sabato 9 marzo 2013

SCENARI DEL DOPOVOTO/PROPOSTA DI GOVERNO DEL PD AL M5S/RISPOSTE SPREZZANTI DI GRILLO


APS – Anno XVIII ( nuova serie ) – n°621 di venerdì 8 marzo 2013


DISSOLVENZE SULLO SCENARIO DEL DOPOVOTO/LA PROPOSTA DI GOVERNO DEL PD( SENZA MAGGIORANZA AL SENATO) S’INDIRIZZA AL M5S:DUBBI SUL SI
Roma,08/03/13 – (Aps) – Meno di dieci giorni dall’esito del voto politico e sembra già passato un secolo dall’altalena,di speranze,sorprese, sgomenti e delusioni avvicendatesi in quel pomeriggio di lunedì 26 Febbraio.Quando la scena politica italiana si tingeva ancora di nuove tinte,mai sperimentate in quelle proporzioni e sino a quel momento,anche se non erano mancate consistenti avvisaglie di pericolo,per finire col voto regionale siciliano,e non solo,dello scorso autunno.
Parliamo del voto di Grillo che ha rivoluzionato la geografia elettorale – e parlamentare – del nostro Paese,facendo in pratica del Movimento 5S uno dei tre maggiori partiti,affian= candolo a Pd e Pdl.Parliamo ovviamente anche della incredibile rimonta “azzurra”, frutto - bisogna dirlo nel bene o nel male, ed a nostro parere decisamente nel male – dell’impegno personale,dell’affondo oltre ogni ragionevole previsione, del Cavaliere riuscito a limitare i danni per le percentuali di un Pdl  che pure ha lasciato sul campo circa sei milioni voti rispetto alle politiche del 2008.E poteva andare assai peggio,come in realtà era nei vari sondaggi.
Terzo fondamentale elemento del quadro,il risultato del  Pd,pronosticato con largo anticipo sui sui tempi , largamente primo partito candidato ad imprimere una netta svolta di rinascita per il nostro Paese avvitato nella grave crisi che tutti sappiamo – che è politica,economico-sociale insediata nell’etica pubblica,nell’apparato politico-amministrativo a tutti i livelli,in assenza di una seria normativa anticorruzione che bloccasse in nuce le manifestazioni del fenomeno.Nonostante tutte queste altissime premesse il voto per il Pd è stato deludente.Confermatosi di misura “prima coalizione” (ne faceva parte la Sel di Vendola anch’essa sferzata dall’ondata avversa del voto) i Democratici hanno pure loro lasciato sul terreno qualcosa come almeno tre e milioni e mezzo di voti, rispetto sempre al precedente voto politico di cinque anni fa.
Nonostante gli allori delle primarie – su cui forse,come è stato osservato, troppo frettolosamente si erano seduti - e gli altri indiscussi meriti per aver tenuto testa come maggior partito d’opposizione alle insulse capriole della Destra che ci ha portato dove ci ha portato con  i conti pubblici in dissesto,e la contraddittoria governance della nostra economia,obbligandoci poi alla strada della austerità “montiana” dei mesi del Governo “tecnico”.
Il passaggio cui ora ci obbliga il verdetto delle urne è stato sancito nella riunione dela Direzione Pd di ieri altro.Si punta da subito ad un governo che il partito democratico – che dispone della maggioranza assoluta alla Camera e di una maggioranza soltanto relativa al
Senato(privo cioè in partenza della fiducia anche a Palazzo Madama) – si propone di costituire se il Capo dello Stato darà l’incarico al candidato Premier Bersani:Si basa su otto schematici punti che vanno dal rinnovo della legge elettorale,alla riforma della politica e dei suoi costi,del finanziamento dei partiti,in una netta operazione anticasta,alle norme anticorruzione,al conflitto d’interessi,Sono tutti punti che vanno in direzione delle principali rivendicazioni.”grilline”.Al M5S  è perciò indirizzato l’appello del Pd a dare sostegno  a questa preliminare opera di governo,la cui bozza sarà sottoposta al Capo dello Stato in avvio delle consultazioni.Le risposte sono state sin qui sprezzanti:Non è facile prevedere che la linea di Grillo – ispirata ad un strategia di pura rottura – possa a breve cambiare.



AUTOANALISI DELLA SCONFITTA/ NEL PIU’ VITALE PARTITO ITALIANO SI APRE
UN DIBATTITO BEN OLTRE I TEMI IDENTITARI/IL RAPPORTO POLITICA CITTADINI


Roma,08/03/13 –(Aps)- Le otto ore di dibattito di mercoledì scorso al Nazzareno sulla reazione Bersani e sulla sua proposta di governo rivolta ad incanalare il voto di protesta grillino hanno portato,assieme alla ricchezza della discussione,molti altri elementi.La proposta conclusiva del Segretario- candidato Premier è stata accolta praticamente all’unanimità(meno un astenuto,credo)Perché? Perché le ore di discussione – e sono solo un’ anticipazione dei più vasti interrogativi che si aprono in quel Partito così decisivo per le sorti dell’Italia - descrivono in qualche modo lo stato di delusione non solo per il risultato delle urne,per le pesanti perdite subite in casa propria ad opera del messaggio M5S recapitato dalla Rete e che ha eroso in buona parte proprio l’elettorato democrat, ma anche un certo spaesamento dinanzi alla situazione che il voto ha disegnato.C’è consapevolezza che forse per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana il gioco politico deve cambiare approccio e contenuti.Fuori da ogni alchimìa partitica,la sola via per tentare di aggregare forze – e non è certo che in questa  forse breve legislatura si possa fare - sullo scacchiere parlamentare come nel Paese è quella di far riferimento ad un cambiamento radicale e profondo.Del modo di essere,dello “stile” della nostra democrazia per troppo tempo pretermessa ad altre esigenze opache,se non di parte,se non di classe,anzi di ceto:Il cambiamento deve essere stella polare della politica e della democrazia.Bisogna ripartire da quì per quel disegno di ricostruzione di cui si è parlato.

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