sabato 14 dicembre 2013

UN PIU' FORTE SEGNO DEL PD POST-PRIMARIE SU UNO SCENARIO POLITICO IN PREDA MOLTE CONVUSIONI/IL PASSO AVANTI PER LA LEGGE ELETTORALE



APS- Anno XVIII ( nuova serie ) – n°651 di venerdì 13 dicembre 2013  


UNO SCENAIO POLITICO DENSO DI EVENTI CHE IL GOVERNO DELL’EMERGENZA DEVE SAPER FRONTEGGIARE/IL NUOVO SOSTEGNO PD SI FA INTANTO SENTIRE: PASSATA ALLA CAMERA LA LEGGE ELETTORALE

Roma,13/12/13 – (Aps) -Settimana politica calda, quella che- apertasi all’insegna del Primarie Pd,e con la rivoluzionaria affermazione incontrastata (con il 68% dei circa tre milioni di votanti nei gazebo) di Matteo Renzi alla Leadership dei democratici - ha subito visto un tambureggiante ritmo  di eventi susseguitisi in questi giorni e che richiedono di riflettere e considerare con attenzione l’agenda sempre più impegnativa per i democrat quale principale e più consistente  forza di governo.Si potrebbe anche cominciare dalla nuova Segreterìa Pd che Renzi ha riunito all’alba (prima delle sette) al Nazzareno,per la sua riunione costitutiva e formata per la prima volta da sette donne su dodici componenti,rigorosamente tutti sotto i 35 anni.Segnali  apprezzabili di un cambio di passo anche nel metodo, che dovrebbero far ben sperare per il seguito.Tenuto conto dell’impegno – tra gli altri - di proseguire con altre riunioni di primissima mattina.

A parte questa annotazione che non vuole essere certo futile,sulla  “metodica” del nuovo Segretario Renzi, che lascia anzi capire la serietà dell’impegno che si intende trasmettere nel lavoro politico del Partito,i dati salienti di questi giorni sono molteplici.Si è cominciato dal primo colloquio tra il Premier Letta ed neo-Segretario Renzi – che sarà formalmente insediato soltanto dopodomani domenica all’Assemblea nazionale democratica che si terrà a Milano – in cui si è  definita la cornice del rapporto tra partito e governo in materia di programma e delle sue priorità asssolute,quali la legge elettorale.Con l’invocato passaggio(come è già puntualmente avvenuto giovedi,con l’incontro dei due Presidenti Grasso e Boldrini)  dal Senato alla Camera,dove i numeri disponibili possono garantire un più rapido e fermo incardinamento della legge stessa. Di fatti salienti ve ne sono almeno altri tre.I toni accesissimi che ha toccato mercoledì alla Camera,ma in parte anche al Senato,il dibattito sulla fiducia al Governo Letta,seguìto all’uscita dalla maggioranza di tutto il gruppo berlusconiano della nuova Forza Italia.Lo scontro vivace è stato animato dai toni aggressivi, irruenti, e provocatori dei “cittadini” del M5S che siedono sui banchi parlamentari.Il Premier Letta è stato obbligato ad una replica estremamente severa,gridando agli scalmanati rappresentanti “grillini” la inaccettabilità dei loro insulti e giudizi del tutto irrituali nelle aule del Parlamento.Ma l’altro dato in evidenza è il pessimo esordio della neo-Forza Italia nel ruolo di opposizione,andando disinvoltamente ad allearsi proprio con i grillini ed i loro farneticanti obbiettivi di eversione,di demolizione dello Stato repubblicano.E’ apparso evidente lo stato di confusione che regna tra Palazzo Grazioli e villa S.Martino(le due residenze ufficiali del Cavaliere ),trascinando Forza Italia nella deriva eversiva del M5S.Il tutto condito dalle insopportabili litanìe,su malagiustizia oppresiva e spietata,”toghe rosse”,la sinistra bramosa di potere conquitato  per via giudiziaria.Ancòra
L’ultimo e forse ancor più significativo dato dei giorni appena trascorsi è la virulenza della manifestazioni dei cosiddetti “forconi” in varie città e località della Penisola che hanno destato non poche preoccupazioni,soprattutto nella difficile lettura delle motivazioni della protesta ed nome di chi si agitassero questi certo non pacifici manifestatnti,cui si sono affiancati elementi dell’estremismo di destra e di sinistra,dai certi sociali più agguerriti,alle frange vetero-fasciste quà e là disseminate,come Casa Pound ad esempio.Manifestazioni simili nella aggressività manifestata,ma di difficile identificazione sociale o di categoria,assai variegate; dalle rivendicazioni assai diversificate tra di loro.Dall’occupazione,alla casa alle tasse,alle più dispate microvertenze,unite soltanto dal comun denominatore della crisi che forse sta per rallentare ma che ancora morde,e con ferocia.Ma questa è la cornice generale della situazione odierna,che incide con diverso peso e modalità su tutti,e perciò è ben conosciuta.Governo e forze politiche responsabili
devono porre questi allarmanti segnali tra le priorità di questo momento.
Un ultima annotazione,per concludere,volta a richiamare ai doveri che la presente situazione politico,istituzionale,sociale ed economica contempla.

La maggioranza meno ampia e più coesa deve dimostrare nei fatti tale coesione:abbandonando i tatticismi e le meline "ancien regime".Sulla connotazione maggioritaria e doppio turno ,ad esempio,della legge elettorale che è da fare subito,e partendo appunto come è stato deciso da Grasso e Boldrini dalla Camera.Questo per una ragione significativa e concludente.Il Pd a Montecitorio ha i numeri sufficienti per una rapida definizione del testo di legge.E fu uno scippo, quello sì,far togliere alla Camera,qualche mese fà,il primo incardinamento della riforma.Per le altre riforme istituzionali - riduzione numero parlamentari,Senato come camera delle Autonomìe,etc - si parte dal Senato,ma senza impantanamenti.Vietato insomma menare il can per l'aia.Anche o soprattutto dopo il "tabula rasa" della Consulta in materia elettorale.Una regola che comunque dovrà valere anche negli altri campi dell'azione di governo programmata.

L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI MILANO  ED I NUOVI VERTICI DEL PARTITO/ AI BOX DI PARTENZA IL NUOVO PD DI RENZI

 

Roma,13/12/13 – (Aps) - Nella scommessa del nuovo e ringiovanito Pd(ma senza esagerare con la retorica o la mistica del giovanilismo) non poteva non esserci la compresenza di un dirigente di elevate qualità politico-culturali,e certo non vecchio,come Gianni Cuperlo.Soltanto nella giornata di oggi venerdì si è avuta la conferma dell’accettazione,da parte di quest’ultimo,della proposta di Renzi che lo ha indicato per la Presidenza del Partito.

Un segno promettente per l’unità del Pd dopo le primarie nelle quali lo stesso Cuperlo era contendente accreditato per la Segreterìa Accanto allo sforzo di Renzi - assai apprezzato come si è visto dal popolo dei democrat - di ridisegnare una nuova,più moderna sinistra riformista .Cuperlo ha saputo portare al dibattito interno - risultato perciò più ricco ed articolato di quanto ci si aspettasse - la caratura delle radici politico-culturali- ideologiche della sinistra,sulle quali è stato costruito il Partito democratico che si conferma la principale risorsa di democrazia per il nostro Paese in questo delicato frangente politico.Che coincide,anche in questo serio sforzo di rinnovamento che è in atto dopo le Primarie,con il più generale impianto delle socialdemocrazie europee.

 

 

sabato 30 novembre 2013

TRAMONTA UN'ALTRA LUNGA STAGIONE DEL POPULISMO NOSTRANO,ARCHIVIATE LE COSIDDETTE LARGHE INTESE AVANTI TUTTA PER USCIRE DALLA CRISI ANCHE ISTITUZIONALE E POLITICA





Anno XVIII ( nuova serie ) – n°650 di sabato 30 novembre 2013



TUTTO IN SETTE GIORNI/TRAMONTATA UN’ALTRA STAGIONE DI PERICOLOSO POPULISMO/ARCHIVIATE LE LARGHE INTESE/ORA USCIRE DALLA CRISI

