lunedì 28 marzo 2011

CRISI LIBICA/COL COMANDO NATO FORSE MINORE CONFUSIONE E RILUTTANZA TRA GLI ALLEATI EUROPEI.PER L’ITALIA L’INCUBO IMMIGRATI






















Roma,25/03/11 (Aps) – Non solo il Magreb ma pressocchè l’intero Medio-Oriente è in fiamme.Rivoluzione web o no (ma è il destino della modernità) – propagatasi cioè sull’onda dei network digitali – inutile stare ad almanaccare sul grado di oppressività e ferocia dei vari regimi,tutti ad impronta dittatoriale della vicina area mediorientale.Ciò che rimarrebbe da indagare è semmai il livello delle relazioni intrattenute da molti Paesi occidentatli – tra questi l’Talia per quel che riguarda la Libia e l’intreccio li sviluppotosi con una storia “coloniale” che scavalca il secolo passato – con questi regimi di profondissimi squilibri sociali e quindi di grandi povertà ed al tempo stesso detentori di ricchezze naturali di elevatissimo livello,quali il petrolio,di cui tutto l’Occidente è grande consumatore e perciò ineluttabilmente tributario nei confronto di chi detiene tale risorsa.Sarebbe bene premettere che forse il nostro Paese non ha fatto mai gran chè per cdonferire una cornice oraganica ad un siffatto tipo di relazione con un Paese che è ad un passo dalle nostre coste meridionali e che è detentore di siffattarisorsa strategica.Figuriamoci se le cose potevano cambiare nella cosidetta era Berlusconi.Con un Cavaliere che ha trovato l’occasione per realizzare sulla “quarta sponda” due suoi bernoccoli specifici,propri della sua mentalità di venditori o piazzista(Italia o Puublitalia,importa relativamente poco da un certo punto di vista) trovando nel rais libico il soggetto o la controparte più adatta per siparieti e teatrini i più adatti a soddisfare antiche ambizioni ludico –folcloristiche del nostro personaggio.E poco importava che mettessero a serio rischio il decoro, la dignità dell’immagine del nostro Paese.Ricordate la tenda ed i cavalli berberi esibiti nel cuore della Caput Mundi;o le cinquecento hostess radunate,sempre nel corso dell’ultima visita ufficiale del rais libico a Roma,per ascoltare dallo stesso le lezioni sul Corano,ovvero il baciamano allo stesso rais da parte del nostro Capo di Governo?E’ stato ampiamente ricordato tutto ciò proprio nel momento in cui sul tavolo dei nostri governanti alcune settimane addietro sono piovute le notizie della rivolta del popolo libico e della sanguinosa repressione del dittatore di Tripoli:A quel punto il divertimento si interrotto, ponendo l’Italia ed i suoi governanti dinanzi ad una inattesa svolta cui essi non erano davvero preparati.E ne hanno dato prova con il ritardo con cui hanno reagito,le esitazioni ad intervenire per via diplomatica sulla base anche della speciale relazione italo-libico che derivava dal Trattato
di pace trai due paesi così solennemente( e folcloristicamente) celebrato.
Dinanzi al tragico evolversi degli avvenimenti libici si è contrapposto il quadro confuso della reazione degli altri paesi occidentali – dell’Unione Europea che ha confermato ancora una volta il suo scarso grado di coesione negli appuntamenti più importanti,assieme ai ritardi dell’Onu,come degli Usa,nella presa d’atto della situazione,prima che le Nazioni Unite adottassero la risoluzione n°1973 che decretava la “no fly zone” e la protezione delle popolazioni civili. Poi il protagonismo  francese(se non altro) interpretato con convinzione da Sarkozy e la determinazione del giovane Premier britannico Cameron – evidentemente desideroso di reincarnare una dottrina Tatcher per questo secondo decennio del nuovo secolo –hanno fatto il resto per accrescere la confusione nella reazione politico-militare alle vicende della Libia.L’intervento del coordinamento Nato- che opererà dal Comando interalleato di Napoli – vedremo quanto migliorerà le cose,eliminando il pretesto a molte egoistiche riluttanze:manifestate anche da Roma tanto per cominciare.


COL MANDATO ONU ED IL VERTICE DI PARIGI IL VIA ALLA MISSIONE LIBICA.















