sabato 11 giugno 2011

OLTRE 8 MLN DI TELESPETTATORI PER SANTORO E IL NUOVO CAPITOLO DELLO SCANDALO RAI /COINVOLTO ANCHE IL “PRESIDENTE DI GARANZIA”GARIMBERTI




Roma,10/06/11 (Aps) – Michele Santoro – personaggio del servizio televisivo pubblico che ha fatto sempre parlare di se quale autore di trasmissioni sufficientemente dissacratorie,di denuncia, che hanno indubbiamente arricchito assieme a poche altre il valore aggiunto dell’azienda radiotelevisiva pubblica e della sua “missione” – facendo inutilmente, haimè, da contrappeso negli ultimi tempi alle pesanti manomissioni “minzoliniane” nel principale notiziario Rai – ha dato vita giovedì sera ad una infuocatissima puntata del suo “Annozero”.Doveva essere l’ultima,in base al palinsesto estivo,ma soprattutto dopo il clamoroso annuncio dal 7°piano di viale Mazzini della conclusione della vertenza e dello stesso rapporto di lavoro tra Santoro e la Rai che aveva sollevato un’ondata di critiche su questa scelta dell’azienda pubblica e sullo stesso Direttore generale Rai,la neo-nominata Lorenza Lei,accolta meno di un mese fà da generali positivi auspici.Preceduta da una inquietante “sollevazione” della maggioranza di centrodestra del CdA che ha disertato la riunione per i nuovi palinsesti autunnali, forse con ulteriori intenti punitivi nei confronti delle rimanenti isole di informazione indipendente che sono generalmente racchiuse nel palinsesto della rete Tre(Ballarò,Che tempo che fa,Report,ovvero lo show satirico della Dandini,etc),è arrivata la puntata esplosiva di chiusura di Annozero.Santoro ha rivendicato il diritto di continuare a mandare in onda la propria trasmissione anche con il compenso simbolico di un solo euro.Una trasmissione infuocata,come si è detto,che è stata accolta da apprezzamenti generalmente assai positivi e non soltanto da parte delle opposizioni, della sinistra; che riapre sicuramente i giochi sulla scacchiera della Rai,una volta doppiato il capo della scadenza elettorale dei prossimi giorni.
INCUBI E FANTASMI TRA  ARCORE E PALALAZZO GRAZIOLI/ IMPEDIRE IL QUORUM ULTIMA “SPES” PRIMA DEL TRACOLLO CERTO.
Roma,10/06/11 (Aps) – Dopodomani domenica 12 e lunedì 13 giugno si vota per i quattro referendum(due sull’acqua pubblica,sul nucleare e sul legittimo impedimento).Un tema che ha fatto da sottofondo alle pesanti preoccupazioni nella maggioranza di centro destra che continua a perdere pezzi – il gruppo di Forza-Sud di Miccichè autoproclamatosi autonomo, confluendo momentaneamente nel Gruppo Misto – terrorizzata di ricevere anche questa volta dalle urne il colpo di grazia che sarebbe difficile ignorare quale crisi manifesta e conclamata della Destra ormai al potere da troppi anni e contro i reali interessi del Paese. Sarebbe altamente spericolato ed inusuale non trarne le dovute conclusioni, in vista per di più del  dibattito parlamentare che il Capo dello Stato ha saggiamente suggerito ad un Esecutivo che è ormai la caricatura di un organo di governo di una grande nazione qual è l’Italia.Ma la sfacciataggine della attuale classe politica dirigente nel nostro Paese è tale che non ci sarebbe da sorprendersi se neppure in questo caso il Cavaliere ed i suoi” liberi servi” – come si sono autodefiniti l’altro ieri al Teatro Capranica a Roma Ferrara e gli altri soci della intemerata berlusconiana – scegliessero di glissare con l’amabile faccia tosta che li contraddistingue.E che soprattutto li  distingue dai governanti delle altre democrazie occidentali che per assai meno corrono puntualmente a rassegnare le dimissioni nelle mani dei loro Regnanti o Capi di Stato.In realtà la speranzella segreta ma non troppo che li tiene in vita in questa logorante vigilia del voto referendario che si sta consumando – semza per quersto impedire di mettere in gioco gli ultimi trucchi a discredito dell’istituto del referndum - con tutti limiti che esso può certo avere rimane lo strumento più diretto di democrazia partecipativa – per indurre i cittadini a non a andare votare( non è obbligatorio,fanno sapere!) nell’intento di impedire il raggiungimento del
quorum.ll che purtroppo con la quota crescente ,anche in Italia, dell’ astensionismo elettorale non è da considerarsi un’ipotesi del tutto peregrina,come ben sanno gli stessi sostenitori dei quattro quesiti referendari.Detto questo,quorum o no (ma speriamo proprio di sì),la commedia di “Silvio e dei liberi servi” volge proprio al termine .La disperata e raffozzonata resistenza a non cedere ancora le armi ne accentua solo la patetica comicità.

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