domenica 30 giugno 2013

L'ANOMALA MAGGIORANZA COL PDL PARTITO DI "LOTTA" E DI GOVERNO/L'IMPROBA FATICA DEL PREMIER LETTA/COMPITI E RESPONSABILITA' DEL PD


APS - Anno XVIII ( nuova serie ) - n°636 di sabato 29 giugno 2013


Roma,30/06/13 - (Aps) - Siamo vicini ai due mesi di vita del governo delle larghe intese o della strana maggioranza,sortita dal poco felice esito del verdetto delle urne di fine febbraio,effetto dobbiamo augurarci ultimo, della sciagurata legge elettorale del Porcellum che il centrodestra in piena sbornia di potere volle regalare all'Italia.Ne abbiamo pagato e ne stiamo ancora pagando le conseguenze,mentre di una nuova decente legge elettorale (sia essa il maggioritario a doppio turno o la riproposizione sic et simpliciter del Mattarellum già sperimentato senza particolari problemi ) se ne parla solo al riparo del "bizantino" progetto di riforme  istituzionale che con questa maggioranza appare obbiettivamente assai problematico realizzare.
Una vita non priva di travagli quella del Governo Letta per una ragione elementare che sarà bene non dimenticare .Che Berlusconi ed il Pdl - rimonta o non rimonta, hanno lasciato a terra circa sei milioni e mezzo di voti rispetto al 2008 - alle larghe intese si sono aggrappati come zattera di salvataggio,dalla quale manovrare anche nella tempesta giudiziaria che puntualmente sta abbattendosi sul Cavaliere.Tanto da farne - come,tra gli alti lai dei "falchi" pidiellini, ha fatto rilevare il Presidente del Senato,Grasso - un partito di governo ed al tempo stesso di opposizione,meglio di guerriglia all'interno della stessa compagine ministeriale,per le innumerevoli sortite di segno avverso.A parte il travaso delle fibrillazioni per l'agenda giudiziaria del Cavaliere,come si è visto in questi giorni,non mancano sgnali provocatorì,come quelli colti al Senato in sede di Commissione Giustizia con la proposta per inserire i temi afferenti l'ordinamento giudiziario,in contrasto stridente con l'impianto del progetto di riforma istituzionale che tassativamente li escludeva.
Ci sarebbe a questo punto da interrogarsi sul futuro di Enrico Letta premier, alle prese con le stilettate inferte dall'ala destra della maggioranza stessa delgoverno da lui guidato.Letta era a Bruxelles in questo fine settimana,dove alcuni importanti tati sono stati crtamente ottenuti:i fondi ( circa un miliardo e mezzo)per la disoccupazione giovanile;gli aiuti della Banca Europea degli Investimenti,sotto forma di prestiti alle nostre piccole medie imprese in difficoltà;l'uscita dalla procedura di nfrazione.Ma anche mentre Enrico Letta era a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo in difesa degli interessi del nostro Paesi non mancavano le pugnalate alle spalle che i guastatori del Pdl,verbalmente s'intende,affondavano nella schiena del nostro Presidente del Consiglio.
In siffatta cornice non fervono soltanto i "lavori in corso" nel Pdl per riprendere il nome di Forza Italia con tutto quel che ne consegue per l'accentuazione della impronta oiù nettamente populistica della creatura voluta dal Cavaliere nel lontano 1993,con le stimmate più aggressive quanto poco accettabili di una formazione che sta verosimilmente consumando i suoi ultimi giri.Siamo dinanzi
ad un quadro politico che impone soprattutto al Pd di interrogarsi a fondo sulla propria natura ed identità;di trovare gli assetti di leadership più consoni alle responabilità pien che cadranno sulle spalle di questo partito - unica convincente risorsa democratica del Paese - in una fase che,fuori da ogni retorica,è grave ed impegnativa.

domenica 23 giugno 2013

LE LARGHE INTESE TRA RICATTI BERLUSCONIANI ED ORIZZONTE DEL CAMBIAMENTO/DOPO LA PRONUNCIA DELLA CONSULTA CRESCE LA TENSIONE PDL NEL GOVERNO


