sabato 21 marzo 2015

E'IL CALENDARIO POLITICO-PARLAMENTARE A PROPPRE L?URGENZA DI UNA RIFORMA RAI FINALMENTE DEGNA DI QUESTO NOME/ASPETTATIVE SULLA CONVERGENZA ATTORNO AD UNA GOVERNANCE DUALE

Sabato 21 marzo 2015 APS – Anno XIX ( nuova serie) – n°698 di sabato 21 marzo 2015 NOTE SULLE PROPOSTE DI RIFORMA RAI DIVENTATE URGENTE PER FORZA DI CALENDARIO Roma,21/03/15 – (Aps) – Il quotidiano HuffingtonPost che segue anche il tema riforma Rai con la consueta attenzione offre il suo aiuto. Quel che si aspetta dal governo, qualunque sia la formulazione finale – scrive la nota del giornale on line - è la scelta definitiva del nuovo modello di governance Uno dei principali nodi insoluti che hanno spinto Renzi a rimandare di due giorni la riunione dell'esecutivo. Nei brainstorming tra i tecnici di Palazzo Chigi e gli esperti del partito è stata definitivamente abbandonata l'ipotesi di una fondazione. Soprattutto perché il trasferimento del patrimonio sarebbe un'operazione troppo complessa ed insidiosa per essere conclusa in tempi brevi. Ma sono emerse due soluzioni percorribili: quella che ricalca "le grandi Spa di stato" e il cosiddetto "sistema duale", ispirato al sistema radiotelevisivo tedesco.La prima disegna un'architettura simile a quella esistente. Un Cda che scenderebbe da 9 a 5 membri, un amministratore delegato che sostituirebbe l'attuale figura del direttore generale con poteri assai più ampi di quelli attualmente nella disponibilità di Luigi Gubitosi, una commissione di Vigilanza privata del potere di nomina dei consiglieri ma che rimarrebbe in vita per esercitare le attuali funzioni di indirizzo e controllo.La seconda prevede una Consiglio di sorveglianza e un Consiglio di gestione. Il primo assorbirebbe di fatto le funzioni della Vigilanza. Un organismo più snello, dagli 11 ai 15 membri, con funzioni di indirizzo e controllo e con quella fondamentale di approvazione del bilancio. Questo nominerebbe un Consiglio di gestione guidato dall'amministratore delegato (con analoghe funzioni di quelle di cui sopra) coadiuvato nel suo lavoro da tre/cinque consiglieri.Due modelli differenti, entrambi al vaglio degli uomini del Nazareno. Che spiegano come Renzi - che continua a consultare un pool di esperti consultati in forma privata - preferisca decisamente il primo, ma non abbia affatto chiuso la porta al secondo. TORNA DI ATTUALITA’ LA PROPOSTA DI LEGGE PER LA NUOVA GOVERNANCE RAI.PIU’CONSENSI NEL PD AL MODELLO DUALE,ANCHE DA MINORANZA DEM Roma,21/03/15 – (Aps) - Sempre secondo i giudizi dell’HPost ,in entrambi i casi, rimane da stabilire chi nomina chi. Ed è questo il secondo grande nodo da sciogliere. Perché se ormai è assodato che l'Ad sarà di nomina governativa (come succede in tutte le aziende di stato e come già accade per il Dg, nominato dal Tesoro). Fermo restando il ruolo del Parlamento, che dovrà essere coinvolto nella designazione del Cda o in quella del Consiglio di sorveglianza. Le Camere potrebbero essere coinvolte attraverso i loro presidenti. Esclusa l'ipotesi di un voto delle assemblee, per evitare possibili stalli come succede, per esempio, per i giudici della Consulta. Ma non saranno le uniche a dire la loro. Saranno infatti affiancate dal governo e da quelli che vengono in questa fase definiti "gli stakeholders" del comparto. Una rosa molto ampia, che va dall'Agcom all'Usigrai, passando per la Conferenza Stato-Regioni e per le associazioni di categoria. Nodi che verranno sciolti giovedì. Ma il Cdm sarà solo la prima tappa di una strada densa di incertezze, che accompagnerà il dibattito politico lungo il corso dell'intera primavera. Intanto,sempre sulle ipotesi concernenti il nuovo modello di Rai da fissare in tempi ormai piuttosto brevi in termini legislativi,con una proposta di legge vera propria,sono ormai in circolazione le notizie,appunto, su una proposta di almeno dodici senatori della minoranza dem che ricalca lo schema duale della futura governance Rai,nettamente improntata al modello in vigore in Germania. Il sistema duale all'interno del Pd aveva,come si sa, riscosso più di qualche apprezzamento, anche negli ambienti più vicini al premier. Un successo tale che i dodici hanno presentato un testo che ripercorre alla lettera la strada presa in esame e poi scartata da Palazzo Chigi. Un modello alla tedesca vero e proprio, con 11 membri nella Sorveglianza (3+3 eletti dalle Camere, 2 dai lavoratori, di cui un giornalista, due dal governo e un presidente scelto dai presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio) e tre (l'Ad+2) incaricati della gestione.L'iniziativa di Fornaro, Martini, Gotor, Chiti, D'Adda, Gatti, Guerra, Lai, Lo Moro, Manassero, Migliavacca, Pegorer è destinata a essere vista come un pugno in un occhio dal premier. Perché è dal Senato che dovrà partire l'iter della riforma, per via del blitz del duo Gasparri/Matteoli che hanno incardinato in VIII commissione il testo di riforma di Buemi, rendendo, da regolamenti parlamentari, Palazzo Madama la sede d'avvio della discussione del provvedimento.

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