Roma,18/03/11 (Aps) – Sono chiaramente ormai venti di guerra quelli che spirano sul Mediterraneo.La risoluzione delle Nazioni Unite che da New York ha dato il via libera ad un intervento dei paesi alleati per fermare l’aggressione sanguinosa di Gheddafi nei confronti del popolo libico.prelude ad un vertice nella giornata di domani a Parigi dei maggiori Paesi europei e degli Usa destinato verosimilmente a dare il via alla mossione militare aerea e navale per   fermare il Dittatore di Tripoli.
Già da domani basi militari,aerei e navi italiani saranno schierati contro Gheddafi  per affiancare le forze alleate già allineate in prima fila dalla Francia - che ha assunto con forza un ruolo di capofila – e poi da Gran Bretagna ,Stati Uniti,Canada e da tutti gli altri partners che aderiscono all’iniziativa militare che reca il marchio del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Insomma l’Italia che pure vanta una relazione speciale con il Paese Libico,non solo in virtù dei trascorsi storici che l’hanno portato alla firma del Trattato di amicizia ( non privo di oneri per il nostro Paese : l’impegnativo risarcimento della costruzione di una importante autostrada sul suolo desertico) ma anche della fitta rete di rapporti economici,con un importante interscambio,la partecipazione libica in Italia in numerose intraprese finanziario-industriali che hanno dato luogo a non pochi dubbi e perplessità.Una fitta rete di rapporti che ci hanno addirittura indotto a tollerare bizzarri “siparietti” del dittatore di Tripoli nelle sue visite ufficiali in Italia:Tutto questo poteva, almeno  in queste settimane, essere portato a beneficio della causa di pacificazione interna o di una onorevole transizione di potere a sbocco democratico.Viceversa abbiamo ascoltato dal Premier parole di estrema delicata distanza dai drammatici eventi libici :”per non disturbare” il Dittatore di Tripoli!Così tra titubanze,discrezione e disattenzione del Governo -  attratto da altre più avvincenti vicende politico-giudiziarie -   la maggioranza si spaccava per il dissenso leghista sulla questione libica,platealmente manifestato in sede parlamentare.
Fortunanamente dinanzi ai preminenti interessi nazionali la “chiamata di corresponsabilità” dell’opposizione.da Pd,Idv,neocentristi,ha salvato la faccia del Paese.Anche se la condotta complessiva sin qui tenuta dal Governo ci obbliga ad un poco esaltante ruolo

IL PREMIER IN UN CONVULSO E DISSENNATO FINALE DI PARTITA




















Roma,04/03/11 (Aps) – Procede in un imbazzante impasse la vicenda politica di casa nostra,apertasi con lo strappo di Fini verso Berlusconi sin dalla primavera dello scorso anno e che sembrava dovesse arrivare in tempi rapidi alla chiusura dell’avventura del Cavaliere al potere.Calendarizzata,per così dire,in Paramento con tempi molto o troppo rilassati(complice la priorità per la Legge Finanziaria),l’attesa scadenza del 14 dicembre scorso sulle mozioni di sfiducia al Premier aveva deluso,per pochi voti, le aspettative del largo fronte delle opposizioni.Dal Pd ai centristi Udc,alla nuova formazione finiana di Futuro e Libertà ad altri gruppi minori:Perché il Cavaliere aveva avuto tempo per tessere la sua tela di recupero degli oppositori,diciamo, incerti e che ha esteso ulteriormente negli ultimi due mesi:almeno di quel tanto per rendere meno traballante la sua maggioranza.
Questa a tutt’oggi la vicenda – assai poco esaltante per questi ultimi versi – nella sua cronologia e che abbiamo voluto richiamare.
Forse più conosciuto il contenuto politico di tale vicenda:il berlusconismo al governo del Paese.per buona parte dell’intero arco della Seconda Repubblica e sino ad ogg.La “discesa in campo” del ’94,la finta “rivoluzione liberale” promessa agli italiani che vi avevano creduto,ed il rosario ininterrotto delle mancate riforme,del macroscopico conflitto di interessi,le leggi ad personam tutte volte a difendere il Cavaliere stesso dai numerosi processi per reati finanziari o fiscali dai quali tra prescrizioni ed amnstie è sinora personalmente scampato.Prima di arrivare alla più eclatante imputazione per concussione e prostituzione minorile nel capitolo di Ruby  Rubacuori,presunta nipote del rais egiziano Moubarek.
Tutto ciò dà il profilo alla vera essenza dell’impegno politico del centrodestra berlusconiano nei Palazzi del Potere.Vale a dire da sempre e soprattutto oggi – che se ne fa il tema di una stringente offensiva,quasi di ultima battaglia – è l’ossessione giudiziaria,dei pm persecutori,come di tutte le “toghe rosse”, manovrate dalla sinistra che lo incalza,assieme ai principalia organi istituzionali: Consulta, Csm,e per
finire,coinvolgendo o lambendo nella sua  critica demolitrice,lo stesso Capo dello Stato.
In questo convulso e dissennato finale di partita,è annunciato per la prossima settimana  in Consiglio dei Ministri un progetto organico di riforma costituzionale della Giustizia che rispecchia fedelmente le predette ossessioni del Premier : darebbe il colpo di grazia all’assetto costituzionale della Repubblica.

