sabato 26 febbraio 2011

ANCHE LA TRAGEDIA LIBICA COME PARAVENTO AI GUAI DEL CAVALIERE



















Roma,25/02/11 (Aps) – Il nostro Capo del Governo – che in qualche maniera ha la fortuna dalla sua parte,eccome se ce l’ha, visto quello che è riuscito a combinare sino ad oggi:niente o solo danni per il Paese,moltissimo per se stesso! – ha colto al volo l’opportunità di potersi riparare dietro le polveri e le macerie dell’incendio di tutto il Magreb,della fascia nord-africana ed in particolare dietro la preoccupante e sanguinosa repressione disperata da parte del dittatore Gheddafi della sin qui vittoriosa insurrezione del popolo libico.Un provvidenziale riparo che gli permette di celare almeno per qualche tempo i suoi nuovi e più gravi grattacapi con la Giustizia, con le imputazioni,come si sa,a processo immediato, per i reati concussione e favoreggiamento di prostituzione minorile di cui è incolpato.
Così sulla drammatica questione libica è potuto passare - nel giro forse di un giorno se non di qualche ora -  dal vergognoso pretesto di “non voler disturbare” il dittatore di Tripoli a più cauti cenni sulla necessità di fermare ogni forma di violenza nella repressione della rivolta,Bontà sua.Già perché forse molti hanno dimenticato che la Libia di Gheddafi in coppia con la Russia di Putin e la Bielorussia di Evatuchenko rapprentano i poli di un asse privilegiato delle relazioni politico diplomatiche dell’era berlusconiana.Si proprio così:
Libia,Russia e Bielorussia.Si proprio così; questo è l’orizzonte politico internazionale del nostro Capo del Governo che se ne è sin qui fregiato,con le frequenti visite di Stato tra Roma e Tripoli,con tutti gli imbarazzanti episodi cui il Colonnello ha dato vita.A Roma come nella Capitale libica;e con tutto il pesante fardello di accordi risarcitorì firmati, a beneficio,diciamo così, della Jamajrya del colonnello Maummar Gheddafi.Ma questo è un capitolo che si appresta alla fine,come documentano eloquenti immagini rubate,via internet.    



LA CACCIA AL FINIANO DELUSO – CON UN “ROBUSTO” PACCHETTO GIUSTIZIA - PER COPRIRE L’ORRENDO CLAMORE SULLE FESTE DI ARCORE

Roma,18/02/11 (Aps) – L’immagine deturpata del Paese - che esce da lustri e lustri di malgoverno ad opera del Cavaliere e della sua Destra raccogliticcia e,. politicamente  almeno, analfabeta -  riceve ogni giorno che passa qualche sfregio in più.Oggi è stata la volta,per dire dei fatti più vistosi,del rifiuto leghista – con lo squagliamento del Ministro dell’interno del Carroccio,Maroni – a sottoscrivere in Consiglio dei Ministri, il decreto che sancisce il 17 marzo prossimo festività a tutti gli effetti nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia.Fatto senza precedenti per un Governo della Repubblica degno di questo nome,che delinea lo smarrimento morale prima ancora che politico di questa Armata Brancaleone che è al potere in Italia,che si fa forte del consenso ricevuto quasi tre anni fa nelle urne e che verosimilmente si è ormai liquefatto in gran parte,come testimoniano le tabelline dei vari sondaggi anche di disparate ispirazioni.
Galvanizzato dal buon esito – limitatamente a quanto e come poteva esserlo:quattro le prede sicure tra Senato e Camera – della cosiddetta “caccia al deluso” tra gli adepti di Futuro e Libertà messa in opera dal potenziale mediatico-finanziario di cui dispone il Cavaliere,lo stesso ha abbandonato ogni remora od esitazione ed è partito lancia in resta all’assalto finale della ridotta giudiziaria in cui sono asseragliate le toghe rosse,sotto la regia bolscevica del Pd e compagni,dalla Procura milanese e salendo per li rami sino alla Consulta,altro potente covo di eversione comunista-rivoluzionaria che boccia senza pietà,spietatamente le leggi non gradite al Nazzareno e dintorni,
In questo  impresionante scenario di eversione bolscevizzante ha avuto buon gioco,diciamo così,il Signore di Arcore a coprire il clamore delle inchieste giudiziarie sulle sue feste in villa,peraltro tutte innocenti e di angelica ispirazione,con il possente pacchetto Giustizia”-arricchito delle norme antintercettazioni e ripristino dell’immunità parlamentare- farà tabula rasa di ogni maldicenza.Almeno queste sono le speranze del Nostro che, manco a farla apposta, viene proprio oggi ancora svillaneggiato dalle nuove rivelazioni degli archivi di Wikileaks ,con un altro decisivo colpo all’immagine già seriamente compromessa dell’Italia sulla scena internazionale,come non si risparmiano di annotare i principali giornali in tutto il mondo.  

