domenica 26 gennaio 2014

ITALICUM AL PASSAGGIO DECISIVO IN PARLAMENTO


APS – Anno XIX (nuova serie ) – n°656 di sabato 25 gennaio 2014

 

ITALICUM AL PASSAGGIO DECISIVO IN PARLAMENTO/SMONTARE OGNI FRAINTENDIMENTO  O SOSPETTO  IN UNA PROPOSTA STRATEGICA  DEL PD

 

Roma,25/01/14 – (Aps) – La partita delle riforme proposte dal segretario Pd Renzi - con l’adesione del Cavaliere nello”storico” e contrastato,trai democrat, incontro col Cavaliere sabato scorso nella sede del Nazzareno – entra, secondo cronoprogramma, nella sua settimana più infocata e decisiva a Montecitorio.
Diciamo subito che attorno alla vicenda della nascita ed al cammino spedito del pacchetto di riforme istituzionali e costituzionali portato avanti da Renzi non tutto è stato sufficientemente inteso.Meglio,diciamo che non tutto è stato valutato in senso corretto.Sono sorti non pochi fraintendimenti specialmente all’interno del Pd,sulla scia delle divisioni ,sino alla settimana fa piuttosto sottotraccia,che leprimarie ed i  loro risultati (il quasi plebiscito per Matteo Renzi) avevano prodotto.
L’accelerazione imposta in queste ultome settimane dal neosegretario democratico al programma di riforme, - a cominciare da quella  della nuova legge elettorale, giustamente ritenuta pregiudiziale in quanto concerne la  possibilità stessa di  governo responsabile per l’intero arco della legislatura da parte di chi esce vincente dalle urne  - ha dunque creato un atteggiamento prima scettico,poi più apertamente critico da parte della minoranza interna dei democratici, genericamente indicati come bersaniani,capeggiati Cuperlo il principale sfidante di Renzi alle primarie poi chiamato alla Presidenza del Partito.Su questa contrapposizione interna  - a proposito di legge elettorale,ma che era figlia anche della diversa valutazione,tra le  componenti interne Pd, della faticosa opera di governo di Enrico Letta,si è aperta la querelle dentro il Pd,che ha subito attirato mediaticamente il giudizio  campeggiato in”prima” su giornali, e gli altri “media” di : “Pd spaccato”.Che  poi non corrisponde alla realtà poichè nei gruppi parlamentari,anche, attorno al pomo della discordia delle mancate preferenze sulla scheda elettorale, le varie componenti Pd continuano a lavorare assieme, alla ricerca di equilibri ed aggiustamenti possibili.Ed anche al di là del merito dei contrasti sui singoli punti( essenzialmente proprio le  preferenze,sin qui negate per il diniego espresso dall’altro contraente del patto,il Cavaliere,che in effetti supporta la proposta Renzi),sembra prevalere più che altro una forma di diffidenza,pregiudiziale che forse ,anzi senza forse,è peggiore di un reale contrasto di merito e di metodo politico.incoraggiata anche,questa diffidenza,dai modi e toni sbagliati o sbrigativi, usati in Direzione dal Segretario Renzi come dal Presidente Cuperlo,poi dimissionario.Insomma dinanzi a comportamenti e specificità di ciascuno,sembra che quel che occorra sia intanto il ripristino delle regole,il rispetto altrui,come è stato sottolineato anche nell’ultima assemblea dei gruppi parlamentari;in secondo luogo - e questo è un punto politico e di metodo assolutamente prioritario – bisogna valutare il peso politico delle questioni  affrontate,in sede di partito prima, in quella parlamentare poi.
In conclusione,a proposito dell’Italicum (una brutta parola scelta per designare un passaggio importante) non si può – tanto per fare un esempio  non a caso – trascurare che la stessa proposta di legge elettorale – che è premessa al trittico di riforme assieme ad abolizione del Senato e Titolo V della Costituzione per ripensare le autonomie locali – in procinto di passare all’Aula da mercoledì prossimo, va certo migliorata fin dove è possibile(soglie di sbarramento, di accesso al premio:ma le preferenze? Non sarebbe preferibile il collegio uninominale?) deve avere purtroppo anche il consenso di Berlusconi se vogliamo farla passare,aprendo la strada alla stagione delle riforme chiaramente proposta ed intestata al Pd..Ma non si può trascurare soprattutto il valore strategico,possiamo dirlo,di una legge ad impostazione maggioritaria, finalizzata a restituire alla politica il valore di prima ed essenziale leva per dare ascolto e risposte ai cittadini,al Paese che attende da svariati lustri,o decenni le regole di una democrazia del fare:E fare bene bene nell’interesse soltanto del Paese.

