martedì 25 ottobre 2011

LA MORTE DI GHEDDAFI CHIUDE UN CAPITOLO CRUENTO PER APRIRE QUELLO DELLA RINASCITA LIBICA



Roma,21/10/11 (Aps) – Il tragico ma non improbabile epilogo della rivoluzione libica con l’uccisione del rais Muammar Gheddafi ha polarizzato almeno per breve arco di tempo l’attenzione dell’opinione pubblica e  dei circoli politici internazionali.Non diversamente è stato da noi,in Italia,dove per ventiquattro o trentasei ore i discorsi sono stati in buona parte polarizzati dalla vicenda di Sirte – la città natale del dittatore libico – in cui egli ha definitivamente chiuso la sia avventura umana oltrechè politica, già segnata in realtà sin dai primi mesi di quest’anno.
Paese ricco,per effetto dei numerosi consistenti giacimenti gas e petrolio,la Libia si differenzia dagli altri Stati della fascia Nord-africana affacciati sul mare Mediterraneo.E tutti od in buona parte sono stati coinvolti nella cosiddetta “primavera del web” per molti aspetti ancora in corso in quest’area,e destinata a contagiare più rapidamente altri Paesi di quel continente,proprio per come  veloce e penetrante è il messaggio dei media telematici.
Le considerazioni sulla verosimile fine del rais,prima seriamente ferito e poi colpito a morte con determinazione -  che del resto sembra la stessa abbia subìto il figlio Mutassim - sono quelle consuete in tutti i numerosi analoghi casi in cui il capo od oligarca della dittatura venga abbattuto a “furor di popolo”.Sempre si eleva la giusta condanna dell’opinione pubblica mondiale e degli Stati rispettosi dei principì della dignità dell’uomo, perché anche il peggiore tiranno non venga privato del diritto di ogni essere umano ad essere assoggettato al giudizio di un Tribunale.
Per il nostro Paese – che in Libia iniziò giusto un secolo fa la sua avventura coloniale,intrecciando un alterno e complesso rapporto arrivato sino ai giorni nostri attraverso uno speciale Trattato di amicizia e cooperazione – la rivoluzione libica, quale dignitoso capitolo della  sfida di un popolo per la conquista della propria libertà, ci ha trovati smarriti,impreparati.Confermando ancora una v olta, sul terreno diplomatico internazionale,la inadeguatezza della classe dirigente al potere anche nella salvaguardia coerente della dignità e degli interessi italiani.Trascinati con non poche ambiguità nella missione militare Alleata accanto alla Nato,il nostro ruolo  più che altro è stato fonte di imbarazzi e reticenze,portandoci fuori dalla prima Conferenza Interalleata convocata a Parigi all’indomani della caduta di Gheddafi dal “trono” di Tripoli.A parte il protagonismo dell’Eliseo in tutta la vicenda;non estraneo allo scopo di consolidare la presenza della Francia sulla sponda africana.



RIEMERGE CON FORZA LA VIOLENZA ESTREMISTA/ INFILTRATI  NELLA  MANIFESTAZIONE DEGLI “INDIGNADOS” A ROMA
Roma,21/10/11 (Aps) – E’ riemerso in tutta evidenza – e quale! :quella che ci hanno restituito le immagini televisive ed anche quelle di volenterosi partecipanti al corteo romano desiderosi di offrire con i loro smartphone  un contributo visivo sulla follia distruttiva degli infiltrati –il fenomeno dei violenti per “partito preso”,od a prescindere, che si sono manifestati sabato scorso nella imponente, e con intenti dichiaratamente pacifici, manifestazione degli indignados  a Roma.
Come si è poi potuto stabilire,sullo scenario di devastazioni e violenze che rappresentano l’esito di quelle terribili ore del pomeriggio-sera di sabato,si è trattato di professionisti della violenza provenienti, oltreche da Roma, dalle altre principali città.Torino,Milano.Napoli, Padova,e così via.Sono frange di violenti, in alcuni casi prive anche di qualsivoglia connotazione politica sia pure generica,se non legate agli ambienti degli ultrà sportivi del calcio.In altri casi sono riscontrabili origini dall’estremismo politico che riversa questi elementi a margine dei vari movimenti rivendicazionisti : giovani,studenti,precari, etc.I risultati questa violenza folle sono danni ingenti al patrimonio pubblico,a strade ed infrastrutture,autovetture e beni privati e soprattutto alle persone,cittadini,forze dell’ordine,incolpevoli partecipanti a cortei e raduni che espongono a seri rischi la propria incolumità.
Mentre si guarda  non senza preoccupazione al nuovo appuntamento di domenica prossima in Val di Susa della manifestazione “No Tav” che potrebbe essere un’altra occasione per esercizi di violenza ad opera di queste schegge impazzite che vivono nell’ombra ,come si dice va, accanto ai movimenti con lo scopo certo di depotenziarne la carica civile e politica.