APS – Anno XVIII ( nuova serie) – n°635 di sabato 22 giugno 2013

LE “LARGHE INTESE” TRA I RICATTI  BERLUSCONIANI  E L’ORIZZONTE  DEL CAMBIAMENTO. IL PDL TIENE  ALTA LA TENSIONE NEL GOVERNO
Roma,22/06/13 – (Aps) – Il seguito politico,vale a dire ,degli effetti politici sull’attuale quadro di governo,dopo la pronuncia della Consulta che ha detto no sul “legittimo impedimento” addotto dal Cavaliere nel 2010 ,è ancora tutto da vedere.Anche se i segnali sino ad oggi registrati sono tutti concludenti.Portano cioè a prevedere che Berlusconi con i suoi fedelissimi non si si asterrà dal rovesciare il tavolo per difendere la sua del tutto illegittima pretesa a difendersi “dai processi” – e dalle dolorose conseguenze che ne derivano – non già “nei processi”,come è sancito con chiarezza in tutti gli ordinamenti del mondo civile.Ne abbiamo viste fin troppe in questi anni di capriole e giravolte; tutte indistintamente finalizzate a quelle norme ad personam che potevano assicurare al nostro sonni più tranquili.Ed ora forse è arrivato davvero il momento della resa dei conti.Tra questi conti che il Cavaliere tiene aperti con la Giustizia non sono le pene pecuniarie,o quelle più genericamente restrittive della libertà personale a preoccuparlo di più,quanto invece quella interdizione dai pubblici uffici che ne dichiarerebbe la decadenza, e la conseguente ineleggibilità, dal mandato parlamentare,cui in base alla sentenza Mediaset di Milano è stato già codannato in doppio grado.Resta soltanto la pronuncia della Cassazione cui ha dato via libera appunto la Consulta mercoledì scorso,con la sua decisione.A parte tutti gli altri procedimentii pendenti od in via di formalizzazione,da Milano a Napoli.Un vero e proprio percorso di guerra, insomma, quello che attende Berlusconi già dalla settimana che comincia e fino a tutto il corrente anno,E nonostante gli sbarramenti della prescrizione  che lo hanno sin qui protetto.Ma il Cavaliere di protezione,anzi di mancata protezione, parla ormai apertamente,riferendosi ad “asseriti” patti che sarebbero stati alla base della formazione dell’anomala maggioranza delle larghe intese che ha portato al varo del Governo Letta.V’è il fondato sospetto che si confondano, nella fattispecie, speranze ed aspettative con la realtà dei fatti che per fortuna ancora appartengono e rispondono ad un logica politica oltre che etica.

Tornando alla cronaca di questi giorni,è stato evidente il riflesso condizionato che è scattato  - oltreche nel Cavaliere, personalmente coinvolto in queste tormentate vicende giudiziarie che s’avviano all’epilogo – in tutto lo Stato Maggiore Pdl,che ha dato visibile prova di “mobilitazione”,abbandonando,alle prime notizie sulla decisione della Consulta, la riunione in corso del Consiglio dei Ministri.Da questo primo gesto di plateale solidarietà verso il Capo,sono seguite vari altri episodi che testimoniano di una sofferta elaborazione del lutto in caso Pdl:soprattutto di utilizzare il tavolo del governo per impiantarvi più espliciti ricatti,da quella parte politica che evidentemente ha inteso la larga alleanza come un mezzo per restare attaccati alla zattera del governo,soprattutto per ottenere quella pax giudiziaria che in base a nessuna norma o principio poteva o potrebbe,ancora,garantire al Cavaliere alla sua squadra,cancellando l’anomalìa di un ventennio che sta per chiudersi.

