RIGORE,MA
SOPRATTUTTO CRESCITA/ LE ATTESE DAL TRAVAGLIATO VERTICE DI BRUXELLES
Roma,08/02/13 – (Aps) –Mentre cresce l’attesa per le
conclusioni del vertice dei Capi di Stato e di Governo in corso da ieri a
Bruxelles su un altro tema spinoso per la Ue quale il bilancio comunitario per
i prossimi anni,da noi la campagna elettorale entra nel suo penultimo giro di
boa prima del voto del del 24 e 25 di questo mese.
A Bruxelles al centro della disputa trai 27 Stati aderenti v’è il profilo del nuovo bilancio in ordine al quale si scontrano le posizioni più oltranziste in tema di rigore, con il fronte dei Paesi del Nord del Continente (Svezia,Danimarca,Olanda) cui si affianca la Gran Bretagna.Sebbene con la sua specialissima posizione di politica “insulare” il Regno Unito(fuori dall’euro,con un piede dentro ed uno fuori sull’agenda per un rafforzamento dell’Unione, sul terreno di una più piena integrazione sia economica che politica)e gli altri principali partners europei,tra cui soci fondatori come Francia,Italia,Germania,attestati su linee più dialoganti per cercare di mettere assieme l’austerità, fino al punto che dovrà mantenersi rigorosa,e la crescita invocata a gran voce dai Paesi della fascia mediterranea,il nostro compreso.Ed è proprio tenendo presenti le ferite inferte dalla crisi, e dalle dure conseguenti misure di rigore, al tessuto economico e sociale del nostro Paese,specie nelle sue fasce più deboli o meno protette,che da Roma si guarda con particolare attenzione agli esiti del vertice nella capitale belga.Da essi bisognerà partire per quel necessario aggiornamento – nel senso di una non rinviabile “apertura sociale” -della politica di rigore che il Governo tecnico ha dovuto perseguire nei tredici mesi dal suo
insediamento.A questo riguardo crediamo sia sbagliata oltrechè inutile la polemica sui limiti e le inevitabili criticità dell’Agenda Monti.Sbagliato ci sembra tuttavia anche il modo con cui quella agenda è stata lanciata nella presente tenzone elettorale,per costruire attorno ad essa- anche con incomprensibili rettifiche o capovolgimenti puramente propagandistici - un altro soggetto della competizione per il voto di fine mese.
A Bruxelles al centro della disputa trai 27 Stati aderenti v’è il profilo del nuovo bilancio in ordine al quale si scontrano le posizioni più oltranziste in tema di rigore, con il fronte dei Paesi del Nord del Continente (Svezia,Danimarca,Olanda) cui si affianca la Gran Bretagna.Sebbene con la sua specialissima posizione di politica “insulare” il Regno Unito(fuori dall’euro,con un piede dentro ed uno fuori sull’agenda per un rafforzamento dell’Unione, sul terreno di una più piena integrazione sia economica che politica)e gli altri principali partners europei,tra cui soci fondatori come Francia,Italia,Germania,attestati su linee più dialoganti per cercare di mettere assieme l’austerità, fino al punto che dovrà mantenersi rigorosa,e la crescita invocata a gran voce dai Paesi della fascia mediterranea,il nostro compreso.Ed è proprio tenendo presenti le ferite inferte dalla crisi, e dalle dure conseguenti misure di rigore, al tessuto economico e sociale del nostro Paese,specie nelle sue fasce più deboli o meno protette,che da Roma si guarda con particolare attenzione agli esiti del vertice nella capitale belga.Da essi bisognerà partire per quel necessario aggiornamento – nel senso di una non rinviabile “apertura sociale” -della politica di rigore che il Governo tecnico ha dovuto perseguire nei tredici mesi dal suo
insediamento.A questo riguardo crediamo sia sbagliata oltrechè inutile la polemica sui limiti e le inevitabili criticità dell’Agenda Monti.Sbagliato ci sembra tuttavia anche il modo con cui quella agenda è stata lanciata nella presente tenzone elettorale,per costruire attorno ad essa- anche con incomprensibili rettifiche o capovolgimenti puramente propagandistici - un altro soggetto della competizione per il voto di fine mese.
