APS-
Anno XVIII ( nuova serie ) – n° 626 di sabato 20 aprile 2013
IL“NAPOLITANO BIS”
DOPO IL FLOP DEL PD NELLE VOTAZIONI DI
MARINI PRIMA DI PRODI POI/DIMISSIONI DI BERSANI /PD PARTITO ALLO SBANDO:LE AUTOANALISI
Roma,20/04/13 –(Aps) – Sei votazioni per eleggere –confermare nel caso nostro – l’inquilino del Quirinale non sono certo un enormità se confrontate con i precedenti che annoverano parecchi record di durata.Ed invece questa volta è sembrato proprio così.Ma perché i fisiologici indugi di queste votazioni nascondevano più seri ed inquietanti segnali della crisi sistemica della politica che quasi per paradosso ha colpito maggiormente e più a fondo proprio quel partito della sinistra riformista – o socialdemocratico – che era sembrato volersi muovere in sintonia con i segni, le volontà di novità e di cambiamento,di porsi al ritmo ed ai moduli dei tempi.Proprio il Partito erede di una tradizione consolidata di promozione umana,sociale,culturale,all’indirizzo delle giovani generazioni,dei meno protetti,degli ultimi.Un Partito,il Pd, uscito anch’esso malconcio dalle urne, per effetto dell’ondata populistica dell’antipolitica da cui era stato evidentemente eroso,raccogliendo alle politiche di fine febbraio, una percentuale di voti nettamente inferiore a quella preventivata.tanto da essere il primo partito,si,ma di non essere il vincitore vero della gara elettorale,se non per aver potuto guadagnare il cospicuo premio elettorale in numero di seggi alla Camera,con la maggioranza assoluta dei voti,e soltanto con quella relativa al Senato,sempre in base alla “benemerita” legge del medico-dentista Calderoli della Lega di Bossi Della quale legge – occorre dire – non c’è.stata la volontà di disfarsi da parte di nessuno dei partiti.
Ora la crisi del Pd che ha subìto,come si sa, in questi giorni l’onta di veder azzoppati,e per un centinaio di voti, dal “fuoco amico” nel segreto dell’urna a Montecitorio due suoi candidati, di primissimo piano - quali Marini e Prodi,entrambi promotori dell’Ulivo e quindi dell’attuale Pd – è gravissima ed ha prodotto un autentico sisma nel Partito,a cominciare dalle dimissioni di Bersani e di tutto il vertice di via del Nazzareno.Il Pd appare seriamente ferito da queste vicende quirinalizie che sono evidentemente la spia di ben altro malessere che lo affligge e su cui da subito è necessario interrogarsi ed a fondo..
Nonostante il rinnovo del mandato presidenziale di Giorgio Napolitano corisponda alle aspettative ed agli auspici espressi nell’immediata vigilia da buona parte del mondo politico e dei più avveduti circoli giornalistici, per l’apprezzata opera,sul piano interno come su quello internazionale che il Quirinale ha saputo portare avanti con raro equilibrio e competenza in questi ultimi difficili anni che stiamo ancora attraversando,l’agenda politica italiana resta oltremodo pesante e complicata.In primis, la perdurante insidia populistica dei grillini che continua a scuotere demagogicamente la piazza,portando anche in Parlamento questa sua testimonianza “muta”,politicamente indecifrabile.Poi l’inaffidabilità della Destra populista di Berlusconi – che ha preso oggi partito dall’esito delle votazioni quirinalizie(frutto anche della sua incapacità politica) e dai seri “infortuni” occorsi in casa Pd per riprendere maramaldescamente fiato e tornare a risibili perfomance con la complicità di conduttori amici nel servizio pubblico Tv. Al di là della non giustificata euforìa di queste ore,essa resta l’ostacolo più serio sulla via di quel “cambiamento” necessario nel respiro democratico del Paese e che sarà difficile rinviare.Sul piano delle riforme istituzionali ,dell’etica pubblica,ed in tutta la complessa sfera dell’economia reale,della ripresa,dell’occupazione,della crisi che morde ancora pesantemente sulle famiglie italiane.
Roma,20/04/13 –(Aps) – Sei votazioni per eleggere –confermare nel caso nostro – l’inquilino del Quirinale non sono certo un enormità se confrontate con i precedenti che annoverano parecchi record di durata.Ed invece questa volta è sembrato proprio così.Ma perché i fisiologici indugi di queste votazioni nascondevano più seri ed inquietanti segnali della crisi sistemica della politica che quasi per paradosso ha colpito maggiormente e più a fondo proprio quel partito della sinistra riformista – o socialdemocratico – che era sembrato volersi muovere in sintonia con i segni, le volontà di novità e di cambiamento,di porsi al ritmo ed ai moduli dei tempi.Proprio il Partito erede di una tradizione consolidata di promozione umana,sociale,culturale,all’indirizzo delle giovani generazioni,dei meno protetti,degli ultimi.Un Partito,il Pd, uscito anch’esso malconcio dalle urne, per effetto dell’ondata populistica dell’antipolitica da cui era stato evidentemente eroso,raccogliendo alle politiche di fine febbraio, una percentuale di voti nettamente inferiore a quella preventivata.tanto da essere il primo partito,si,ma di non essere il vincitore vero della gara elettorale,se non per aver potuto guadagnare il cospicuo premio elettorale in numero di seggi alla Camera,con la maggioranza assoluta dei voti,e soltanto con quella relativa al Senato,sempre in base alla “benemerita” legge del medico-dentista Calderoli della Lega di Bossi Della quale legge – occorre dire – non c’è.stata la volontà di disfarsi da parte di nessuno dei partiti.
