sabato 4 luglio 2015

LA"SUSPENCE" PER IL REFERENDUM GRECO METTE IN QUESTI GIORNI LA SORDINA AGLI ALTRI TEMI INCOMBENTI IN ITALIA ED IN EUROPA/TORNATO IN EDICOLA IL QUOTIDIANO DI GRAMSCI "L'UNITA' :GARANTIRA'LA RIPRESA DI UN DIBATTITO PLURALE NEL PD?/

Sabato 4 luglio 2015 APS – Anno XX ( nuova serie ) – n°709 di venerdì 3 luglio 2015 LA “SUSPENCE” PER IL REFERENDUM GRECO METTE IN QUEST GIORNI LA SORDINA AGLI ALTRI TEMI INCOMBENTI SU ITALIA ED EUROPA. Roma,03/07/15 – (Aps) – Non è un caso di ordinaria amministrazione quello tra Grecia ed Unione Europea che ha trascinato i diciannove paesi dell’eurozona in una prolungata ed estenuante “querelle”,la cui posta assai alta in gioco era:salvare o non salvare il Paese della Polis e della democratia dal fallimento – il famoso default, sentito centinaia di volte in queste settimane – cui i conti ancora assai sballati del neo Premier Tsipras ed un programma di riforme, assai lacunoso se non evasivo, sembravano accompagnarlo.La conclusione non poteva non essere, come accaduto nei giorni scorsi,che la fine di ogni dialogo tra le due parti( i greci contro i diciotto della controparte),che veniva suffragata anche dalla minacciosa arma brandita dal governo di Atene di portare questa domenica alle urne i cittadini ellenici per farli esprimere con un sì od un no,difronte alla linea fissata da Bruxelles. Oggi, alla immediata vigilia del referendum,sembra facile poter dire che – qualunque sia l’esito delle urne che dai sondaggi sembrerebbe attaccato ad un testa a testa serratissimo - anche nel caso di un sì alla Ue che dovesse giungere domenica sera da Atene,i rapporti tra Grecia ed Europa sembrano destinati a restare incollati ad un difficilissimo cammino,pieno di dure prove e sacrifici per i cittadini dell’Ellade. Forse il caso Grecia avrà anche messo più approfonditamente in discussione la linea dell’austerity,del rigore contabile che le burocrazie comunitarie si sono esercitate al applicare ai bilanci ed ai conti finanziari degli Stati membri.Forse però da lunedi qualche verità in più sarà pure emersa sulla direzione di marcia che la Unione degli Stati europei dovrà pure affinare,rivedere.Sempre laddove ne esistano le precondizioni. TORNATA IN EDICOLA L’UNITA’ / FONDATA NEL 1921 DA ANTONIO GRAMSCI POTRA’ OGGI SERVIRE AL PD PER RILANCIARE UN PROFICUO E PLURALE DIBATTITO INTERNO? Roma,04/07/15 – (Aps) – Perché sia il nostro un partito in cui “non sia uno solo a comandare” come è stato ripetuto spesso in questi giorni nel Pd ,e non solo nelle interne polemiche. Dove tuttavia di cose ne sono state dette anche parecchie,ma a difettare sono stati i fatti,le azioni pratiche.In questo senso reprimende più o meno severe sono venute in questi ultimi tempi anche da personaggi autorevoli ma oggi fuori della mischia,come Alfredo Reichlin,non più tardi di pochi giorni fa,alla convention delle minoranze di sinistra.Questa la premessa, per dire che il ritorno nelle edicole del glorioso quotidiano comunista fondato da Antonio Gramsci nel 1921 è stato accolto con generale soddisfazione – e non poteva che essere così – soprattutto da quella vasta fascia del partito che ha un minimo di memoria storica .Per ricordare che L’Unità – assieme a L’Europa che è stato il secondo assai giovane fratello ad affiancarsi alla gloriosa testata gramsciana – è stata in prima linea nel dare linfa e vita all’esperienza dell’Ulivo e successivamente del neonato Pd che ha aperto subito grandi speranze all’avventura del riformismo democratico nel panorama politico italiano.Messo subito da Veltroni nel giusto binarioi del partito “a vocazione maggioritaria” nessuno vorrà dimenticare che il neonato partito della socialdemocrazia italiana di stampo europeo – detto così in qualche senso per semplificare – tocco’ al suo battesimo elettorale del 2008 quasi quota 34 per cento. Il Pd – reduce oggi dal bel insperato traguardo del 41% alle europee di un anno fa,si trova però nel bel mezzo di una fase di difficile passaggio,come hanno ben evidenziato le recentissime elezioni regionali ed amministrative dove i simboli del partito di Renzi hanno trovato inattesi ostacoli e difficoltà in un clima di ripresa dell’astensionismo e dell’antipolitica.Le strutture periferiche hanno palesato quasi ovunque segni di sfibramento,Come controprova della scarsa cura dedicata all’aggiornamento ed alla verifica della vecchia “ditta” che evidentemente meritava proprio una attenzione diversa,anche o soprattutto da Renzi e dai nuovi vertici insediatisi al Nazzareno.Non è mai troppo tardi; se c’è la volontà e l’intelligenza di capire dove e come intervenire.Anche a questo potrebbe servire la nuova Unità appena riapparsa nelle edicole e nei circoli Pd.

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