lunedì 18 maggio 2015

INTRALCI E RILANCI NEL CAMMINO DEL GOVERNO RENZI/TRA MUGUGNI E PROTESTE IL RIMBORSO DEI MANCATI ADEGUAMENTI PENSIONISTICI

Lunedì 18 maggio 2015 APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n° 704 di lunedì 18 maggio 2015 TRA INTRALCI E RILANCI IL PERCORSO DEL GOVERNO RENZI. E’ LA VOLTA DEL RIMBORSO,TRAI MUGUGNI, AI PENSIONATI DECRETATO DALLA CORTE COSTITUZIONALE Roma,18/05/15 – (Aps) – Questa è la volta del rimborso ai pensionati delle fasce più deboli, del blocco degli adeguamenti fissati dal governo Monti nel suo primo decreto Salva Italia,che è stato deciso qualche settimana fa dalla Consulta.Per un bilancio come quello del nostro Paese che ha avuto ed ancora ha il suo bel da fare per riportare a livelli accet= tabili dai Trattati europei il rapporto deficit-Pil,la decisione della Corte Costituzionale è piovuta come fulmine a ciel sereno - si fa per dire naturalmente - sulla testa di Renzi e del suo Governo.Matteo Renzi, con la consueta irruenza che lo distingue, sia pure immerso tra le non poche né lievi grane che lo circondano(lo strappo nel Pd che si è materializzato col voto contrario a Montecitorio di ben sessantuno deputati che si sono espressi contro l’Italicum) ha ritenuto di aver trovato la quadra, secondo il gergo introdotto nel linguaggio parlamentare da un esponente che era e rimane non proprio un purista come Bossi .Con l’aggiunta di una scorciatoia non proprio insignificante per il rimborso ai pensionati.Che ,secondo i calcoli fatti dal Premier e dalla sua squadra ministeriale. ammonterebbero a quattro milioni Almeno quelli nelle fasce più deboli di rimborsabili,con un assegno previdenziale lordo sino a 3mila euro mensili.L’operazione rimborso, così limitata a questa fascia di “fortunati”, porta ad un esborso di oltre due miliardi di euro per un rimborso “un tantum” che gira attorno ai cinquecento euro;in casi più ristretti sale attorno o sopra i settecento euro.Ma – fanno notare già da Palazzo Chigi – un rimborso più pieno e generalizzato avrebbe toccato cifre di vero dissesto per il nostro pubblico Erario:circa 18 miliardi di euro,insopportabili in un quadro finanzanziario ispirato al risanamento a breve dei conti dello Stato. Laddove non arrivano i calcoli ragionieristici dei bravi tecnici ministeriali arrivano tuttavia le inquietudini e le rimostranze dei pensionati esclusi; o che si ritengono comunque beffati dall’irrisorietà del “rimborso”.Soprattutto di sindacati e parti politiche che oltretutto sono stati sempre lo “zoccolo duro” dell’elettorato del Pd.Un partito dal quale per la prima volta cominciano a prendere le distanze.Se non a mostrare anche all’interno del Pd la loro insofferenza e contrarietà verso scelte opinabili, che sembrano compiute in nome di una malintesa “modernità” che a sua volta si richiama a Blair,all’ex Cancelliere socialdemo= cratico Schoereder,scomodando anche Clinton e molti altri capi del progressismo mondiale.Il che in tempi di globalizzazione neppure guasterebbe,se non portasse qualche sconquasso anche in ambiti che ai tempi d’oggi sono attraversati da molti dubbi ripensamenti.Come accade nel campo dell’Internazionale socialista che non vive attualmente uno dei suoi momenti più felici.Ne trova in generale motivi di grande soddisfazione nella situazione politica dei principali paesi europei dove – attanagliati dallo psicodramma che è divenuta la prospettiva futura della unità del vecchio Continente – i partiti ispirati alla socialdemocrazia non sembrano godere di grande favore.Vedi i recentissimi esiti del voto nel Regno Unito.In Italia,nonostante lo sconcerto di una partenza troppo “a razzo”,con Renzi era sembrato andar meglio.Ed alle europpe del maggio scorso il Premier e Segretario Pd si era potuto vantare di un “quasi 41%” che era certo un bel risultato,e non solo per l’Italia e non solo per il “campo socialista”,come suol dirsi.Poi è venuta a farsi sempre più strada quell’idea del “Partito della Nazione”, che fa pensare a molte cose,che t’interroga e ti fa capire che forse c’entra poco,molto poco,con la socialdemocrazia di stampo europeo.Che sì,è certo,il Partito della Nazione non ci può, né ci deve interessare.

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