domenica 25 gennaio 2015

PD/RICOSTRUIRE L'UNITA'INTERNA DOPO LO STRAPPO SULLA L.ELETTORALE/UN QUESTIONE DI SOSTANZA POLITICA E DI GALATEO NON SCRITTO/IL VOTO PER IL COLLE LIBERO DA OGNI CONDIZIONAMENTO

sabato 24 gennaio 2015 APS – Anno XX (nuova serie ) – n° 692 di venerdì 23 gennaio 2015 IL PD ALLA RICERCA DELLA UNITA’ PERDUTA SU UNA QUESTIONE DI SOSTANZA POLITICA E DI GALATEO INTERNO SU CUI FORSE OGGI RIFLETTONO TUTTI/LIBERARE IL VOTO PER IL COLLE DA OGNI CONDIZIONAMENTO Roma,23/01/15 – (Aps) – Una questione di sostanza politica rilevantissima ed anche per così dire di galateo.Non perché in politica,nei partiti siano richiesti riti e querimonie particolari,ma perché a maggior ragione nella comunità di un partito grande ed importante quale sono oggi i democratici non bisogna mai far venire meno il rispetto anche dell’avversario più irriducibile quando sia portatore di idee e proposte in reale contrapposizione con gli orientamenti del leader e della maggioranza che lo sostiene.Queste sono regole fondamentali dalle quali non bisogna mai discostarsi se non si vuole mettere a rischio quella unità interna più volte evocata in questi giorni nel Pd e di cui si è fatto portavoce autorevole l’ex segretario Bersani .Che forse sta inducendo a qualche comune ripensamento nel partito stesso e nel complesso delle sue componenti interne.Ed anche sul Segretario-Premier e sulle sue “intemperanze” giovanili per così dire potrebbe avere un influenza alla fine benefica al fine della ricompisizione dell’unità interna del Pd che poi – oggi tutti riconoscono - è la sola premessa ineludibile se si vuole veramente spogliare la “pratica” Capo dello Stato” da ogni veto preventivo,depurandola da ogni sottinteso o addirittura interesse di natura particolare o personale,quale è certamente quello coltivato dal Cavaliere che si giocherebber ogni carta,anche la più arrischiata,pur di ricavare dalla vicenda la possibilità di ottenere in qualche modo dal nuovo inquilino del Colle la famosa “agibilità politica”,nell’illusione di poter concorrere in parità di condizioni alle competizioni politiche prossime future.Come del resto si è anche almanaccato sulle ambizioni del Premier Renzi di veder seduto al Quirinale un Presidente che sia il suo Avatar.Ovvero chi possa lasciargli piena libertà di fare nella sua veste di Capo del Governo.Due sogni,forse speculari l’uno all’altro,che ci auguriamo non abbiano diritto di cittadinanza in questo delicato ed importantissimo passaggio della vita politico-istituzionale del nostro Paese.Che non alberghino alberghino davvero nella mente di Matteo Renzi e nella ventata di nuovismo operoso che egli aveva portato con se nella sua irruzione sulla scena politica ed istituzionale circa un anno fà. Oggi,mentre si chiude l’ultima settimana che precede il vero e proprio avvio dei passaggi politici che preludono all’apertuta a Montecitorio del seggio dei Grandi Elettori per le votazioni sul Capo dello Stato,posiamo registrare parecchi segnali dell’auspicato ripensamento suscettibile di restituire unità e forza al più grande partito italiano portatore di progresso e di riforme innovative – chiaramente improntate alla socialdfemocrazia europea - di cui il Paese ha bisogno.Un programma di riforme che chiaramente vanno affinate cammin facendo:un progetto operoso che tutto insieme il Pd sembra voler portare a compimento SI ACCENDE COME NEPPURE IN PASSATO LA CONTRAPPOSIZIONE TRA MAGISTRATURA E GOVERNO Roma,24/01/15 –(Aps) – La contemporanea cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario nei distretti di corte d’appello delle principali città italiane – da Milano,a Torino,a Bologna,a Roma,a Palermo – ha fatto registrare,dopo il discorso del Presidente della Cassazione Santacroce,una singolare accentuata consonanza di toni nelle diverse relazioni svolte dai Presidenti delle singole Corti d’Appello.In pratica si è trattato di unico attodi accusa dei magistrati nei confronti del Governo delle riforme(poche) e timide avviate nel campo della giustizia a cominciare dai delundenti esiti in materia di prescrizione – vero scandalo ed inceppamento della macchina giudiziaria nelle passate legislature ed inoltre i passi falsi temporaneamente fermati sul limite di impunibilità per reati penali in materia fiscale,aventi riflessi diretti proprio nei procedimenti in corso o passati in giudicato dell’ex Cavaliere.Altri punti critici,dalla punitività delle misure per ridurre le ferie ai magistrati,alla inopportunità della audizione al processo di Palermo del dimissionario Napolitano,alla imprecisione e limitatezza delle altre riforme sul tappeto sempre in materia di giustizia. Naturalmente tanto coro assordante non poteva non sollevare reazioni indispettite degli ambienti politici di maggioranza,anche se, a quel che è dato da ritenere, non mancano neppure su questo terreno voci e toni autocritici sulla lentezza e cautela(eccessive) in un campo – quello appunto della macchina giudiziaria e dei diritti dei cittadini - in cui molto resta da fare per garantire un volto ed un decoro apprezzabili.

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