giovedì 1 gennaio 2015

L'ULTIMO MESSAGGIO DI CAPODANNO DI NAPOLITANO/UN ALTO LASCITO POLITICO E MORALE PER CHI GLI SUCCEDERA' ,PER GLI ITALIANI,LA CLASSE POLITICA

APS –Anno XX ( nuova serie) –n°689 di mercoledì 31 dicembre 2014 IL MESSAGGIO DI NAPOLITANO:UN LASCITO MORALE E POLITICO SOPRATTUTTO PER QUANTI DOVRANNO ELEGGERE IL SUO SUCCESSORE AL COLLE Roma,31/12/14 –(Aps) –La conferma da parte del Presidente Napolitano della sua decisione ormai irrevocabile di lasciare a breve la massima carica istituzionale che egli occupa da poco meno di nove anni – come avvenuto questa sera nel suo ultimo messaggio di Capodanno agli italiani – sta per aprire formalmente un passaggio impegnativo della nostra vita pubblica.Si,perché diciamolo chiaramente,non sarà facile sostituire Napolitano al Quirinale,dove la sua opera di lucido ed equilibrato tessitore-mediatore democratico è stata sempre in evidenza in questi lunghi anni.Giorgio Napolitano – o “Re Giorgio”, come ebbe a definirlo poco più di tre anni fà il Wahington Post in occasione dell’incoronazione con l’incarico di governo a Mario Monti dopo le note travagliate vicende cha avevano trascinato l’Italia dentro il vortice della crisi che aveva scosso l’eurozona –si è confermato personalità di,squisita,rara impronta democratica,sempre impegnato in un personale sforzo di ricerca tesa a conciliare le radici della sinistra con le forme e con la cultura politica del riformismo gradualista della sinistra in Occidente.Non a caso egli era stato il capofila della corrente cosiddetta “migliorista” nel Pds,prima della nascita del Pd,Presidente dell’Assemblea di Montecitorio,più volte Ministro.Insomma,senza voler straripare in giudizi eccessivamente elogiativi,Napolitano ha portato al Colle, al vertice dello Stato italiano uno stigma di cultura politica e istituzionale,di competenza, difficilmente uguagliabile.Per queste ragioni che si congiungono a quelle di una perdurante crisi che investe la crescita e l’occupazione intrecciata con quella“debolezza di sistema” che fa parte ormai del nostro assetto pubblico istituzionale la ricerca e l’elezione di un successore di Napolitano al Colle appare oggi un’operazione non facile.Anche senza voler aggiungere che a questa duplice crisi Renzi sta cercando di portare rimedio con una serie di misure o riforme alcune delle quali al traguardo, e proprio per il sostegno e l’incoraggiamento costante venutogli da Napolitano. L’obbligo che è di tutti e di ciascuno,come proprio stasera ha voluto ribadire il messaggio del Capo dello Stato,di uno sforzo collettivo per far positivamente fronte ai bisogni della comunità nazionale, si evidenzia anche dinanzi a questa suprema esigenza che reclama il nostro sistema istituzionale.Per questo sembra prevalere la consapevolezza della necessità di individuare la figura di un politico che sappia rientrare nei tratti dell’identikit che Giorgio Napolitano ha implicitamente disegnato con la sua opera quasi novennale al Quirinale.E proprio da qui potrebbe purtroppo iniziare il nuovo giro di questo impegnativo gioco dell’oca della elezione al Colle del dopo Napolitano. MOLTI PASSAGGI ROVENTI PER L’AGENDA DI GOVERNO DI RENZI/ STRETTA CONNESSIIONE TRAI PUNTE DELLE RIFORME, TUTTE ASSAI IMPEGNATIVE. Roma,30/12/14 –(Aps) – Nella sua ultima conferenza stampa per il 2014 del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi questo pomeriggio a Palazzo Chigi ha disegnato lo scenario imminente che impegnerà, assieme al Governo,le forze di maggioranza come delle opposizioni.Su che cosa?Sui decisivi passaggi parlamentari che alla Camera come al Senato attendono riforme come quella della legge elettorale,della fine del bicameralismo perfetto,con la Camera Alta non più elettiva ed a ridotta potestà normativa,la riforma della P.A.e via discorrendo.Esse dovranno prevedibilmente lasciare il passo alle votazioni per il nuovo Capo dello Stato dopo le preannunciate dimissioni di Napolitano le quali saranno meno informalmente confermate nel messaggio di Capodanno dal Quirinale. Molto si è detto e molto di più si dirà a partire dalla prossima settimana con la riapertura del Parlamento,quando l’intreccio con i problemi che solleva la elezione presidenziale saranno ulteriormente delibati da osservatori come dalle forze politiche con maggiore peso e responsabilità anche dinanzi a siffatto passaggio.Ma non v’è dubbio che le problematiche complesse relative alla scelta del nuovo Capo dello Stato non fanno davvero scolorire polemiche ed ostacoli che stanno difronte a Renzi.Soprattutto all’interno del suo stesso partito,dove campeggia la cosiddetta minoranza dem, sia pure ormai di forza e dimensioni ridotte,a causa della formazione di un ben consistente gruppo dei cosiddetti “bersianiani” che le ragioni del dialogo interno e delle prioritarie esigenze della salute della “ditta” e della sua unità ha sempre privilegiato sopra ogni altro obbiettivo.Da questo punto di vista la navigazione di Renzi e della sua compagine di Governo dovrebbe forse ora trovare motivi di forse minore difficoltà.Restano i rapporti con gli altri alleati.Quelli del Patto del Nazzareno(tradotto in volgare,Berlusconi) e quelli direttamente imbarcati nella coalizione di maggioranza.Come Alfano ed i resti della Scelta civica di montiana memoria.Sulla fedeltà di ciascuno di questi soggetti difficile mettere la mano sul fuoco.Le motivazioni che muovono la loro bellicolosità sono disparate.Muovono tuttavia tutte dalla stessa premessa:procurarsi ad ogni costo una visibilità operosa,nel tentativo non facile di apparire comunque parte del gioco,per appropriarsi di un angolo di scena.

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