giovedì 24 febbraio 2011

QUANDO AL POTERE SI PERDE DEFINITIVAMENTE LA TESTA

Roma,11/02/11 ( Aps ) – Lo stato confusionale in cui sembra essere caduto il Premier e la sua maggioranza di governo appare di giorno sempre più grave ed inarrestabile.Minacce quotidiane rivolte alle altre istituzioni dello Stato,soprattutto alla Magistratura,le” toghe, rosse” agli ordini della sinistra comunista,all’alta Corte costituzionale,tacciata anch’essa di essere pilotata dalla sinistra,che lambiscono,magari senza menzionarla,la stessa Prima Carica dello Stato.Insomma il classico schema della gogna mediatica-giudiziaria che cerca di stringere il collo di un Premier assediato ma intento ad abbozzare interventi-bluff – considerati tali da tutti a cominciare dalla Confindustria - per la ripresa economica,assieme alle cosiddette “riforme” in tema di giustizia, tutte mirate ad allentare ed ebbattere la morsa dei suoi guai( che sono veri e sembrerebbe nella maggior parte dei casi anche fondati) in materia giudiziaria.
Parallelamente il regime(regimetto?) ispirato alla nobile filosofia del “ghe pensi mi” perfeziona,per così dire,la goffa ma non per questo meno pericolosa ed irritante presa di potere sulle leve delle pubbliche strutture,anche nel campo dell’informazione,con ridicoli comizi a tutto tondo, come quello propinato da Giuliano Ferrara  e mandato in onda ieri sera nel Telegiornale Rai del “direttorissimo” che ci ha abituati ormai a questo ed a ben altro:Mentre alla Commissione parlamentare Rai si cerca di far passare un cosiddetto “atto di indirizzo” che speriamo proprio per la vergogna del Paese – già messa a così dura prova da lustri e lustri di risibili performances dei nostri governanti della Destra al potere – si abbia l’estremo scrupolo di bloccare.L’incontro in serata al Quirinale,richiesto dal Premier - quasi ad invocare protezione - sarà certamente all’insegna delle parole di monito  pronunciate da Napolitano ,ancora nella giornata di oggi,per bandire aggressioni e scontri tra le istituzioni.Ribadendo che nelle leggi vigenti e nella Costituzione repubblicana esistono già  gli strumenti più efficaci per prevenire tutte le “anomalie” che oggi da Palazzo Chigi e dintorni si suole  denunciare:E’ sufficiente anche in questi casi sottostare alla Legge che è uguale per tutti.       