Roma,30/11/13 – (Aps) –Tutto in sette giorni,potrebbe essere questo il titolo del nostro film su una settimana decisiva per il destino del  Paese.La tanto attesa ed invocata scomparsa di scena del Cavaliere con la sua decadenza dal seggio senatoriale pronunciata nella serata di mercoledì nell’aula di Palazzo Madama,a conclusione di un teso ed imbarazzante dibattito.Con il contorno della contemporanea disperata arringa,su un palco innalzato per i non molti sostenitori accorsi nella vicina via del Plebiscito,sotto l’abitazione del del Padre-padrone della nostra Destra polulista,,per il suo simbolico e rabbioso –ma giammai confessato - congedo,prima di un frettoloso ritorno alla Villa S.Martino di Arcore.
In realtà è convinzione pressocchè generale che l’Italia non si libererà molto presto di una presenza – quella appunto del Cavaliere – che seppure sconfitto o ridimensionato dalle urne e poi dalla condanna definitiva per il pesante reato edi evasione fiscale,accanto a tutti gli altri di cui è incolpato presso svariate Corti  - come ha promesso anche dall’ultima tribuna mercoledì sera,Lui non molla.Sia per la caparbietà del personaggio,sia per l’intreccio – qui il discorso diventerebbe forse  lungo – con gli “umori” di una malintesa “Italia moderata”,che tale in realtà poi non è, che si è certo decisamente assottigliata,perché al pari del suo sfregiato leader di riferimento, è fuori della storia,ha rischiato di compromettere in via definitiva il destino del nostro Paese già messo in crisi dalla avversa congiuntura di tutta l’area euro;come da una gestione tutt’altro che consapevole delle turbolenze dei mercati come dell’economie reali,che anzi venivano spensieratamente negate dai nostri governanti della Destra,anche in questo incredibilmente anomala.Per queste ragioni diventa facile il pronostico che il Cavaliere,fino a che potrà,cercherà di mantenersi in partita,per come gli sarà consentito.Le parole d’ordine di berlusconi anche in questi frangenti per lui draqmmatiche sono  come sempre contraddittorie,anche quando afferma o fa capire di essere in permanente campagna elettorale.Certo grandi rimonte non sono più prevedibili e c’è poi da vedere se e come funzionerà la scommessa di Alfano e dei suoi prodi con il Nuovo Centro Destra di razzolare nello stesso campo del berlusconismo tradizionale.Sempre al netto della consapevolezza di essere stati posti politicamente,ed anche storicamente,ormai fuori gioco.
L’altro dato che ne è conseguito nei giorni appena trascorsi è la fine conclamata delle cosiddette larghe intese,tra Pd e Pdl(con l’aggiunta di Scelta Civica e minori).La maggioranza a sostegno del Governo di Enrico Letta potrà contare dunque d’ora innanzi su numeri più ristretti ma sicuramente più coesi.Ed questo è un elemento che viene salutato con fiducia,considerato come la presenza forzista nella maggioranza abbia sinora complicato ed intralciato,a fini unicamente propagandistici, l’azione del governo,a cominciare dalla poco edificante vicenda Imu.Tanto che il Segretario Cgil,Susanna Camusso,ne chiede giustamente il ripristino,come unica semplificazione a portata di mano nel guazzabuglio venutosi a creare.Per fortuna però ora si volta pagina – passaggio parlamentare a parte,invocato dall’inesorabile Brunetta – e certi errori il governo di emergenza non sarà più indotto a farli.Si apre semmai il capitolo nuovo di una meglio calibrata programmazione ministeriale:in ciò incrociando le richieste che vengono paritariamente da tutti e tre i candidati alle primarie Pd,di Cuperlo e Renzi in primo luogo pronosticati quali veri contendenti alla carica di Segretario dem.Ed a proposito di primarie e di confronto tra candidati segretari non si può non rilevare come nel confronto televisivo di venerdì sui Sky-Tg24,sia stato riconfermato,dopo le perfomance dello scorso anno di Renzi e Bersani,come le prospettive di sviluppo politico-culturale-sociale-economiche dell’Italia trovino nel Pd probalminte la sola risorsa valida,con una classe dirigente rinnovata,giovane dell’unica grande formazione partitica contendibile,capace di dar vita ad un civile, impegnato,attraente confronto sulle sorti della Penisola ed anche dell’Europa,come è avvenuto appunto ieri sera sul canale Sky.    

domenica 24 novembre 2013

VERSO IL VOTO PER DECADENZA DI DOPODOMANI AL SENATO/ALTOLA' DEL QUIRINALI: NON SUPERARE LA MISURA VERSO LE ISTITUZIONI REPUBBLICANE




APS - Anno XVIII ( nuova serie ) -n°649 di lunedì 25 novembre 2013

 
AL LIMITE DEL TOLLERABILE/DALLE CONVULSIONI TATTICHE ALLO SPREGIO DELLE ISITUZIONI

 
Roma,25/11/13 -(Aps) - Una settimana,quella che inizia questa mattina,destinata ad essere teatro del crescendo dei "numeri" che il Cavaliere con la truppa  rimastagli fedele è evidentemente intenzionato a porre in atto immediatamente a ridosso od in concomitanza con il voto dell'aula di Palazzo Madama sulla sua decadenza da senatore ormai fissata inderogabilmente per mercoledì prossimo,dopodomani 27 novembre.
Non siamo del tutto impreparati al “fantasioso” repertorio del Cavaliere nella buona come soprattutto nella cattiva sorte.Per non andare lontano,basti ricordare la sceneggiata del “non mollo !”,sotto Palazzo Grazioli all’indomani della convalida dalla Cassazione, del 1° agosto scorso, della condanna definitiva a quattro anni (oltre alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici) per la vicenda Mediaset per evasione fiscale;o più di recente l’indegno dietro-front del medesimo sulla revova della fiducia del Pdl al governo delle cosiddette larghe intese.Eravamo in una fase tattica sia pure oltremodo spèricolata,ancora lontana tuttavia dalle rabbiose convulsioni di questi giorni che neppure dobbiamo ricordare poiché sono di appena ieri l’altro ,dinanzi al manipolo di giovani attivisti che la rinata Forza Italia sta reclutando con varie iniziative di proselitismo,ma con scarsi risultati di qualità,forse anche d’impegno politico,a giudicare almeno anche dagli aspetti esteriori del personale radunato.
Bene, in queste ultime occasioni,nei giorni appena trascorsi, il Padre-padrone della neo-ForzaItalia,evidentemente in preda ad un delirio rabbioso per l’epilogo,sconsolante e che si ritiene inaccettabile, di una vicenda che lo ha visto  - immeritatamente – per quasi un ventennio al centro della scena pubblica italiana,sinanco per i risvolti privati che hanno attirato l’attenzione e se vogliamo anche la curiosità pruriginosa di molti,con le sue “cene eleganti” – così definite -  incentrate sul bunga-bunga che avevano sede nelle molte sfarzose residenze del Leader della Destra populista nostrana, egli si è liberato ogni freno.Si è così lasciato andare,l’altro ieri al Palazzo dei Congressi dell’Eur,a Roma,ad una violenta dilagante filippica contro i magistrati rossi,la sinistra che sta per far avverare il sogno a lungo covato di battere “il simbolo di libertà “ che lui rappresenterebbe,sino a concludere con un perentorio invito al Capo dello Stasto a concedergli subito la grazia,dopo aver precisato che per dignità ed orgoglio lui mai la chiederebbe.La doverosa,  severa messa a punto del Quirinale non si è fatta attendere,unitamente al fermo richiamo a non superare oltre la misura nei toni ,nei linguaggi,nei comportamenti verso le istituzioni della Repubblica.Un giusto altolà che torna utile in vista delle prevedibili o già annunciate iniziative di queste giorni e di queste ore, attorno alla scadenza del voto del Senato di dopodomani.         

martedì 19 novembre 2013

PERCHE' LE LARGHE INTESE DA NOI SONO DIVERSE E NON POSSONO REGGERE(PIU' DI TANTO)


APS - Anno XVIII ( nuova serie ) -n° 648 di martedì 19 novembre 2013

Roma,19/11/13 - (Aps) - Dovrebbe essere una considerazione elementare basata sui dati di fatto della diversità od anomalìa del quadro politico italiano.Stiamo spendendo nel nostro Paese,una quantità di tempo enorme a convincere noi stessi del fatto che la formula di governo delle "larghe intese" anche in una situazione come la nostra dovrebbe essere considerata del tutto normale.Una eccezionalità certo,temporanea da tenere in vita per il tempo strettamente necessario a raggiungere gli obbiettivi che è necessario conseguire anche in un sistema che sembrava aver sposato ormai la formula politico-parlamentare del bipolarismo.
Senonchè il nostro bipolarismo - che si è servito dell'indecente strumento di una legge elettorale come il Porcellum finalizzata a non consentire mai una governabilità vera salvo che uno degli schieramenti non consegua un'affermazione elettorale così straripante da poter abbattere il  marchingegno dei premi regionali per il Senato,appositamente studiati assieme ad altre indecenti diavolerie( un premio che conferisce al partito o coalizione primo classificato di poter ottenenere - e senza alcuna soglia prestabilita,quindi anche con meno del 20% dei voti,la maggioranza assoluta dei seggi) per conseguire la ingovernabilità e quindi la instabilità del Paese.
Ora il discorso sullo strumento di una legge che disciplini "democraticamente",diremmo con serietà le regole con cui formare nelle assemblee legislative la rappresentanza della volontà popolare  segue un a poco rassicurante traiettoria o percorso dietro la quale non s'intravvede ,come era gia accaduto verso la fine della scorsa legislatura,la volontà vera ,e non solo da parte della Destra,di eliminare le "comodità" del Porcellum,a cominciare dalla mancanza delle preferenze,con il Parlamento dei nominati.
In questa cornice il tema delle larghe intese appare oggettivamente frutto di un malinteso.Nel senso che in un Paese come il nostro una delle due principali forze contrapposte,dei due poli che si confontano politicamente,la Destra che con Berlusconi ha la connotazione populistica e proprietaria che conosciamo,è priva di un radicamento politico-programmatico,una fisionomia ben definiti ed in quanto tale di scarsa affidabilità ai fini di una proficua collaborazione sul piano del governo.Abbiammo assistito alla  poco edificante diatriba sull'eliminazione dell'Imu  - una sorta di punto di onore della Destra nell'ultima campagna elettorale - che è una tassa che si paga sotto varie forme in quasi tutti i paesi europei.La sua cancellazione ha tra l'altro impedito di tenere fermo,di non aumentare cioè,l'ultimo scaglione Iva che ha evidentemnete indebolito la domanda interna.E si potrebbe andare avanti nell'elenco di tutti gli ostacoli che il tentativo del governo Letta trova sulla propria strada di uscita dalla crisi.Vedremo ora con Alfano ed i suoi boys dopo lo strappo surreale con Berlusconi:
Ora occorre dire che Letta èstato a Lipsia la scorsa settimana al Congressso dell Spd tedesca che approvava la linea della coabitazione di governo con la Cancelliera Merkel:Enrico Letta che cra presente a Lipsia anche nella sua veste di esponente del Pd non ha mancato di inneggiare alla formiula delle larghe intese che la Germania non è nuova a praticare nel governo federale,quando la situazione parlamentare lo richiede.Ma torna qui prepotente l'argomentazione di cui sopra.bisogna che i contraenti delle "intese bipartisan"  abbiano le carte in regola in matertia di affidabilità politica  

