sabato 17 gennaio 2015

LA "SEDE VACANTE" ACCRESCE CONFUSIONE ED INSICUREZZE NEL QUADRO POLITICO/L'INTRECCIO PERVERSO COL NAZZARENO/BIZANTINA A COSTITUZIONE VIGENTE,LA ELEZIONE NON DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO

APS – Anno XX ( nuova serie ) – n° 691 di sabato 17 gennaio 2015 LA “SEDE VACANTE” ACCRESCE CONFUSIONI ED INSICUREZZE DEL QUADRO POLITICO/L’INTRECCIO PERVERSO COL NAZZARENO/BIZANTINA,A COSTITUZIO= NE VIGENTE,LA ELEZIONE NON DIRETTA DEL CAPO DELLO STATO Roma,17/01/15 –(Aps) – Come si può definire la attuale anomala situazione istituzionale italiana,che si ripete ovviamente,con problematiche non di poco conto nella metodica e nella scelta stessa del nuovo Presidente,ad ogni scadenza del mandato di quest’ultimo? Non ci pare scorretto – mutuando l’espressione dall’ordinamento di uno Stato quello Vaticano che un tempo si indicava come d’Oltretevere – parlare anche per la nostra Repubblica di “sede vacante”. Bene,per il nostro “conclave” repubblicano mancano a partire da oggi esattamente dodici giorni,e sono appena quattro i giorni addietro,quando il Presidente Napolitano – in perfetta sincronìa con la scadenza da lui stesso indicata – ha rassegnato le dimissioni nel momento stesso in cui si concludeva il semestre Ue a Presidenza italiana,con Matteo Renzi.Il Presidente Napolitano,non c’è bisogno di ricordarlo,concludeva così un suo doppio mandato quasi novennale,dopo la rielezione dell’aprile 2013. Abbiamo ripercorso questa breve cronistoria per rilevare i travagli che puntualmente stanno riproponendosi, ed accentuatamente, di fronte all’appuntamento della elezione presidenziale,sia tra le forze politiche di maggioranza,sia di opposizione,evocando la brutta esperienza di meno di due anni fa quando l’ impasse di Parlamento e Grandi Elettori venne superato facendo ricorso ad una “miracolosa” soluzione.Vale a dire la rielezione –dopo un pressante ripetuto invito della grande maggioranza delle forze politico-parlamentari – dell’uscente Presidente Giorgio Napolitano. Oggi che una soluzione miracolosa di questo tipo non esiste più,come è evidente,resta dinanzi all’Assemblea dei grandi elettori - che si riunirà a Montecitorio per la prima votazione già nel pomeriggio del 29 gennaio - il grande “busillis” del nome su cui far convergere la maggioranza richiesta e che si riduce alla maggioranza assoluta soltanto a partire dalla quarta votazione.Tutto qui il problema?,si potrebbe obbiettare.Si ma anche questa volta che la politica va attestandosi – e ne sta anche preparando,con la nuova legge elettorale,la riforma del Senato e delle Autonomie, le forme nuove in cui dovrebbe articolarsi in un futuro ormai prossimo la nostra democrazia – su una netta concezione maggioritaria,a sostegno della governabilità e con una probabile ulteriore revisione costituzionale per un maggiore equilibrio trai poteri dello Stato;anche questa volta non mancano i problemi.Non solo Renzi qualche capitolo aperto all’interno del Pd ce l’ha tutt’ora aperto,non solo per effetto della ancora vigente legge elettorale al Senato non dispone della stessa ampia maggioranza della Camera.C’è anche l’indubbio pasticcio del Nazzareno,come viene semplificato il nome dell’omonimo Patto siglato esattamente un anno fa tra il nascente astro dei democrat,Renzi,allora in procinto di diventare nel giro di poche settimane il nuovo Presidente del Consiglio,e l’ex Premier Berlusconi,leader in buona parte contestato di una dimezzata ormai Forza Italia,in procinto di essere assoggettato alla applicazione della propria condanna che era stata confermata dalla Cassazione.Un accordo di cui non è stato mai espicitato nei dettagli il contenuto – a parte il sostegno da parte del Cavaliere al programma di riforme istituzionali ed elettorale impostato da Renzi,Segretario del Pd – ma che aveva come punto focale per il Cavaliere un impegno alla ripresa di una propria “agibilità politica”,di cui non si conoscono le possibili modalità di esecuzione.E’facile allora capire come il cosiddetto “Nazzareno” agisca come una palla al piede di chi – come Premier in carica e come Segretario del maggiore Partito – si è preso l’onere di dare le carte nella difficile partita della elezione presidenziale.Un vero e proprio rompicapo,con molti rischi al proprio interno.L’interferenza di questa partita –di per sè oggettivamente anacronistica una elezione così “modellata” del Capo dello Stato – sull’impegnativa agenda parlamentare che di qui al 29 prossimo dovrebbe essere conclusa con l’approvazione della legge elettorale(al Senato) e della riforma del Senato(alla Camera).L’intreccio di questi elementi potrebbe anche portare – bisognerebbe stare molto attenti – od all’elezione di un “Presidente per caso” ovvero di un Presidente non idoneo all’alto ruolo. LO STRAPPO DI COFFERATI SULLE PRIMARIE IN LIGURIA RIATTIZZA CONTRASTI E MALUMORI NEL PD /UN LIMITE ALLA GUIDA “SPERICOLATA” DI RENZI ? Roma,17/01/15 – (Aps) - Dopo che è divenuto ufficiale lo strappo dell’ex Segretario Gen.della Cgil ed attuale deputato europeo,Sergio Cofferati,che a seguito dell’esito delle primarie regionali liguri ha dichiarato di “non poterci più stare nel Pd” sono molti gli interrogativi che s’affacciano.Riguardano le conseguenze su quei settori del Pd che mostrano da mesi ormai aperta insofferenza verso la linea del Premier e Segretario del partito Renzi.Per la verità il discorso “scissione” non sembra appassionare neppure in questa occasione molti esponenti di questo malcontento,eccetto quasi certamente Civati che di scissione parla o la lascia indovinare ad ogni piè sospinto.Ma non è tanto su questi settori del Partito più apertamente contrappostisi al Segretario,quanto su una più larga fascia che non nasconde dubbi e malumori sulle scelte di Renzi e sulle sue modalità di esecuzione piuttosto sbrigative.Che sempre si incrociano con le famose ragioni del Naz= zareno spesso chiamate a far da semaforo regolatore nel cammino parlamentare dei relativi testi legislativi.Sempre in nome di queste intoccabili esigenze della cosiddetta “alleanza per le riforme” stretta con il Cavaliere.Del quale si rimane poi tutti a scrutare rea= zioni e comportamenti della sua residua truppa nelle aule parlamentari.Vi è solo da vedere se da questo più duro contrasto introdotto da Cofferati a Genova non possa davvero scaturire – come è nell’auspicio della più ampia area dei critici moderati del Segretario – quel limite più tassativo alla “guida spericolata” del Pd che va manifestandosi.

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