sabato 31 gennaio 2015

SERGIO MATTARELLA NUOVO CAPO DELLO STATO,QUASI UN PLEBISCITO DAI GRANDI ELETTORI/UNA DEGNA SUCCESSIONE A NAPOLITANO/IL PD RITROVA L'UNITA'INTERNA,RIPRISTINATE IN POLITICA LE REGOLE DI SISTEMA

APS – Anno XX ( nuova serie ) – n°693 di sabato 31 gennaio 2015 MATTARELLA NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA/ DEGNA SUCCESSIONE A NAPOLITANO/RIPRISTINO UNITA’PD E FISIOLOGIA DELLE REGOLE DI SISTEMA Roma,31/01/15 – (Aps) – Il voto quasi plebiscitario,questa mattina, dei Grandi elettori riuniti a Montecitorio sin dall’altro ieri - con seicento sessantacinque si, nonostante la frammentazione estesa della rappresentanza popolare che si rifletteva ovviamente anche nella Assemblea dei Grandi Elettori – ha segnato probabilmente un voltar pagina nella storia politica così travagliata degli ultimi tempi,anche dopo le elezioni politiche del febbraio 2013.Sulla figura e sul significato della elezione del nuovo Capo dello Stato,Sergio Mattarella - che pronuncerà il suo discorso d’insediamento dinanzi a Camere riunite martedì prossimo – avremo modo di tornare presto In contrasto con questi eventi edificanti di una giornata cosi decisiva per la vita della Repubblica,una nota decisamente sgradevole e stonata l’ha segnata il servizio pubblico radiotelevisivo,la Rai,con il solito talk-show,”Porta a porta”. Come se nulla fosse accaduto in questi giorni, animato dal solito conduttore-cerimoniere Bruno Vespa,in omaggio alle leggi della “par condicio”,abbiamo dovuto sentirci ripetere le antiche logore formulette da prima,seconda Repubblica e via dicendo rivelatesi insopportabilmente vecchie nel confortante scenario odierno,anacronistiche come i volti dei personaggi che generalmente le pronunciavano stasera nel “salotto buono” delle rete ammiraglia della Rai. Detta anche “Terza Camera”,nella presunzione che molti eventi politici di oltre un ventennio – Berlusconi imperante – siano stati proposti,battezzati o modificati nello studio ovattato di quello show. Se questo è il vecchio di cui vorremmo definitivamente liberarci, e buttare a mare, e se veramente l’avvenimento di oggi con l’elezione al Colle di Sergio Mattarella potrà propiziare un clima di legalità e di rigore nella vita repubblicana - del quale lo stesso Presidente emerito Napolitano ha posto serie premesse – potremmo essere all’inizio di un percorso nuovo,a cominciare dalle risposte più urgenti che sono attese dalle famiglie - che l’amaro prezzo della recessionestanno ancora pagando sulla propria pelle;dai giovani ,dai disoccupati,dagli imprenditori impegnati in una difficile ripresa. Un percoroso utile e facilitatore delle riforme del Governo Renzi come di una più estesa rifondazione dell’apparato pubblico;dello Stato che nasce dalla Costituzione.Al di là di ogni fraintendimento “uti singuli” malauguratamente nato, ad esempio, attorno al chiacchierato Patto del Nazzareno.

domenica 25 gennaio 2015

PD/RICOSTRUIRE L'UNITA'INTERNA DOPO LO STRAPPO SULLA L.ELETTORALE/UN QUESTIONE DI SOSTANZA POLITICA E DI GALATEO NON SCRITTO/IL VOTO PER IL COLLE LIBERO DA OGNI CONDIZIONAMENTO