LUCI DELLA RIBALTA/DAL SURREALE STRAPPO NELLA DESTRA ALL'IMBARAZZO ISTITUZIONALE NEL CASO CANCELLIERI




APS – Anno XVIII ( nuova serie) – n°647 di martedì 19 novembre 2013

 

LUCI DELLA RIBALTA /DAL SURREALE STRAPPO A  DESTRA   ALL’IMBARAZZO ISTITUZIONALE  DEL CASO CANCELLIERI

Roma,19/11/13 – (Aps) - I diversivi,in politica come nei media che la riflettono,sono una costante diffusa senza limiti e confini.Nel nostro osservatorio decentrato,del Sud Europa, siamo passati dalle roventi cronache dei giorni scorsi ,con la netta accelerazione nel tramonto del ventennio del Cavaliere,il surreale strappo,la “ribellione”  aperta,sino a qule momento soltanto sospettata ad opera del proprio delfino  e figlio diletto(anche,ahimè se senza il Il quid),Angelino,ad un’altra vicenda surreale,quella del Guardasigilli,Annamaria Cancellieri che giustamente sta attirando i riflettori della cronaca politica.E non già perché abbia commesso – e non è accaduto questo,come viene confermano dagli atti sin quì affidati alla Procura torinese –bensi perche non ha colto quel senso di inopportunità che dovevaa circondare le manifestazioni di umana vicinanza per taluni aspetti della vicenda Ligresti verso cui anche un Guardasigilli può nutrire sentimenti di sincera amicizia ed affetto E’ sbagliato pertanto affannarsi a scrutare se i comportamenti della Cancellieri in questa vicenda potessero giudicarsi “penalmente rilevanti” – e non pare che lo siano – mentre quello che in discussione è certamente il senso di opportunità,il riferimento al rispetto senza ombre di un’etica istituzionale che dovrebbero ancora poter consigliare il famoso “passo indietro” che da più parti viene ormai suggerito.Creando ci pare un imbarazzo che nella fattispecie non dovrebbe essere più di tanto, a Palazzo Chigi come al Colle.
Tornando dunque alle cronache di tutt’altro tenore che concernono il tramonto e le convulsioni  neppure disssimulate che stanno accompagnando il tramonto definitivo del berlusconismo, occorre annotare come la inattesa “rivoluzione” dell’alla governativa del Pdl  sia stata accompagnata da amorevoli rassicurazioni.Alfano ed i suoi boys ministeriali resteranno al timone governativo, affianco a Letta, soltanto o soprattutto per meglio difendere le ragioni del Cavaliere perseguitato dalla “giustizia ingiusta”.Perche poi in definitiva ,quella dei governisti, è soltanto una scissione a termine,anzi “ a tempo determinato”,come è stato spiritosamente osservato dal principale concorrente alla premiership democraica.Niente paura quindi.Alle elezioni si torna tutti assieme - .Fratelli,cugini,leghisti d’Italia - per affermare tutti uniti le nobili ragioni di una centrodestra che almeno per quanto riguarda il ventennio che sta compiersi ha mostrato soltanto la faccia del populismo più vieto oltre a parecchi altri contenuti ben mirati, non già agli interessi del Paese,bensì a quelli “ad personam” o a beneficio di quella speciale casta formatasi attorno al Cavaliere,o ad altre incrostazioni di potere che vi si sono coagulate.Ecco il bello di questa destra populista che abbiamo avuto il piacere di conoscere negli  ultimi venti anni.Bè,bisogna pur darglielo lo sfogo,in questa fase morente del berlusconismo: sì, si può ricominciare daccapo; come nel gioco dell’oca si si riparte dal punto di inizio.Da ForzaItalia,tanto per fare un esempio!Si tratta come appare evidente di fantasie malate,in cui ciascuno gioca la sua parte,Alfano come Fitto,dando sfogo appunto alle immaginazioni più bizzarre,come è trapelato anche nel faticoso speach di Alfano ieri sera, nel talk-show che il solito noto cerimoniere delle gerarchìe potere ha imbastito su Rai1 su questo tema fantasioso - ma complesso e non sempre comprensibile - della scissione e ricomposizione della Destra casareccia nostrana.Unl discorso un po’ più serio forse anche malinconico,che ci allontana decisamente dal faceto di queste sceneggiate fuori del tempo cui stiamo assistendo da qualche tempo

martedì 5 novembre 2013

DRAMMA OD OPERA BUFFA/DALLA "DECADENZA" ALL'IMPLORAZIONE DELLA GRAZIA DAL COLLE



APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°646 di martedì 5 novembre 2013

 

DRAMMA OD OPERA BUFFA/DOPO LA DECADENZA, L’IMPLORAZIONE DELLA GRAZIA AL COLLE:UNO  SQUALLIDO TOCCO DI DECADENZA ALLE ISTITUZIONI

Roma,05/11/13 – (Aps) – E’ davvero uno squallido tocco di decadenza alla vita istituzionale quello che da mesi e mesi a questa parte il populismo berlusconiano sta infliggendo alla vita ed alla dignità politico-istituzionale della Repubblica,Nonostante gli sforzi di contenimemto  che –nell’ambito ciascuno delle proprie potenzialità - stanno cercando di  opporre.In primo luogo il Capo dello Stato nella sua opera assidua, attenta,  equilibratrice  con cui cerca di far fronte alle convulsioni, prossime in taluni casi,a vere e proprie forme eversive.In secondo luogo quello che resta delle risorse democratiche del Paese:direi essenzialmente,e per fortuna,una grossa forza popolare,schierata indifesa della legalità repubblicana quale è oggi – ad onta di errori,incertezze e palsi falsi che ne hanno connotato il cammino soprattutto nelle tormentate vicende del post-voto del marzo ed aprile scorsi,il Pd.Stiamo parlando del partito della sinistra riformista,resosi disponibile con uno dei suoi esponenti qualificati a dar vita a quelle “larghe intese”,spesso indispensabili ,anche in altre democrazie europee,ma soprattutto da noi per l’emergenza, che ancora continua,per  portare il Paese fuori dalle secche della crisi e della recessione economica.
Ed è una formula questa dell’ anomala o strana maggioranza tra partiti contrapposti che urta indubbiamente da noi,in Italia, con la totale indeterminatezza della natura e dell’ispirazione politico-ideale di una formazione quale il Pdl( ora Forza Italia ?) priva dei connotati una Destra normale,che è e deve essere di ispirazione conservatrice sì, ma chiaramente liberale democratica.Da noi  questa Destra non esiste:al suo posto v’è una anomala formazione populista.Nata in una circostanza di grande confusione politica,morale ed ideologica,in coincidenza con riassetto politico e delle ideologìe che a fine Novecento si era portato dietro il crollo del Muro di Berlino,anche come simbolo dell’ eclissi del comunismo internazionale.In una fase che in Italia sfociò nel capitolo di Tangentopoli e di Mani Pulite,aprendo di fatto una pagina di palingenesi politica,e degli stessi strumenti della politica.Insomma mentre a sinistra si mescolavano,sia pure non senza tormenti ,le varie anime che si richiamavano alle esperienze post-comuniste,socialiste,cattolico-popolari o progressiste di diversa ispirazione,ma che avevano in ogni caso come modello di riferimento la socialdemocrazi di stampo europeo,il Labour britannico,ovvero i democrat statunitensi,sul fronte opposto,dei moderati-conservatori ci toccava ben altra sorte.Vale a dire,una Destra che del populismo incarna tutte le indeterminatezze e le pulsioni non esattamente democratiche e perciò lontana dai canoni politici e programmatici,sul terreno europeo per esempio,del Ppe.Questa – e non in ultima analisi -,la differenza strutturale che ostacola attualmente il cammino del “governo di servizio” costruito attorno alla capacità,la tenacia e l’impegno di Enrico Letta.Ostacola cioè Il percorso perché il governo di servizio,o di emergenza,arrivi a superare il prossimo anno e quindi il semestre di Presidenza italiana nella Ue in cui l’Italia - ed a nome non solo dell’Italia -  possà avere l’opportunità di rivendicare una linea  di riequilibrio delle politiche economiche,sociali,finanziarie dell’Unione, soprattutto per dare forza alla voce che invoca il passaggio all’Europa politica,per salvaguarne la originaria ispirazione comunitaria dei Padri fondatori.
Tutto sta a superare l’onda d’urto che si alza dalle contorsioni eversive del populismo berlusconiano morente,oggi originate soprattutto dalla indecente pretesa di sottrarsi all’imperio  della legge uguale per tutti.

 

martedì 22 ottobre 2013

LA PROVA VERITA' PER LA RESA DEI CONTI NEL PDL ED ANCHE PER LE LARGHE INTESE (ALL'ITALIANA)



venerdì 4 ottobre 2013

MA LA STIAMO VERAMENTE CANCELLANDO LA VERGOGNA DEL VENTENNIO BERLUSCONIANO ?




APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°644 di venerdì 4 ottobre 2013


MA LA STIAMO VERAMENTE  CANCELLANDO LA VERGOGNA DEL VENTENNIO DI  BERLUSCONI ?


