturbini e dei giardinieri  comunali.Nelle città si raccolgono rifiuti solo con i camion ma lo spazzamento è ormai una attività desueta.Sui giornali locali e sul web cittadini indignati, si chiedono:”dove sono finiti gli spazzini” (alias: operatori ecologici o netturbini , se preferite)? “Riusciremo mai a sapere- si chiedono tra l’allarmato e l’imbufalito i cittadini – quanti  sono,come sono organizzati,come ed  in che modo il loro lavoro viene distribuito nelle varie municipalità,in che misura incidono sulla pesantissima tassa della spazzatura che tutti  paghiamo”? Appena apparsi in occasioni speciali ,e solo nelle strade maggiormente interessate,ricompaiono poi a ranghi rigorosamente ridotti, al centro ed  ancora di più in periferia dove l’inadeguatezza ed  i ritardi nella pulizia di piazze,strade e marciapiedi,mettono a rischio le condizioni di igiene  e procurano un grave danno di immagine. Anche per i giardinieri come per  i netturbini si pongono gli stessi interrogativi.Aiuole della città, prive della ordinaria manutenzione,sono piene di sterpaglie.Alberi , piante e fioriere che avrebbero bisogno di  innaffiamenti sono destinati  per incuria ad un mortale abbandono. Ai cittadini che protestano per  questo stato di cose  spesso si risponde che  mancano uomini e mezzi necessari per far fronte  a tutte le innumerevoli  esigenze.Recentemente,tuttavia, varie inchieste hanno  accertato che   negli organici v’è una ripartizione del numero complessivo degli addetti tra municipalità,grandi parchi , etc.Non tutti sono però operativi.Tra di essi ci sono naturalmente anche  anziani, inabili,   assenteisti  che normalmente vengono esentati dai turni più impegnativi.La soluzione inevitabile sta nell’affidamento di appalti a ditte private.E qui il cerchio si chiude:servizio carente, inefficiente= più costi in ascesa costante.

 

 

 

venerdì 10 maggio 2013

LA SENTENZA MEDIASET EVIDENZIA L'ANOMALIA BERLUSCONIANA/PROVE SEMPRE PIU' PROIBITIVE PER LETTA E LE "LARGHE INTESE"


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°629 di venerdì 10 maggio 2013

Roma,10/05/13 – (Aps) – Anche se sono apparsi evidenti i tentativi di molti,anche  autorevoli, organi d’informazione di coprire di un velo pietoso almeno nei titoli d’apertura,di prima pagina,la condanna confermata in Appello per il Cavaliere,nel processo Mediaset per il reato di  frode fiscale in materia di diritti tv(quattro anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici ) ,la botta ricevuta dal leader della Destra è di tutto rispetto.Si è verificato allo stato dei fatti uno degli eventi temuti (gli altri - processo Ruby,quello di Napoli:De Gregorio-Lavitola – sono in gestazione e dovrebbero approdare a sentenza entro lassi di tempo relativamente brevi ) della cosiddetta “persecuzione “ di Berlusconi da parte delle “toghe rosse”, come egli non si stanca di definire pm e giudici delle diverse Sedi giudiziarie in cui pendono procedimenti a suo carico.La prima reazione del Cavaliere dinanzi alla sentenza della Corte d’Appello di Milano è stata sdegnata,ma al momento non “vibrante”,per così dire, come la centralità del tema  ( non assente,tutt’altro in campagna elettorale e nella sua rincorsa nei sondaggi) poteva fare attendere.Anche se i suoi fedelissimi e falchi hanno rotto gli argini con dichiarazioni più infuocate; e per fine settimane si tenterà anche di scaldare la piazza.Intanto quella di Brescia,dove è in programma per domani sabato la prima “indignata” esternazione dei berluscones.Si parla anche di una manifestazione lunedì prossimo, sotto il Palazzo di Giustizia di Milano dove riprenderà il processo Ruby.Insomma la rappresentazione plastica di come non si intenda disarmare quella offensiva contro l’istituzione Giustizia da Berlusconi scelta, e non da oggi, come elemento distintivo del suo movimento politico trascinato dal proprio Leader a proteggerne l’immagine “scheggiata” da così ricorrenti “iscrizioni” nei Tribunali italiani.Un passaggio della vicenda politica nazionale che acquista toni surreali,che smentisce i presupposti della cosiddetta “pacificazione” a base del coraggioso tentativo messo in atto dal giovane esponente Pd,Letta, con il governo da Lui presieduto.E’ il caso dunque di rinnovare ad Enrico Letta i’augurio e l’incoraggiamento a proseguire fin dove gli sarà consentito il percorso di questo Governo di grave emergenza sotto molti punti di vista..  