RIUNIONE SOCIALISTA E SOCIALDEMOCRATICA A SOFIA PER IL LANCIO Di UN MANIFESTO PROGRESSISTA EUROPEO PER LE ELEZIONI  20

Roma,22/06/13 – (Aps) – Riunito ieri  a Sofia il Consiglio del Partito socialista europeo chiamato a lanciare 'il manifesto' delle 'società progressiste' per le elezioni europee del 22-25 maggio 2014, in alternativa al modello di società perseguito dalle forze conservatrici liberiste,alle politiche del rigore,dell’austerità.La scadenza elettorale europea del 2014 è quindi il campo per la sfida che è assieme culturale,politica,sociale su cui si giocano non solo i nuovi rapporti di forza nel Parlamento europeo, ma il futuro  se non la sopravvivenza della fragile – quale appaqrsa in questa difficile congiuntura economica -  Unione europea.  A Parigi il 15 scorso,al Forum dei i partiti socialisti e socialdemocratici europei - per l'Italia c'erano il leader del Pd, Guglielmo Epifani e Massimo D'Alema,quale presidente della Fondazione di studi socialista europea,la Feps - Jaques Delors, l'ex-presidente della Commissione europea,ritenuto giustamente uno dei padri più prestigiosi della costruzione europea, ha spronato  "a far vivere l'ideale europeo" ed a rilanciare l'obiettivo di "una grande Europa" mediante 'riforme strutturali' in direzione di una unità politica basata sulla cooperazione economica, della ricostruzione dell'unione monetaria fondata sulla solidarietà per superare il divario tra Nord e Sud ed infine sulla armonizzazione fiscale e sul lavoro. "Non abbiate paura, ci arriveremo", ha osservato ma a patto di battere i tre grossi nemici: il marasma economico e sociale; la percezione di un'Europa punitiva che si è allontanata dai cittadini; il populismo che si nutre della mondializzazione e delle conseguenti piani di risanamento economico-finanziari. Ovvero, delle politiche di austerità. Ierì a Sofia i 28 partiti membri del Pse, tra cui il Psi,i 18 componenti associati , cui vanno aggiunti i membri del 'gruppo S&D' al Parlamento europeo, dov'è,pere una sorta di bizzarrìa che abbiamo altre volte segnalato, ‘ domiciliato in sede auropea anche  il Pd, e. Ha chiosato al Forum parigino, D'Alema: "dobbiamo ammettere il nostro errore, dobbiamo invertire l'impianto neoliberista, la gente lo reclama con forza.L'unione politica dell'Europa deve costituire il punto fondamentale su cui si misurerà la nuova generazione, la futura classe dirigente progressista.”

domenica 16 giugno 2013

IL CAMMINO FATICOSO DELLE LARGHE INTESE SULLO SFONDO DI NUOVE IPOTESI DI "GOVERNI DI CAMBIAMENTO"


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°634 di sabato 15 giugno 2013