lunedì 17 ottobre 2011

ANCORA MANCATA LA SFIDUCIA A MONTECITORIO( CRESCE IL DUBBIO E SI ASSOTTIGLIA PROGRESSIVAMENTE LA SCHIERA DEI SOSTENITORI)

Roma,14/10/11 (Aps) – Scivolone senza precedenti della malferma maggioranza che addirittura viene battuta in Aula a Montecitorio nella votazione dell’art.1 del Rendiconto dello Stato che è come dire il libro mastro in base al quale viene svolta l’attività di governo in tutti i numerosi campi che rientrano nella sua competenza.Di qui la decisione conseguente della giunta del Regolamento e del Presidente della Camera di non potersi procedere al seguito dell’approvazione dell’importante documento contabile dello Stato
L’mpudicizia del Premier è tuttavia tale che. dopo un colloquio con il Capo dello Stato dal quale riceve il pressante invito a dar prova della coesione e consistenza della coalizione su cui regge il Governo stesso,si passa a strettissimo giro all’ennesimo voto di fiducia che il Cavaliere ottiene anche questa volta, sia pure con una ulteriore limatura del suo margine di maggioranza.Il risultato è comunque ancora utilizzato per cantare vittoria sulla sinistra e sul resto dell’opposizione,accusate di di aver adoperato, in occasione della predetta votazione di fiducia,”vieti rituali del parlamentarismo”,quali il tentativo di richiedere la verifica del numero legale .Già ci avevate pensato voi a quanto fossero “viete” queste vie del parlamentarismo:No?Ma il Cavaliere -  che con la politica con la P maiuscola e con i regolamenti legislativi ha chiaramente scarsa dimistichezza – sa cogliere in fallo,per così dire,l’avversario
Ironie a parte,naturalmente quale controprova della vitalità del governo,come si richiedeva dal Colle,in vorticose quanto brevi riunioni del Consiglio dei Ministri sono venute le nomine di altri due ViceMinistri e di un Sottosegretario – sempre in omaggio al principio della snellezza ed operosità della compagine ministeriale .Pressocchè nulla,invece, delle promesse misure del decreto per lo sviluppo che dovrebbe integrare le norme parziali e pasticciate dei precedenti Decreti, accolti con evidente perplessità in sede europeo-comunitaria come sui mercati finanziari
La verità è che mancano la dignità il decoro nella condotta di governo,così come sono sconosciute le più elementari norme della convenienza etico-politica.Questa la ragione
per la quale Berlusconi &company,dinanzi al degrado vistoso della compagine al governo non avvertono la necessità di adereire alla richiesta del “passo indietro” che viene dall’opposizione,che sale dal Paese ogni giorno di più.
In conclusione,un'altra settimana perduta ai fini della generale aspettativa dei cittadini, dell’opinione pubblica perché finalmente si possa mettere la parola fine a questo nuovo  brutto “incidente” nella storia d’Italia.

TELENOVELA RAI /PER MINZOLINI LA PROCURA RICHIEDE  L’IMPUTAZIONE;TG E PROGRAMMI  ORMAI FUORI DALLA LOGICA DI SERVIZIO PUBBLICO:COSA FARE?



Roma,14/10/11(Aps) – E’ veramente giunta all’ultimo punto di degrado la squallida televicenda – ma attenzione il discorso vale anche per la radioRai,per la quota che le compete – del disservizio pubblico dell’azienda di Stato della radiotelevisione,dopo l’occupazione militare portata ormai a termine dai “commissari” berlusconiani.Si era sempre parlato ed a lungo in passato della lottizzazione di cui aveva sofferto la Rai già nella cosiddetta Prima Repubblica.Ma erano fiori e rose,allora.
Non era mai accaduto,in altri termini, che la televisione di Stato smettesse completamente i suoi doveri di servizio pubblico,di informare,di approfondire ,di dibattere i singoli temi dell’attualità,quella politica in primo piano .Oggi la Rai dell’era Berlusconi,goffamente genuflessa dinanzi al potere,ha oltrepassato ogni limite alla spregevolezza.I fatti sono troppo noti per essere ricordati.Palinsesti ormai epurati da ogni apporto intelligente –salvo rare eccezioni peraltro appartenenti alla rete Tre che ancora gode di qualche autonomia,e tuttavia fortemente “presidiata” dai pretoriani del Cavaliere per quanto riguarda l’informazione locale – telegiornali ridotti a “notiziari del Minculpop”(vedi la caduta verticale degli ascolti per Tg e programmi delle reti Uno e della Due);diserzione colposa dinanzi al dovere di informare per emittenti del pubblico servizio.Uno sfacelo che reclama interventi urgenti da parte delle autorità che vi sono preposte:Garante della Comunicazione,Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai:che facciano il miracolo di far sentire la propria voce su una situazione a dir poco scottante.
Il caso più vistoso,ma purtroppo non è l’unico,e quello del “direttorissimo” del Tg1 che continu ad usare il maggior notiziario del servizio pubblico per editoriali – o presunti tali – per scopi puramente “padronali”:per esempio, attaccare frontalmente il Presidente della Camera reo,a suo illuminato parere, di faziosità politica nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali.Tutto ciò mentre la Procura di Roma ha chiesto l’incriminazione del medesimo per l’uso diciamo così disinvolto delle carte di credito affidategli dall’Azienda Pubblica. 

giovedì 6 ottobre 2011

NEL QUADRO DI TOTALE CONFUSIONE DELLA MAGGIORANZA ARRIVA LA NUOVA SBERLA CHE DECLASSA L’AFFIDABILITA’ DELL’ITALIA.



