Roma,28/02/13
–(Aps) – La sorpresa che è sortita nel pomeriggio di lunedì all’apertura delle
urne equivale ad una sbornia per disperazione che ha preso i vertici del Pd e,
scendendo per li rami, i responsabili anche locali di quel partito;così come
stupore ed incredulità si sono impossessati degli stessi osservatori e
commentatori che scommettevano su una larga vittoria dei democrats a queste turno di politiche sicuramen= te
decisivo, dopo la parentesi del governo tecnico del prof. Monti - poi divenuto uno dei più risoluti competitori nella lizza
elettorale – e dopo la progressiva liquefazione del “partito di plastica”del
populismo berlusconiano.Si era dunque alla conclusione di una lunga fase quasi
ventennale,durante la quale l’istanza riformista del Paese era stata del tutto
negletta,non solo,perché gli squilibratii conti pubblici di casa nostra erano
soltanto la punta dell’iceberg di un più vasto dissesto
economico-finanziario che il centrodestra aveva consegnato al governo dei
tecnici subentrati all’ennesimo Governo Berlusconi nel novembre del 2011.L’accanimento
dei mercati e l’ondata speculativa internazionale aveva fato evidentemente il
resto,ponendo l’Italia al centro di una seria crisi della zona dell’euro :Il
programma di austerità e di riforme inderogabili attuate dal Prof.Monti non
erano state ,come sappiamo,per niente indolori,soprattutto per i ceti meno
protetti:con l’avallo della strana maggioranza cpn Pdl e Pd che evidentemente
non potevano non tirare in direzioni opposte nel loro sostegno a
Monti,nonostante Il Pd si sia rivelato assai più coerente e leale in tale
appoggio.
Una un po’ lunga premessa per dire che difronte ai risultati delle urne – con Pd.Pdl Movimento5S appaiati in una singolare testa di serie,tutti attorno ai venticinque punti percentuali – con un lieve vantaggio dei Democratici sia al Senato che alla Camera,dove riuscivano anche a conquistare il chiacchierato(assieme a tutti gli altri punti “qualificanti” del famigerato Porcellum) premio di maggioranza.Il che nella situazione data,di autentico paradosso,crea non piccolo problema ad un partito,il Pd, che almeno come coalizione,” è primo,ma non è il vincitore”:è stato il primo amaro commento di Bersani.
Una un po’ lunga premessa per dire che difronte ai risultati delle urne – con Pd.Pdl Movimento5S appaiati in una singolare testa di serie,tutti attorno ai venticinque punti percentuali – con un lieve vantaggio dei Democratici sia al Senato che alla Camera,dove riuscivano anche a conquistare il chiacchierato(assieme a tutti gli altri punti “qualificanti” del famigerato Porcellum) premio di maggioranza.Il che nella situazione data,di autentico paradosso,crea non piccolo problema ad un partito,il Pd, che almeno come coalizione,” è primo,ma non è il vincitore”:è stato il primo amaro commento di Bersani.
L’INCALZANTE CALENDARIO DELL’AVVIO DI LEGISLATURA/UN INGORGO
ISTITUZIONALE CHE NON OSCURA GLI INESTRICABILI NODI POLITICI
Roma,28/02/13
–(Aps) – Incalzano già le scadenze per approntare una linea in vista di quello
che viene giustamente definito ingorgo istituzionale.Si comincia dalle
Presidenze delle due Assemblee Legislative che si insediano il 15 marzo,per
passare alle consultazioni al Quirinale con le proposte da presentare al Capo
dello Stato per la formazione del nuovo Governo,con il conferimento
dell’incarico”ad hoc” ad una personalità
del maggior partito,che dovrebbe essere Bersani,Segretario Pd e
candidato Premier di quel Partito:sempre che si riesca ad indicare una
possibile maggioranza su cui basare il costituendo Esecutivo.In continuità
temporale con questo a dir poco impegnativo passaggio, la elezione del nuovo
Presidente della Repubblica,con la prima convocazione delle due Camere e rappresentanti
regionali a partire dal 15 aprile.Tenendo presente che il mandato dell’attuale
Capo dello Stato scade irrevocabilmente il 15 maggio prossimo.Come è facile
arguire, il dibattito politico si è focalizzato in questi due giorni
direttamente sulla difficile equazione della maggioranza di governo.Poichè qui
sono racchiuse tutte le ragioni che rendono ancora una volta assai difficile,ed
in maniera in qui inusitata,l’apertura di questa legislatura.Anche a voler
mettere nel conto la ,a suo modo, singolare esperienza dell’altra
legislatura,anche essa vinta di una sola incollatura dal Centro-sinistra – la XV,con
lo sfortunato Governo Prodi,di cui emergono proprio in quersti giorni
particolari agghiaccianti circa i motivi provati –se saranno accertati – dell’opera
di corruzione politica messa in atto dalla Destra per accelerare la fine di quella esperienza stessa.