L’ULTIMO SALUTO AD ANTONIO LANDOLFI

Roma,04/03/11 (Aps) – Nel salone riunioni della Chiesa Valdese di piazza Cavour a Roma – gremita sin sulla strada di amici compagni,estimatori - si è svolta martedì pomeriggio la cerimonia laica dell’ultimo saluto ad Antonio Landolfi,spentosi nei giorni scorsi dopo lunga malattia.

Esponente trai più significativi del pensiero socialista,Antonio Landolfi incarnava l’anima critica e libertaria di quella cultura,affiandovi al tempo stesso un impegno di militanza attiva che aveva svolto sia all’interno della Federazione romana del Psi sia, ed in maggior misura,nell’ambito centrale del Partito,ricoprendovi anche la carica di Vice Segretario .Scrittore ed intellettuale raffinato aveva convogliato il suo impegno soprattutto sul terreno culturale,attraverso i suoi studi e ricerche nel campo delle dottrine politiche: è stato

 docente universitario negli atenei romani e della Calabria.

La sua era una presenza assidua ed essenziale nel dibattito politico, ideologico, culturale coinvolgente la condizione e la prospettiva del socialimo in italia od in Europa. Presidente della Fondazione Giacomo Mancini,era stato anche Senatore della Repubblica.

Tra i numerosissimi presenti nel Salone della Chiesa Valdese – attorno alla moglie Adriana ed alle figlie Laura e Fulvia – Emanuele Macaluso,Massimo Teodori,Giuliano Amato e Fabrizio Cicchitto hanno pronunciato brevi indirizzi di ricordo e di saluto – Petruccioli,Mombelli,Signorile,Albanese,Dell’Unto,La Volpe,Del Turco,

Ciampaglia,Gismondi,Bartocci e moltissimi altri

giovedì 3 marzo 2011

PD/ UNA FORZA TENUTA A FRENO CON UN SURPLUS DI DIBATTITO INTERNO?
















Roma,25/02/11 (Aps ) – C’è un fenomeno particolare che s’impone all’attenzione degli osservatori e che accade nel Pd.Il primo e di gran lunga più importante partito di opposisizione,per forza elettorale – viene dal circa 34% alle politiche ultime - con una assai consistente rappresentanza parlamentare (per come gli ha consentito la sciagurata legge elettorale in vigore) che prima dei sommovimenti filocentristi era vicinissima a Montecitorio ai 215 deputati.Bene,in questo partito che – nonostante tutte approssimazioni che pure vi si riscontrano e le assenze ( i socialisti ) che potrebbero irrobustirne forza ed ispirazione politica - non si può non considerare il bastione della democrazia repubblicana contro la deriva populista ed autocratica che tendenzialmente è rappresentato dall’aggregato della Destra messo assieme da Berlusconi col sostegno di Bossi;in questo partito insomma non passa giorno che non si accenda una piccola scaramuccia su temi neppure marginali: sulla linea politica,sulle alleanze sul metodo di selezione delle candidature,la politica iinternazionale,quella energetica,con annessa opzione nucleare.E poi i temi etici che  danno sempre la squilla alla componente cattolica-popolare. Le primarie sembrano tuttavia essere l’argomento preferito nella tenzone interna che, occorre riconoscere,viene generalmente ovattata,e con qualche discrezione circondata dalle regole del galateo interno.Ma non tanto da non venire avvertita od anche amplificatacata da chi scruta dall’esterno.V’è poi il movimento dei cosiddetti “rottamatori” – un’espressione poco gentile in quanto rifeita agli esponenti Pd che stanno attorno od oltre i sessant’anni,tutti da rimpiazzare – del simpatico sindaco di Firenze ed altri giovani virgulti del Partito.Ma qui siamo dinanzi più ad irrequietezze ed “intemperanze” dettate dall’anagrafe combinata allo sfacelo ed alla immobilità del quadro politico che di fronte a proposte alternative.
Più inquietante si prospetta invece la discussione insistita con cui viene periodicamente rigettata la opzione socialdemocratica per il Pd  che verrebbe privato del consenso moderato.Questi concetti proposti sul sito web “Trecentosessanta” vogliono ricordare che “il Pd è nato con una missione di centrosinistra,più ampia di quella di una socialdemocrazia in difficoltà in tutta Europa  e che essa mai da sola nell’Italia repubblicana è riuscita a farsi forza di governo”
“Concorrere quindi al centro dell’offerta politica e per affrontare il processo riformatore: occorrono ampie alleanze politiche e sociali”.
Pare insomma che in un colpo solo si dia un bel calcio a tutte le piattaforme elaborate dai democrats,da Bersani a Veltroni ( ed al  “partito a vocazione maggioritaria” di quest’ultimo)