DOMANI L’ASSEMBLEA PD/ LA MANCATA VITTORIA ELETTORALE E LE TRAVAGLIATE VICENDE IN AVVIO DI LEGISLATURA/RIFONDAZIONE ED IDENTITA' DEL PARTITO
  
Roma,10/05/13 –(Aps)- Un Partito pronosticato come vincitore con ampi numeri alle scorse elezioni e che, ad urne aperte, è risultato primo, si, ma non il vincitore,quasi un primus inter pares con M5S e Pdl.Una legge elettorale (quella che sarebbe da abolire subito)che gli ha conferito alla Camera il vistoso premio in seggi parlamentari.Poi l’immagine inusitata che è stata palesata in avvio di legislatura,e soprattutto nella fase delle votazioni per il Colle, di una formazione politicamente decomposta,priva di una univoca direzione di marcia,che ha perso il potere d’iniziativa che comunque le spettava in base a numeri non esaltanti ma pure inconfutabili:E stato’ un passaggio della sinistra riformista italiana - dal postcomunismo, al popolarismo democratico,a spezzoni socialisti (che non hanno saputo mantenere il passo con le socialdemocrazie europee) – assolutamente inatteso,nel momento in cui sembrava che la sinistra italiana avesse imboccato la strada della socialdemocrazia di netta impronta europea.Invece non solo l’amalgama interna non è stata conseguita,il problema identitario è rimasto lì insoluto;è emerso il volto di gruppi o correnti malamente conviventi,o contrapposti tra di loro,aggravato forse da una mistica “primariale” a tutti i livelli che non sempre ha dato buoni frutti.Non pare facile trovare il rimedio a tutto ciò nell’Assemblea di domani,con l’elezione di un Segretario di transizione sino al Congresso di ottobre.Ma una sorta di rifondazione del Pd sembra urgente ed indispensabile se non si vuole buttare al vento al principale risorsa della democrazia italiana

 TRASPORTO PUBBLICO UN SETTORE AL COLLASSO(A NAPOLI ANCHE PEGGIO)/ DOPO CINQUE ANNI INTESA PRELIMINARE PER IL NUOVO CONTRATTO
Roma,09/05/13 – (Aps) - Appena  qualche settimana  fa le associazioni aziendali Anav ed Asstra  ed i rappresentanti sindacali dei 116 mila  lavoratori del  trasporto pubblico  locale  sono finalmente riusciti a trovare  una intesa  preliminare sul rinnovo del contratto di lavoro scaduto ormai da 5 anni.   Agli addetti al settore, tra maggio ed ottobre di quest’anno,  arriverà  una tantum di 700 euro.Le aziende del settore sono sull’orlo del  dissesto. Non dispongono  di nuovi  mezzi di  trasporto e  neppure di risorse per la manutenzione di quelli vecchi. A Napoli  la mancanza di carburante ha bloccato nei depositi  parte del parco  bus.Lo Stato ha effettuato  nel settore tagli dell’11,4%;le Regioni si trovano quasi tutte a mal partito .Le aziende ,inoltre,subiscono  ogni  anno una perdita di  circa 450milioni di euro  per effetto  dei “portoghesi”, chi fruisce gratis del servizio  di trasporto. Si stima che, su 15milioni di italiani che per spostarsi fanno ogni giorno uso dei mezzi pubblici, circa il 20% viaggia senza biglietto.A latere dell’accordo non sono mancati impegni a razionalizzare il servizio, ad incrementarne  le entrate Sulla falsariga di quanto accade in altri Paesi, all’estero, il conducente svolgerà anche funzioni di controllore:chi è sprovvisto di biglietto lo  acquisterà con un sovraprezzo.In Campania,intanto,dove i tagli hanno completamente messo al tappeto tutto il comparto del trasporto pubblico-su ferro,gomma.via mare,etc.-  già dal primo aprile scorso  sono aumentati i prezzi dei ticket Unico Campania e degli abbonamenti.

 

 

giovedì 2 maggio 2013

CONTRO LO SCENARIO DI GOVERNO DISEGNATO DA LETTA I RICATTI DEL CAVALIERE SU IMU E CONVENZIONE PER LE RIFORME/PRIORITA' LEGGE ELETTORALE


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°628 di giovedì 2 maggio 2013