lunedì 20 gennaio 2014

PER UNA RIFORMA DECISIVA DI SISTEMA VAL BENE ANCHE LO SCANDALO DI BERLUSCONI AL NAZZARENO


APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°655 di sabato 18 gennaio 2014

LO “SCANDALO” BERLUSCONI  AL NAZZARENO/ UNA OPPOSIZIONE UN PO’ FORZATA  QUELLA NEL  PD 

Roma,18/01/14 – (Aps) – A parte le scontate rimostranze,anche con lancio di uova e contumelie varie all’indfirizzo del Cavaleire,da parte del cosiddetto popolo viola - che protesta ormai su tutto dal versante di sinistra – in un sabato che chiudeva una settimana decisamente accentrata sul dilemma opposizioni si o no per la riforma elettorale, l’evento in qualche misura davvero storico dell’ingresso del Cavaliere medesimo nella sede Pd ha ulteriormente polarizzato  l’attenzione di opinione pubblica e mondo politico fortemente scossi dall’inattesa virata impressa da Renzi.L’oggetto di questo “storico” evento era: allargare il perimetro delle forze di maggioranza come di opposizione,come corretteza istituzionale e politica  esigerebbe,per stringere su un accordo proposto dal Pd relativo ad un pacchetto di riforme – abolizione del Senato come Camera di doppia lettura legislativa e poi capitolo V e soprattutto legge elettorale maggioritaria - a beneficio di una governabilità chiara e responsabile.

Occorre dire che – dinanzi all’annuncio inequivoco(subito confermato da Berlusconi con un altro dei suoi ormai abituali videomessaggi)  dato da Renzi nella telegrafica conferenza stampa tenuta dal Segretario Pd – in corsa verso il treno per il rientro a Firenze - nella stessa sede del Nazzarerno a conclusione dell’incontro ha sollevato immediatamente una marea di commenti,oltrechè in rete,da parte degli altri alleati di maggioranza(Alfano in testa) impegnati a combattere sulla strenua trincea in difesa della propria marginalità elettorale,e soprattutto da parte degli esponenti della minoranza impropriamente definita bersaniana.

C’è profonda sintonia – aveva annunciato Renzi al termine dell’incontro con Berlusconi - per la realizzazione del pacchetto di riforme,Il che che equivale a dire via libera al proseguo e definizione  con dei testi da affidare al Parlamento per il necessario varo – nei tempi e nelle procedure previste- del pacchetto delle riforme.

Ora, a prescindere dalla reazione interessata di Alfano e compagni - che non possono peraltro pretendere che si faccia una riforma elettorale ritagliata sulle proprie specifiche esigenze -occorre richiamare,ancora per un momento i reali termini della questione.Il discorso che è stato fatto in maniera sufficientemente limpida e trasparente anche nella Direzione Pd di giovedì scorso consiste nella esigenza che viene prima di ogni altra – anche prima se si vuole della ripresa economica e dell’occupazione che restano comunque punti assolutamente prioritari – di voltare pagina  nella nostra vicenda pubblica nazionale,di fare in modo che la politica sia una leva per  rispondere ai bisogni degli italiani e non viceversa da piegare agli interessi particolari,di caste e soggetti specifici.Cambiare verso,come è stato detto,per smantellare la vecchia politica della quale continuiamo ad avere prove e testimonianze quotidiane:E non bastano  la buona volontà,i buoni sentimenti,ad esempio, di un Presidente del Consiglio probo e capace come Letta, a far girare la macchina del buon governo. Prima viene un quadro di sistema che consenta alla forza politica che esce vincitrice dalle urne  - con chiarezza del risultato elettorale – di governare secondo le proprie impostazioni e programmi per i cinque anni della legislatura,assumendosi dinanzi agli elettori la piena responsabilità delle scelte compiute.