Roma,15/06/13 – (Aps) – Mentre il Presidente del Consiglio,Enrico Letta, prosegue nella sua opera di scouting sul piano europeo-comunitario delle disponibilità dei Paesi desiderosi di serrare i ranghi per uscire assieme dalla crisi,il quadro politico interno è attraversato da nuove spinte e sollecitazioni non sempre coincidenti con la faticosa linea d’azione del Governo medesimo, volta a tamponare la falla che ha rallentato al massimo la navigazione del sistema-Italia.
Non parliamo tanto delle ambizioni di Berlusconi e degli altri suoi sodali del Centrodestra che smaniano attorno all’idea di resuscitare il nome “magico” di Forza Italia – con non poche divisioni al loro interno – perché i risultati elettorali più recenti,qualunque filosofia interpretativa o di “lettura” si voglia adoperare,sono molto scoraggianti.Forse anche per quanti danno ancora credito ai miracoli di recupero, o di rimonta,della Destra se personalmente pilotati dal Cavaliere.Il problema è che all’elettorato,alla pubblica opinione bisogna ormai offrire proposte ragionate,convincenti,non poipulistiche o demagogiche.Del tipo:via l’Imu per tutti,anzi con il rimborso di quanto sinora versato,e nessun impegno preciso contro l’aumento dell’Iva(sia pure di un solo punto),che assesterebbe un colpo decisivo alla già indebolita domanda interna.Insomma ci sono molte ragioni per ritenere che questa Destra di impronta berlusconiana sia ormai fuori gioco e poco influente negli equlibri politici correnti,forse paga-con i tempi che corrono- di poter mantenere un piede sul carro governativo.
Ma è proprio questa un’altra ragione che spinge il Pd,la sinistra riformista – uscita anch’essa da una prova elettorale, alle,politiche ultime, che definire poco incoraggiante per come era unanimente pronosticata alla immediata vigilia,è obbiettivamente poco,e dalle altrettanto deprimenti vicende del voto per il Quirinale – a cogliere l’importante segnale del voto amministrativo di domenica scorsa che ha evidenziato la netta vittoria dei sindaci ed amministratori di centrosinistra in tutte le città,grandi e piccole.A  cominciare da Roma tornata ad una lunga tradizione di governo della sinistra, dopo lo scandalo dei neofascisti in Campidoglio.Naturalmente andrebbe qui inserito il grave problema dell’astensionismo(che è uno dei volti dell’antipolitica) che riporta in radice quello dell’offerta politica,e delle conseguenti realizzazioni che ai partiti, tutti,competono.
In conclusione pare a noi che l’aver felicemente ritrovato,in questa tornata elettorale ultima, quello “zoccolo duro” dell’elettorato di centrosinistra abbia ridato nuova spinta ad un dibattito interno nella sinistra riformista che dopo febbraio e le vicende quirinalizie (fortunatamente conclusesi poi con il nuovo mandato a Napolitano) si era marcatamente indebolito,rasentando l’afasìa.Così in vista della scadenza congressuale d’autunno tra le varie componenti è ripreso un dialogo che dovrà portare ad una linea di cui tutto il Partito dovrà farsi carico di interpretare.Ancora nel fine settimana scorsa, abbiamo assistito,sulla tribuna di Repubblica-idee a Firenze, al dialogo Letta-Renzi in realtà alquanto riduttivo del bagaglio ideologico,programmatico,delle robuste diversificate radici di cui il Pd è portatore
Oggi registriamo con Bersani la riproposizione di quel “governo del cambiamento” che racchiude, certo con alcune approssimazioni,ma che forse meglio risponde alle vocazioni specifiche di un partito socialdemocratico europeo.   

LE AMMINISTRATIVE IN SICILIA/ PREVALE  NELL’ISOLA IL PARTITO DEI SINDACI ?

Roma,15/06/13 – (Aps) - In attesa che i ballottaggi completino il quadro definitivo del voto siciliano per questa ultima tornata amministrativa – che ha sostanzialmente confermato la tendenza su scala nazionale – vale la pena riflettere su alcune situazioni  già evidenziate.Corsi e ricorsi storici,potremmo,dire,a proposito di questo voto.Soltanto da alcuni giorni è stato eletto sindaco di Catania,Enzo Bianco, e con un salto di solo un anno, maggio 2012,a Palermo,Leoluca Orlando.Più  volte sindaci delle due maggiori  città della Sicilia  erano stati , infatti, eletti nel  1993  e  riconfermati nel 1997 ed avevano governato quasi ininterrottamente nei rispettivi Comuni per tutti gli anni 90.Bisogna intanto ricordare che agli albori o poco più di questo secolo,prima con l’ingresso in campo di Forza Italia e poi con  la sua  unione  con Alleanza nazionale (il partito di Fini) ed altri partiti minori,  la Sicilia era divenuta, nella nuova veste del Centrodestra,col partito del Popolo della libertà (PDL),un feudo berlusconiano. Provenienti da due diversi percorsi politici, sia  Bianco che Orlando sono stati i promotori  di quella che i media hanno definito “la primavera” delle loro citta’:sia l’uno che l’altro sono stati tra i protagonisti di quello che a suo tempo fu definito il partito dei sindaci che segnò l’avvio di un cambiamento. Dopo la fallimentare gestione amministrativa del PDL   e la contemporanea debacle del M5S, (passato a Catania alle  comunali  dal 16% dei suffragi delle politiche al 2%)con Crocetta alla presidenza della Regione ed il recupero ai ballottaggi anche di capoluoghi  come Messina,Siracusa,Ragusa ed altri, la sinistra  nel suo complesso si consolida notevolmente ma avrà di fronte a sè un mare di problemi(m.g.).

 

venerdì 7 giugno 2013

L'INSIDIA DEL CAVALIERE SOTTO LE IPOTESI PRESIDENZIALISTE/SUBITO LA MANUTENZIONE DELLA L.ELETTORALE E AZIONE ANTICRISI IMPEGNI PRIORITARI DEL GOVERNO


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°633 di venerdì 7 giugno 2013
UNA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE "AD PERSONAM" ?
 