UN QUADRO SCOMPOSITO/EVAPORA IL BIPOLARISMO CRESCE LA FRANTUMA= ZIONE TRA POLI E LISTE MINORI/IL PD SALDO IN TESTA,POI PDL,GRILLO,MONTI
Roma,08/02/13 – (Aps) –Dalla mezzanotte di oggi stop alla
divulgazione dei sondaggi prevista dalla legge allo scopo di impedire che essi
possano influenzare il voto degli elettori.Si entra dunque nel vivo di queste
quasi due settimane di campagna propagandistica dei partecipanti alla
competizione di fine mese.Come si è già osservato,siamo dinanzi ad un quadro
scomposito,con la presenza di competitori nuovi ed imprevisti.E’ il caso delle
liste del Premier uscente Monti inopinatamente “salito” in politica - dopo il
voltafaccia,questo non imprevisto, di Berlusconi e soci - che ha
insospettabilmente tirato fuori dal cilindro di questa campagna elettorale un
attivismo, un armamentario ed uno stile insospettabili nella sua
personalità,anche se pare senza grandi risultati,come viene pronosticato.C’è
ancora il fenomeno che sembra persistere e consolidarsi di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle che
egli sino ad oggi ha padroneggiato con risolutezza autoritaria.E’ oggetto di
dibattito se esso possa classificarsi come manifestazione dell’antipolitica,ma
si propende a considerarlo piuttosto come una forma di reazione,di vera e
propria rivolta - rozza e confusa - alla “cattiva politica” della quale non
mancano davvero testimonianze sullo scenario nostrano.Un altro memorandum per chi avrà il compito di
governare il Paese a cominciare dal prossimo mese di marzo.
Tralasciamo le liste minori,a cominciare da “Rivoluzione Civile” di Ingroia, divenuta di fatto il contenitore di posizioni dell’antagonismo ,dipietrismo incluso e che ingloba anche i Sindaci di Napoli e di Palermo,che finisce per erodere qualche frangia marginale dell’elettorato di centrosinistra(Pd)nonostante ne poi subisca un certo “richiamo della foresta”.Per quanto poi è tuttora ascrivibile ad una rapprentazione delle forze partitiche
tradizionali,troviamo ovviamente un Pdl animato e caricato freneticamente dal suo anziano leader-padrone, risospinto in iscena dalla sua irrefrenabile voglia di “ritornare”; che coltiva sogni di rivincita o addirittura di sorpasso,per un Pdl attraversato da un processo di totale disfacimento politico,morale,organizzativo.Sappiamo bene che non si tratta di una forza di destra liberalconservatrice,utile al Paese, al governo come all’opposizione;semplicemente è bensì di un aggregato a carattere padronale,di chiara impronta populistica, come si è potuto ben constatare in questi ultimi vent’anni circa della vicenda politica nazionale.E’ insomma un bipolarismo zoppo quello entro il quale combatte la sua non facile battaglia il Pd di Bersani,alla conquista di quel primato nelle urne che potrebbe servire a far ripartire l’Italia,a ricostruire il Paese,a porre fine alla stucchevole favolistica che abbiam dovuto riascoltare anche in queste settimane.
Tralasciamo le liste minori,a cominciare da “Rivoluzione Civile” di Ingroia, divenuta di fatto il contenitore di posizioni dell’antagonismo ,dipietrismo incluso e che ingloba anche i Sindaci di Napoli e di Palermo,che finisce per erodere qualche frangia marginale dell’elettorato di centrosinistra(Pd)nonostante ne poi subisca un certo “richiamo della foresta”.Per quanto poi è tuttora ascrivibile ad una rapprentazione delle forze partitiche
tradizionali,troviamo ovviamente un Pdl animato e caricato freneticamente dal suo anziano leader-padrone, risospinto in iscena dalla sua irrefrenabile voglia di “ritornare”; che coltiva sogni di rivincita o addirittura di sorpasso,per un Pdl attraversato da un processo di totale disfacimento politico,morale,organizzativo.Sappiamo bene che non si tratta di una forza di destra liberalconservatrice,utile al Paese, al governo come all’opposizione;semplicemente è bensì di un aggregato a carattere padronale,di chiara impronta populistica, come si è potuto ben constatare in questi ultimi vent’anni circa della vicenda politica nazionale.E’ insomma un bipolarismo zoppo quello entro il quale combatte la sua non facile battaglia il Pd di Bersani,alla conquista di quel primato nelle urne che potrebbe servire a far ripartire l’Italia,a ricostruire il Paese,a porre fine alla stucchevole favolistica che abbiam dovuto riascoltare anche in queste settimane.
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