Questa è materia di cui si parla – inutilmente ed assai spesso con decisioni di segno nettamente opposto(vedi il Porcellum,leggi ad personam e compagnia cantando) – da venti anni e passa,perché il tema non era certo assente nel  dibattito politico almeno nella fase finale della cosiddetta Prima Repubblica.Oggi ,alle soglie della battezzanda Terza Repubblica, menar scandalo perché il pregiudicato Berlusconi ha messo piede nella “casa dei comunisti” al Nazzareno in quanto richiestogli dal Segretario del Pd per arrivare finalmentre a definire un  pacchetto riforme dalla valenza politico-istituzionale di cui siamo tutti consapevoli sembra oggettivamente fare offesa alla verità ed alla coerenza.  

lunedì 6 gennaio 2014

I DODICI MESI CHE HANNO VISTO AL PETTINE I NODI PESANTI DEL QUADRO POLITICO


APS – Anno XVIII ( nuova serie) n°653 di lunedì 30 dicembre 2013


I DODICI  MESI  CHE HANNO VISTO AL PETTINE I NODI PESANTI DEL QUADRO POLITICO ITALIANO / ASSIEME ALLA RISCOSSA DEL PD DOPO LA CADUTA


Roma,30/12/13 – (Aps) – Ultime ore di un anno politicamente  molto travagliato.Dodici mesi nel corso dei quali si sono appalesati segnali di oggettivo aggravamento del quadro anche politico generale.A cominciare dall’esito imprevisto delle urne nel mese di febbraio,quando assieme alla disaffezione dalla politica ad opera di una robusta percentuale di astenuti che hanno  disertato le urne,si è manifestata la significativa novità del voto di protesta,o semplicemente antisistema, da parte dei più numerosi del previsto cittadini “grillini”.Con il che è anche mutato il quadro della rappresentanza politica che da bipolare è divenuto tripolare,ma con il convitato di pietra del Movimento 5S che ha trascinato nelle secche il tentativo affidato al Segretario del Pd Bersani di pervenire alla formazione di un governo,sulla base del programma del maggior partito,il Pd appunto,che era riuscito a
 strappare il premio di coalizione,almeno a Montecitorio perché i trucchi del Porcellum fanno cantare al Senato tutt’altra canzone.La anomala tripolarità del quadro politico si riverberava quidi nella immediatamente successiva fase del voto per il nuovo Capo dello Stato che registrava nuovi e poco edificanti colpi di scena con le dandidadature di centro- sinistra,:di Marini prima,soprattutto dopo di Prodi il cui nome veniva misteriosamente impallinato da ben  !05 anonimi grandi elettori del Pd.La rapida involuzione cui si avviava lo scenario politico imponeva a questo punto una soluzione di assoluta garanzia democratica,come la riproposizione del nome di Giorgio Napolitano( presidente uscente per lo spirare del termine del settennato) il quale veniva,rapidamente rieletto a largo suffragio, nonostante tutte le private ragioni come quelle di scelta istituzionale e personale oggettivamente militassero contro un secondo mandato.A premessa della sua rielezione Giorgio Napolitano aveva.fissato con estrema fermezza dignità le condizioni, per così dire, alle quali accedeva alla proposta quasi unanime del Parlamento.Unitamente all’esplicitazione delle conseguenze che ne sarebbero potute derivare – le sue dimissioni in qualsiasi momento – ove fosse venuto meno lo sforzo di solidarietà e collaborazione delle forze che avevano proposto in Parlamento la sua rielezione.
I successivi passaggi sono stati l’incarico ad Enrico Letta per le “larghe Intese”, destinate presto a naufragare tuttavia, sotto l’incalzare degli eventi giudiziari della condanna in tre gradi di giudizio di Berlusconi per frode fiscale,e la conseguente decadenza del medesimo dal seggio senatoriale.La spaccatura del Pdl,tra lealisti(Fitto) e governisti (Alfano):con la rinascita di Forza Italia e l’abbandono dell’alleanza delle “larghe ma malferme intese”,da da parte di Berlusconi.
Il capitolo più significativo dei dodici mesi che si concludono riguarda tuttavia il Pd ed il suo processo di rinnovamento, attraverso il congresso e soprattutto le primarie che ad inizio di dicembre hanno incoronato Renzi nuovo Segretario con un larghissimo consenso.Per il Pd – dopo la mancata vittoria delle politiche di febbraio ed altri episodi rivelatori di un affanno marcato nel respiro di questa che è giustamente considerata la “maggiore risorsa democratica” del Paese – si è aperta una fase impegnativa che va dal fronte del governo a quello del partito.Da qui Renzi intende lanciare gli input di una rinnovata azione del Pd, a largo orizzonte,che possa essere avvertito oltre che dai tre milioni del popolo dei gazebo da tutti i ceti della scala sociale e produttiva,tutti da qualche anno in sensibile sofferenza ed in attesa di segnali concreti di una ripresa stabile del Paese.Le prossime settimane di gennaio misureranno l’ampiezza e la forza di questa iniziativa attesa da parte del nuovo Pd post-primarie.

