domenica 9 marzo 2014

RENZI,LE RIFORME,IL PROGRAMMA DI GOVERNO/LA L:ELETTORALE AL GIRO DI BOA A MONTECITORIO:REALISMI INTEMPESTIVI ?







APS – Anno XIX ( nuova serie ) n°663 di sabato 8 marzo 2014



RENZI,IL PROGRAMMA,LE RIFORME/AL GIRO DI BOA DI MONTECITORIO LA L.ELETTORALE:UN  REALISMO INTEMPESTIVO ?


Roma,08/03/14 –(Aps) – Mentre pare registrarsi una nuova preoccupante impennata in questi giorni dei casi di violenza sulle donne,con relativi femminicidi,la coincidenza tra la Festa dell’8 marzo  e la salita di tono delle polemiche sulla cosiddetta “parità di genere” nella nuova legge elettorale in discussione a Montecitorio (conl’approvazione slittata alla prossima settimana,forse martedì) getta ulteriore luce sulle criticità dell’importante riforma.Essa  resta d’altronde,il cuore dell’offensiva di Matteo Renzi, ora asceso alle stanze dei bottoni,a Palazzo Chigi,nella sua strategia annunciata  di cambiare verso al Paese.Crediamo,e speriamo,che l’istanza “paritaria” – sostenuta anche da uno specifico documento-appello - firmato trasversalmente da 90 esponenti parlamentari,in prevalenza Pd e Forza Italia,ma con la presenza di tutti gruppi minori ed anche di opposizione -  sia un buon viatico per l’accoglimento di detta istanza,per piegare le resistenze palesatesi soprattutto nella Destra e che sembrerebbero in via di ammorbidimento.Oltretutto lo scopo è quello di non far scivolare l’Italia nella zona bassa della classifica mondiale,trai paesi più retrogradi e meno aperti ai diritti-doveri delle donne.Una questione di civiltà insomma da affrontare e risolvere non solo nella composizione delle assemblee rappresentative.
Poiché si continua a far notare che è proprio dalle regole istituzionali che può prendere le mosse la rivoluzione del cambiamento che stiamo promettendo agli italiani ancora sotto la pesante sferza della crisi,dell’austerity,della mancata crescita e della disoccupazione.
Tornando al cronoprogramma di Matteo Renzi per la sua azione di governo,le prime due settimane dall’insediamento hanno già portato il giovane Presidente del Consiglio ad un battesimo del fuoco piuttosto severo: sia a Roma che sul piano internazionale,con la pericolosa vertenza russo-ucraina che agita sull’Europa lo spettro di un ritorno,dopo più di un quarto di secolo, alla guerra fredda.Con tutti gli intrecci delle relazioni in campo economico e commerciale che legano,ad esempio,Germania ed anche l’Italia alla Russia di Putin,nonostante le profonde riserve o contrarietà che da parte europea ed oltreatlantico si nutrono verso la Federazione russa e le sue assai incerte regole democrazia e di rispetto dei diritti e delle libertà dei singoli.Decisamente più impegnativo per Renzi ed il suo nuovo governo l’impatto a Bruxelles dove si è di fatto aperta la partita che da parte italiana si intende giocare quale uno dei sei Paesi fondatori e firmatari dei primi trattati della Comunità europea; come seconda nazione manifatturiera del Continente e perciò desideroso di dire la propria parola sulla strategià della Ue, dove ad una rilettura dell’austerity va velocomente affiancato un diverso molto più deciso impulso a sostegno della crescita.
In tale contesto si cala l’imprevisto dimezzamento,solo per la Camera e non anche per il Senato,della attuale stesura del testo di riforma elettorale.La spiegazione che ne è stata data è che - prevedendo il pacchetto delle riforme l’abolizione del Senato ovvero della sua trasformazione in Camera, non elettiva,delle Autonomie e dei poteri locali,con una più limitata e specifica potestà legislativa – sarebbe “realisticamente” risultato pleonastico estendere la validità della legge in approvazione a Montecitorio anche alla attuale Camera Alta.Il che ,come suol dirsi,potrebbe anche starci,se non si conoscessero i ben noti timori del principale, per quanto piccolo, alleato di governo del Pd,il Ncd di Alfano,di essere trascinato al voto anticipato e per questa ragione dar vita ad ogni possibile mossa di contrasto che allontani quanto più possibile la scadenza elettorale politica dove si viene inesorabilmente pesati.Sarebbe già questa una ragione più che legittima,come si è avuto già modo di notare,per accelerare viceversa i tempi di una normativa elettorale maggioritaria che elimini la possibilità di coalizioni poco omogenee di governo.
Un altro elemento che ha pesato sicuramente
 lo spacchettamento Camera/Senato  è stato il clima che si vive nel Pd e nel suo numeroso gruppo della Camera dopo il trauma non del tutto assorbito dello “strappo” a Letta e della ormai famosa staffetta con il Segretario delle primarie,Renzi,passato, con manovra assai veloce nei tempi, dallo sfiduciamento al Letta medesimo all’assunzione dell’incarico di governo.Oltre a ciò, malesseri e mal di pancia che nel Pd forse non sono mai mancati ad iniziare dalla costituzione del partito,probabilmente per una malintesa modalità di amalgama tra le due principali componenti che vi confluirono:ex-Cattolici popolari ed ex-Ds.O forse vale per tutti,anche per democrat,quando non si è votati ma nominati ,l’istinto di conservazione.Quindi allontanare,con i più sofisticati argomenti,il pericolo di una scadenza scadenza più ravvicinata che mette evidentemente tutto in discussione.

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