mercoledì 5 febbraio 2014

DIREZIONE PD/VALORIZZARE ASSIEME RIFORME POLITICO-COSTITUZIONALI ED AZIONE DI GOVERNO







APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°658 di mercoledì 5 febbraio 2014

DIREZIONE PD/UNA RIFLESSIONE SERIA SUL RUOLINO DI MARCIA DEI DEMOCRATICI/ RIFORME E GOVERNO  PRIORITA’ ASSOLUTE


Roma,05/02/14 – (Aps) -L’attenzione continua a rimanere concentrata sull’offensiva populista degli ultimi giorni che è esplosa,ad opera del M5S ed anche della Lega nelle aule parlamentari, mentre sono attesi severi provvedimento disciplinari, da parte della Presidenza della Camera, per oltre una quarantina di deputati grillini più attivamente coinvolti negli episodi di violenza che sono stati giudicati,nella loro evidenza,come finalizzat a bloccare i lavori del Parlamento.Offensiva esportata nella giornata di ieri martedì sinanco a Strasburgo nell’aula del Parlamento europeo durante il discorso puntuale e vigoroso del nostro Capo dello Stato,in visita alle sedi  della Ue.Delle motivazioni di una tale escalation si è detto con sufficiente ampiezza circa la stretta dell’impotenza ed inconsistenza politica che stringe al collo suddetti movimenti – tanto da far titolare sull’argomento alcuni organi di stampa: su “l’orlo di una crisi di nervi” – combinati al bisogno disperato di visibilità, in vista soprattutto della campagna elettorale per le europee.
Venendo al punto centrale del quadro politico ,non si può non notare la relativa euforia – parallela al procedere dell’iter parlamentare della proposta di legge elettorale maggioritaria firmata da Renzi – che anima il cerchio magico di Berlusconi,oltre naturalmente al Cavaliere medesimo soddisfatto per aver un’altra opportunità di una sua  exit strategy,attorno ai propositi di aprire un “cantiere” per la possibile  costruzione anche  in Italia un Partito del Ppe, specie dopo l’annuncio di Casini di ritornare all’ovile del centro-destra,facendo così da apripista a tutti gli altri spezzoni irrequieti del mini-centrismo.In altre parole,Berlusconi intravede una possibile uscita dal suo isolamento politico e non solo per il “misurato”contributo forzista al varo della nuova legge elettorale, ma per i frutti che in termini di voti potrebbe trarne .Speranze forse illusorie,ma,nel conto non bisogna trascurare alcun elemento.  



Per tutte queste ragioni  erano inevitabili qualche dubbio, perplessità o forse anche qualche ripensamento che nel Pd sembrano affiorare al momento che il"renzellum" sia avvia ad affrontare,dal giorno 11,la discussione in Aula.
L'assalto grillino al Parlamento ha sollevato trai suoi effetti anche l'abbozzo di una sorta di fronte od arco antigrillino (chi non ricorda l'arco costituzionale" di non antichissima memoria ? ) in cui il Cavaliere è stato prontissimo e felice di infilarvisi.Ma tutto ciò è pericoloso per la piena visibilità della proposta riformatrice di Renzi e del Pd,e perché crea confusione sulla reale e profonda distanza che deve rimanere, per tutte le ragioni,politiche e morali che conosciamo e che separano verticalmente i due fronti antagonisti.Al di là dell'intesa necessaria a portare in porto il pacchetto delle tre riforme istituzionali.In merito alle quali - a cominciare dalla legge elettorale - non servono timori o dubbi,ma soltanto determinazione a salvaguardare l'alternanza sì del maggioritario, anche e soprattutto le legittime aspirazioni della sinistra riformista a non mancare l’obbiettivo alle prossime politiche di sancire il passaggio dell’Italia nel novero dei Paesi “normali”:,governati cioè per un’intera legislatura dal vincente dalle urne.
Diventa importante in questa cornice la riunione di domani al Nazzareno della Direzione del Pd,alla quale dovrebbe partecipare lo spesso Premier Letta.Questa seconda riunione dell’era Renzi dovrebbe dovrebbe rappresentare il punto di ripartenza dell'azione del Partito,sul piano del governo come su quello politico-parlamentare.Nel primo caso sono giuste le aspettative del premier di vedersi aiutato in un rilancio dell'azione di governo,soprattuttro di un suo suo rafforzamento, dotato di una visione strategica apprezzabile dai cittadini.La famosa mossa,o svolta che dia il segno della volontà dei democratici di incidere a sostegno della ripresa ancora troppo timida,dell'occupazione,soprattutto giovanile:anche prima dei più ampi e più generali progetti, quali il "job Act" di più stretta impronta renziana .L'altro terreno è quello delle riforme.La legge elettorale che,come  ricordavamo, entra da lunedì 11 a Montecitorio nel vivo della discussione generale e poi dell'approvazione,e le due riforme costituzionali della trasformazione del Senato e Titolo V.della Costituzione.Un pacchetto, questo delle  riforme che deve restare ben unito nel suo assieme,e procedere di buona lena,come del resto è nei patti con l'altro contraente,il Cavaliere.Il quale ultimo,mimetizzandosi come esponente,da un lato,del fronte antigrillino,dall’altro, di quello della semplificazione attraverso il meccanismo di voto maggioritarion e bipolare,cerca di rivendicare a se il valore della iniziativa riformatrice che il Pd si è giustamente intestata.Per questo l'attenzione di Renzi e di tutte le componenti della Direzione democratica deve essere.puntato al perseguimento degli obiettivi del pacchetto delle riforme,rivendicandone con orgoglio il merito.Al tempo stesso valorizzare e dare  impulso all’azione di governo,dai cui risultati in definitiva l’elettore trarrà il suo giudizio per premiare o punire l’azione dei democrat.

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