sabato 24 gennaio 2015 APS – Anno XX (nuova serie ) – n° 692 di venerdì 23 gennaio 2015 IL PD ALLA RICERCA DELLA UNITA’ PERDUTA SU UNA QUESTIONE DI SOSTANZA POLITICA E DI GALATEO INTERNO SU CUI FORSE OGGI RIFLETTONO TUTTI/LIBERARE IL VOTO PER IL COLLE DA OGNI CONDIZIONAMENTO Roma,23/01/15 – (Aps) – Una questione di sostanza politica rilevantissima ed anche per così dire di galateo.Non perché in politica,nei partiti siano richiesti riti e querimonie particolari,ma perché a maggior ragione nella comunità di un partito grande ed importante quale sono oggi i democratici non bisogna mai far venire meno il rispetto anche dell’avversario più irriducibile quando sia portatore di idee e proposte in reale contrapposizione con gli orientamenti del leader e della maggioranza che lo sostiene.Queste sono regole fondamentali dalle quali non bisogna mai discostarsi se non si vuole mettere a rischio quella unità interna più volte evocata in questi giorni nel Pd e di cui si è fatto portavoce autorevole l’ex segretario Bersani .Che forse sta inducendo a qualche comune ripensamento nel partito stesso e nel complesso delle sue componenti interne.Ed anche sul Segretario-Premier e sulle sue “intemperanze” giovanili per così dire potrebbe avere un influenza alla fine benefica al fine della ricompisizione dell’unità interna del Pd che poi – oggi tutti riconoscono - è la sola premessa ineludibile se si vuole veramente spogliare la “pratica” Capo dello Stato” da ogni veto preventivo,depurandola da ogni sottinteso o addirittura interesse di natura particolare o personale,quale è certamente quello coltivato dal Cavaliere che si giocherebber ogni carta,anche la più arrischiata,pur di ricavare dalla vicenda la possibilità di ottenere in qualche modo dal nuovo inquilino del Colle la famosa “agibilità politica”,nell’illusione di poter concorrere in parità di condizioni alle competizioni politiche prossime future.Come del resto si è anche almanaccato sulle ambizioni del Premier Renzi di veder seduto al Quirinale un Presidente che sia il suo Avatar.Ovvero chi possa lasciargli piena libertà di fare nella sua veste di Capo del Governo.Due sogni,forse speculari l’uno all’altro,che ci auguriamo non abbiano diritto di cittadinanza in questo delicato ed importantissimo passaggio della vita politico-istituzionale del nostro Paese.Che non alberghino alberghino davvero nella mente di Matteo Renzi e nella ventata di nuovismo operoso che egli aveva portato con se nella sua irruzione sulla scena politica ed istituzionale circa un anno fà. Oggi,mentre si chiude l’ultima settimana che precede il vero e proprio avvio dei passaggi politici che preludono all’apertuta a Montecitorio del seggio dei Grandi Elettori per le votazioni sul Capo dello Stato,posiamo registrare parecchi segnali dell’auspicato ripensamento suscettibile di restituire unità e forza al più grande partito italiano portatore di progresso e di riforme innovative – chiaramente improntate alla socialdfemocrazia europea - di cui il Paese ha bisogno.Un programma di riforme che chiaramente vanno affinate cammin facendo:un progetto operoso che tutto insieme il Pd sembra voler portare a compimento SI ACCENDE COME NEPPURE IN PASSATO LA CONTRAPPOSIZIONE TRA MAGISTRATURA E GOVERNO Roma,24/01/15 –(Aps) – La contemporanea cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario nei distretti di corte d’appello delle principali città italiane – da Milano,a Torino,a Bologna,a Roma,a Palermo – ha fatto registrare,dopo il discorso del Presidente della Cassazione Santacroce,una singolare accentuata consonanza di toni nelle diverse relazioni svolte dai Presidenti delle singole Corti d’Appello.In pratica si è trattato di unico attodi accusa dei magistrati nei confronti del Governo delle riforme(poche) e timide avviate nel campo della giustizia a cominciare dai delundenti esiti in materia di prescrizione – vero scandalo ed inceppamento della macchina giudiziaria nelle passate legislature ed inoltre i passi falsi temporaneamente fermati sul limite di impunibilità per reati penali in materia fiscale,aventi riflessi diretti proprio nei procedimenti in corso o passati in giudicato dell’ex Cavaliere.Altri punti critici,dalla punitività delle misure per ridurre le ferie ai magistrati,alla inopportunità della audizione al processo di Palermo del dimissionario Napolitano,alla imprecisione e limitatezza delle altre riforme sul tappeto sempre in materia di giustizia. Naturalmente tanto coro assordante non poteva non sollevare reazioni indispettite degli ambienti politici di maggioranza,anche se, a quel che è dato da ritenere, non mancano neppure su questo terreno voci e toni autocritici sulla lentezza e cautela(eccessive) in un campo – quello appunto della macchina giudiziaria e dei diritti dei cittadini - in cui molto resta da fare per garantire un volto ed un decoro apprezzabili.