Roma,02/05/13 – (Aps) – Uscito dalle Aule parlamentari dopo aver incassato la doppia fiducia di Camera e Senato ma essere stato precocemente già bersaglio - a cavallo dei due voti- del fuoco “amico” di uno dei due principali partners della maggioaranza,ovviamente il Pdl,sul tema che,facile previone, arroventerà subito in partenza il clima politico governativo,è  il primo bel primato conseguito da Letta sul campo.Manco a dirlo, per i pidiellini si batte sul chiodo fisso (cavallo di battaglia della ultima rimonta berlusconiana) della definitiva messa in soffitta dell’Imu (con la sua restituzione ai contribuenti) e la Presidenza,nientedimeno che per il Cavaliere, della Commissione riforme.Entrambe le pretese,del tutto strumrentali non sono state affatto recepite nella piattaforma politica del Gabinetto di” larghe intese” messo assieme con tenacia e metodo dal giovane Presidente del Consiglio, e V.Segretario Pd,Enrico Letta. Ma questa uscita anticipata del Pdl su due temi cruciali dell’alleanza per dar forza alla quale si era chiamati a sfumare,a scolorire diversità e contrasti,non è una novità,non giunge inattesa.Nel senso che si sa la ragione per la quale il Pdl – che, riperiamo, rincorsa o rimonta finale a parte,le elezioni le ha perso di brutto,lasciando sul terreno circa sei milioni e mezzo di voti,arrivando in pratica soltanto terzo al traguardo,dietro Pd e M5S – si è buttato sul carro del Governo appena se ne è aperta la possibilità:larghe intese,o qualsiasi altra diavoleria di ingegneria istituzionale si fosse preserntata.Il Pdl aveva bisogno di risalirvi,di restare a galla  mimetizzarsi, senza perdere il contatto con le sirene incantatrici del suo peggior populismo demagogico che tanto male ha già fatto al Paese.
Ora forse non è abbastanza educato; non si può dire con eccessiva enfasi,ma questa è la verità che mette a nudo la vera direzione di marcia di una Destra berlusconiana miracolata dalla “intuizione” presidenziale,da parte del Capo dello Stato rieletto,di muoversi sul terreno di una formula di emergenza che – in mancanza di alternative praticabili - potesse far fronte alle urigenze economico-sociali,come a quelle politico-istituzionali,sempre nella speranza che non ci si dimentichi o che si butti indietro la riforma della legge elettorale che sempre più chiaramente è la madre di tutte le battaglie per salvare la democrazia nel nostro Paese.
Il punto però è proprio questo.E’veramente l’alternativa al collasso politico la via imboccata del “Governo di servizio”,o più esplicitamente delle “larghe intese” ,trai due partiti che si sono duramente contrapposti in un ventennio di democrazia zoppa ( ancora una volta) nello Stivale, dove si è conosciuto la realtà poco esaltante della Seconda Repubblica ?
Letta nel suo discorso di insediamento è stato bravo, abile nel disegnare un nuovo scenario che si apra direttamente su una Terza  Repubblica,imperniata su una sorta di pilastro centrista in cui convergano i due poli sin qui fronteggiatisi.Ma in quale maniera ? Abbandonando le diversità che li hanno caratterizzati,tagliando le le ali estreme dei due schieramenti,alimentando  una nuova linfa per la democrazia italiana che rinasce assieme al Paese,assieme alla soluzione dei suoi problemi acuti, in un’Europa più armoniosa e solidale.Questo sembrerebbe il futuro al quale accompagnare l’Italia,come delineato da Letta.Con una specie di amnistia per il ventennio passato che ha avuto,ricordiamolo,un’anomalia,quella berlusconiana,che va certo cancellata,ma non attraverso un lavacro al quale salvificamente tutti ci sottoponiamo.Dopo la “mezza vittoria” elettorale del Pd che  ha tolto allo stesso l’arma, al Senato, di poter varare un governo della sinistra riformista – come credo il Paese avrebbe meritato – ed parte il “giallo” dei centouno voti spariti nelle votazioni per Prodi al Quirinale,qualcuno ha voluto evocare lo spettro di Weimar per lo scenario italiano di questi mesi.Un po’ di pessimismo in più ed un po’ di analogie in meno rispetto alla vicenda che segnò drammaticamente il passaggio per la Germania anni ’30 dalla socialdemocrazia ad Hitler ed al nazifascismo ed alla cartastrofe che ne conseguì non solo per i tedeschi.
La considerazione conclusiva su questo ancora poco chiaro avvio del governo di servizio messo assieme da Letta ed incoraggiato da Napolitano torna agli interrogativi sopra accennati.
E’ realistica ed utile la soluzione di governo che si sta tentando? Quando si osserva un Pd in preda - trai suoi militanti oltre che nellas leadership, nell’esteso universo di opinione pubblica che in esso si identifica e lo sorregge - ad una forma di insofferenza acuta per la diversità compressa, le limitazione ai suoi caratteri distintivi,a seri dubbi sulla scelta “obbligata”..E per quanto riguarda il Pdl,lo abbiamo detto sopra: il suo voler apparire  “partito di lotta e di governo”,a modo suo naturalmente.
Ma questa era dunquel’unica alternativa che avevamo davanti dopo i due mesi trascorsi inutilmente dal voto di fine febbraio? Se sì, il Governo di Enrico Letta deve modificare la propria agenda,mettendo in testa a tutto la riforma della Legge elettorale.