IL DONO DI ANDREA(ORLANDO) A “PORTA A PORTA”.HA SPIEGATO LA CRISI DEL PD E QUELLA
DEL PAESE
La televisione di Stato di casa nostra ci ha regalato
stasera,nella trasmssione di "Porta a Porta" - quando lo merita diamo
un giusto attestato all'amico Bruno Vespa - una impareggiabile
lezione di analisi del momento politico trai più intricati e particolarissimo
che stiamo attraversando,dopo il 4 marzo scorso.Se e vero,come autorevolmente e
con sagacia si è affermato ,che non si può dopo un pessimo esito
elettorale,come quello di poco più di due mesi fà, chiedere "di cambiare il corpo
elettorale",ormai non bastano più le parole.Dobbiamo non solo e non tanto “commentare”
la tragicomica situazione postelettorale italiana che si sta avvitando in
incredibili ed impervi percorsi.Dovremmo anche, o soprattutto, trovare la
soluzione non solo istituzionalmente corretta e rispettosa nei confronti del
Capodello Stato ma anche efficace sul piano del governo del
Paese.Purtroppo per effetto del voto di marzo siamo ormai nelle mani di due
spericolati ed impudenti "giovanotti" dall'incerto mestiere,dalle
poche,confusissime e pericolose idee e propositi sul tema centrale.Come appunto
governare il Paese,a cominciare dalla scelta di Premier e Ministri.Ma lasciamo
da parte tutto ciò,che si colloca,haimè, in un'ottica più generale,che non è
soltanto italiana.Essa è bensi
europea,internazionale, riguarda la crisi d'identità della sinistra riformista
che purtroppo tocca tutti i paesi più avanzati nel Vecchio Continente e non
solo,poichè assieme ad altri fattori ha proiettato la sua ombra sulla
affermazione - ormai due anni fa- di
Donald Trump che tutti abbiamo potuto ammirare, con raccapriccio, all'opera nello
Studio Ovale della Casa Bianca.Ma torniamo al bla-bla-bla delle solite puntate
della par condicio televisiva, a "Porta a Porta", che Vespa si
adopera sempre a cucinare con apprezzabile mestiere,Bene poche ore fà è
accaduto sulla Rete1 della Rai il miracolo di poter ascoltare finalmente, da un
persuasivo discorso di Andrea Orlando - uno degli esponenti di più sicuro
valore della cosiddetta minoranza Pd più consistentemente bastonata
dall'incredibile Renzi che ancora oggi accarezza indecentemente idee di rivalsa
interna - una comprensibile lezione sulle nuove responsabilità della sinistra
dinanzi mondo che cambia.Con l'innovazione,la globalizzazione che
paradossalmente producono i loro più frequentemente dannosi effetti proprio su
quelle aree lavorative e produttive tradizionalmente appannaggio,o “zoccolo
duro” della sinistra riformista,della socialdemocrazia.Che oggi mostra chiarisegni di sofferenza,se non un deficit di fiducia verso
quella forza politica che ha speso sempre il suo capitale politico,la sua
dirompente forza sociale a vantaggio degli ultimi,come dei settori produttivi e
lavorativi più bisognosi di tutela.Senonchè le dinamiche economico- produttive
hanno cambiato direzione di marcia.Oggi esse colpiscono e duramente proprio i
lavoratori di quei distretti industriali attraversati dal cambiamento epocale,forse
anche imprevisto nella sua dura realtà.La sinistra riformista deve dunque
rimodulare le proprie linee d'azione.Altrimenti vincono - com'è accaduto da noi
due mesi fa - i Salvini e i Di Maio.Bene,Andrea Orlando ha fatto dagli schermi
Rai questa succinta comprensibile disamina.Dobbiamo essernegli grati.Perchè
tutti straparlano;nessuno spiega il senso vero delle cose.
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