giovedì 22 gennaio 2015

Questa è anche la pagina Web dell’agenzia Aps notizie e commenti politici che si stampa ininterrottamente da circa 20 anni;osservatorio attento dei fatti che della politica connotano il corso.Nella nostra “era post-ideologica” appare in controtendenza rispetto a mode superficialmente innovative anche nel campo della cultura politica occidentale.Dalla liberaldemocrazia,alla socialdemocrazia al socialismo europeo.Promotore ne è Antonio CIAMPAGLIA: giornalista di”lungo corso”,ultimo direttore del Gr3/Rai;già Vicario di Rai international,notista politico,tra l’altro,di Gr eTg. Politologo ed editorialista, senior della Stampa parlamentare.

mercoledì 21 gennaio 2015

Versione web di APS,agenzia di notizie e commenti politici, è osservatorio privilegiato dei fatti che della politica connotano il corso.In controtendenza con la nostra era definita post-ideologica, è ben ancorato alla cultura politica europea: dalla liberaldemocrazia alla socialdemocrazia ed al socialismo europeo,dove ha saputo meglio esplicarsi.Ispiratore ne è Antonio CIAMPAGLIA,giornalista Rai di “lungo corso”,già Direttore Gr3,Vicario di Rai International.Notista anche di Gr eTg,è politologo ed editorialista,senior della Stampa Parlamentare.

sabato 17 gennaio 2015

LA "SEDE VACANTE" ACCRESCE CONFUSIONE ED INSICUREZZE NEL QUADRO POLITICO/L'INTRECCIO PERVERSO COL NAZZARENO/BIZANTINA A COSTITUZIONE VIGENTE,LA ELEZIONE NON DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO

APS – Anno XX ( nuova serie ) – n° 691 di sabato 17 gennaio 2015 LA “SEDE VACANTE” ACCRESCE CONFUSIONI ED INSICUREZZE DEL QUADRO POLITICO/L’INTRECCIO PERVERSO COL NAZZARENO/BIZANTINA,A COSTITUZIO= NE VIGENTE,LA ELEZIONE NON DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO Roma,17/01/15 –(Aps) – Come si può definire la attuale anomala situazione istituzionale italiana,che si ripete ovviamente,con problematiche non di poco conto nella metodica e nella scelta stessa del nuovo Presidente,ad ogni scadenza del mandato di quest’ultimo? Non ci pare scorretto – mutuando l’espressione dall’ordinamento di uno Stato quello Vaticano che un tempo si indicava come d’Oltretevere – parlare anche per la nostra Repubblica di “sede vacante”. Bene,per il nostro “conclave” repubblicano mancano a partire da oggi esattamente dodici giorni,e sono appena quattro i giorni addietro,quando il Presidente Napolitano – in perfetta sincronìa con la scadenza da lui stesso indicata – ha rassegnato le dimissioni nel momento stesso in cui si concludeva il semestre Ue a Presidenza italiana,con Matteo Renzi.Il Presidente Napolitano,non c’è bisogno di ricordarlo,concludeva così un suo doppio mandato quasi novennale,dopo la rielezione dell’aprile 2013. Abbiamo ripercorso questa breve cronistoria per rilevare i travagli che puntualmente stanno riproponendosi, ed accentuatamente, di fronte all’appuntamento della elezione presidenziale,sia tra le forze politiche di maggioranza,sia di opposizione,evocando la brutta esperienza di meno di due anni fa quando l’ impasse di Parlamento e Grandi Elettori venne superato facendo ricorso ad una “miracolosa” soluzione.Vale a dire la rielezione –dopo un pressante ripetuto invito della grande maggioranza delle forze politico-parlamentari – dell’uscente Presidente Giorgio Napolitano. Oggi che una soluzione miracolosa di questo tipo non esiste più,come è evidente,resta dinanzi all’Assemblea dei grandi elettori - che si riunirà a Montecitorio per la prima votazione già nel pomeriggio del 29 gennaio - il grande “busillis” del nome su cui far convergere la maggioranza richiesta e che si riduce alla maggioranza assoluta soltanto a partire dalla quarta votazione.Tutto qui il problema?,si potrebbe obbiettare.Si ma anche questa volta che la politica va attestandosi – e ne sta anche preparando,con la nuova legge elettorale,la riforma del Senato e delle Autonomie, le forme nuove in cui dovrebbe articolarsi in un futuro ormai prossimo la nostra democrazia – su una netta concezione maggioritaria,a sostegno della governabilità e con una probabile ulteriore revisione costituzionale per un maggiore equilibrio trai poteri dello Stato;anche questa volta non mancano i problemi.Non solo Renzi qualche capitolo aperto all’interno del Pd ce l’ha tutt’ora aperto,non solo per effetto della ancora vigente legge elettorale al Senato non dispone della stessa ampia maggioranza della Camera.C’è anche l’indubbio pasticcio del Nazzareno,come viene semplificato il nome dell’omonimo Patto siglato esattamente un anno fa tra il nascente astro dei democrat,Renzi,allora in procinto di diventare nel giro di poche settimane il nuovo Presidente del Consiglio,e l’ex Premier Berlusconi,leader in buona parte contestato di una dimezzata ormai Forza Italia,in procinto di essere assoggettato alla applicazione della propria condanna che era stata confermata dalla Cassazione.Un accordo di cui non è stato mai espicitato nei dettagli il contenuto – a parte il sostegno da parte del Cavaliere al programma di riforme istituzionali ed elettorale impostato da Renzi,Segretario del Pd – ma che aveva come punto focale per il Cavaliere un impegno alla ripresa di una propria “agibilità politica”,di cui non si conoscono le possibili modalità di esecuzione.E’facile allora capire come il cosiddetto “Nazzareno” agisca come una palla al piede di chi – come Premier in carica e come Segretario del maggiore Partito – si è preso l’onere di dare le carte nella difficile partita della elezione presidenziale.Un vero e proprio rompicapo,con molti rischi al proprio interno.L’interferenza di questa partita –di per sè oggettivamente anacronistica una elezione così “modellata” del Capo dello Stato – sull’impegnativa agenda parlamentare che di qui al 29 prossimo dovrebbe essere conclusa con l’approvazione della legge elettorale(al Senato) e della riforma del Senato(alla Camera).L’intreccio di questi elementi potrebbe anche portare – bisognerebbe stare molto attenti – od all’elezione di un “Presidente per caso” ovvero di un Presidente non idoneo all’alto ruolo. LO STRAPPO DI COFFERATI SULLE PRIMARIE IN LIGURIA RIATTIZZA CONTRASTI E MALUMORI NEL PD /UN LIMITE ALLA GUIDA “SPERICOLATA” DI RENZI ? Roma,17/01/15 – (Aps) - Dopo che è divenuto ufficiale lo strappo dell’ex Segretario Gen.della Cgil ed attuale deputato europeo,Sergio Cofferati,che a seguito dell’esito delle primarie regionali liguri ha dichiarato di “non poterci più stare nel Pd” sono molti gli interrogativi che s’affacciano.Riguardano le conseguenze su quei settori del Pd che mostrano da mesi ormai aperta insofferenza verso la linea del Premier e Segretario del partito Renzi.Per la verità il discorso “scissione” non sembra appassionare neppure in questa occasione molti esponenti di questo malcontento,eccetto quasi certamente Civati che di scissione parla o la lascia indovinare ad ogni piè sospinto.Ma non è tanto su questi settori del Partito più apertamente contrappostisi al Segretario,quanto su una più larga fascia che non nasconde dubbi e malumori sulle scelte di Renzi e sulle sue modalità di esecuzione piuttosto sbrigative.Che sempre si incrociano con le famose ragioni del Naz= zareno spesso chiamate a far da semaforo regolatore nel cammino parlamentare dei relativi testi legislativi.Sempre in nome di queste intoccabili esigenze della cosiddetta “alleanza per le riforme” stretta con il Cavaliere.Del quale si rimane poi tutti a scrutare rea= zioni e comportamenti della sua residua truppa nelle aule parlamentari.Vi è solo da vedere se da questo più duro contrasto introdotto da Cofferati a Genova non possa davvero scaturire – come è nell’auspicio della più ampia area dei critici moderati del Segretario – quel limite più tassativo alla “guida spericolata” del Pd che va manifestandosi.