Roma,4 ottobre 2013 – (Aps) – “A da passà a nuttata“(prendendo a prestito un celebre titolo della treatrologìa eduardiana),o forse è già passata. Fuor di metafora,siamo alla conclusione della fase più nera di questa avventura ventennale del berlusconismo  che ha inflitto all’Italia la condanna pesante,questa sì,di un’altra anomalia,di un’altra perniciosa avventura populistica,ad opera di un personaggio,certo furbo ,ma di sicuro megalomane,irrispettoso di ogni regola di civile ed ordinata convivenza, che ha ingannato una larga fetta di quella Italia moderata,dove sempre purtroppo si annidano le insidie per coltivare il brodo dell'eversione..Dopo la più recente fase della sua offensiva sulla giustizia – contumelie ai magistrati (tutti “toghe rosse” preordinate al trionfo dellsinistra!),contornate da una abbondante legislazione ad personam - niente di tutto ciò ha potuto impedire  che il Cavaliere, assieme agli altri suoi seri “guai” giudiziari in corso od in istruttoria,fosse destinatario di una sentenza passata attraverso tre gradi di giudizio,di pesante condanna tra pena principale ed accessoria.Tutti stiamo vedendo l’epilogo di  questa parabola berlusconiana che assume sempre più toni di farsa, di tragicommedia, di dramma,con dei contrappunti .Siamo siamo all’atto finale di questa straordinaria follia che di fatto travolge tutto sul suo cammino,anche il sostegno e la fedeltà che fino ad ieri gli aveva riservato anche quella parte meno oltranzista della nomenklatura,sempre caratterizzata da uno spinto servilismo,ed oggi rappresentata essenziamente ma non solo dalla squadra di governo nella compagine delle “larghe intese” guidata da Enrico Letta.Ieri l’altro,mercoledì,in Parlamento il severo schiaffo assestatogli da quella parte della Pdl che ha conservato un senso di decoro e di rispetto per il Paese e le istituzioni,mettedo il Cavaliere in un umiliante isolamento.Oggi al Senato il primo pronunciamento per la decadenza dal seggio di senatore decretato dalla Giunta per le elezioni di Palazzo Madama:la conclusione ,entro venti giorni, da parte dell’aula della Camera Alta.
Nella nostra metafora eduardiana prima adoperata volevamo soprattutto esaltare il motivo di speranza e di fiducia che in essa è contenuto.Le linee tattiche che hanno prevalso subito dopo l’esito del voto di fiducia nelle due assemblee di Senato e Camera,gli arretramenti su  linee più morbide(allo stato dei fatti,niente gruppi autonomi )hanno subito l’effetto sgradevole di qualcosa che si vuole manipolare,forse anche stravolgere.A preoccupare tuttavia è soprattutto  il permanere – quasi come un lascito berlusconiano sul tavolo del gruppo “governativista” o degli insorti contro il Cavaliere e le sue schizofreniche convulsioni quotidiane in questi ultimi tempi – delle vecchie litanie pseudogarantiste,quale vessillo nell’antagonismo politica-magistratura.E’ un ossessione che ci ha oppresso da alcuni lustri a questa parte e che l’altra sera nel salotto serale di Vespa su Rai Uno è stata ancora una volta propinata,forse come salsa consolatoria per il povero Cavaliere ferito.

sabato 21 settembre 2013

ASSEMBLEA PD ANCORA EMPASSE DEI DEMOCRAT MENTRE CRESCE LA NECESSITA' DI CANCELLARE LE COMPARSATE DELLA DESTRA MORENTE



APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°643 di sabato 21 settembre 2013

ASSEMBLEA PD/ANCORA  EMPASSE DEI DEMOCRAT  DINANZI ALLE SFRONTATE COMPARSATE  FINALI  DI ELLA  DESTRA MORENTE

 

Roma,21/09/13 – ( Aps ) – Benchè sufficientemente oscurata dai media più engagè sulla
linea della cosiddetta informazione indipendente – salvo il rilievo concesso ad alcuni aspetti del gossip “democratico” obbiettivamente meritevoli di attenzione – l’assemblea Pd si è praticamente chiusa con un quasi nulla di fatto.A parte la decisione di celebrare le primarie nella giornata dell’8 dicembre prossimo ed il rinvio alla Direzione nazionale già convocata per il 27 di questo mese il compito rognoso di mettere assieme le proposte di modifica delle regole interne di partito,compresa la norma che non sancisce l’automatismo nell’dentificazione tra la persona del candidato segretario e quella del candidato premier.Insomma un’Assemblea quasi a,metà,da completare necessariamente in successivi round,pena un’anarchia inammissibile nella vita del primo – e molti insistono nel considerare anche unico – partito-risorsa del nostro sistema politico.
Senza fare discorsi eccessivamente lunghi, l’Assemblea tenuta ieri ed oggi nell’Auditorium della Conciliazione ha confermato la preoccupazione che incombe si da quando è nato sul nostro Pd.Accusato di aver ben custodito sin dal primo vagìto il proprio complesso antiberlusconiano - tanto da indurre a sospettare che alla fine sia stato esso una delle sue principali ragioni di vita ( come già dell’intero centro-sinistra ) nell’ultimo ventennio dominato quasi per intero dalla catastrofica “anomalia” berlusconiana appunto – si è trascinato dietro(ancora sino a poche ore fa alla Conciliazione) il sospetto di una incapacità ad disegnare ed interpretare un proprio ruolo di modernità quale il Paese attende. E diciamo la verità, a parte l’accenno che facevamo all’inizio di una propensione dei media cosiddetti indipendenti(addirittura anche quelli del servizio pubblico) a snobbare un tantino la crescita,i travagli,anche qualche infortunio della maggiore forza democratica del Paese;bene, dalle parti del Nazzareno continua ad esserci qualcosa di inceppato, che funziona male nel disegnare e proporre con forza la presenza del Pd sulla scena politica.Usciamo appena dalle comiche finali,con tutto il rispetto,del Cavaliere, dei suoi video messaggi ed altre comparsate indegne di un Paese civile che è stato trai promotori e fondatori nel Vecchio Continente della Comunità Europea,coraggiosamente concepita all’indomani del secondo conflitto mondiale,ed ancora si balbetta.Si ripete a se stessi concetti che dovrebbero essere gridati in faccia a questi indegni “magliari” della politica,che hanno approfittato della zattera delle “larghe intese” per restare aggrappati al potere,usandolo per la loro “smisurata” e vergognosa propaganda che confligge apertamente con le reali necessità dell’Italia(alcune perle:via l’Imu,sull’Iva si gioca il destino del Governo Letta,Alfano Ministro dell’Interno che gli affari del suo Dicastero o li ignora – la vicenda kazaka – o li gestisce in solitaria ma con “maschia determinazione:ordine pubblico e Tav in val di Susa,per dire anche l’ultima).In conclusione,Il Pd con l’Assemblea di oggi ha ancora rinviato l’occasione per prefigurare – nell’itinerario congressuale che si avvicina – la sua visione di sistema e di Paese,di approfondire e concludere il discorso sulla sua identità.A proposito,il partito dei sindaci di cui parla Renzi?Che cosa è in concreto?Non è una concezione localistica che confligge con l’dea  di un partito che è unitario ,nazionale e che gioca la sua partita sul terreno europeo da cui trae anche la sua origine ed ispirazione,dai modelli della socialdemocrazia europea,appunto ?   

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domenica 11 agosto 2013

IL "PACCO" DEL CAVALIERE GIOCATO SULLA PELLE DEGLI ITALIANI



APS – Anno XVIII ( nuova serie ) n°642 di sabato 10 agosto 2013


CONTROLUCE
IMU,L’ULTIMO “PACCO”  AGLI  ITALIANI CONFEZIONATO  DAL CAVALIERE  


Roma,10/08/13 – ( Aps ) - Calato il sipario per la brevissima pausa di una decina di giorni nell’attività politica e di governo,dopo le quasi altrettanto accorciate vacanze di Camera e Senato,la nota settimanale di Controluce – vedi agenzia Aps su www.socialdemocraziain europa.blogspot.it -  passa in rassegna questa volta lo snodo centrale della vicenda politica italiana.L’intricato viluppo che ha fatto seguito al voto politico di febbraio(il Pd primo partito,che ha fallito tuttavia alla fine dello scorso febbraio l’obbiettivo,soprattutto al Senato per l’effetto perverso del Porcellum,di realizzare il largo pronostico che lo voleva vincitore della decisiva tornata elettorale.
A seguire tutti gli altri sviluppi.In primo luogo,le “larghe intese” con il Pdl, una contrastata, e mal digerita nel Pd, alleanza - giudicata “contro natura” dal popolo della sinistra e da larga parte degli stessi vertici del centro sinistra -  con gli avversari dichiarati della Destra populista di Berlusconi che hanno subito fatto intendere la vera natura della loro scelta:un fortunoso, spregiudicato imbarco su una zattera di salvataggio.A tempi stretti è succeduta la condanna definitiva del Cavaliere nel processo Mediaset, con le prevedibilile conseguenti convulsioni - pistola sul tavolo -del “cerchio magico” di quel partito,il cui obbiettivo essenziale resta la cosiddetta “agibilità politica” del Cavaliere stesso.Ovvero ogni forma di salvacondotto – e per questo si è impudentemente fatto pressione sullo stesso Capo dello Stato che ha respinto con indignazione al mittente quegli  insolenti messaggi da parte di una forza politica che dimostra ogni giorno di più di non avere alcun senso dello Stato.Accecato com’è il Pdl soltanto dalla disperata, avventurosa ricerca di ogni  soluzione – anche la più oltraggiosa dal punto di vista politico-costituzionale che porti Berlusconi e la sua ingloriosa armata ad uscire dall'isolamento politico e morale in cui si ristretto.Dal Centrosinistra e da tutto il resto del Parlamento che si muove nella fedeltà alla Costituzione repubblicana si levi più alta e sdegnata la protesta contro questa ennesima "patacca che il Cavaliere cerca di far passare come "caposaldo" del Governo Letta.Pensi piuttosto egli al suo destino di condannato  definitivo e non ad improbabili rimonte elettorali,quali sono nei farneticanti propositi coltivati a Palazzo Grazioli,ad Arcore e dintorni.L’arma letale è tornata ad essere la cancellazione dell’Imu che Letta non aveva mai promesso a Berlusconi, come a nessun altro,avendo parlato nelle dichiarazioni programmatiche del suo governo, soltanto di una rimodulazione delle imposte e delle tasse sulla casa,a beneficio essenzialmente dei più deboli.
La minaccia è naturalmente quella di rovesciare il tavolo, agitare lo spauracchio di  riportare entro il più breve tempo possibile gli italiani nuovamente alle urne.Con quale legge elettorale è un busillis,visto che, oltretutto,l’attuale Porcellum è incostituzionale.Anche se  sono stati votati in Parlamento odg. che mettono la riforma elettorale ai primi posti nel calendario delle due Camere alla ripresa di settembre.  
Basta con la più vieta propaganda sulla cosiddetta "abolizione" dell'Imu che è stata uno se non il principale cavallo di battaglia Pdl prima e dopo il voto di febbraio.Il si definitivo in tre gradi di giudizio alla condanna definitiva è un  dettato della della Suprema Corte che attende solo di essere assolto,non ci sono diversivi o sotterfugi.L'ennesima mossa furba sull'Imu dovrebbe servire unicamente - assieme alla mancata riforma della Giustizia - la immaginate voi una riforma della giustizia secondo  Berlusconi ? .- per rovesciare il tavolo e provocare,come s’è detto,un ritorno alle urne..Basta:siamo seri.Siamo soprattutto più risoluti – l’invito è per il Pd e per suoi vertici paralizzati dietro al dilemma “del chi vota chi(e quando) per le primarie - nel ribattere con la dovuta determinazione a questo ripetuto tentativo di carpire la buona fede degli italiani che sono alle prese con problemi ben più seri di quelli che “affiggono” oggi il Cavaliere per effetto delle sentenze dei Tribunali della Repubblica.(A.C.)