QUEL CHE MANCA AL PD / MA L’OPZIONE SOCIALDEMOCRATICA E’ INELIMINABILE

Roma,11/02/11 (Aps) - Come tutti sappiamo,è aperto  e non da oggi nel Pd un largo dibattito ed anche un confronto talvolta apparentemente serrato tra le diverse opzioni che si aprono dinanzi a questo partito che vuole essere, nelle ambizioni delle origini come in quelle più recenti ed attuali,la forza progressista,riformatrice:il centro-sinistra,o la sinistra ,tout cour,a netta impronta moderata e democratica.A suggello delle lunghe travagliate prove che questa parte politica ha affrontatto e superato in Europa e non solo.Da in lato,con la esperienza negativa del comunismo mondiale che si è conclusa malamente sotto le macerie del muro di Berlino nell’89.Dall’altra, l’esperienza delle socialdemocrazie europee che paradossa lmente invece di trovare nell’evento epocale del crollo comunista un elemento di forza e di propulsione ne hanno ricevuto, in linea generale,più motivi di freno e di interno ripiegamento,anche con l’inaspettato rifluire da parte di alcune componenti all’interno dei singoli partiti,su posizioni estreme,se non con la netta scissione dalla casa madre.E’ quanto è avvenuto nella Spd tedesca con la nascita della “Die Linke,beneficiaria di una buona affermazione elettorale da considerare speculare alla non trascurabile flessione patita invece dai socialdemocratici.La mappa del socialismo democratico del vecchio  continentale registra però anche un evento del tutto opposto ed è la forte espansione laburista che sotto Tony Blair aveva potuto parallelamente registrare il New Labour.Più recentemente,nel dopo Blair,il Labour  tuttavia ha dovuto subire una battuta d’arresto non trascurabile,cedendo ai conservatori di Cameron (affiancati inusitatamente dai liberaldemocratici) lo scettro di comando del Regno Unito.E l’affresco europeo potrebbe continuare con la Francia dove la forza socialista (che non ha mai subito contaminazioni da parte comunista) prosegue nell’ altalena che la oppone al meglio insediato,elettoralmente,rassemblement del centro-destra in accentuata discontinuità. Manca ai socialisti francesi un profilo identitario che possa promuovere con maggiore stabilità il loro appeal elettorale anche verso i ceti nuovi e più avanzati.
Del capitolo socialista italiano – che comprende,sia pure con consistenti differenziazioni, anche quello della socialdemocrazia nata con Saragat a Palazzo Barberini nel ’47 e per breve periodo,dal ’66 al’69, riunificata col Psi – conosciamo tutti almeno le pagine salienti.Il trauma di Tangentopoli colpì in in maniera mirata il campo socialista,a partire dal leader Psi, Craxi,a molti altri esponenti di quel partito che avevano cercato di proporre l’immagine di una forza nuova di rinnovamento,riformatrice di una Paese che, ancora nell’ultimo decennio del secolo passato, si trascinava dietro irrisolte questioni ataviche di squilibri,disuguaglianze territoriali,sociali,di sviluppo che altri paesi dell’Occidente avevano con largo anticipo affrontato e risolto.E’ una storia -  quella del socialismo democratico in Italia - che s’intreccia con quella del Paese.Ed è una storia interrotta ,un filo che si ripropone chiaramente tutt’oggi,nella odierna cornice del quadro politico.Si ripropone ovviamente nello scacchiere di sinistra,nel travaglio di questa seconda Repubblica,connotata sin qui dall’inquietante fenomeno del populismo berlusconiano – oggi al tramonto – ed anche dal tormentato percorso dei vari filoni che fanno capo all’istanza democratico-riformista che mantiene un comune unitaria impronta di marca europea;dalla sin qui irrisolta diaspora socialista.Sono oltre tre lustri di storia politica del Paese che lasciano dietro di se – con l’avventura populistica di questi anni e che ancora tarda a morire - una scia di veleni,di contaminazioni della politica correttamente intesa nei suoi più alti valori della democrazia.
Oggi siamo comunque ad un impegnativo punto di svolta.Il Pd è chiamato a svolgere il suo ruolo primario di principale forza di opposizione;come alternativa di governo prossima futura.Di qui l’accelerazione del dibattito o confronto interno sulla ricerca di linee strategiche,programmatiche,o alleanze.Di qui vorremmo aggiungere la pretestuosità di molti “distinguo”(anche etico-religiosi in un partito per definizione di pensiero laico),il candido stupore che si possa essere sospettati di “sinistrismo” o di tendenziale “socialdemocraticismo”.Il che per un partito che aderisce al Pse(partito del socialismo europeo) che al Parlamento Europeo fa parte del Gruppo socialista equivale ad un inquietante rompicapo.Forse,e senza forse, non è estraneo a tutto ciò la questione dell’assenza socialista nel Pd
che venne di fatto sancita – difficile attribuirne la responsabilità - alla vigilia delle politiche del 2008  con l’esclusione della componente socialista – cui nel contesto del nuovo partito spetterebbe se non altro un riconoscimento di primogenitura storico-ideologica - dalle liste dei democrats per Camera e Senato e la conseguente cancellazione dal Parlamento.