mercoledì 23 aprile 2014

RENZI NEL GUADO DELLE RIFORME PER RILANCIARE IL PAESE/LA COMPETIZIONE RESIDUALE A DESTRA SI RIPERCUOTE NELLA MAGGIORANZA/NEL PD NASCE AREA RIFORMISTA PER VITALIZZARE LA DIALETTICA INTERNA





APS – Anno XIX ( nuova serie) – n°669 di martedì 22 aprile 2014



RENZI SPINGE IL PD A SUPERARE IL GUADO DELLE RIFORME,RISANAMENTO  LAVORO/”AZIONE DI DISTURBO” DI ALFANO PER MARCARE LA VISIBILITA’ NCD


Roma,18/04/14 – (Aps) – Una manovra quella delineata nel Df che ha bisogno di essere integrata di non pochi dettagli,e non marginali, ai fini del riperimento delle risorse a sostegno degli interventi finanziariamente assai impegnativi,già annunciati,per gli sgravi fiscali ai percettori di redditi fino a 1500 euro al mese,per il graduale abbattimento dell’Irap(imposta sulle attività produttive) reclamato con forza dai settori della piccola e media industria in difficoltà.Per citare i più noti trai provvedimenti varati nel campo del risanamento e finalizzati all’obbiettivo della successiva crescita,come annunciato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia Padoan nella conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi.Risorse che richiedono anche un a riconsiderazione più generale, nel quadro d’assieme dei costi di un piano di rilancio del lavoro e dell’occupazione; quindi a sostegno della domanda interna.La settimana appena iniziata, dopo la breve parentesi di Pasqua, è proprio all’insegna del dl che mira ad incrementare una nuova flessibilità per l’ingresso nel mondo del lavoro e a ridurre sensibilmente tutti gli aspetti e situazioni di precarietà specie iniziali in tutto il campo del lavoro.Un disegno di legge che è preliminare in definitiva al più completo piano per l’occupazione, il cosiddetto  “Job Act”,,su quale  è attivamente impegnato il Ministro del Lavoro,Poletti..Si tratta,come si sa,di una normativa che deve far si che  il disegno complessivo di riforma ed incentivazione dell’occupazione possa prendere il via.Per dare risposta alle attese di milioni di lavoratori disoccupati, di giovani e donne in primo luogo,
Su siffatta premessa – oltre agli intralci pregiudiziali provenienti dalle opposizioni alla ricerca di ogni ostacolo a rallentare se non a frenare la spinta riformatrice del Governo Renzi - si stanno manifestando preoccupanti segnali di contrasto da parte dell’alleato minore della colazione,il Nuovo cedntrodestra di Alfano che nel disperato bisogno di visibilità verso l’elettorato di destra utilizza tuti i possibili motivi perr accentuare la propria maschias presenza nel go verno.Era gia accaduto qualche giorno fa con l’enfasi un  po’ eccessiva con cui era stato difeso  l’operato della polizia nei recenti disordini a Roma, dove purtroppo il fatto  saliente è stato l’odioso e censurabile comportamento di alcuni elementi delle forze dell’ordine.Al netto certo degli atteggiamenti provocatori e di violenza di una parte dei manifestanti.Nella giornata di oggi Alfano e compagni sono tornati alla carica dul dl Poletti contestandone i termin i in cui lo stesso provvedimeneto è stato licenziato in Commissione a Montecitorio.Tanto da indurre il Governo a porre sullo stesso il voto di fiducia nella giornata di domani mercoledì e prima del voto conclusivo sul provvedimento il giorno successivo,giovedì.
Si direbbe pericolo scampato per questa nuova azione di disturbo della componente della nuova Destra nella maggioranza.Immediatamente forse è così,ma è chiaro che tali episodi richiamano profili più generali del quadro politico che, se complicano maggiormente la navigazione parlamentare del Governo Renzi, ammoniscono anche, in prospettiva non solo ravvicinata, circa le insidie derivanti da una collaborazione “strana” od anomala, ancora una volta – dopo le larghe intese .-con i reduci dell’esperienza Pdl, in permanente lotta con la Fi berlusconiana ,per contendersi i resti dell’elettorato di destra o moderato che ancora conserva simpatie ,o sintonie, con formazioni targate “destra”.Una contesa che alla lunga potrebbe risultare anche utile alla normalizzazione del quadro politico italiano ma che allo stato è quasi del tutto motivo d’intralcio e di complicazioni nello scenario di governo e dell’iniziativa riformatrice di Renzi e del Pd.   ..  