domenica 4 agosto 2013

EPILOGO DI UN VENTENNIO DURO A MORIRE




APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°641 di sabato 3 agostp 2013

 

EPILOGO DI UN VENTENNIO DURO A MORIRE


(Controluce  di Antonio Ciampaglia )

Roma,03/08/13 – (Aps) – L’infausto ventennio berlusconiano nell’arco temporale della Repubblica nata dalla Resistenza e dalle macerie del post-fascismo.Anche Un crescendo drammatico che troverà il suo primo epilogo domani pomeriggio.Con la manifestazione sotto Palazzo Grazioli della rinascente “Forza Italia”, a sostegno pieno ed incondizionato di Silvio ,condannato, in tutti e tre i gradi di giudizio del processo Mediaset,alla pena detentiva ed alla interdizione dai pubblici uffici.Mentre si attendono le conclusioni di almeno altri quattro procedimenti aperti presso le Corti giudiziarie di Milano,Roma,Napoli e Bari,per un’altra sfilza di reati che vengono contestati all’ex-Premier.
E’ ovvio dire che non v’è alcuna suspence attorno alla manifestazione di Roma di domani pomeriggio, sotto la residenza romana del Cavaliere.Perchè è ormai nota - ed inqualificabile,verrebbe da aggiungere – la strategìa che Berlusconi ed il suo “cerchio magico” si sono dati, dopo la “botta” della condanna dell’altro ieri dalla Cassazione.Sono ormai come si sa, definitive – salvo un’aggiustamento temporale della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici – le precedenti pronuncie del Tribunale e dell’Appello di Milano.Costruita sulla premessa delirante della illegittimità della magistratura,inquirente e giudicante nei confronti dell’imputato Berlusconi(perseguirebbe per ragioni politiche – le ben note “toghe rosse” disseminate in tutti i tribunali d’Italia! –con finalità soltanto persecutorie verso il nostro Cavaliere ),la ribellione di questa singolare Destra toccata in sorte al nostro Paese e che non vi è verso di ricostruire su basi totalmente nuove,certamente utili al respiro democratico del Paese,è subito esplosa a sentenza appena pubblicata dalla Suprema Corte.Se nell’immediata vigilia di questa pronuncia avevamo parlato di una sorta d apnea in cui sembrava immersa la politica,od almeno i due principali protagonisti:il Pdl.obbedendo in estremis alla nuova linea imposta da Coppi alla difesa del proprio assistito di riguardo;il Pd,per evitare tensioni e frizioni al Governo di Enrico Letta, e soprattutto per tenersi le mani libere in un possibile inasprimento dei rapporti con la parte antagonista ed “alleata” nel governo delle “larghe Intese”.Le quali ultime dovevano ben presto confermare, soltanto a distanza di ore,la loro strumentalità rispetto agli interessi personali e diretti del Leader Pdl e dei suoi gregari.
Nel giro di quarantotto ore abbiamo assistito,accanto alle largamente previste manifestazioni di elaborazione del lutto per la sentenza definitiva,ai più gravi ed ignobil ricatti – rivelatori oltretutto di un’analfabetismo giuridico-costituzionale -  all’indirizzo dello stesso Capo dello Stato.Lo scopo:la concessione della grazia,ovvero la rottura dell’alleanza di governo,con annesso ritorno alle urne,finalizzato ad una più che improbabile rimonta populista di cui il Cavaliere si ritiene ineguagliabile maestro.Il tutto condito da preannunci di “guerre civili” ed altri “sfracelli” consimili.Mai una parola per la necessità inderogabile di non perdere i timidissimi accenni di ripresa dell’economia,di sostenere la domanda di lavoro,giovanile,nel Sud,etc .etc.Ma i problemi reali del Paese non sono,come ben sappiamo,nelle corde del Nostro.C’è spazio invece per una riforma della giustizia.Ma attenzione .Dal suo personale punto di vista,di quella giustizia “ad personam” che di danni già ne ha fatti e doveva essere fermata per tempo.
Insomma l’epilogo di questa istruttiva vicenda politico-giudiziaria che ha investito il Cavaliere è anche l’indice significativo di come possano essere distorti i principi fondamentali della nostra carta Costituzionale ,e non solo.Perché riguardano i pilastri di ogni Stato democratico dell’Occidente.  

venerdì 26 luglio 2013

UNA SETTIMANA CALDA PRIMA DELLE STAGIONI DEL "GRANDE FREDDO" ?

Controluce ,di Antonio Ciampaglia
DAL CALDO AL FREDDO,SENZA STAGIONI DI MEZZO
Non stiamo certo dietro alle chiaroveggenze del guru Cinquestelle Casaleggio che ci ha fatto conoscere la sua meditata lettura degli astri,per poi sentenziare come imminente uno "choc" per la situazione economico finanziaria del nostro Paese,con conseguenti effetti per la tenuta sociale e politica dell'Italia.Nessuno di noi è soverchiamente ottimista di questi tempi e meno che mai lo è a conclusione di questo infausto percorso ventennale da Tangentopoli ad oggi,con la caduta della Prima come delle Seconda Repubblica,svoltosi all'insegna della spensierata allegria del Cavaliere.
Ciò doverosamente premesso,siamo forse ad una svolta inevitabile,non immediata ma certo a scadenza ravvicinata considerato che il 30 luglio - giorno della pronuncia della Cassazione sulla sentenza di 2° grado su Mediaset - è soltanto mercoledì prossimo.Pensiamo  che si stiano per tirare anticipatamente le somme della strana maggioranza delle larghe intese che hanno già mostrato tutti i limiti ed i "pasticci di questa formula.Non ci sono partiti precostituiti su questo fronte.Nè "Repubblica",nè Napolitano né tantomeno Letta,che ne è semmai l'agnello sacrificale.La questione è che c'è un limite invalicabile alle alleanze innaturali,soprattutto quando non portano risultati,ma solo caos e confusione.Lo abbiamo visto la settimana scorsa quando è esploso l'incredibile vergognoso caso "kazako" che ha rappresentato un vulnus inimmaginabile alla nostra sovranità nazionale,all'interno dei nostri confini da parte di uno Stato già appartenente all'impero soviertico e conosciuto per la scarsa familiarità con le norme di democrazia interna ed internazionale,per il poco rispetto dei diritti umani.Senza andare a scavare più a fondo,è di appena questo pomeriggio l'episodio,anch'esso poco chiaro ma non certo attribuibile a sbadataggine degli uffici,del doppio comunicato,con smentita e rettifica del Ministero dell'Interno a proposito di importanti decisioni in materia di riorganizzazione delle strutture di vertice della Polizia.Roba insomma da Repubblica delle Banane!
L'ideale sarebbe poter individuare il bandolo della matassa che avviluppa il quadro politico nazionale rendendo oggettivamente difficile,se non impervio,il cammino di un dialogo chiarificatore, per poter arrivare ad un onesto chiarimento che porti anche a poter tornare,come nel gioco dell'oca,tutti al punto di partenza.Il che significa, più presto che poi, pensare a tornare alle urne, in una sorta di prova di appello di fronte al livello di gravità oggettiva - il chiaroveggente Casaleggio a parte - della situazione italiana.Ma per poter tenere la via aperta in questa direzione - non la più esaltante ma l'unica forse in grado di recidere i nodi che ci attanagliano - il passaggio indispensabile è la cancellazione immediata dell'obbrobrio del Porcellum,estrapolando la legge elettorale dalla bizantina costruzione del progetto di riforma costituzionale che - oltre a tempi lunghi - ha una una cornice di elevata litigiosità di partenza, per le questioni di principio che vi sottostanno e per i sottintesi che soprattutto da una parte - dalla Destra,per capirci - si vogliono valorizzare,a proposito, per esempio, di "presidenzialismo" ed altre forme di più o meno larvato cesarismo che tanto affascinano questi sorridenti quanto disinvolti "leaders" populisti di casa nostra.
Ed il discorso quì va  -  o torna - a questo punto ai democrats, a quella che definiremmo la "questione esistenziale" del Pd.Un partito certamente bloccato per molti anni - esclusa la parentesi più recente del governo Prodi 2006/08 - nell'antiberlusconismo che ha forse anche tarpato le ali in termini di proposta politica,di progetto programmatico e che sembrava essere arrivato, all'inizio  di quest'anno, vicino al traguardo di una vittoria elettorale a piene mani,come tutti i sondagvgi sentenziavano.Ed invece non s'accorgeva che qualcosa nella sua spinta propulsiva si era inceppata ,che l'astensionismo non risparmiava il partito della sinistra riformista,anzi;che il grillismo mieteva a mani basse anche o soprattutto nei suoi campi.Il risultato?La non vittoria dalle urne,primo partito di poco sul podio finale e conquista del succulento premio elettorale del Porcellum,con una falange di 340 deputati a Montecitorio che devono aver       spventato non poco il giovane neo-presidente del Gruppo Pd,Roberto Speranza.
E poi cosa è successo,se il Pd s'è imballato nell'assurda ricerca di un'appoggio della consistnte pattuglia Cinque Stelle necessaria soprattutto al Senato a sorreggere un governo Pd?Se alle elezioni per Quirinale sono comparsi trai grandi elettori democratici una pattuglia di ben 101 franchi tiratori contro il candidato Prodi  designato all'unanità dall'asseblea dei Gruppi?E' un capitolo di grande interesse su  cui torneremo presto,dopo che al Nazzareno il capitolo congresso è stato formalmente aperto.
 






sabato 13 luglio 2013

I GERMI CHE HANNO CORROSO LA VITA PUBBLICA DEL PAESE


ED MILIBAND/UN RENZI FORMATO ESPORTAZIONE PER IL REGNO UNITO ?

