APS
– Anno XIX ( nuova serie ) – n°655 di sabato 18 gennaio 2014
LO
“SCANDALO” BERLUSCONI AL NAZZARENO/ UNA
OPPOSIZIONE UN PO’ FORZATA QUELLA
NEL PD
Roma,18/01/14
– (Aps) – A parte le scontate rimostranze,anche con lancio di uova e contumelie
varie all’indfirizzo del Cavaleire,da parte del cosiddetto popolo viola - che
protesta ormai su tutto dal versante di sinistra – in un sabato che chiudeva
una settimana decisamente accentrata sul dilemma opposizioni si o no per la
riforma elettorale, l’evento in qualche misura davvero storico dell’ingresso
del Cavaliere medesimo nella sede Pd ha ulteriormente polarizzato l’attenzione di opinione pubblica e mondo
politico fortemente scossi dall’inattesa virata impressa da Renzi.L’oggetto di
questo “storico” evento era: allargare il perimetro delle forze di maggioranza
come di opposizione,come corretteza istituzionale e politica esigerebbe,per stringere su un accordo
proposto dal Pd relativo ad un pacchetto di riforme – abolizione del Senato
come Camera di doppia lettura legislativa e poi capitolo V e soprattutto legge
elettorale maggioritaria - a beneficio di una governabilità chiara e
responsabile.
Occorre
dire che – dinanzi all’annuncio inequivoco(subito confermato da Berlusconi con
un altro dei suoi ormai abituali videomessaggi)
dato da Renzi nella telegrafica conferenza stampa tenuta dal Segretario
Pd – in corsa verso il treno per il rientro a Firenze - nella stessa sede del
Nazzarerno a conclusione dell’incontro ha sollevato immediatamente una marea di
commenti,oltrechè in rete,da parte degli altri alleati di maggioranza(Alfano in
testa) impegnati a combattere sulla strenua trincea in difesa della propria
marginalità elettorale,e soprattutto da parte degli esponenti della minoranza
impropriamente definita bersaniana.
C’è
profonda sintonia – aveva annunciato Renzi al termine dell’incontro con
Berlusconi - per la realizzazione del pacchetto di riforme,Il che che equivale
a dire via libera al proseguo e definizione
con dei testi da affidare al Parlamento per il necessario varo – nei
tempi e nelle procedure previste- del pacchetto delle riforme.
Ora,
a prescindere dalla reazione interessata di Alfano e compagni - che non possono
peraltro pretendere che si faccia una riforma elettorale ritagliata sulle
proprie specifiche esigenze -occorre richiamare,ancora per un momento i reali
termini della questione.Il discorso che è stato fatto in maniera
sufficientemente limpida e trasparente anche nella Direzione Pd di giovedì
scorso consiste nella esigenza che viene prima di ogni altra – anche prima se
si vuole della ripresa economica e dell’occupazione che restano comunque punti
assolutamente prioritari – di voltare pagina
nella nostra vicenda pubblica nazionale,di fare in modo che la politica
sia una leva per rispondere ai bisogni
degli italiani e non viceversa da piegare agli interessi particolari,di caste e
soggetti specifici.Cambiare verso,come è stato detto,per smantellare la vecchia
politica della quale continuiamo ad avere prove e testimonianze quotidiane:E
non bastano la buona volontà,i buoni
sentimenti,ad esempio, di un Presidente del Consiglio probo e capace come
Letta, a far girare la macchina del buon governo. Prima viene un quadro di sistema
che consenta alla forza politica che esce vincitrice dalle urne - con chiarezza del risultato elettorale – di
governare secondo le proprie impostazioni e programmi per i cinque anni della
legislatura,assumendosi dinanzi agli elettori la piena responsabilità delle
scelte compiute.
Questa
è materia di cui si parla – inutilmente ed assai spesso con decisioni di segno
nettamente opposto(vedi il Porcellum,leggi ad personam e compagnia cantando) –
da venti anni e passa,perché il tema non era certo assente nel dibattito politico almeno nella fase finale
della cosiddetta Prima Repubblica.Oggi ,alle soglie della battezzanda Terza
Repubblica, menar scandalo perché il pregiudicato Berlusconi ha messo piede
nella “casa dei comunisti” al Nazzareno in quanto richiestogli dal Segretario
del Pd per arrivare finalmentre a definire un
pacchetto riforme dalla valenza politico-istituzionale di cui siamo
tutti consapevoli sembra oggettivamente fare offesa alla verità ed alla
coerenza.
Nessun commento:
Posta un commento