Roma,06/06/13 – (Aps) – La partita delle riforme istituzionali sta dirottando pericolosamente l’attenzione del Governo delle Larghe intese da quelli che ne erano stati formalmente annunciati come impegni operativi prioritari.Vale a dire tutti i provvedimenti atti ad alleviare la morsa recessiva  e della stagnazione in tutti i possibili settori della vita economico-produttiva;per alleggerire la sofferenza ed il peso della crisi incombente sulle fasce sociali meno dotate;incentivare in ogni modo l’occupazione soprattutto quella giovanile che ha raggiunto livelli inusitati.Accanto ad un altro punto prioritario:una clausola di salvaguardia del sistema elettorale,sia pure in termini transitori,forse approssimativi,per  scongiurare il pericolo di dover eventualmente tornare a votare con la legge tutt’ora vigente del famigerato Porcellum.
Una eventualità del genere sarebbe allo stato delle cose -con i risultati delle urne della fine febbraio scorso cioè - niente di più niente di meno che catastrofica,poiché riproporrebbe gli stessi precari equilibri della legislatura da poco avviata.Con una ingovernabilità che non troverebbe nessuna “larga intesa” disponibile,per la pesante insofferenza che verso questa formula –ritenuta peraltro giustamente transitoria – si è manifestata sia nell’opinione pubblica più avvertita,ma soprattutto nella larga fascia dell’elettorato di centrosinistra,del Pd,delle altre formazioni di sinistra,come Sel e così via.

LE SMANIE REVISIONISTE METTONO A RISCHIO LE LARGHE INTESE/MA NON E' QUESTA LA LEGISLATURA COSTITUENTE
Roma,06/06/13 –(Aps)- Il pericolo di dirottamento dalla impostazione di partenza del Governo Letta è data dalla permanente irrequietezza dell’ala Pdl della maggioranza,del Cavaliere e dei suoi “falchi” che oscillano tra manifestazioni  di gratificazione per lo “scampato pericolo”,di non essere rimasti a terra,per essersi ancora una volta imbarcati, sia pure in  coabitazione e con un nocchiero non di fiducia, sulla zattera ministeriale;ovvero mantenendo aperta la tattica della guerriglia cui l’incallito leader sapientemente trova gli spiragli di innesto.E’ una sconsolante commedia.Dopo la sospensione della 1° rata Imu,le scaramucce sul suo carattere definitivo o provvisorio,la restituzione del versato ed altre amenità del genere,ora è la volta delle riforme istituzionali.E qui, trai ritocchi alla Costituzione che forse si potrebbero varare(l’eliminazione del bicameralismo perfetto,con il Senato destinato a diventare esclusivamente camera delle Autonomie,delle Regioni,con il dimezzamento del numero dei parlamentari) si è colta al volo l’occasione per reintrodurre un tema assai caro al Cavaliere ed ai suoi stretti supporters:quello del cosiddetto “presidenzialismo”.Vale a dire il Presidente eletto a suffragio diretto ed universale.Un vecchio pallino del Cavaliere che troverebbe,se riuscisse ad infilarsi personalmente nella