domenica 16 giugno 2013

IL CAMMINO FATICOSO DELLE LARGHE INTESE SULLO SFONDO DI NUOVE IPOTESI DI "GOVERNI DI CAMBIAMENTO"


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°634 di sabato 15 giugno 2013


Roma,15/06/13 – (Aps) – Mentre il Presidente del Consiglio,Enrico Letta, prosegue nella sua opera di scouting sul piano europeo-comunitario delle disponibilità dei Paesi desiderosi di serrare i ranghi per uscire assieme dalla crisi,il quadro politico interno è attraversato da nuove spinte e sollecitazioni non sempre coincidenti con la faticosa linea d’azione del Governo medesimo, volta a tamponare la falla che ha rallentato al massimo la navigazione del sistema-Italia.
Non parliamo tanto delle ambizioni di Berlusconi e degli altri suoi sodali del Centrodestra che smaniano attorno all’idea di resuscitare il nome “magico” di Forza Italia – con non poche divisioni al loro interno – perché i risultati elettorali più recenti,qualunque filosofia interpretativa o di “lettura” si voglia adoperare,sono molto scoraggianti.Forse anche per quanti danno ancora credito ai miracoli di recupero, o di rimonta,della Destra se personalmente pilotati dal Cavaliere.Il problema è che all’elettorato,alla pubblica opinione bisogna ormai offrire proposte ragionate,convincenti,non poipulistiche o demagogiche.Del tipo:via l’Imu per tutti,anzi con il rimborso di quanto sinora versato,e nessun impegno preciso contro l’aumento dell’Iva(sia pure di un solo punto),che assesterebbe un colpo decisivo alla già indebolita domanda interna.Insomma ci sono molte ragioni per ritenere che questa Destra di impronta berlusconiana sia ormai fuori gioco e poco influente negli equlibri politici correnti,forse paga-con i tempi che corrono- di poter mantenere un piede sul carro governativo.
Ma è proprio questa un’altra ragione che spinge il Pd,la sinistra riformista – uscita anch’essa da una prova elettorale, alle,politiche ultime, che definire poco incoraggiante per come era unanimente pronosticata alla immediata vigilia,è obbiettivamente poco,e dalle altrettanto deprimenti vicende del voto per il Quirinale – a cogliere l’importante segnale del voto amministrativo di domenica scorsa che ha evidenziato la netta vittoria dei sindaci ed amministratori di centrosinistra in tutte le città,grandi e piccole.A  cominciare da Roma tornata ad una lunga tradizione di governo della sinistra, dopo lo scandalo dei neofascisti in Campidoglio.Naturalmente andrebbe qui inserito il grave problema dell’astensionismo(che è uno dei volti dell’antipolitica) che riporta in radice quello dell’offerta politica,e delle conseguenti realizzazioni che ai partiti, tutti,competono.
In conclusione pare a noi che l’aver felicemente ritrovato,in questa tornata elettorale ultima, quello “zoccolo duro” dell’elettorato di centrosinistra abbia ridato nuova spinta ad un dibattito interno nella sinistra riformista che dopo febbraio e le vicende quirinalizie (fortunatamente conclusesi poi con il nuovo mandato a Napolitano) si era marcatamente indebolito,rasentando l’afasìa.Così in vista della scadenza congressuale d’autunno tra le varie componenti è ripreso un dialogo che dovrà portare ad una linea di cui tutto il Partito dovrà farsi carico di interpretare.Ancora nel fine settimana scorsa, abbiamo assistito,sulla tribuna di Repubblica-idee a Firenze, al dialogo Letta-Renzi in realtà alquanto riduttivo del bagaglio ideologico,programmatico,delle robuste diversificate radici di cui il Pd è portatore
Oggi registriamo con Bersani la riproposizione di quel “governo del cambiamento” che racchiude, certo con alcune approssimazioni,ma che forse meglio risponde alle vocazioni specifiche di un partito socialdemocratico europeo.   

LE AMMINISTRATIVE IN SICILIA/ PREVALE  NELL’ISOLA IL PARTITO DEI SINDACI ?

Roma,15/06/13 – (Aps) - In attesa che i ballottaggi completino il quadro definitivo del voto siciliano per questa ultima tornata amministrativa – che ha sostanzialmente confermato la tendenza su scala nazionale – vale la pena riflettere su alcune situazioni  già evidenziate.Corsi e ricorsi storici,potremmo,dire,a proposito di questo voto.Soltanto da alcuni giorni è stato eletto sindaco di Catania,Enzo Bianco, e con un salto di solo un anno, maggio 2012,a Palermo,Leoluca Orlando.Più  volte sindaci delle due maggiori  città della Sicilia  erano stati , infatti, eletti nel  1993  e  riconfermati nel 1997 ed avevano governato quasi ininterrottamente nei rispettivi Comuni per tutti gli anni 90.Bisogna intanto ricordare che agli albori o poco più di questo secolo,prima con l’ingresso in campo di Forza Italia e poi con  la sua  unione  con Alleanza nazionale (il partito di Fini) ed altri partiti minori,  la Sicilia era divenuta, nella nuova veste del Centrodestra,col partito del Popolo della libertà (PDL),un feudo berlusconiano. Provenienti da due diversi percorsi politici, sia  Bianco che Orlando sono stati i promotori  di quella che i media hanno definito “la primavera” delle loro citta’:sia l’uno che l’altro sono stati tra i protagonisti di quello che a suo tempo fu definito il partito dei sindaci che segnò l’avvio di un cambiamento. Dopo la fallimentare gestione amministrativa del PDL   e la contemporanea debacle del M5S, (passato a Catania alle  comunali  dal 16% dei suffragi delle politiche al 2%)con Crocetta alla presidenza della Regione ed il recupero ai ballottaggi anche di capoluoghi  come Messina,Siracusa,Ragusa ed altri, la sinistra  nel suo complesso si consolida notevolmente ma avrà di fronte a sè un mare di problemi(m.g.).

 

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