Roma,04/10/11 (Aps) – E’ arrivata quasi in apertura di settimana la nuova “pagella nera” sull’affidabilità del nostro Paese in termini di gestione  economica e del deficit da cui è afflitta,unitamente all’affidabilità di governo sul piano politico.Il verdetto questa volta è dell’agenzia di rating Moody’s,dopo l’equivalente giudizio,a settembre inoltrato,da parte di Standard e Poor:L’attesa è tutta rivolta alla ripercussione sui mercati già dalla giornata di domani,anche se non sempre questi sogliono reagire all’unisono con le agenzie internazionali di rating.Ed è questa la speranza cui ci resta aggrapparci.
Certo è che il giudizio sulla nostra solvibilità confermata questa volta da Moody’s rappresenta un’altra severa batosta sulla testa di un governo,quello italiano,in preda alla più allarmante confusione,con un Premier che resta attrratto dalle sue questioni giudiziarie che continuano ad orientare ed in maniera precisa gli impegni e le scelte politico-parlamentari del centroDestra.Prova ne sia il fatto che a Montecitorio l’Assemblea dei Deputati  è impegnata a avarare  nintedimeno che che in siffatti frangenti il disegno di legge sulle intercettazioni che risponde unicamente agli interessi impegnati del Premier impelagato in mille grane giudiziarie in svariate Procure,da Milano,a Napoli,a Roma,a Bari.
D’altro canto che la bocciatura verso il berlusconismo ed il suo leader sia ormai estesissima e condivisa dall’opinione pubblica,dalle parti sociali antagoniste,sindacati e Confindustria – con l’eccezione del solito Marchionne che a suggello del suo distacco dal “quadro italiano” abbandona anche l’organizzazione datoriale massima,per proseguire nella sua avventura americana: e che Iddio ce la mandi buona! – è comprovata da troppi fattori.I quali portano tutti ad un risultato concludente che in qualsiasi paese civile,qualunque parte politica fosse installata al governo,non può non essere il famoso passo indietro che da tempo viene invocato e non solo dall’opposizione politica in Parlamento.

DIBATTITO SEMPRE  APERTO SULL’ECLISSE O RILANCIO DELLA SOCIALDEMOCRAZIA EUROPEA =Roma,04/10/11 ( Aps ) –Per quanto fosse stato sbrigativo e frettoloso il dibattito di una decina di giorni fà al Nazzareno sull’argomento,i promotori dell’iniziativa – Cesare Damiano e la pattuglia laburista del Pd radunata attorno alla rivista Labour&Welfare – forse neppure se l’aspettavano la scia di discussioni  che quell’incontro un po’ superficiale
ha viceversa provocato nell’arcipelago della sinistra riformista che dovrebbe essere perno e base del Pd.
Non sono soltanto gli aderenti a quella componente cattolico-popolare che in più occasioni,nei primi mesi di vita del nuovo partito, ha fatto sentire la propria voce soprattutto per gridare che “che non volevano morire socialdemocratici”,con la preoccupazione crediamo prevalente di carattere formale e nominalistica.oggi altre voci si levano in una direzione o nell’altra.Che fanno purtroppo il paio con i lamenti,con alcuni malpancismi piuttosto diffusi tutt’ora tra i democrats e che ne frenano la capacità di raccogliere per intera la domanda di cambiamento e di governo riformista che sale da larghe fasce,maggioritarie, del Paese.
Il fatto che l’Internazionale Socialista rappresenti un mondo che non c’è più può essere in parte anche vero,perché è il mondo che è cambiato profondamente  a cavallo dei due secoli.Si sono modificate le condizioni di vita in molte aree emergenti del globo ed a ragione sono cambiate anche nella vecchia Europa.Da qui a dire che il modello della socialdemocrazia del vecchio continente è crollato,non è più vincente per lo schieramento riformista,etc,etc, si rischia di gettare via il bambino con l’acqua sporca.Perchè cosa rimane?Modelli socialisti ,classici e tradizionali,che abbiano conseguito risultati in campo politico,economico,sociale sembra arduo sostenerlo.Resterebbero le alleanze progressiste che si stanno facendo strada anzi si stanno imponenendo in quelle vaste aree emergenti, e di nuovo prorompente sviluppo,quali l’India o il Brasile.Ma sono contesti diversi e diversi sono i modelli che vengono sperimentati.Motivo per il quale occorre forse essere più cauti nel dichiarare,almeno nel nostro Continente,la eclisse socialdemocratica.Si tratta semmai appunto di reimpostarne il rilancio.