Ora la crisi del Pd che ha subìto,come si sa, in questi giorni l’onta di veder azzoppati,e per un centinaio di voti, dal “fuoco amico” nel segreto dell’urna a Montecitorio due suoi candidati, di primissimo piano - quali Marini e Prodi,entrambi promotori dell’Ulivo e quindi dell’attuale Pd – è gravissima ed ha prodotto un autentico sisma nel Partito,a cominciare dalle dimissioni di Bersani e di tutto il vertice di via del Nazzareno.Il Pd appare seriamente ferito da queste vicende quirinalizie che sono evidentemente la spia di ben altro malessere che lo affligge e su cui da subito è necessario interrogarsi ed a fondo..
Nonostante il rinnovo del mandato presidenziale di Giorgio Napolitano corisponda alle aspettative ed agli auspici espressi nell’immediata vigilia da buona parte del mondo politico e dei più avveduti circoli giornalistici, per l’apprezzata opera,sul piano interno come su quello internazionale che il Quirinale ha saputo portare avanti con raro equilibrio e competenza in questi ultimi difficili anni che stiamo ancora attraversando,l’agenda politica italiana resta oltremodo pesante e complicata.In primis, la perdurante insidia populistica dei grillini che continua a scuotere demagogicamente la piazza,portando anche in Parlamento questa sua testimonianza “muta”,politicamente indecifrabile.Poi l’inaffidabilità della Destra populista di Berlusconi – che ha preso oggi partito dall’esito delle votazioni quirinalizie(frutto anche della sua incapacità politica) e dai seri “infortuni” occorsi in casa Pd per riprendere maramaldescamente fiato e tornare a risibili perfomance con la complicità di conduttori amici nel servizio pubblico Tv. Al di là della non giustificata euforìa di queste ore,essa resta l’ostacolo più serio sulla via di quel “cambiamento” necessario nel respiro democratico del Paese e che sarà difficile rinviare.Sul piano delle riforme istituzionali ,dell’etica pubblica,ed in tutta la complessa sfera dell’economia reale,della ripresa,dell’occupazione,della crisi che morde ancora pesantemente sulle famiglie italiane.
IL
DISINVOLTO USO DELLA “VERSAILLES ITALIANA” A CASERTA E DEL PALAZZO REALE A NAPOLI
Roma,20/04/13 –
(Aps) - Sconcertanti episodi di
malcostume e degrado si sono di recente verificati a Napoli e Caserta. Come
anche fotograficamente documentato,a Caserta gruppi di imperterriti balordi
sguazzano nelle acque delle colorate vasche sottostanti le cascate
del parco delle reggia che Carlo di
Borbone fece costruire per celebrare i fasti del suo regno.Le cascate, note in tutto il
mondo,progettate da Luigi Vanvitelli e successivamente realizzate da suo figlio Carlo e da altri famosi
architetti e scultori, sono sormontate da gruppi di statue e scene mitologiche
di valore artistico incommensurabile. All’indignazione per l’oltraggio alla storia,all’arte e alla
cultura, si aggiunge lo sconforto nel constatare-dalla suddetta
documentazione- che degli intrusi possano
liberamente immergersi nell’acqua sgorgante dalle fontane di un
complesso architettonico che ,per la sua
importanza e la sua bellezza ,è definito
la Versailles d’Italia. Non sono meno
sconsolanti, rispetto alle condizioni di
incuria in cui ci è apparsa dalle
suddette immagini la reggia di Caserta,quelle relative al palazzo reale
di Napoli-una volta centro del potere e di relazioni della capitale del
Mezzogiorno- in cui ci è stato dato di rilevare un analogo oltraggio
rappresentato dalla circolazione e dal parcheggio,tra i viali e le ampie aree
interne all’edificio, di auto e
motoscooters non solo di dipendenti
della Soprintendenza che ivi ha sede ma
anche di cittadini comuni che vi entrano
ed escono a piacimento, in barba a norme
e divieti. Residenza prima dei vicerè spagnoli ed austriaci e poi ,con
l’avvento del regno indipendente di
Napoli di Carlo di Borbone, per oltre un secolo della sua famiglia,il palazzo -
ampliato e restaurato nel 700 dallo
stesso Luigi Vanvitelli e poi da
altri architetti - è assurto al rango di
uno tra i più notevoli e maestosi
edifici di quel secolo. Si spera che, nell’uno e nell’altro caso,così
come per beni che fanno parte del patrimonio dell’umanità, i poteri
pubblici e le Soprintendenze vogliano
porvi al più presto rimedio con tempestivi ed efficaci interventi diretti alla
loro tutela.
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