partita, la maniera più immediata per conseguire quei salvacondotto di cui avrebbe proprio bisogno.Dinanzi alle infocate sentenze che sono attese a breve giro per alcuni dei suoi più pesanti processi ( che potrebbero tra l’altro confermarne più solennemente la ineleggibilità);dinanzi alla stretta sul conflitto d’interessi che l’altro processo di Milano,quello cosiddetto Unipol,ha macroscopicamente evidenziato.E’ dunque verosimile che tali manovre e manovrette – anche se persino nel Pd,e nella confusione che vi regna ancora sovrana,quacuno cade nel trabocchetto delle “dotte discussioni” - possano tornare utili ad ostacolare quella  riforma minima di revisione della legge elettorale che, seppur transitoria, serve come il pane agli italiani.Perché come ha detto ieri l’altro alla Direzione del Pd il neo Segretario Epifani,il Pdl potrebbe rovesciare il tavolo (del governo) ed occorre perciò essere preparati a tutto:
LA FATICA PEDAGOGICA DI EPIFANI PER RIPORTARE IL PD AL SUO NATURALE LIVELLO DI PRINCIPALE RISORSA POLITICA DEL PAESE
Roma,06/06/13 – (Aps) – Nella generale quanto sproporzionata considerazione dello “stato di crisi” in cui versa il Pd,forse la linea del Segretario Epifani vale pedagogicamente a richiamare la metodica dialettica e di azione del più grande partito italiano che ha fallito inaspettamente di conseguire una vera vittoria elettorale nel febbraio scorso.Ora le “larghe intese” le conosciamo; sappiamo tutta la sofferenza  che porta questa di fatto innaturale coabitazione con Berlusconi a Palazzo Chigi.Dove il Cavaliere tenta paradossalmente di fare spazio anche ad una sua stravagante ma non troppo agenda, o di stiracchiare in qualche modo ,ed a proprio beneficio, quella che il Premier Letta cerca non senza fatica di portare avanti.Ecco dunque l’agognato Presidenzialismo (altro obbiettivo ad personam) – che capita proprio nella stagione politica sbagliata,e a danno od intralcio di una rapida opera di revisione della legge elettorale – o l’incitamente al Governo ad aprire una “vertenza” in sede europea con la Merkel.Questa è l’ultima della giornata; ma ce ne saranno verosimilmente molte altre.Fino a quando dura.
Tornando al Pd ed agli sforzi pedagogici di rimettere sui binari una consapevole linea di sinistra riformatrice,sembra evidente che non si può buttare al vento quella che può essere una ricchezza non trascurabile: poter mescolare spunti ed idee diversificate tra di loro che vanno dalla “veltroniana filosofia” del Lingotto,alla linea più strettamente socialdemocratica ed europea,ad un progressismo globalizzante che ha pure la sua ragion d’essere come anche alla recente riunione di Berlino per il 150enario della Spd è affiorato con sufficiente
chiarezza.L’importante è la consapevolezza che i democrat  sono forse la principale se non unicarisorsa politica per poter consentire alla nostra democrazia quel salto di qualità che è tanto atteso.

