venerdì 6 febbraio 2015

UNA PROVA DI MATURITA',LA SCELTA DI MATTARELLA AL QUIRINALE/PIU'FORTE LA MAGGIORANZA DELLE RIFORME/COL PATTO DEL NAZZARENO NE CADE ANCHE L'OGGETTO IMPOSSIBILE

APS –Anno XX ( nuova serie ) – n° 694 di venerdì 6 febbraio 2015 DOPO LA PROVA DI SERIETA’ DELLA SCELTA DI MATTARELLA,SI RAFFORZA LA MAGGIORANZA DELLE RIFORME ATTORNO A RENZI/CADONO COL PATTO DEL NAZZARENO L’OGGETTO IMPOSSIBILE DI SOTTINTESI E FRAINTENDIMENTI Roma,06/02/15 – (Aps) – Con gli avvenimenti sicuramente al di fuori dalle ordinarie previsioni degli esperti del ramo,di osservatori od analisti,degli otto,nove giorni appena trascorsi si è messo decisamente in movimento lo scenario politico italiano.In un quadro che tutto lasciava presagire fosse ancorato – sia pure nelle indeterminatezze,i sottintesi ed i fraintendimenti che di sicuro erano ed in abbondanza nel caso di specie – al cosiddetto Patto del Nazzareno siglato a Roma appena pochi giorni più di un anno fa tra l’ex ed ormai piuttosto malconcio,politicamente parlando e forse non solo,ex Cavaliere ed il giovane e rampante neo-leader del Pd.In procinto,va ricordato,di installarsi,con una serie combinata di mosse fulminee, di lì a qualche settimana addirittura a Palazzo Chigi.Che cosa era accaduto sulla scena politica di casa nostra perché si verificasse un così deciso e repentino cambiamento.La elezione del nuovo Capo dello Stato – dopo le dimissioni di Napolitano a metà gennaio, al compimento delle semestre a guida italiana nella Ue,e come era stato chiaramente esplicitato all’atto del rinnovo del suo mandato meno di due anni addietro – aveva offerto a Renzi la opportunità di dimostrare non solo a Berlusconi e compagni ma dinanzi all’opinione pubblica che continua a seguire con sostanziale favore la sua condotta come Leader del Pd e soprattutto come Presidente del Consiglio, la propria autonomia, non ricattabile,nel guidare gli eventi a vertici della vita pubblica del Paese.Tra questi in primis la scelta del nome giusto nella difficile successione – per i meriti e le qualità fuori discussione del Presidente dimissionario Napolitano – di una figura adeguata che pienamente rispondesse alle esigenze del momento e dell’Alta carica da ricoprire.Il nome di Sergio Mattarella che Renzi ha offerto senza incertezze od indecisioni, a nome dell’intero Pd, ai Grandi elettori del Capo dello Stato(Deputati,Senatori.Delegati regionali)poteva chiaramente non andar bene ad altri settori dell’Assemblea di elettori;soprattutto non andar bene all’altro partecipante al Patto,vale a dire Berlusconi.Pur concernendo il Patto medesimo un alleanza istituzionale – non politica – sulle riforme.Da quelle sul nuovoSenato,tasformato in Camera delle Autonomie ,non più direttamente elettivo e con limitata potestà legislativa,tale da eliminare cioè il deprecato bicameralismo perfetto,giustamente giudicato mezzo di intralcio,e di ritardo alla funzione legislativa del Parlamento);alla riforma del titolo V della Costituzione,attraverso una sostanziale revisione della macchina delle autonomie – delle Regioni, ordinarie ed a statuto speciale, che sembra perdere ormai troppi colpi e da ogni parte.Oltre ad ad assestarne altri di conio negativo nel proprio funzionamento “domestico”,per così dire,per i costi spropositati di gestione,gli sprechi e molto altro,come tutti ben sappiamo.Ed ancora,ma non ultima per importanza,la nuova Legge elettorale,approvata – non senza tormenti anche per le minoranze del Pd - lo scorso mese di gennaio anche dal Senato, ma che dovrà tornare alla Camera per alcune modifiche che vi sono state apportate.Il nome di Mattarella – una figura eminente,rigorosa ed equilibrata di politico e costituzionalista,di matrice cattolico-democratica – ha ricevuto sei giorni fa a Montecitorio un voto quasi plebiscitario,poco sotto la soglia della maggioranza qualificata non richiesta alla quarta votazione di sabato scorso.Questo nome però non è andato bene a Berlusconi ed alla maggioranza del suo cerchio magico(in un primo tempo neppure ad Alfano (nonostante la posizione di alleagto minore del Pd nel governo di Renzi ) ma la scorsa settimana attratto dalle lusinghe dell’ex-Cavaliere per la ricostituzione dell’Alleanza moderata o di Destra.Ad elezione avvenuta ,come si è detto, quasi plebiscitariamente di Sergio Mattarella al Quirinale – con una scheda bianca votata trasversalmente da buona parte di Fi e da una frazione di Ncd – si è aperta tra i berlusconiani delle varie tendenze una tenzone assai accesa che ha in pratica messo in mora il Cavaliere che è stato costretto considerare concluso,o congelato,il Patto del Nazzareno con tutte i sogni e le ambizioni che l’ex-Premier vi aveva legato.Attorno a Renzi – che esce ancora una volta vincente anche in questo difficile,delicato passaggio istituzionale – tende ora a coagularsi un più esteso fronte di sostegno che va,in molti casi da Sel ai fuoriusciti di Cinque Stelle,e specie al Senato,ai dissidenti di FI e del Gruppo delle Autonomie.Mentre il dissolvimento del movimento di Scelta Civica ha già registrato l’adesione di otto parlamentari,tra cui il Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini. Insomma sembrerebbe non dover aver importanza alcuna il problema,per Renzi,di portare avanti con tranquillità il programma di riforme che – se a quelle istituzionali prima citate si aggiungono la Giustizia(rivoluzionando il concetto di corruzione,come viene anticipato),la Pubblica amministrazione,la Scuola e cosi via – rappresenta un impegno innovatore di vasto raggio e di grande momento, del quale il nostro Paese ha urgente bisogno.(ac)

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