Roma,13/07/13 – (Aps) -Il renzismo è di casa anche a Londra ?. Dopo più di un secolo in cui le Trade Union hanno dominato e continuano a dominare sul Labour Party , a condividere e sostenere la  linea politica del partito , oggi il suo giovane segretario Edward Miliband,intende rovesciare questo rapporto.Anticipando il nostro amato quanto discusso Sindaco fiorentino,il leader ed ex ministro  laburista, si è  proposto come  “rottamatore”   di vecchi e consolidati equilibri interni di una casta politico-sindacale che ha nelle mani,  attraverso il tesseramento,la cassa  ed organizzazione,a una riserva di circa tre milioni di voti.Su tale base dispone delle  cariche interne ed esterne delle Trade Union oltreche del partito, i candidati ai vari collegi elettorali In sostanza il Segretario del Labour, vuole avocare a sé ruoli e funzioni che sono propri del partito e  che finora sono stati svolti dal sindacato.Ed Milliband ,che vuole affrancarsi dal  condizionamento che lo stato degli attuali rapporti esercita     su di lui e nello svolgimento della sua attività politica,ne contesta la somma di potere  ed invoca delle primarie all’americana,aperte non solo  ai militanti di  sindacato e di partito  ma a tutti,anche a quelli di diverso orientamento ( conservatori e liberali) che comunque ne condividono i programmi   ed intendono sostenere i loro eventuali,futuri, rappresentanti al  governo. La battaglia del giovane candidato Premier  all’interno della sinistra non sarà facile.Di fronte si troverà non poche resistenze da parte delle Trade Union ma soprattutto da parte del loro leader Len McClusky,noto come “Len il rosso”,un uomo che è giunto alla guida della confederazione dopo una lunga esperienza tra i lavoratori nel porto di Liverpool.Ed Milliband , che proviene dalla London School of Economics ,è stato eletto segretario del partito nel 2010,ad appena 40 anni ,subito dopo le dimissioni del governo Brown.Alla sua investitura ha detto:”L’Inghilterra è un paese troppo iniquo;  la differenza tra ricchi e poveri non danneggia solo i poveri ma tutti.Ci sono troppe persone escluse dalle opportunità e questo deturpa il volto della nostra democrazia

 

giovedì 11 luglio 2013

L'EPILOGO CONVULSO DEL VENTENNIO NERO DELLA REPUBBLICA


APS –Anno XVIII ( nuova serie ) – n°638 di venerdì 12 luglio 2013

UN  VENTENNIO  NERO  DELLA  REPUBBLICA,NON UN ANNO

Probabilmente era al quanto riduttivo,minimalista il titolo che il Corriere della Sera ha voluto dare ieri al proprio editoriale di apertura,su una giornata che aveva visto accadere di tutto e di più in una democrazia parlamentare quale è, nonostante tutto, la nostra Repubblica:Poiché l’anno che stiamo attrraversando non è un incidente della Storia,una sfortunata piega della vicenda politica ,economica, sociale, culturale del Paese.Crediamo viceversa che esso sia la risultante  finale di una contraddizione,di un imbarbarimento crescente e progressivo della classe di governo installatasi al potere poco meno di un ventennio fa,dopo Tangentopoli,sull’onda della “rivoluzione liberale” promessa agli italiani dal Cavaliere di Arcore,il Signore delle Televisioni e di molto altro.Non c’è bisogno di ricordare a noi stessi l’obbrobrio di quanto accaduto in questi lunghi lustri ,per arrivare alla teoria interminabile di procedimenti innanzi a svariate Corti, sino a quelli più recenti che vanno dalla Cir,ai diritti Tv di Mediaset,al Ruby –gate,tutti conclusi od avviati a conclusione con pesanti condanni per il Cavaliere- Presidente.Ed è stato una pronuncia preliminare della Cassazione,per la fissazione in termini brevi(per impedire la parziale prescrizione dei capi del processo Mediaset) dell’udienza definitiva della Suprema Corte a scatenare la reazione senza controllo dei cosiddetti “falchi e colombe” (ma da qualche giorno è entrato in uso anche un altro termine,”pitonesse” per designare le più aggressive amazzoni) che attorniano il Cavaliere medesimo.Dall’ Aventino parlamentare,al ritiro del sostegno Pdl alle Larghe Intese del Governo Letta( che appare tuttavia poco credibile perché priverebbe automaticamente questa singolare Destra di ogni accessibilità alle stanze del Potere di governo) sono state le minacce buttate fragorosamente sul tavolo,a cominciare dalla richiesta scandalosamente irrituale per la deontologia,l’etica,le norme dell’ordinamento politico parlamentare,di fermare per tre giorni l’attività parlamentare.Per dare modo ai maggiorenti della Destra di studiare le contromosse al golpe delle “toghe rosse” annidate anche nelle sezioni feriali della Cassazione.Insomma,una gigantesca inusitata sbornia di fremiti ribellistici verso il potere sconfinato dei Magistrati,ed esercitato con ossessivo accanimento verso il Leader Maximo della Destra populista italiana.
Bisognerebbe fermarsi un attimino e prendere fiato.Soprattutto, ricaricarsi di fiducia e speranza verso il futuro dell’Italia.Sperando appunto che la sbornia venga sbollita,ma soprattutto che si trovi la maniera di mettere in condizione di non nuocere ulteriormente
questa sciagurata accolita che ha ancora di recente ingannato milioni di italiani,con mirabolanti promesse che sarebbe bello poter mantenere se il nostro Paese non fosse ancora dentro una crisi tuttora seria,uscire dalla quale era il compito che si era voluto dare al Governo di emergenza di Enrico Letta.L’obbiettivo  ora è verificare sino a qual punto è possibile proseguire questo cammino.

domenica 7 luglio 2013

L'ANOMALIA ITALIANA/NON IL DIBATTITO A SINISTRA,NEL PD MA LA SOPRAVVIVENZA DESTRA DI UN REPERTO POLITICO QUALE IL PDL( O FORZA ITALIA)


APS – Anno  XVIII  ( nuova serie ) – n°637 di sabato 6 luglio 2013

L’ANOMALIA DEL QUADRO POLITICO ITALIANO
Roma,06/07/13 – (Aps) – Mentre la seconda impetuosa ondata della “primavera” egiziana tiene in iscacco il più importante paese della sponda africana,sulle rive del Nilo,nella vecchia Europa,in Italia cerchiamo un balsamo alle ferite della grave crisi economica di questi anni.Solo che da noi non c’è solo da trovare la ricetta più indolore tra le varie forme ragioneristiche di contenimento  del debito pubblico,dobbiamo soprattutto fare i conti con vecchi
archetipi della politica,già antichi e superati nel secolo scorso quando c’era il veto di fatto della democrazia bloccatta, per effetto della presenza,nella Penisola,del corposo ed importante partito comunista dell’Occidente,giunto più di una volta vicino al traguardo di conquistare per via democratica l’accesso al potere Oggi il partito comunista – che pure aveva subito metamorfosi significative negli ultimi lustri precedenti il crollo del Muro.- è chiaramente scomparso.V’è un un Partito ,il Pd,nato dalla confluenza di ceppi originari del post-comunismo,del cattolicesimo popolare,del socialismo riformista,che a buon diritto potrebbe qualificarsi come partito socialdemocratico di stampo europeo.Vero è che l’amal
gama interna tra le citate componenti non è esattamente ancora riuscita,per cui abbiamo potuto assistere sconsolatamente alle vicende connesse alle ultime elezioni politiche.Il Pd primo partito,per una incollatura,come si dice nel gergo dell’ippica,c he non ha vinto la gara,anzi,ha lasciato sul terreno circa tre milioni e mezzo di voti,quando i sondaggi lo davano,tutti,largamente in vantaggio sui concorrenti.Ma c’era, come si si sa, l’antipolitica,c’era Grillo,l’astensionismo in  crescita,e da via del Nazzareno non si era riusciti a prevederlo.Formazione del nuovo governo e votazioni in Parlamento per il Quirinale hanno fatto il resto in questo vero e proprio test della debacle dei nostri democratici.I quali  stanno ora faticosamente tentando di rialzarsi,pur essendo il primo partito in Parlamento per rapporto di forze,grazie anche al premio di maggioranza elargito dalla scandalosa legge del Porcellum.
Ma i problemi del quadro politico nazionale – caratterizzato come sappiamo dalla soluzione di emergenza delle “larghe intese”,con il Governo di coalizione guidato dal V.Segretario del Pd Enrico Letta – non consistono tanto e non solo nella “controversia” interna dei democrat ,come pure la stampa “indipendente” cerca funambolescamente di
accreditare,bensì nell’ibrido di governo cui si è stati costretti a dar vita.E’ sotto gli occhi di tutti la tattica di guerriglia nei confronti del governo di cui fanno parte gli stessi esponenti di questa ormai allegra brigata Brancaleone,quale è oggi ancora più di prima il Pdl.In attesa di transitare,come forbitamente si esprime l’ineffabile Segretario Alfano, verso una riedita Forza Italia.Ma per per proporre che cosa,per smerciare quali articoli,tenuto conto che il Padrone del Vapore ha già speso tutti gli argomenti,nelle sue ultime “rimonte”? E la trovata   largamente abusata del “giù le tasse”,”giù l’Imu dalle stasche degli italiani” è destinata solo agli allocchi che ancora credono alle promesse del Cavaliere.Tenuto conto che le difficoltà,oggettive, che si trovano sul cammino dell’abolizione dell’Imu,tanto per dire,ce le ha ricordate un organismo al di sopra di ogni sospetto,qual è il Fondo Monetario Internazionale.Piaccia o non piaccia ai Brunetta e guastatori varì.