domenica 11 gennaio 2015

CONTRO LA MINACCIA TERRORISTICA/DUE MILIONI ALLA MARCIA "REPUBBLICANA"DI PARIGI,QUASI ALTRETTANTI NEL RESTO DELLA FRANCIA/CAPI DI STATO O DI GOVERNO ALLA TESTA DEL CORTEO/UN RASSEMBLEMENT SENZA PRECEDENTI SECONDO IL PARIGINO"LE MONDE"

APS –Anno XX ( nuova serie ) – n°690 di domenica 11 gennaio 2015 PARIGI,FORSE DUE MILIONI ALLA MARCIA “REPUBBLICANA”/RASSEMBLEMENT SENZA PRECEDENTI,PER IL QUOTIDIANO Le Monde” CONTRO ILTERRORISMO, PER LA LIBERTA’ DI TUTTI il Roma,11/01/15 –(Aps) – Impressionante e commovente il senso della imponente manifestazione nella capitale francese,del tutto blindata, con milioni di persone,non soltanto francesi ma anche di molti paesi, europei e non, e di almeno 45, forse anche 50 Capi di Stato e di Governo convenuti a Parigi per testimoniare la loro solidarietà,Alla Francia, gravemente ferita nei giorni scorsi da una non calcolata impennata della violenza terroristica che trova alimento nell’estremismo jhadistico in rapida espansione in molte aree del mondo e che trova il suo fulcro nel vicino Oriente.Uno spettacolo;per così dire,quello offerto oggi dalla grande manifestazione parigina che può ben definirsi la trasposizione plastica della prima forte reazione,a caldo,dopo la terrificante strage nella redazione del periodico satirico,di assai affermata diffusione,”Charlie Hebdo”,che ha portato Parigi,la Francia come quasi tutti gli altri paesi europei,a convergere sulla scritta e lo slogan efficacissimi: “Je suis Charlie”. Da stasera si discuterà a lungo sulla portata e l’investimento politico e morale che comporta l’eccezionale marcia del due milioni nelle strade e nelle piazze più celebrate della “Repubblique”,con alla testa i Vertici di governo dei principali paesi ,nei vari continenti,sotto braccio l’uno all’altro in una testimonianza di eccezionale valore.Molto meglio sarà tuttavia se si riuscirà a decidere sollecitamente ed univocamente in Europa sulle linee e sulla strategìa di risposta comune ai due allarmanti episodi di violenza terroristica che si vogliono direttamente riportati ad un disegno stragistico del Jadismo.Ovvero appartenenti ad una forma di terrorismo molecolare che rappresenta la nuova forma della violenza estrema propagandata dai vertici delle organizzazioni affacciatesi negli ultimi tempi alla ribalta del nuovo fanatismo criminale islamico. Ed anche questo occorrerà capirlo bene.Poichè dipende da quale delle due forme sia stata veramente assunta- da questo fanatismo di nuova generazione- per potersi orientare in una posssibile strategia d prevenzione e di lotta ai così gravi pericoli – come li abbiamo conosciuti questa settimana in Francia – che incombono su obbiettivi e bersagli in tutto il mondo occidentale.

sabato 3 gennaio 2015

PROFILI E CONTENUTI DELL'AGENDA DI GOVERNO NELL'ULTIMA CONFERENZA STAMPA 2014 DI MATTEO RENZI/STRETTA CONNESSIONE TRAI PUNTI DI RIFORME

