domenica 28 giugno 2015

NULLA DI FATTO NEL NEGOZIATO ATENE-BRUXELLES/VERSO IL REFERENDUM SU CONTROPROPOSTA UE,DUBBIO IL CONSENSO A TSYPRAS/CRONACHE DI UN LOGORAMENTO DEL QUADRO POLITICO:RENZI FURBO O INTELLIGENTE?

Lunedì 29 giugno 2015 APS – Anno XIX ( nuova serie ) - n°708 di lunedì 29 giugno 2015 COME PREVISTO,NULLA DI FATTO NEL NEGOZIATO GRECIA- UE/IL REFERENDUM NON CHIUDE UN DISCORSO CHE VA TENUTO APERTO PER ATENE E PER L’UE Roma,29/06/15 – (Aps) -Vigilia,agitata e densa di preoccupazioni per l’ora X che sta per scattare in Grecia dove forse potrà partire alla fine di questa stessa settimana il referendum brandito,come ultima arma di pressione, da Tsipras dinanzi ai suoi interlocutori Ue a Bruxellex ed agli altri componenti della ex-Troika(Fondo Monetario Internazionale,Bce,e la stessa Unione europea),tutti maldisposti ad accogliere le proposte, considerate inaccettabili, del Governo di Atene.Si attendono di ora in ora le notizie dalla capitale greca circa gli effetti sulla assai malferma struttura dell’economia e e della finanza elleniche dopo la rottura determinatasi a Bruxelles.Un esito che purtroppo andava via via prefigurandosi sulla base di un presupposto.Vale a dire la declaratoria di immodificabilità delle proposte ateniesi destinate ad avviare una difficilissima uscita dalla attuale bancarotta.A complicare le cose – per Tsipras,Syriza, ma non solo – ci sono già da ieri le notizie di un consistente orientamento maggioritario dei cittadini ellenici a bocciare il piano di salvataggio governativo,giudicato del tutto insufficiente a Bruxelles e per questa ragione respinto quindi dalla Ue.Se così effettivamente evolvessero le cose ad Atene e dintorni si aprirebbero scenari ulteriormente preoccupanti per l’avvenire del popolo greco che ha già conosciuto una dittattura militare nei lustri passati,cui ha fatto seguito un ritorno assai flebile alla democrazia – nel pieno senso del termine – ed un assetto pubblico-istituzionale che mostrava abbondanti falle da tutte le parti.La fiammata del socialismo di lotta e di governo – che Tsypras ha voluto rappresentare in questi ultimi tempi – ha mostrato subito le pesanti contraddizioni e lacune di una “filosofia” di governo,diciamo così,che usa ignorare mezzi e risorse su cui far leva per possibili riforme.Il Ministro delle finanze di Atene, Varufakis,con tutte le sue eccentricità che ha voluto incarnare, è stato un po’ l’emblema di di questa insufficienza di sistema.Economicamente la Grecia non è certo una grande potenza,anzi,Ma Atene rappresenta storicamente,culturalmente,il simbolo,la culla della democrazia cui l’Europa,l’Occidente hanno continuato a guardare nei secoli.Ed è anche per questo che il discorso sulla Grecia in Europa,nel mondo, non può fermarsi oggi e quì . CRONACHE DI UN LOGIORAMENTO DEL QUADRO POLITICO CHE COINVOLGE LO STESSO PD /IL DIBATTITO:RENZI E’PIU’ FURBO O PIU’ INTELLIGENTE ? Roma,29/06/15 – (Aps) - Cronache di un logoramento del quadro politico.Frutto non solo delle tensioni e degli strappi - che forse si potevano anche evitare o quanto meno limitare - all'interno del Pd.Ma anche ed in prevalenza delle insofferenze di molta parte dell'opinione pubblica su cui Leghisti e M5S si esercitano,senza freni o riguardi, in prove generali di opposizione di piazza.Ovvero di una improbabile ricomposizione di una alternativa di governo priva di tutto fuorché di logori slogan demagogici. Ma non solo.Perchè Interrogarsi,più che semplicemente parlare,sull'intelligenza di Renzi ? Questo il punto di svolta nel dibattito politico in corso.Può non essere poco! Ieri,ieri l’altro, all'Assemblea della minoranza Dem col severo intervento di Reichlin ;cui è seguìto Scalfari con l'intervista a Sky 24.Il dibattito politico in Italia si è spostato dunque sull'intelligenza di Renzi che soccombe alla sua furbizia.E' l'indubbio segno di una svolta che caratterizza il quadro generale in Italia,dove Matteo cerca come al solito.ma parecchio più faticosamente,di portare avanti il suo programma di riforme.Riforme le quali tutte danno la stura a diffusi malcontenti.Dalla scuola - ultima in ordine di tempo,col voto di fiducia di giovedì a Palazzo Madama - al Jobs Act,,all'Italicum,alla Riforma del Senato e via dicendo,il malumore sembra crescere assieme al calo dei consensi che ripetuti sondaggi vanno evidenziando a favore di Renzi e del "suo"Pd.Altro segnale di allarme - per Renzi e per il Paese,anche se il Premier fa la mossa di non darsene pena - è la crescita del dissenso nel Pd.Dove le minoranze, riunite in un'unica assemblea, danno finalmente qualche ancora troppo flebile segnale di riscossa.Insomma,ci sono abbastanza ragioni per cominciare a parlare della intelligenza di Renzi oltre che della sua astuzia e simpatia.Ma non c’è da chiedersi se questo cambio di spartito non sia anche un segnale di allarme per il futuro di quella che un anno e mezzo fa era partita – sia pure con qualche “strasfalcione” istituzionale e di etichetta – come una grande nuova stagione per una socialdermocrazia di stampo europeo che l’Italia non aveva avuto il bene di conoscere se non al governo locale di comuni e comunelli, di Toscana ed Emilia, e poche altre piccole isole amministrative sparse quà e là per lo Stivale,quasi sempre al Nord.E la conferma di questo miracoloso vaticinio era arrivata alla fine di maggio dello scorso,con le elezioni europee.Il Pd sfiorava quota 41%.40,8,per la precisione.E’ stato quello in fondo lo spartiacque che ha diviso in due il corso dell’avventura renziana al Nazzareno ed a Palazzo Chigi.Di Leopolda in Leopolda il modernismo del nuovo Pd renziano ha cominciato a mostrare qualche sbrego o qualcosa di più rispetto alla liturgìa della Ditta,quella di Bersani, del 25% ,con la quale tuttavia – c’è chi osserva – oggi Renzi governa più o meno comodamente.Il fraintendimento centrista(il Partito della Nazione)non poteva e non può portare lontano.E sempre che non si ignori del tutto lo zoccolo duro,del popolo della sinistra,della Ditta,o comunque lo si voglia chiamare.

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