domenica 4 ottobre 2015

SCONTRO A PALAZZO MADAMA SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE( SENATO) /CAMBIANO GLI SCHIERAMENTI,S'ACCRESCE LA CONFUSIONE,NONOSTANTE IL FRAGILE ARMISTIZIO INTERNO NEL PD

APS – Anno XX ( nuova serie ) –n°714 di mercoledì 30 settrembre 2015 LA BATTAGLIA IN CORSO PER LA RIFORMA COSTITUZIONALE:IL SENATO/ CAMBIANO LE ALLEANZE MA,NONOSTANTE IL FRAGILE ARMISTIZIO INTERNO NEL PD,CRESCE LA CONFUSIONE. Roma,30/09/15 –(Aps) –Al centro della giostra a Palazzo Madama è sempre il Presidente Grasso che, da uomo prudente, misurato qual è, finisce per essere il bersaglio di tutti gli strali polemici delle opposizioni – Cinque Stelle,Lega Sel in primo luogo –e delle spinte e pressioni di Palazzo Chigi e della maggioranza.Su di Lui infatti vengono esercitate le loro esplicite sollecitazioni,come già accaduto assai di recente dinanzi ad altri contrastati esami di provvedimenti da parte delle due Camere.Proprio nel loro pieno esercizio,in questo momento, di quel bicameralismo che si intende eliminare nelle procedure di legislazione,ovvero di ridurre drasticamente.E’ proprio questo del resto l’oggetto dell’art.1 della riforma del Senato che verosimilmente domani aprirà l’infocato confronto sul testo dell’importante modifica dell’ordinamento costituzionale. A Grasso si guarda perciò per tutte le decisioni rimesse ai poteri e responsabilità del Presidente della nostra Camera Alta che – se tutto andrà in porto secondo gli incontenibili voleri del Premier – starebbe vivendo proprio in queste settimane uno dei suoi ultimi momenti di “massima gloria”.E non c’è dubbio che la fine bicameralismo – a parte le smanie e le insofferenze del Premier e Segretario Pd – è oggettivamente un traguardo di progresso e modernità per le nostre massime istituzioni.Diverso il discorso sul metodo piuttosto confuso se non pasticciato secondo il quale Renzi ha sin qui proceduto.Prima all’ombra del discusso patto del Nazzareno con Berlusconi – che era sembrato subito un azzardo, troppo arrischiato.La scelta di Mattarella per il Colle – riconosciuta a Renzi come forse la migliore mossa azzeccata dall’exSindaco fiorentino, dalla sua tuttora recente apparizione nel firmamento politico nostrano – aveva avuto come diretta conseguenza la disdetta del patto stesso ad opera di Berlusconi,che cercava e cerca – forse inutilmente ed anche un po’ ormai stancamente – la via per fermare la continua emorragia dei resti di Forza Italia – Poi,l’incoraggiamento, da parte sempre di Renzi,alla costruzione di una una cerchia di alleati nuovi (ed anche d’antan:.vedi Verdini ed il suo gruppo in Parlamento) che però attizza malumori e sospetti in chi nel Pd sta seguendo con crescente timore i “concludenti” passi di Renzi verso quel “Partito della nazione”,il suo distacco od indifferenza verso il Pd e la classe politica che lo ha guidato e rappresentato in tutti questi anni.Insomma ,anche la recente Direzione democrat ha lasciato perplessi i più,non solo gli esponenti della cosiddetta “minoranza dem”,ma anche quell’area dialogante della ditta che non ha voluto sinora frapporre ostacoli all’iniziativa seppure alquanto spericolata del Prermier.Tirando le somme la conclusione è insomma sempre la stessa.Il distacco di Renzi e del suo programma riformista da una impostazione di sinistra.La rottura anche vivace con il mondo sindacale in generale,la scuola,il pubblico impiego e così via, che sono stati da sempre il punto di riferimento del Pd e delle sue antiche radici riformiste,nelle varie accezioni dell’aggregato democrat..Si chiami post-comunista,o socialista,cattolico democratico,con tutti i distinguo che si vogliano e che condividiamo circa il superamento dell’ideologismo.Ma non confondiamo le carte in tavola.La socialdemocrazia di piena impronta europea, che accetta le ragioni di un mercato regolamentato,inquadrato in una dimensione rigorosamente sociale,che non snobba(né butta alle ortiche) le forme consolidate di welfare,soprattutto per chi ha meno,per gli esclusi,non può abbracciare la tesi del “partito buono per tutti”,che non ha più suoi valori specifici,che non ha un suo popolo.Sappiano, Renzi e compagni, che questi sono limiti invalicabili.Tutto questo non è affatto tornare ad un socialismo d’antan(che neppure ha fatto sempre ottime prove) ,alla vecchia “ditta” con le eroiche compagne in cucina alle feste dell’Unità.I tempi,certo,sono cambiati.Ma non così tanto,da giustificare” tutta un’altra storia”.Che poi forse neppure ci appartiene.

Nessun commento:

Posta un commento