giovedì 18 giugno 2015

DOPO LE REGIONALI ED I BALLOTTAGGI DI DOMANI IL PD SI PREPARI AD UN'ANALISI MENO UMORALE DEL VOTO E DEI FLUSSI ELETTORALI

APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n° 707 di sabato 13 giugno 2015 DOPO LE REGIONALI E DOPO IL BALLOTTAGGI DI DOMANI IL PD SI PREPARI AD UN’ANALISI MENO UMORALE DEL VOTO E DEI FLUSSI ELETTORALI Roma,13/06/15 – (Aps) – Lo scenario del post-voto regionale ed amministrativo – e nel= l’attesa non priva di preoccupazione dei ballottaggi di domani,Venezia in testa ma non solo – non sembrano aver modificato più di tanto gli umori,diciamo meglio le intenzioni del Premier e Segretario Pd,Matteo Renzi.Lo si è visto alla Direzione notturna del Partito,di lunedì,dedicato all’analisi del voto certo non gran che confortante .”Nessuno può dire che abbiamo perso con sei regioni su otto – ha detto lunedì notte il Premier – confermate”.Vero anche questo,ma ci sarebbe da dire che la Liguria – area simbolo del vessillo rosso della sinistra da lungo tempo piantatovi,con tutti i valori e le immagini legate alla storia recente di quel territorio,dalla Resistenza alla ferma contrapposizione al terrorismo,alle Brigate Rosse – è stata ignominiosamente persa.Compensata,è vero, dalla conquista della Campania dove l’affermazione di De Luca è stata però accompagnata e seguita da una scia di polemiche poco edificanti sulla cosiddetta impresentabilità dei candidati. Specie se poi eletti al massimo scranno regionale,come è appunto avvenuto – al di là del merito delle contestazioni – con l’ex-Sindaco di Salerno,Vincenzo De Luca. Al di là anche degli umori,sono tuttavia le intenzioni del giovane Premier democrat quelle che destano le maggiori preoccupazioni.Manifestatosi un anno e mezzo fa come una cometa abbagliante nel cielo piuttosto cupo e spento dello star system politico italiano,siamo stati sempre sostenitori – entro i limiti possibili – che ad una stella nascente,in un Paese come il nostro così bisognoso di una una netta inversione di rotta rispetto alle pigre,opache anche ambigue cadenze di una liturgìa di goverrno che con il berlusconismo ci aveva portato a sciupare i frutti del boom e della crescita dei decenni precedenti.Sembravano i segnali per far ben sperare per l’Italia.Per questo,nonostante certe “arditezze” in talune non marginali riforme targate Renzi – dal Jobs Act,alle riforme costituzionali(ma il Senato non elettivo portava in nuce una contraddizione),alla legge elettorale,che oltre la mancanza assoluta di preferenze a disposiziodell’elettore,sembrava eccessivamente ritagliata sulle previsioni ottimistiche del confezionatore – nonostante tutto ciò siamo stati inclini al lasciapassare dinanzi alla sua frenesìa del fare e del fare presto.Anche se la “precipitazione” portava magari con sè un po’ di approssimazioni e di in sufficienze in più. Oggi però a sentire da Renzi – come è accaduto nella relazione di lunedì in tarda serata, al Nazzareno – che “i numeri ci sono”;che se “non va bene potete sfiduciarmi”;che se il Renzi2 non va bene,si può tornare al Renzi1 – si resta piuttosto interdett e preoccupati. Occorrerà forse fare un po’ di conti daccapo,assemblando tutti i dati utili,dall’astensionismo,in crescita,alle flessione netta dei consnsi Pd alle europee dello scorso anno,ai costi ed ai perchè del frazionismo della sinistra dem.Rispondendo anche o soprattutto alla domanda se l’ondata nuovistica trascinata da Matteo risponde realmente ad attese e prospettive di una fascia assai alta di elettorato.Quella che ha votato i simboli e le suggestioni di una socialdemocrazia europea che nel nostro Paese avrebbe ancora da compiere un lungo ed impegnativo percorso. LA SINISTRA RIFORMISTA ONORA LE RADICI DEL SUO IMPEGNO POLITICO/L’AN= NIVERSARIO DI MATTEOTTI / TRENT’ANNI DALLA MORTE DI BERLINGUER Romas,13/06/15 – (Aps)-L’assassinio di Giacomo Matteotti – leader socialista che si oppose con coraggio e determinazione al disegno liberticida del fascismo – venne ucciso dagli emissari neri il 24 giugno del 1924.La ricorrenza è stata ricordata anche quest’anno con celebrazioni svoltesi presso le due assemblee parlamentari,con cerimonie cui hanno dato vita le fondazioni che ai martiri ed esponenti del socialismo riformista ispirano la propria azione.Il Capo dello Stato Mattarella ha indirizzato un proprio significativo messaggio.Il senso delle riflessioni espresse dal Presidente della Repubblica ne4ll’anniversario della scomparsa di Matteotti si possono sintetizzare in un concetto ben evidenziato da Mattarella nel suo intervento.Il martire socialista – egli ha detto – non conobbe la democrazia come pratica attuazione nel proprio Paese.Ma a distanza di oltre novant’anni dalla sua morte l’Italia ricorda il sacrificio di Giacomo Matteotti come valore fondante della nascita della democrazia nel nostro Paese.Altrettanto ha fatto la Presidente della Assemblea di Montecitorio,Boldrini,in una cerimonia,presente la nipote del Martire socialista La tragica scomparsa di Enrico Berlinguer – uno dei più amati capi comunisti italiani – avvenne a Padova,a seguito di un malore nel corso di un comizio che stava pronunciando nella città veneta nel 1985.In trent’anni è rimasto vivo e prondo il legame che uni Enrico Berlinguer non solo ai militanti dell’allora partito comunista,ma – si può ben dire – all’intera comunità dei cittadini e di tutto il ceto politico del Paese,dell’intero arco dei partiti antifascisti.Berlinguer è passato alla storia politica del nostro Paese come principale sostenitore della questione morale nella vita pubblica italiana,elevandolo così al ruolo di costruttore di una democrazia da far nascere sul concorso di tutte forze politiche e della società.Legate alla prospettiva di un moderno Stato sociale e diritto che non avesse più avanti a se inciampi ed intrecci nascenti dalla illegalità.La questione morale,appunto,nella vita pubblica italiana.

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