venerdì 11 maggio 2018

IL DONO DI ANDREA(ORLANDO) A “PORTA A PORTA”


APS – Anno XXII ( nuova serie ) – n° 994 di venerdì  11 maggio 2018
IL DONO DI ANDREA(ORLANDO)  A “PORTA  A PORTA”.HA SPIEGATO LA CRISI DEL PD E QUELLA DEL PAESE
La televisione di Stato di casa nostra ci ha regalato stasera,nella trasmssione di "Porta a Porta" - quando lo merita diamo un giusto attestato all'amico Bruno Vespa - una impareggiabile lezione di analisi del momento politico trai più intricati e particolarissimo che stiamo attraversando,dopo il 4 marzo scorso.Se e vero,come autorevolmente e con sagacia si è affermato ,che non si può dopo un pessimo esito elettorale,come quello di poco più di due mesi fà,  chiedere "di cambiare il corpo elettorale",ormai non bastano più le parole.Dobbiamo non solo e non tanto “commentare” la tragicomica situazione postelettorale italiana che si sta avvitando in incredibili ed impervi percorsi.Dovremmo anche, o soprattutto, trovare la soluzione non solo istituzionalmente corretta e rispettosa nei confronti del Capodello Stato ma anche efficace sul piano del governo del Paese.Purtroppo per effetto del voto di marzo siamo ormai nelle mani di due spericolati ed impudenti "giovanotti" dall'incerto mestiere,dalle poche,confusissime e pericolose idee e propositi sul tema centrale.Come appunto governare il Paese,a cominciare dalla scelta di Premier e Ministri.Ma lasciamo da parte tutto ciò,che si colloca,haimè, in un'ottica più generale,che non è soltanto italiana.Essa  è bensi europea,internazionale, riguarda la crisi d'identità della sinistra riformista che purtroppo tocca tutti i paesi più avanzati nel Vecchio Continente e non solo,poichè assieme ad altri fattori ha proiettato la sua ombra sulla affermazione  - ormai due anni fa- di Donald Trump che tutti abbiamo potuto ammirare, con raccapriccio, all'opera nello Studio Ovale della Casa Bianca.Ma torniamo al bla-bla-bla delle solite puntate della par condicio televisiva, a "Porta a Porta", che Vespa si adopera sempre a cucinare con apprezzabile mestiere,Bene poche ore fà è accaduto sulla Rete1 della Rai il miracolo di poter ascoltare finalmente, da un persuasivo discorso di Andrea Orlando - uno degli esponenti di più sicuro valore della cosiddetta minoranza Pd più consistentemente bastonata dall'incredibile Renzi che ancora oggi accarezza indecentemente idee di rivalsa interna - una comprensibile lezione sulle nuove responsabilità della sinistra dinanzi mondo che cambia.Con l'innovazione,la globalizzazione che paradossalmente producono i loro più frequentemente dannosi effetti proprio su quelle aree lavorative e produttive tradizionalmente appannaggio,o “zoccolo duro” della sinistra riformista,della socialdemocrazia.Che oggi mostra chiarisegni di sofferenza,se non un deficit di fiducia verso quella forza politica che ha speso sempre il suo capitale politico,la sua dirompente forza sociale a vantaggio degli ultimi,come dei settori produttivi e lavorativi più bisognosi di tutela.Senonchè le dinamiche economico- produttive hanno cambiato direzione di marcia.Oggi esse colpiscono e duramente proprio i lavoratori di quei distretti industriali attraversati dal cambiamento epocale,forse anche imprevisto nella sua dura realtà.La sinistra riformista deve dunque rimodulare le proprie linee d'azione.Altrimenti vincono - com'è accaduto da noi due mesi fa - i Salvini e i Di Maio.Bene,Andrea Orlando ha fatto dagli schermi Rai questa succinta comprensibile disamina.Dobbiamo essernegli grati.Perchè tutti straparlano;nessuno spiega il senso vero delle cose.

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