RAPPORTO URBES / CRISI E DISOCCUPAZIONE,FORBICE  NORD - SUD

Roma,29/06/13 –(Aps) -Con la crisi in atto Il divario nord-sud  del nostro paese tende sempre più ad approfondirsi,oberato di problemi vecchi e nuovi  che fanno fatica ad entrare a far parte di una permanente agenda di governo e di  un più coerente ed equilibrato  sviluppo.Lo  si rileva  leggendo  il rapporto Urbes,il  progetto avviato dall’Istat e dal Cnel di misurazione del benessere equo e sostenibile di 15 città italiane di cui 10 centro -settentrionali e 5 meridionali.Ad un nord che regge alla crisi si contrappone  un sud che rischia di sprofondare sempre più. :il reddito pro capite delle famiglie della provincia lombarda risulta più del doppio delle famiglie della provincia napoletana.A fronte,infatti,di 25.291 euro di reddito  dai milanesi  percepito almeno fino al 2010, il reddito delle famiglie napoletane si  attesta su 12.490 euro,al di sotto anche della media nazionale che nello stesso anno ha fatto registrare un reddito di 17.029 euro.Sulla quantità di reddito  incidono  i livelli  occupazionali che sono i principali fattori di  produzione della ricchezza.In discesa nella provincia di Napoli al 40,1%, l’ occupazione decresce  anche in altre  realtà del Mezzogiorno:  nella provincia di Bari su 100 persone residenti ,dai 20 ai 64 anni, solo il 52% risultano nel 2012 occupate,meno della media nazionale del 61%,  mentre nella provincia di Messina solo il 48%.Abissale rispetto al nord il tasso di occupazione femminile:33% al sud contro il 60% al nord.In forte e pericoloso aumento i giovani sotto i 25 anni che vivono in famiglie senza occupati, passati dal 2007 al 2011 dal 9,9% al 13,5% ,con punte  che arrivano in Calabria  ed in Sicilia al 15,5%-15,6% ed in Campania addirittura al 16,9%.Oltre al reddito ed ai tassi di occupazione,secondo il rapporto  ancora   altri  parametri  concorrono a misurare il benessere  e la sua diversa distribuzione nelle città  ed in genere nelle diverse realtà del paese prese in esame.

domenica 30 giugno 2013

L'ANOMALA MAGGIORANZA COL PDL PARTITO DI "LOTTA" E DI GOVERNO/L'IMPROBA FATICA DEL PREMIER LETTA/COMPITI E RESPONSABILITA' DEL PD


APS - Anno XVIII ( nuova serie ) - n°636 di sabato 29 giugno 2013


Roma,30/06/13 - (Aps) - Siamo vicini ai due mesi di vita del governo delle larghe intese o della strana maggioranza,sortita dal poco felice esito del verdetto delle urne di fine febbraio,effetto dobbiamo augurarci ultimo, della sciagurata legge elettorale del Porcellum che il centrodestra in piena sbornia di potere volle regalare all'Italia.Ne abbiamo pagato e ne stiamo ancora pagando le conseguenze,mentre di una nuova decente legge elettorale (sia essa il maggioritario a doppio turno o la riproposizione sic et simpliciter del Mattarellum già sperimentato senza particolari problemi ) se ne parla solo al riparo del "bizantino" progetto di riforme  istituzionale che con questa maggioranza appare obbiettivamente assai problematico realizzare.
Una vita non priva di travagli quella del Governo Letta per una ragione elementare che sarà bene non dimenticare .Che Berlusconi ed il Pdl - rimonta o non rimonta, hanno lasciato a terra circa sei milioni e mezzo di voti rispetto al 2008 - alle larghe intese si sono aggrappati come zattera di salvataggio,dalla quale manovrare anche nella tempesta giudiziaria che puntualmente sta abbattendosi sul Cavaliere.Tanto da farne - come,tra gli alti lai dei "falchi" pidiellini, ha fatto rilevare il Presidente del Senato,Grasso - un partito di governo ed al tempo stesso di opposizione,meglio di guerriglia all'interno della stessa compagine ministeriale,per le innumerevoli sortite di segno avverso.A parte il travaso delle fibrillazioni per l'agenda giudiziaria del Cavaliere,come si è visto in questi giorni,non mancano sgnali provocatorì,come quelli colti al Senato in sede di Commissione Giustizia con la proposta per inserire i temi afferenti l'ordinamento giudiziario,in contrasto stridente con l'impianto del progetto di riforma istituzionale che tassativamente li escludeva.
Ci sarebbe a questo punto da interrogarsi sul futuro di Enrico Letta premier, alle prese con le stilettate inferte dall'ala destra della maggioranza stessa delgoverno da lui guidato.Letta era a Bruxelles in questo fine settimana,dove alcuni importanti tati sono stati crtamente ottenuti:i fondi ( circa un miliardo e mezzo)per la disoccupazione giovanile;gli aiuti della Banca Europea degli Investimenti,sotto forma di prestiti alle nostre piccole medie imprese in difficoltà;l'uscita dalla procedura di nfrazione.Ma anche mentre Enrico Letta era a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo in difesa degli interessi del nostro Paesi non mancavano le pugnalate alle spalle che i guastatori del Pdl,verbalmente s'intende,affondavano nella schiena del nostro Presidente del Consiglio.
In siffatta cornice non fervono soltanto i "lavori in corso" nel Pdl per riprendere il nome di Forza Italia con tutto quel che ne consegue per l'accentuazione della impronta oiù nettamente populistica della creatura voluta dal Cavaliere nel lontano 1993,con le stimmate più aggressive quanto poco accettabili di una formazione che sta verosimilmente consumando i suoi ultimi giri.Siamo dinanzi
ad un quadro politico che impone soprattutto al Pd di interrogarsi a fondo sulla propria natura ed identità;di trovare gli assetti di leadership più consoni alle responabilità pien che cadranno sulle spalle di questo partito - unica convincente risorsa democratica del Paese - in una fase che,fuori da ogni retorica,è grave ed impegnativa.

domenica 23 giugno 2013

LE LARGHE INTESE TRA RICATTI BERLUSCONIANI ED ORIZZONTE DEL CAMBIAMENTO/DOPO LA PRONUNCIA DELLA CONSULTA CRESCE LA TENSIONE PDL NEL GOVERNO


APS – Anno XVIII ( nuova serie) – n°635 di sabato 22 giugno 2013

LE “LARGHE INTESE” TRA I RICATTI  BERLUSCONIANI  E L’ORIZZONTE  DEL CAMBIAMENTO. IL PDL TIENE  ALTA LA TENSIONE NEL GOVERNO
Roma,22/06/13 – (Aps) – Il seguito politico,vale a dire ,degli effetti politici sull’attuale quadro di governo,dopo la pronuncia della Consulta che ha detto no sul “legittimo impedimento” addotto dal Cavaliere nel 2010 ,è ancora tutto da vedere.Anche se i segnali sino ad oggi registrati sono tutti concludenti.Portano cioè a prevedere che Berlusconi con i suoi fedelissimi non si si asterrà dal rovesciare il tavolo per difendere la sua del tutto illegittima pretesa a difendersi “dai processi” – e dalle dolorose conseguenze che ne derivano – non già “nei processi”,come è sancito con chiarezza in tutti gli ordinamenti del mondo civile.Ne abbiamo viste fin troppe in questi anni di capriole e giravolte; tutte indistintamente finalizzate a quelle norme ad personam che potevano assicurare al nostro sonni più tranquili.Ed ora forse è arrivato davvero il momento della resa dei conti.Tra questi conti che il Cavaliere tiene aperti con la Giustizia non sono le pene pecuniarie,o quelle più genericamente restrittive della libertà personale a preoccuparlo di più,quanto invece quella interdizione dai pubblici uffici che ne dichiarerebbe la decadenza, e la conseguente ineleggibilità, dal mandato parlamentare,cui in base alla sentenza Mediaset di Milano è stato già codannato in doppio grado.Resta soltanto la pronuncia della Cassazione cui ha dato via libera appunto la Consulta mercoledì scorso,con la sua decisione.A parte tutti gli altri procedimentii pendenti od in via di formalizzazione,da Milano a Napoli.Un vero e proprio percorso di guerra, insomma, quello che attende Berlusconi già dalla settimana che comincia e fino a tutto il corrente anno,E nonostante gli sbarramenti della prescrizione  che lo hanno sin qui protetto.Ma il Cavaliere di protezione,anzi di mancata protezione, parla ormai apertamente,riferendosi ad “asseriti” patti che sarebbero stati alla base della formazione dell’anomala maggioranza delle larghe intese che ha portato al varo del Governo Letta.V’è il fondato sospetto che si confondano, nella fattispecie, speranze ed aspettative con la realtà dei fatti che per fortuna ancora appartengono e rispondono ad un logica politica oltre che etica.