L’ANALISI
DEL VOTO E LE SCONFORTATE RIFLESSIONI IN CASA PD: A LORO DANNO L’AVANZATA DEL MOVIMENTO “5 STELLE”
Roma,28/02/13 –(Aps) – Oltre che uno schiaffo all’Europa – perché tale e da
interpetrarsi
il significato delle due”affermazioni”,con valenze politiche sia pure contrapposte,dei berlusconiani e dei “grillini” – il risultato elettorale apre grossi interrogativi sugli scenari politici che si aprono e sul futuro,o meglio durata,della legislatura neppure ancora formalmente aperta.
Un risultato,quello delle urne,che crea interrogativi per tutti,ma in primo luogo al Pd.Un partito che ancora non aveva concluso il suo percorso identitario – inutilmente avviato,diremmo,sin dalla sua fondazione nel 2007 – e che si trova nel mezzo di un bel psicodramma, una volta scoperto – e qui può risiedere forse un senso di colpa per dirigenti ed “apparati” di quel partito – solo ad urne aperte che il fenomeno grillino aveva colpito in prevalenza proprio nell’elettorato della sinistra moderata e riformista che più di ogni altro partito ha a cuore le “rivendicazioni” che i giovani grillini recano – sia pure confusamente,in una protesta priva di proposte - sulle loro bandiere.
il significato delle due”affermazioni”,con valenze politiche sia pure contrapposte,dei berlusconiani e dei “grillini” – il risultato elettorale apre grossi interrogativi sugli scenari politici che si aprono e sul futuro,o meglio durata,della legislatura neppure ancora formalmente aperta.
Un risultato,quello delle urne,che crea interrogativi per tutti,ma in primo luogo al Pd.Un partito che ancora non aveva concluso il suo percorso identitario – inutilmente avviato,diremmo,sin dalla sua fondazione nel 2007 – e che si trova nel mezzo di un bel psicodramma, una volta scoperto – e qui può risiedere forse un senso di colpa per dirigenti ed “apparati” di quel partito – solo ad urne aperte che il fenomeno grillino aveva colpito in prevalenza proprio nell’elettorato della sinistra moderata e riformista che più di ogni altro partito ha a cuore le “rivendicazioni” che i giovani grillini recano – sia pure confusamente,in una protesta priva di proposte - sulle loro bandiere.
I tentatvi di dialogo avviati da Bersani in questi giorni hanno già
trovato il muro esplicito dei no da parte dell’ex-comico genovese e dei suoi
ispiratori.Un dialogo che allo stato sembra restare l’unico spiraglio per poter
salvare una legislatura pronosticata come “costituente”.
Considerato soprattutto che non è pensabile in nessun caso una formula di “sacra alleanza” con Pdl che resta un reperto di demagogia e di populismo da lasciare,si spera, definitivamente nell’angolo.
Considerato soprattutto che non è pensabile in nessun caso una formula di “sacra alleanza” con Pdl che resta un reperto di demagogia e di populismo da lasciare,si spera, definitivamente nell’angolo.
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