MOLTI PASSAGGI ROVENTI PER L’AGENDA DI GOVERNO DI RENZI/ STRETTA CONNESSIIONE TRAI PUNTE DELLE RIFORME, TUTTE ASSAI IMPEGNATIVE. Roma,30/12/14 –(Aps) – Nella sua ultima conferenza stampa per il 2014 del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi questo pomeriggio a Palazzo Chigi ha disegnato lo scenario imminente che impegnerà, assieme al Governo,le forze di maggioranza come delle opposizioni.Su che cosa?Sui decisivi passaggi parlamentari che alla Camera come al Senato attendono riforme come quella della legge elettorale,della fine del bicameralismo perfetto,con la Camera Alta non più elettiva ed a ridotta potestà normativa,la riforma della P.A.e via discorrendo.Esse dovranno prevedibilmente lasciare il passo alle votazioni per il nuovo Capo dello Stato dopo le preannunciate dimissioni di Napolitano le quali saranno meno informalmente confermate nel messaggio di Capodanno dal Quirinale. Molto si è detto e molto di più si dirà a partire dalla prossima settimana con la riapertura del Parlamento,quando l’intreccio con i problemi che solleva la elezione presidenziale saranno ulteriormente delibati da osservatori come dalle forze politiche con maggiore peso e responsabilità anche dinanzi a siffatto passaggio.Ma non v’è dubbio che le problematiche complesse relative alla scelta del nuovo Capo dello Stato non fanno davvero scolorire polemiche ed ostacoli che stanno difronte a Renzi.Soprattutto all’interno del suo stesso partito,dove campeggia la cosiddetta minoranza dem, sia pure ormai di forza e dimensioni ridotte,a causa della formazione di un ben consistente gruppo dei cosiddetti “bersianiani” che le ragioni del dialogo interno e delle prioritarie esigenze della salute della “ditta” e della sua unità ha sempre privilegiato sopra ogni altro obbiettivo.Da questo punto di vista la navigazione di Renzi e della sua compagine di Governo dovrebbe forse ora trovare motivi di forse minore difficoltà.Restano i rapporti con gli altri alleati.Quelli del Patto del Nazzareno(tradotto in volgare,Berlusconi) e quelli direttamente imbarcati nella coalizione di maggioranza.Come Alfano ed i resti della Scelta civica di montiana memoria.Sulla fedeltà di ciascuno di questi soggetti difficile mettere la mano sul fuoco.Le motivazioni che muovono la loro bellicolosità sono disparate.Muovono tuttavia tutte dalla stessa premessa:procurarsi ad ogni costo una visibilità operosa,nel tentativo non facile di apparire comunque parte del gioco,per appropriarsi di un angolo di scena.

giovedì 1 gennaio 2015

L'ULTIMO MESSAGGIO DI CAPODANNO DI NAPOLITANO/UN ALTO LASCITO POLITICO E MORALE PER CHI GLI SUCCEDERA' ,PER GLI ITALIANI,LA CLASSE POLITICA