Tornando alla cronaca di questi giorni,è stato evidente il riflesso condizionato che è scattato  - oltreche nel Cavaliere, personalmente coinvolto in queste tormentate vicende giudiziarie che s’avviano all’epilogo – in tutto lo Stato Maggiore Pdl,che ha dato visibile prova di “mobilitazione”,abbandonando,alle prime notizie sulla decisione della Consulta, la riunione in corso del Consiglio dei Ministri.Da questo primo gesto di plateale solidarietà verso il Capo,sono seguite vari altri episodi che testimoniano di una sofferta elaborazione del lutto in caso Pdl:soprattutto di utilizzare il tavolo del governo per impiantarvi più espliciti ricatti,da quella parte politica che evidentemente ha inteso la larga alleanza come un mezzo per restare attaccati alla zattera del governo,soprattutto per ottenere quella pax giudiziaria che in base a nessuna norma o principio poteva o potrebbe,ancora,garantire al Cavaliere alla sua squadra,cancellando l’anomalìa di un ventennio che sta per chiudersi.

RIUNIONE SOCIALISTA E SOCIALDEMOCRATICA A SOFIA PER IL LANCIO Di UN MANIFESTO PROGRESSISTA EUROPEO PER LE ELEZIONI  20

Roma,22/06/13 – (Aps) – Riunito ieri  a Sofia il Consiglio del Partito socialista europeo chiamato a lanciare 'il manifesto' delle 'società progressiste' per le elezioni europee del 22-25 maggio 2014, in alternativa al modello di società perseguito dalle forze conservatrici liberiste,alle politiche del rigore,dell’austerità.La scadenza elettorale europea del 2014 è quindi il campo per la sfida che è assieme culturale,politica,sociale su cui si giocano non solo i nuovi rapporti di forza nel Parlamento europeo, ma il futuro  se non la sopravvivenza della fragile – quale appaqrsa in questa difficile congiuntura economica -  Unione europea.  A Parigi il 15 scorso,al Forum dei i partiti socialisti e socialdemocratici europei - per l'Italia c'erano il leader del Pd, Guglielmo Epifani e Massimo D'Alema,quale presidente della Fondazione di studi socialista europea,la Feps - Jaques Delors, l'ex-presidente della Commissione europea,ritenuto giustamente uno dei padri più prestigiosi della costruzione europea, ha spronato  "a far vivere l'ideale europeo" ed a rilanciare l'obiettivo di "una grande Europa" mediante 'riforme strutturali' in direzione di una unità politica basata sulla cooperazione economica, della ricostruzione dell'unione monetaria fondata sulla solidarietà per superare il divario tra Nord e Sud ed infine sulla armonizzazione fiscale e sul lavoro. "Non abbiate paura, ci arriveremo", ha osservato ma a patto di battere i tre grossi nemici: il marasma economico e sociale; la percezione di un'Europa punitiva che si è allontanata dai cittadini; il populismo che si nutre della mondializzazione e delle conseguenti piani di risanamento economico-finanziari. Ovvero, delle politiche di austerità. Ierì a Sofia i 28 partiti membri del Pse, tra cui il Psi,i 18 componenti associati , cui vanno aggiunti i membri del 'gruppo S&D' al Parlamento europeo, dov'è,pere una sorta di bizzarrìa che abbiamo altre volte segnalato, ‘ domiciliato in sede auropea anche  il Pd, e. Ha chiosato al Forum parigino, D'Alema: "dobbiamo ammettere il nostro errore, dobbiamo invertire l'impianto neoliberista, la gente lo reclama con forza.L'unione politica dell'Europa deve costituire il punto fondamentale su cui si misurerà la nuova generazione, la futura classe dirigente progressista.”

domenica 16 giugno 2013

IL CAMMINO FATICOSO DELLE LARGHE INTESE SULLO SFONDO DI NUOVE IPOTESI DI "GOVERNI DI CAMBIAMENTO"


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°634 di sabato 15 giugno 2013


Roma,15/06/13 – (Aps) – Mentre il Presidente del Consiglio,Enrico Letta, prosegue nella sua opera di scouting sul piano europeo-comunitario delle disponibilità dei Paesi desiderosi di serrare i ranghi per uscire assieme dalla crisi,il quadro politico interno è attraversato da nuove spinte e sollecitazioni non sempre coincidenti con la faticosa linea d’azione del Governo medesimo, volta a tamponare la falla che ha rallentato al massimo la navigazione del sistema-Italia.
Non parliamo tanto delle ambizioni di Berlusconi e degli altri suoi sodali del Centrodestra che smaniano attorno all’idea di resuscitare il nome “magico” di Forza Italia – con non poche divisioni al loro interno – perché i risultati elettorali più recenti,qualunque filosofia interpretativa o di “lettura” si voglia adoperare,sono molto scoraggianti.Forse anche per quanti danno ancora credito ai miracoli di recupero, o di rimonta,della Destra se personalmente pilotati dal Cavaliere.Il problema è che all’elettorato,alla pubblica opinione bisogna ormai offrire proposte ragionate,convincenti,non poipulistiche o demagogiche.Del tipo:via l’Imu per tutti,anzi con il rimborso di quanto sinora versato,e nessun impegno preciso contro l’aumento dell’Iva(sia pure di un solo punto),che assesterebbe un colpo decisivo alla già indebolita domanda interna.Insomma ci sono molte ragioni per ritenere che questa Destra di impronta berlusconiana sia ormai fuori gioco e poco influente negli equlibri politici correnti,forse paga-con i tempi che corrono- di poter mantenere un piede sul carro governativo.
Ma è proprio questa un’altra ragione che spinge il Pd,la sinistra riformista – uscita anch’essa da una prova elettorale, alle,politiche ultime, che definire poco incoraggiante per come era unanimente pronosticata alla immediata vigilia,è obbiettivamente poco,e dalle altrettanto deprimenti vicende del voto per il Quirinale – a cogliere l’importante segnale del voto amministrativo di domenica scorsa che ha evidenziato la netta vittoria dei sindaci ed amministratori di centrosinistra in tutte le città,grandi e piccole.A  cominciare da Roma tornata ad una lunga tradizione di governo della sinistra, dopo lo scandalo dei neofascisti in Campidoglio.Naturalmente andrebbe qui inserito il grave problema dell’astensionismo(che è uno dei volti dell’antipolitica) che riporta in radice quello dell’offerta politica,e delle conseguenti realizzazioni che ai partiti, tutti,competono.
In conclusione pare a noi che l’aver felicemente ritrovato,in questa tornata elettorale ultima, quello “zoccolo duro” dell’elettorato di centrosinistra abbia ridato nuova spinta ad un dibattito interno nella sinistra riformista che dopo febbraio e le vicende quirinalizie (fortunatamente conclusesi poi con il nuovo mandato a Napolitano) si era marcatamente indebolito,rasentando l’afasìa.Così in vista della scadenza congressuale d’autunno tra le varie componenti è ripreso un dialogo che dovrà portare ad una linea di cui tutto il Partito dovrà farsi carico di interpretare.Ancora nel fine settimana scorsa, abbiamo assistito,sulla tribuna di Repubblica-idee a Firenze, al dialogo Letta-Renzi in realtà alquanto riduttivo del bagaglio ideologico,programmatico,delle robuste diversificate radici di cui il Pd è portatore
Oggi registriamo con Bersani la riproposizione di quel “governo del cambiamento” che racchiude, certo con alcune approssimazioni,ma che forse meglio risponde alle vocazioni specifiche di un partito socialdemocratico europeo.   

LE AMMINISTRATIVE IN SICILIA/ PREVALE  NELL’ISOLA IL PARTITO DEI SINDACI ?

Roma,15/06/13 – (Aps) - In attesa che i ballottaggi completino il quadro definitivo del voto siciliano per questa ultima tornata amministrativa – che ha sostanzialmente confermato la tendenza su scala nazionale – vale la pena riflettere su alcune situazioni  già evidenziate.Corsi e ricorsi storici,potremmo,dire,a proposito di questo voto.Soltanto da alcuni giorni è stato eletto sindaco di Catania,Enzo Bianco, e con un salto di solo un anno, maggio 2012,a Palermo,Leoluca Orlando.Più  volte sindaci delle due maggiori  città della Sicilia  erano stati , infatti, eletti nel  1993  e  riconfermati nel 1997 ed avevano governato quasi ininterrottamente nei rispettivi Comuni per tutti gli anni 90.Bisogna intanto ricordare che agli albori o poco più di questo secolo,prima con l’ingresso in campo di Forza Italia e poi con  la sua  unione  con Alleanza nazionale (il partito di Fini) ed altri partiti minori,  la Sicilia era divenuta, nella nuova veste del Centrodestra,col partito del Popolo della libertà (PDL),un feudo berlusconiano. Provenienti da due diversi percorsi politici, sia  Bianco che Orlando sono stati i promotori  di quella che i media hanno definito “la primavera” delle loro citta’:sia l’uno che l’altro sono stati tra i protagonisti di quello che a suo tempo fu definito il partito dei sindaci che segnò l’avvio di un cambiamento. Dopo la fallimentare gestione amministrativa del PDL   e la contemporanea debacle del M5S, (passato a Catania alle  comunali  dal 16% dei suffragi delle politiche al 2%)con Crocetta alla presidenza della Regione ed il recupero ai ballottaggi anche di capoluoghi  come Messina,Siracusa,Ragusa ed altri, la sinistra  nel suo complesso si consolida notevolmente ma avrà di fronte a sè un mare di problemi(m.g.).