NEL PD/NASCE  “AREA RIFORMISTA”COME STRUMENTO FACILITATORE DI  UNA   NUOVA DIALETTICA INTERNA,A SOSTEGNO DELL’AZIONE DI GOVERNO


Roma,22/04/14 – Aps) - Nasce "Area riformista",come riporta il quotidiano del Pd Europa,
in una nota di @rudyfc: «Noi in minoranza, ma non siamo più antirenziani»,spiega Davide Zoggia,uno dei promotori.L’appuntamento è per lunedì 28 aprile al teatro Eliseo di Roma. La nascita di “Area riformista” rappresenta il tentativo di far ripartire l’attività della minoranza dem, o almeno di una sua parte, dopo una fase tormentata, fatta di rapporti interni molto tesi e della difficoltà a far emergere nuovi dirigenti (e una nuova leadership) senza accantonare del tutto i “padri nobili”, da Pier Luigi Bersani a Massimo D’Alema. «Non sarà una assemblea di ceto politico», garantiscono gli organizzatori, ma di sicuro arriveranno nella Capitale amministratori e dirigenti del Partito democratico provenienti da tutta Italia. Il titolo della manifestazione è “L’Europa che faremo”.Gli attriti e le divergenze sul percorso da intraprendere dentro il Pd, in realtà, non sono del tutto superati. Che la mozione Cuperlo sia un antico ricordo è un dato appurato ormai da tempo. Mentre i Giovani turchi hanno preso la loro strada già subito dopo il congresso, avviando un rapporto di confronto non oppositivo – ma nemmeno passivo – con Renzi, i bersaniani si sono mostrati finora meno concilianti con il segretario. «Ma non possiamo continuare a essere semplicemente anti-renziani – spiega a Europa Davide Zoggia – il congresso è finito e anche la confusa fase post-congressuale deve essere archiviata. Il nostro compito vuole essere quello di confrontarci con il premier sui temi, Vogliamo rendere esplicite le nostre posizioni e sulla base di queste aggregare consenso. Non per ostacolare il governo, ma per aiutarlo a ottenere i risultati che Renzi ha proposto, cercando di lavorare in parlamento per modificare le cose che non ci piacciono, com’è successo con il decreto sul lavoro, ma soprattutto per farle approvare».Una valutazione che si estende anche alla riforma elettorale. «Dopo le europee – sostiene Zoggia – ci saranno i margini per poter modificare l’Italicum, così com’è uscito dalla camera, soprattutto per quanto riguarda la rappresentanza di genere e le liste bloccate». A taccuini chiusi, in molti spiegano di parlamento, le truppe di “Area riformista” sono consistenti, soprattutto alla Camera,. E a guidare la componente dovrebbe essere proprio il presidente dei deputati dem, Roberto Speranza, il quale però vorrebbe tutelare il suo ruolo da eventuali attacchi, evitando di identificarsi con una sola componente del partito. «Ma il prossimo congresso è ancora lontano – prova a calmare le acque Zoggia – e non c’è bisogno di ricercare una leadership da contrapporre a quella di Renzi». Fatto sta che il ruolo di Cuperlo come “federatore” di quest’area è ormai superato. E lo stesso ex presidente dell’assemblea del Pd non ha in “Area ancora deciso come ricollocarsi.A riconoscersi riformistasperare in un risultato negativo di Forza Italia per rimettere in discussione la legge, almeno su questi due punti, ma non è escluso di poter incidere anche in maniera più profonda, potendo contare su un malessere interno alle truppe berlusconiane, che potrebbe indurre Renzi a ricercare altrove (tra Sel e i dissidenti grillini) nuove maggioranze “di scopo”.In” non sono solo i bersaniani come lo stesso Zoggia, Nico Stumpo e Alfredo D’Attorre, ma anche l’ex segretario Guglielmo Epifani, dalemiani come Andrea Manciulli, Enzo Amendola e Danilo Leva, battitori liberi come Stefano Fassina e Cesare Damiano, ex popolari di provenienza lettiana (Paola De Micheli) e fioroniana (Enrico Gasbarra).Tra di loro è aperto il confronto su quale atteggiamento tenere nei confronti del rinnovo degli organismi dirigenti del partito, a cominciare dalla segreteria. Renzi vuole accelerare, procedendo alle nuove nomine entro la fine di aprile. Da queste parti, invece, preferirebbero prendere tempo, un po’ per convincere anche i più scettici (alla Fassina), un po’ perché tutti vorrebbero vederci chiaro: «Noi possiamo partecipare a una gestione unitaria – spiega Zoggia – ma vogliamo capire che cosa si vuole fare di questo partito, quale funzione deve avere, che idea ne ha Renzi». Meglio, quindi, rinviare di qualche settimana, magari a dopo le Europee.@rudyfc


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