lunedì 20 gennaio 2014

PER UNA RIFORMA DECISIVA DI SISTEMA VAL BENE ANCHE LO SCANDALO DI BERLUSCONI AL NAZZARENO


APS – Anno XIX ( nuova serie ) – n°655 di sabato 18 gennaio 2014

LO “SCANDALO” BERLUSCONI  AL NAZZARENO/ UNA OPPOSIZIONE UN PO’ FORZATA  QUELLA NEL  PD 

Roma,18/01/14 – (Aps) – A parte le scontate rimostranze,anche con lancio di uova e contumelie varie all’indfirizzo del Cavaleire,da parte del cosiddetto popolo viola - che protesta ormai su tutto dal versante di sinistra – in un sabato che chiudeva una settimana decisamente accentrata sul dilemma opposizioni si o no per la riforma elettorale, l’evento in qualche misura davvero storico dell’ingresso del Cavaliere medesimo nella sede Pd ha ulteriormente polarizzato  l’attenzione di opinione pubblica e mondo politico fortemente scossi dall’inattesa virata impressa da Renzi.L’oggetto di questo “storico” evento era: allargare il perimetro delle forze di maggioranza come di opposizione,come corretteza istituzionale e politica  esigerebbe,per stringere su un accordo proposto dal Pd relativo ad un pacchetto di riforme – abolizione del Senato come Camera di doppia lettura legislativa e poi capitolo V e soprattutto legge elettorale maggioritaria - a beneficio di una governabilità chiara e responsabile.

Occorre dire che – dinanzi all’annuncio inequivoco(subito confermato da Berlusconi con un altro dei suoi ormai abituali videomessaggi)  dato da Renzi nella telegrafica conferenza stampa tenuta dal Segretario Pd – in corsa verso il treno per il rientro a Firenze - nella stessa sede del Nazzarerno a conclusione dell’incontro ha sollevato immediatamente una marea di commenti,oltrechè in rete,da parte degli altri alleati di maggioranza(Alfano in testa) impegnati a combattere sulla strenua trincea in difesa della propria marginalità elettorale,e soprattutto da parte degli esponenti della minoranza impropriamente definita bersaniana.

C’è profonda sintonia – aveva annunciato Renzi al termine dell’incontro con Berlusconi - per la realizzazione del pacchetto di riforme,Il che che equivale a dire via libera al proseguo e definizione  con dei testi da affidare al Parlamento per il necessario varo – nei tempi e nelle procedure previste- del pacchetto delle riforme.

Ora, a prescindere dalla reazione interessata di Alfano e compagni - che non possono peraltro pretendere che si faccia una riforma elettorale ritagliata sulle proprie specifiche esigenze -occorre richiamare,ancora per un momento i reali termini della questione.Il discorso che è stato fatto in maniera sufficientemente limpida e trasparente anche nella Direzione Pd di giovedì scorso consiste nella esigenza che viene prima di ogni altra – anche prima se si vuole della ripresa economica e dell’occupazione che restano comunque punti assolutamente prioritari – di voltare pagina  nella nostra vicenda pubblica nazionale,di fare in modo che la politica sia una leva per  rispondere ai bisogni degli italiani e non viceversa da piegare agli interessi particolari,di caste e soggetti specifici.Cambiare verso,come è stato detto,per smantellare la vecchia politica della quale continuiamo ad avere prove e testimonianze quotidiane:E non bastano  la buona volontà,i buoni sentimenti,ad esempio, di un Presidente del Consiglio probo e capace come Letta, a far girare la macchina del buon governo. Prima viene un quadro di sistema che consenta alla forza politica che esce vincitrice dalle urne  - con chiarezza del risultato elettorale – di governare secondo le proprie impostazioni e programmi per i cinque anni della legislatura,assumendosi dinanzi agli elettori la piena responsabilità delle scelte compiute.

Questa è materia di cui si parla – inutilmente ed assai spesso con decisioni di segno nettamente opposto(vedi il Porcellum,leggi ad personam e compagnia cantando) – da venti anni e passa,perché il tema non era certo assente nel  dibattito politico almeno nella fase finale della cosiddetta Prima Repubblica.Oggi ,alle soglie della battezzanda Terza Repubblica, menar scandalo perché il pregiudicato Berlusconi ha messo piede nella “casa dei comunisti” al Nazzareno in quanto richiestogli dal Segretario del Pd per arrivare finalmentre a definire un  pacchetto riforme dalla valenza politico-istituzionale di cui siamo tutti consapevoli sembra oggettivamente fare offesa alla verità ed alla coerenza.  

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