sabato 1 giugno 2013

DAL VOTO AMMINISTRATIVO LA FOTOGRAFIA DEL REALE QUADRO POLITICO/CRESCE L'ASTENSIONISMO TORNA IL BIPOLARISMO/PD IN SALUTE,GRILLO KO,ANCORA GIU' IL PDL


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n° 632 di venerdì 31 maggio 2013


Roma,31/05/12 – (Aps) – Nel voto amministrativo di domenica e lunedì scorsi gli elementi che hanno più attirato l’attenzione dei commentatori politici sono indubbiamente: la crescita ulteriore dell’astensionismo, che ha raggranellato un altro 15 % ; il crollo del Movimento 5 Stelle di Grillo che sembra aver già percorso l’itinerario cui per la verità si riteneva fosse destinato.Una meteora nata dal nulla,dal vuoto della politica e delle sue mancate risposte alle istanze serie e drammatiche di larghe fasce della popolazione,dei giovani in primo luogo.Ma Grillo, come si sa, non avanzava proposte,faceva spettacolo – l’attitudine ovviamente più congeniale ad un attore comico – e niente altro.In questi tre mesi la folta rappresentanza parlamentare M5S messa assieme ha mostrato in pieno la propria incapacità a stare in politica, si è esercitata incredibilmente solo nell’assurda conta di scontrini e giustificativi di spese.Se è finita ,come si è ormai indotti a credere,non poteva finire peggio. Il comico genovese se l’è presa ieri anche con “Ro-do-tà” sbrigativamente bollato come “un ottuagenario miracolato dalla Rete”.Siamo insomma forse proprio all’epilogo,ad una cupio dissolvi,consapevole o meno.
Le letture del voto a cui si sono dedicati come sempre politologi ed esperti di flussi elettorali non hanno potuto negare che certe  approssimazioni frettolose, seguite alla apertura delle urne a fine febbraio, andrebbero oggi riconsiderate,od aggiustate dove c’è da farlo.Ad esempio,il de profundis che si tendeva ad intonare verso un Pd attraversato da non marginali tensioni, prima con l’infruttuoso tentativo di governo Bersani aperto al grillismo; poi col la manifesta dissidenza nelle votazioni presidenziali (i 101  no a  Prodi).Erano avvisaglie o compiaciuti pronostici su una progressiva dissolvenza della mission dei democratici. Su siffatta prospettiva - -dalla Destra come da settori centristi, si era pronti a scommettere.Per quanto riguarda gli andamenti della Destra berlusconiana ci sarebbe soltanto più compiutamente da prendere atto che il mito del Cavaliere, se ancora resiste come arma estrema di sopravvivenza,esso  è inidoneo ormai a pilotare una ripresa apprezzabile di questa forza politica che ha sulle spalle la responsabilità di un lungo ciclo politico,di quasi vent’anni, in cui l’Italia si è fermata,è arretrata.Il voto amministrativo del fine settimana ultimo ha palesato con chiarezza – pur davanti alla crisi drammatica della politica,che ha generato a sua volta un nuovo preoccupante appesantimento dell’astensionismo –questa verità. E ,specularmente, accanto ad essa ,una verità o una scoperta di segno opposto.Il Pd esiste ed è ben radicato sul territorio,di gran lunga meglio di ogni altra forza concorrente.L’apertura a Sel ed altri movimenti affini lo rafforza, ne consolida l’arco del consenso.Tanto da poter dare cappotto agli antagonisti di centrodestra in quasi tutti i principali Comuni,Roma-Capitale compresa,unica grande città a non essere ancora (speriamo per poco più di una settimana) governata dal centrosinistra.Insomma un partito che gode di buona salute. che necessità però di un dibattito a fondo, di un chiarimento interno che il Congresso d’autunno dovrà garantire. 

AMNESIA MERIDIONALISTA/ UN CONVEGNO DEL” MATTINO” A NAPOLI : NUOVO MERIDIONALISMO E “QUESTIONE SETTENTRIONALE”

Roma,31/05/13 – (Aps) - La recessione riporta alla ribalta la “questione meridionale” dopo un lungo periodo di amnesìa.A questo alludeva sin dal suo titolo e di questo si è discusso nelle due giornate di dibattito l’incontro promosso dal quotidiano napoletano “il Mattino”nella sua sede di via Chiatamone.Con la nutrita partecipazione di studiosi,economisti,politici anche di esponenti di quella cultura meridionalista, rimasta piuttosto emarginata negli ultimi lustri,perchè aveva visto spegnersi via via l’impegno della classe politica di governo attorno ai temi della promozione del nostro Mezzogiorno.Era rimasto paradossalmente in campo soltanto l’impegno ,di puro zelo propagandistico,per il Ponte sullo stretto,opera dai costi nientaffatto trascurabili.Poi col declino politico dei suoi fautori al Governo s’è spento – e senza rammarico alcuno – anche quello.
Dopo una “vacanza” di non breve periodo - per il venir meno di una visione d’assieme dello sviluppo equilibrato del Paese, dal Nord al Sud - di Mezzogiorno si torna dunque a parlare in un momento impegnativo, di una crisi pesante, che ha investito in misura differenziata una larga fascia dell’eurozona;ha portato in recessione la nostra economia,con una grave crisi occupazionale,anche e soprattutto dei giovani,in maniera drammaticamente più acuta nelle regioni meridionali.
Ora se il primo compito del “Governo di servizio”( o di necessità) di Enrico Letta è quello di puntare su lavoro,ripresa produttiva,crescita – in una visione,in partenza, necessariamente generalizzata – si può legittimamente chiedere che subito dopo si pensi nuovamente, ma con diversi criteri “ispiratori”, alla ripresa di un  Mezzogiorno allo stremo:Pensando ad una una politica di intervento che faccia tesoro di tutti gli “sprechi” e dispersioni”,indirizzatisi puntualmente,nel lungo passato che ci sta alle spalle,a beneficio di una classe politica corrotta o/e della criminalità organizzata.Bisogna al più presto ripartire per risollevare il nostro Sud,ma con una nuova visione politica mirata.Perchè quel passato non può tornare.

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