APS –Anno XX ( nuova serie) –n°689 di mercoledì 31 dicembre 2014 IL MESSAGGIO DI NAPOLITANO:UN LASCITO MORALE E POLITICO SOPRATTUTTO PER QUANTI DOVRANNO ELEGGERE IL SUO SUCCESSORE AL COLLE Roma,31/12/14 –(Aps) –La conferma da parte del Presidente Napolitano della sua decisione ormai irrevocabile di lasciare a breve la massima carica istituzionale che egli occupa da poco meno di nove anni – come avvenuto questa sera nel suo ultimo messaggio di Capodanno agli italiani – sta per aprire formalmente un passaggio impegnativo della nostra vita pubblica.Si,perché diciamolo chiaramente,non sarà facile sostituire Napolitano al Quirinale,dove la sua opera di lucido ed equilibrato tessitore-mediatore democratico è stata sempre in evidenza in questi lunghi anni.Giorgio Napolitano – o “Re Giorgio”, come ebbe a definirlo poco più di tre anni fà il Wahington Post in occasione dell’incoronazione con l’incarico di governo a Mario Monti dopo le note travagliate vicende cha avevano trascinato l’Italia dentro il vortice della crisi che aveva scosso l’eurozona –si è confermato personalità di,squisita,rara impronta democratica,sempre impegnato in un personale sforzo di ricerca tesa a conciliare le radici della sinistra con le forme e con la cultura politica del riformismo gradualista della sinistra in Occidente.Non a caso egli era stato il capofila della corrente cosiddetta “migliorista” nel Pds,prima della nascita del Pd,Presidente dell’Assemblea di Montecitorio,più volte Ministro.Insomma,senza voler straripare in giudizi eccessivamente elogiativi,Napolitano ha portato al Colle, al vertice dello Stato italiano uno stigma di cultura politica e istituzionale,di competenza, difficilmente uguagliabile.Per queste ragioni che si congiungono a quelle di una perdurante crisi che investe la crescita e l’occupazione intrecciata con quella“debolezza di sistema” che fa parte ormai del nostro assetto pubblico istituzionale la ricerca e l’elezione di un successore di Napolitano al Colle appare oggi un’operazione non facile.Anche senza voler aggiungere che a questa duplice crisi Renzi sta cercando di portare rimedio con una serie di misure o riforme alcune delle quali al traguardo, e proprio per il sostegno e l’incoraggiamento costante venutogli da Napolitano. L’obbligo che è di tutti e di ciascuno,come proprio stasera ha voluto ribadire il messaggio del Capo dello Stato,di uno sforzo collettivo per far positivamente fronte ai bisogni della comunità nazionale, si evidenzia anche dinanzi a questa suprema esigenza che reclama il nostro sistema istituzionale.Per questo sembra prevalere la consapevolezza della necessità di individuare la figura di un politico che sappia rientrare nei tratti dell’identikit che Giorgio Napolitano ha implicitamente disegnato con la sua opera quasi novennale al Quirinale.E proprio da qui potrebbe purtroppo iniziare il nuovo giro di questo impegnativo gioco dell’oca della elezione al Colle del dopo Napolitano. MOLTI PASSAGGI ROVENTI PER L’AGENDA DI GOVERNO DI RENZI/ STRETTA CONNESSIIONE TRAI PUNTE DELLE RIFORME, TUTTE ASSAI IMPEGNATIVE. Roma,30/12/14 –(Aps) – Nella sua ultima conferenza stampa per il 2014 del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi questo pomeriggio a Palazzo Chigi ha disegnato lo scenario imminente che impegnerà, assieme al Governo,le forze di maggioranza come delle opposizioni.Su che cosa?Sui decisivi passaggi parlamentari che alla Camera come al Senato attendono riforme come quella della legge elettorale,della fine del bicameralismo perfetto,con la Camera Alta non più elettiva ed a ridotta potestà normativa,la riforma della P.A.e via discorrendo.Esse dovranno prevedibilmente lasciare il passo alle votazioni per il nuovo Capo dello Stato dopo le preannunciate dimissioni di Napolitano le quali saranno meno informalmente confermate nel messaggio di Capodanno dal Quirinale. Molto si è detto e molto di più si dirà a partire dalla prossima settimana con la riapertura del Parlamento,quando l’intreccio con i problemi che solleva la elezione presidenziale saranno ulteriormente delibati da osservatori come dalle forze politiche con maggiore peso e responsabilità anche dinanzi a siffatto passaggio.Ma non v’è dubbio che le problematiche complesse relative alla scelta del nuovo Capo dello Stato non fanno davvero scolorire polemiche ed ostacoli che stanno difronte a Renzi.Soprattutto all’interno del suo stesso partito,dove campeggia la cosiddetta minoranza dem, sia pure ormai di forza e dimensioni ridotte,a causa della formazione di un ben consistente gruppo dei cosiddetti “bersianiani” che le ragioni del dialogo interno e delle prioritarie esigenze della salute della “ditta” e della sua unità ha sempre privilegiato sopra ogni altro obbiettivo.Da questo punto di vista la navigazione di Renzi e della sua compagine di Governo dovrebbe forse ora trovare motivi di forse minore difficoltà.Restano i rapporti con gli altri alleati.Quelli del Patto del Nazzareno(tradotto in volgare,Berlusconi) e quelli direttamente imbarcati nella coalizione di maggioranza.Come Alfano ed i resti della Scelta civica di montiana memoria.Sulla fedeltà di ciascuno di questi soggetti difficile mettere la mano sul fuoco.Le motivazioni che muovono la loro bellicolosità sono disparate.Muovono tuttavia tutte dalla stessa premessa:procurarsi ad ogni costo una visibilità operosa,nel tentativo non facile di apparire comunque parte del gioco,per appropriarsi di un angolo di scena.