APS – ( Anno XVII ) – nuova serie - n° 652 di lunedì 23 dicembre 2013



IN PARLAMENTO E NEL PAESE RIBOLLONO ANSIE ACUITE DALLA CRISI,”VERGOGNE” SEDIMENTATE NEL CORSO DEL VENTENNIO/IN PIU’ UN PIZZICO DI LOBBYSMO PER IL “MILLEPROROGHE” DI FINE ANNO

Roma,23/12/13 – (Aps) – Non sappiamo se sia entrata tutta nel titolo di questa nostra nota la materia che ha fatto mostra di sé in questi giorni,nella cronaca malinconica del presente scorcio di vita repubblicana.Non c’ è alcuna contapposizione Renzi – Letta, perché entrambi sono attestati su versanti, forse diversificati, ma dello stesso quadrante politico.
Da un la posizione di governo.l’uno.di partito l’altro,simboleggiano le due interfacce destinate a  confrontarsi e verosimilmente ad integrarsi.
In una sorta di bilancio di fine anno il Presiedente del Consiglio Letta,in una conferenza stampa dedicata,ha voluto evocare il lascito “generazionale”dei quarantenni .Un discorso che s’incrocia subito con quello di Renzi.Sembrerebbe insomma che la bussolla di entrambi possa coincidere nel presente arco di tempo, in questa certo non facile opera di ricostruzione democrat.Intanto la messa a punto, da parte del Neo Segretariio Renzi di una piattaforma di lavoro,che includa il cosiddetto “job Act”.
Che cosa è il “Job Act”?E’un piano risolutivo di sostegno dell’occupazione giovanile,con contratti triennali,fuori dall’art 18.
Altro punto,la bozza elettorale su cui verosimilmente a partire da gennaio si serrerà il confronto con le altre parti politiche.Ferme restando insidie e trabocchetti di chi il risultato di un nuova legge elettorale non l’ho ha certo in cima ai suoi desideri.Se un partito così strutturato,motivato nelle scelte che vuole compiere a beneficio della democrazia politica,in campo sociale ed economico su cui  rimodellare il nostro Paese. Forte dei numeri parlamentari di cui largamente dispone,soprattutto. alla Camera,che il nuovo Pd possa avere difficoltà a giocare la propria partita sembra francamente inverosimile
Diverso forse il discorso circa l’azione di Governo affidata ad Enrico Letta.Per i molti ritardi o detriti accumulatisi in questi anni ne risulta purtroppo inceppata,il più delle volte,come sappiamo, l’azione ministeriale.Abbiamo visto lo scenario di questi ultimi giorni al Senato – dove era da ratificare in ultima lettura la legge di Stabilità- ed alla Camera dove si preparava ad andare in onda il consueto tristissimo spettacolo del Milleproroghe,con le agguerrite Lobby disposte a testuggine:uno spettacolo che non vorremmo più vedere.C’è voluto il provvidenziale “alt” dello Capo dello Stato per riprendere in mano,in estremis le redini del gioco.