sabato 1 giugno 2013

DAL VOTO AMMINISTRATIVO LA FOTOGRAFIA DEL REALE QUADRO POLITICO/CRESCE L'ASTENSIONISMO TORNA IL BIPOLARISMO/PD IN SALUTE,GRILLO KO,ANCORA GIU' IL PDL


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n° 632 di venerdì 31 maggio 2013


Roma,31/05/12 – (Aps) – Nel voto amministrativo di domenica e lunedì scorsi gli elementi che hanno più attirato l’attenzione dei commentatori politici sono indubbiamente: la crescita ulteriore dell’astensionismo, che ha raggranellato un altro 15 % ; il crollo del Movimento 5 Stelle di Grillo che sembra aver già percorso l’itinerario cui per la verità si riteneva fosse destinato.Una meteora nata dal nulla,dal vuoto della politica e delle sue mancate risposte alle istanze serie e drammatiche di larghe fasce della popolazione,dei giovani in primo luogo.Ma Grillo, come si sa, non avanzava proposte,faceva spettacolo – l’attitudine ovviamente più congeniale ad un attore comico – e niente altro.In questi tre mesi la folta rappresentanza parlamentare M5S messa assieme ha mostrato in pieno la propria incapacità a stare in politica, si è esercitata incredibilmente solo nell’assurda conta di scontrini e giustificativi di spese.Se è finita ,come si è ormai indotti a credere,non poteva finire peggio. Il comico genovese se l’è presa ieri anche con “Ro-do-tà” sbrigativamente bollato come “un ottuagenario miracolato dalla Rete”.Siamo insomma forse proprio all’epilogo,ad una cupio dissolvi,consapevole o meno.
Le letture del voto a cui si sono dedicati come sempre politologi ed esperti di flussi elettorali non hanno potuto negare che certe  approssimazioni frettolose, seguite alla apertura delle urne a fine febbraio, andrebbero oggi riconsiderate,od aggiustate dove c’è da farlo.Ad esempio,il de profundis che si tendeva ad intonare verso un Pd attraversato da non marginali tensioni, prima con l’infruttuoso tentativo di governo Bersani aperto al grillismo; poi col la manifesta dissidenza nelle votazioni presidenziali (i 101  no a  Prodi).Erano avvisaglie o compiaciuti pronostici su una progressiva dissolvenza della mission dei democratici. Su siffatta prospettiva - -dalla Destra come da settori centristi, si era pronti a scommettere.Per quanto riguarda gli andamenti della Destra berlusconiana ci sarebbe soltanto più compiutamente da prendere atto che il mito del Cavaliere, se ancora resiste come arma estrema di sopravvivenza,esso  è inidoneo ormai a pilotare una ripresa apprezzabile di questa forza politica che ha sulle spalle la responsabilità di un lungo ciclo politico,di quasi vent’anni, in cui l’Italia si è fermata,è arretrata.Il voto amministrativo del fine settimana ultimo ha palesato con chiarezza – pur davanti alla crisi drammatica della politica,che ha generato a sua volta un nuovo preoccupante appesantimento dell’astensionismo –questa verità. E ,specularmente, accanto ad essa ,una verità o una scoperta di segno opposto.Il Pd esiste ed è ben radicato sul territorio,di gran lunga meglio di ogni altra forza concorrente.L’apertura a Sel ed altri movimenti affini lo rafforza, ne consolida l’arco del consenso.Tanto da poter dare cappotto agli antagonisti di centrodestra in quasi tutti i principali Comuni,Roma-Capitale compresa,unica grande città a non essere ancora (speriamo per poco più di una settimana) governata dal centrosinistra.Insomma un partito che gode di buona salute. che necessità però di un dibattito a fondo, di un chiarimento interno che il Congresso d’autunno dovrà garantire. 

AMNESIA MERIDIONALISTA/ UN CONVEGNO DEL” MATTINO” A NAPOLI : NUOVO MERIDIONALISMO E “QUESTIONE SETTENTRIONALE”

Roma,31/05/13 – (Aps) - La recessione riporta alla ribalta la “questione meridionale” dopo un lungo periodo di amnesìa.A questo alludeva sin dal suo titolo e di questo si è discusso nelle due giornate di dibattito l’incontro promosso dal quotidiano napoletano “il Mattino”nella sua sede di via Chiatamone.Con la nutrita partecipazione di studiosi,economisti,politici anche di esponenti di quella cultura meridionalista, rimasta piuttosto emarginata negli ultimi lustri,perchè aveva visto spegnersi via via l’impegno della classe politica di governo attorno ai temi della promozione del nostro Mezzogiorno.Era rimasto paradossalmente in campo soltanto l’impegno ,di puro zelo propagandistico,per il Ponte sullo stretto,opera dai costi nientaffatto trascurabili.Poi col declino politico dei suoi fautori al Governo s’è spento – e senza rammarico alcuno – anche quello.
Dopo una “vacanza” di non breve periodo - per il venir meno di una visione d’assieme dello sviluppo equilibrato del Paese, dal Nord al Sud - di Mezzogiorno si torna dunque a parlare in un momento impegnativo, di una crisi pesante, che ha investito in misura differenziata una larga fascia dell’eurozona;ha portato in recessione la nostra economia,con una grave crisi occupazionale,anche e soprattutto dei giovani,in maniera drammaticamente più acuta nelle regioni meridionali.
Ora se il primo compito del “Governo di servizio”( o di necessità) di Enrico Letta è quello di puntare su lavoro,ripresa produttiva,crescita – in una visione,in partenza, necessariamente generalizzata – si può legittimamente chiedere che subito dopo si pensi nuovamente, ma con diversi criteri “ispiratori”, alla ripresa di un  Mezzogiorno allo stremo:Pensando ad una una politica di intervento che faccia tesoro di tutti gli “sprechi” e dispersioni”,indirizzatisi puntualmente,nel lungo passato che ci sta alle spalle,a beneficio di una classe politica corrotta o/e della criminalità organizzata.Bisogna al più presto ripartire per risollevare il nostro Sud,ma con una nuova visione politica mirata.Perchè quel passato non può tornare.